30 ottobre 2007
Dossier de "La Stampa" sulla fede: la dottrina, questa sconosciuta! Ma i giovani preferiscono Papa Benedetto :-)
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Dossier sulla fede
“Religione è aiutare gli altri”
Letture cattoliche I giovani scelgono i libri di Papa Ratzinger, le persone più mature quelli del cardinale Martini
Nelle scuole Il 90 per cento è favorevole all’insegnamento della Bibbia in classe, il 67 pensa che un’ora sia sufficiente
GIACOMO GALEAZZI
ROMA
L’«apostola degli ultimi» Madre Teresa è di gran lunga l’autore religioso più letto in un Paese in cui solo una persona su sei conosce i Vangeli e quasi tutti fanno coincidere l’attenzione alla spiritualità con l’aiuto ai bisognosi. La fede, dunque, come forma di solidarietà, la Chiesa come la Caritas. A tracciare un inedito rapporto sulla fede è «Gli Italiani e i libri religiosi», l’indagine eseguita da «Coesis research» per l’editrice San Paolo.
Ne emerge, tra l’altro, che i giovani scelgono i libri di Ratzinger mentre le persone più mature preferiscono quelli del cardinale Carlo Maria Martini, patrono appunto dei «cattolici adulti». Inoltre, il 90% è d’accordo che a scuola si insegni religione, pur ritenendo in gran parte (67%) che un’ora di insegnamento alla settimana sia sufficiente.
L’importante, però, è che venga dato più spazio ai temi di cultura religiosa durante gli orari scolastici. «Dall’ora di religionei ci si attende più conoscenza e meno discorsi generici - osserva il cardinale Achille Silvestrini -, quindi studio della Bibbia e classici della cultura e della spiritualità cristiana». Il fatto che, come figure di riferimento, i preferiti dagli italiani siano i testimoni della solidarietà (Madre Teresa e, in misura minore, Charles de Foucald) spiega perché i modi migliori per coltivare la spiritualità siano considerati l’aiuto al prossimo e l’impegno nel volontariato. Ben distanziate, la preghiera, la partecipazione alla messa, la frequentazione della parrocchia e l’adesione ad un movimento ecclesiale. I libri religiosi di maggior successo nell’ultimo anno sono stati «Gesù di Nazareth» di Benedetto XVI e «Una vita con Karol» del cardinale Stanislao Dziwisz, ex segretario personale di Giovanni Paolo II. Nella classifica degli autori religiosi prediletti figurano tre donne nei primi quattro posti: oltre a Madre Teresa, il dottore della Chiesa Caterina da Siena e la mistica Teresa d’Avila. Solo una piccola minoranza (15%) ha letto per intero i Vangeli, ma, a sorpresa, l’evangelista più conosciuto è il più ostico e «intellettuale»: Giovanni. Segno di una fede di pochi, ma con la effe maiuscola.
© Copyright La Stampa, 30 ottobre 2007
Ecco perche' Benedetto e' il Papa giusto per il momento giusto :-)
Se i giovani prediligono i suoi libri...beh...e' un bel dato considerata la campagna stampa denigratoria.
R.
Un Paese di credenti allergici ai testi sacri
Anche chi va a messa non conosce la dottrina
L’ombra dell’ignoranza e del disinteresse religioso sembra calare sull’Italia di oggi, uno dei Paesi più «cattolici» del mondo e in cui la chiesa gioca un ruolo di primo piano nel dibattito pubblico. Il 70% degli italiani non ha mai letto, in vita sua, i quattro Vangeli e l’82% non ha mai preso in mano un libro di argomento religioso nell’ultimo anno.
Questi dati non sono il frutto di un sondaggio di parte, magari promosso da un gruppo anticlericale per contrastare l’attuale dinamismo della chiesa in Italia. La fonte dei dati è invece assai vicina agli ambienti ecclesiali, trattandosi di «Famiglia cristiana», che nel numero di questa settimana espone i risultati di un’indagine su «gli italiani e i libri religiosi» che ha da poco promosso e che qui anticipiamo.
La fotografia che se ne ricava permette di verificare lo stato di salute del cattolicesimo italiano, ma può anche alimentare la polemica tra credenti e laici che da qualche tempo anima la nazione. Di fronte a numeri come questi è ancora plausibile attribuire una patente cattolica al nostro Paese? Ha ancora senso parlare dell’Italia come di una terra fortemente pervasa dalla cultura religiosa? Non aveva ragione Papa Wojtyla nel lamentarsi di un’Italia «che nelle scelte pratiche e nei costumi tradisce l’identità cattolica che pure a voce proclama»?
