6 settembre 2007

COMUNICATO STAMPA DELLA RUBBETTINO EDITORE


Con piacere riceviamo e pubblichiamo:


COMUNICATO STAMPA

Presentazione del volume “Inquietudini e meditazioni”

di Miguel de Unamuno, a cura di Elena Cellini

Sabato 8 settembre a Bassiano (LT), alle ore 18.00, nell’Auditorium comunale, sarà presentato il volume “Inquietudini e meditazioni” di Miguel de Unamuno, a cura di Elena Cellini e con la prefazione di Armando Savignano, un titolo che segna il debutto, per i tipi di Rubbettino, della Compagnia de Galantomeni, una collana di Filosofia della Religione diretta da Mauro Cascio con Massimo Iiritano.

Intrverranno: Mauro Cascio, Roberto Campagna, Enzo Mercuri ed Elisabetta Rizzo.

Dai saggi unamuniani qui tradotti e presentati per la prima volta in Italia, emerge chiaramente lo stile inconfondibile e la personalità egocentrica di un uomo che, come osservò Ortega, «prendeva la parola definitivamente». Esprimendosi nella forma paradossale, ritenuta il «linguaggio tipico della passione», oltre che affermazione della volontà di creazione disperata, Unamuno assurge a pensatore tra-gico, non diversamente da Kierkegaard, che la considerava il pathosdella vita spirituale. Ma, a differenza di questi, il paradosso in Unamuno non implica alcun trascendimento dei limiti della ragione onde operare il salto nella fede, perché vive della tensione agonica sulla base dell’illusione rappresentata dalla poesia e dalla religione, come emerge in modo esemplare nella sua novella più originale, Sant’Emanuele Buono, mar-tire(1933), compendio della sua filosofia della religione. Così, «un artificio retorico diventa un processo epistemologico di un’ontologia esi-stenziale». La logica del paradosso, che si alimenta di trasgressione, non ricerca né la neutralità e tanto meno l’ambiguità, perseguendo invece l’ambivalenza creatrice, cioè «tutto tranne che sacrificare l’uno all’altro». Sebbene ammetta di essere «sovente oscuro e paradossale», tuttavia resta contrario ad ogni dogmatismo. Più che istruire, Unamuno intende suggerire ed essere come lievito e fermento, persuaso che «nella speculazione filosofica è segno di improntitudine chiedere soluzioni precostituite». La religione della vita è l’agonismo; più che cimentarsi, come chiedono a gran voce i suoi critici, in un’opera sistematica, Unamuno contrappone, col consueto gusto del paradosso, «la santa libertà, persino di contraddirsi».
Il Dio di Unamuno è un Dio che parla al cuore, la sua è una cristologia poetica che non rientra nella tradizionale teologia religiosa o filosofica. Al contrario del razionalismo teologico tomista, l'esistenza di Dio non è provabile con una prova razionale a posteriori, tanto meno aprioristica. La prova dell'esistenza di Dio è data dalla nostra istintiva volontà di sopravvivenza, dall'incapacità di rassegnarsi di fronte alla morte, dal desiderio di immortalità. Credere è creare ciò che vogliamo: «la fede crea, in una certa maniera, il suo soggetto. E la fede in Dio consiste nel creare Dio; come è Dio che ci dà la fede in Lui, così è Dio stesso che si sta creando di continuo in noi». Il sentimento tragico, la lotta, arriva fino a Dio stesso: Dio stesso soffre, ma “soffre in me e io soffro in Lui”, questa è l'angoscia religiosa. È la sofferenza, l'angoscia della morte, la passione per la vita la caratteristica tipica della vita del singolo.

Miguel de Unamuno (1864-1936) è una delle figure più rappresentative del Novecento europeo e soprattutto della Generazione del ’98 spagnola. Fu narratore, filosofo, poeta e drammaturgo. Oggetto della sua filosofia è l’uomo in quanto persona, nella sua complessità, il cui agire ed essere nella vita non ha significato se non considerandone il fine e il destino. Il suo pensiero nasce così dal contrasto tra le istanze della ragione e quelle della vita, in una visione di tragica lotta, senza tregua e senza pace. Il suo modello fu la figura di Don Chisciotte, cui dedicò il famoso Vita di Don Chisciotte e Sancho (Mondadori). L’ideale di Cervantes fu inteso come suprema incarnazione dell’idealismo umano, che persegue una meta, ricercata ed amata non come termine di possesso, ma come miraggio. Ma al centro del suo pensiero c’è sicuramente il problema religioso, di cui parlò in testi celebri come Del sentimento tragico della vita (Piemme) ed Agonia del Cristianesimo (Piemme) oltre che nel romanzo Nebbia (Fazi); svuotando il cristianesimo di ogni struttura dogmatica e accanendosi contro la casta sacerdotale, monopolizzatrice della rivelazione e mortificatrice del genuino spirito religioso In Inquietudini e Meditazioni, una raccolta di saggi proposti qui in prima edizione italiana, Miguel de Unamuno ha una sola voce, la voce angosciata e preoccupata di quei consapevoli mortali che gridano contro la temporalità, la finitezza e la storicità della vita umana, L’inappagabile desiderio di conoscenza, l’interminabile sviluppo della personalità, il continuo domandarsi ‘perché’, che rappresentano il fil rouge del suo Inquietudini e meditazioni, possono portare a pericolose crisi di coscienza, tali da mettere a repentaglio non solo l’equilibrio personale, ma anche quello sociale. Per limitare i danni di un’inevitabile destabilizzazione, Unamuno cerca appoggio nella volontà, nella forza spirituale e nell’azione. Don Miguel, come un novello Don Chisciotte, affronta la derisione e le umiliazioni che vengono da quanti lo trasformano in un solitario, incompreso, pazzo eroe, condizioni essenziali per consentire al vero eroe di lottare solo contro tutti, per dimostrare che la pazzia, convertita in normalità collettiva, porta all’evoluzione dell’essere in rapporto a sé e agli altri.


Armando Savignano insegna Filosofia Morale all’Università di Trieste. Profondo conoscitore del pensiero spagnolo ha scritto numerosi studi monografici dedicati a Maria Zamprano, Ortega e Unamuno e al pensiero religioso moderno. Tra le sue opere ricordiamo: «Il Cristo di Unamuno» (Queriniana, 1990), «Radici del Pensiero Spagnolo del Novecento» (La Città del Sole, 1995), «Introduzione a Ortega y Gasset» (Laterza, 1995), «Preghiera e poesia. L’esperienza religiosa in Henri Bremond» (EMP, 2000), «Introduzione a Unamuno» (Laterza, 2001), «Maria Zambrano» (Marietti, 2004).

1 commento:

Utnapishtim ha detto...

Grazie a Raffaella per la segnalazione. :)