La scarsa conoscenza dei Vangeli è l’aspetto che più colpisce. Soltanto il 16% degli italiani dichiara di aver letto i quattro Vangeli, mentre un altro 15% l’ha fatto solo in parte. Si tratta di dati difficilmente inquadrabili in una nazione in cui il battesimo dei figli o il funerale religioso sono ancora scelte assai diffuse, e dove molti matrimoni continuano a celebrarsi in chiesa; e che anche sul versante della pratica religiosa assidua presenta tassi di frequenza assai più elevati di quelli riscontrabili nelle altre nazioni occidentali.
Certamente, il minor interesse a leggere i Vangeli si riscontra soprattutto tra i «non credenti» e tra quanti si definiscono cattolici più per tradizione che per convinzione. Ma anche la metà dei fedeli praticanti, di quanti cioè vanno a messa tutte le domeniche, ammette di non aver mai letto i quattro Vangeli e il 20% di essi solo parzialmente.
Lo scenario non cambia se si valuta l’appeal del libro religioso, da cui emerge che nell’ultimo anno meno di un italiano su 5 è stato coinvolto in una lettura di questo tipo. Tra i più interessati vi sono i praticanti regolari, le donne, gli anziani e - curiosamente - le persone con un basso livello di istruzione; mentre rifuggono perlopiù dalla lettura di libri di argomento religioso i «non credenti» e in parte anche chi si definisce «credente» senza aggettivi. Tra i libri religiosi più gettonati, spiccano le biografie dei santi e i saggi di storia religiosa, mentre ci si indirizza di meno su testi a più alto contenuto spirituale.
Il debole interesse per questo tipo di libri e di letture la dice lunga sulla situazione religiosa del Paese. Pur non perdendo il riferimento al cattolicesimo, molti italiani stanno scivolando in una condizione di larga ignoranza circa le conoscenze base e gli stessi fondamenti della fede cristiana che pur continuano in qualche modo a professare. Non pochi «credenti» sono in difficoltà nell’indicare quale sia la festa religiosa più importante per i cristiani (se il Natale o la Pasqua) o nel richiamare il corretto significato di termini-eventi religiosi quali l’epifania, la pentecoste, la quaresima. Nell'Italia di oggi nascono sempre più figli col nome di Rebecca, Daniele, Tobia, Rachele, ecc., ma più per un gusto di novità e di distinzione che per un richiamo alle figure della tradizione biblica.
La debole frequentazione del libro religioso sembra poi mettere in discussione l'idea che i valori dello spirito siano oggi assai diffusi, in un'epoca segnata da molte inquietudini e paure. La domanda di significato ultimo coinvolge certo molte persone, ma sovente essa tende a manifestarsi più come uno stato d'animo o come un’intenzione che come un cammino spirituale. Si tratta di un tipo di ricerca che nel nostro Paese coinvolge maggiormente una parte dei credenti impegnati, mentre assume forme più deboli e incerte sia nei cattolici che sono tali per tradizione e cultura, sia soprattutto tra i «non credenti».
Anche se il barometro dell’interesse per i temi religiosi sembra volgere al basso, non tutto sembra perduto per le sorti della chiesa e del cattolicesimo in Italia. Gli italiani, come si sa, hanno un rapporto fluido con la religione, possono essere pigri e refrattari ad approfondire le loro convinzioni di fede, ma nello stesso tempo rivalutare il ruolo della religione cattolica nella formazione delle coscienze e a livello etico. Al riguardo, l'indagine di «Famiglia Cristiana» segnala anzitutto che la maggioranza degli italiani vorrebbe una scuola che dia più spazio ai temi di cultura religiosa; ed inoltre che il 90% della popolazione è d’accordo che a scuola si insegni la religione. Su questo parere convergono quasi tutti i fedeli praticanti e persino il 61% dei «non credenti», che per varie ragioni dunque apprezzano una proposta formativa su cui sovente si accende il dibattito pubblico.
Non manca dunque la domanda religiosa, anche se essa si compone con vari segni di debolezza della fede.
© Copyright La Stampa, 30 ottobre 2007
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3 commenti:
sono queste le vere conferme. un libro lo vai a comprare di tua spontanea volontà, investendoci soldi e tempo. le migliaia di persone che in ogni occasione invadono piazza san pietro sono un segno vero e tangibile. la televisione e determinata "informazione" ti piomba addosso senza il tuo permesso e fornisce dati fumosi e con pochi contenuti. Benedetto XVI "colpisce" ancora.
Se è vero che i giovani preferiscono Benedetto,poichè il futuro sono loro allora c'è speranza!Paola
" Pur non perdendo il riferimento al cattolicesimo, molti italiani stanno scivolando in una condizione di larga ignoranza circa le conoscenze base e gli stessi fondamenti della fede cristiana che pur continuano in qualche modo a professare."
...... "stanno scivolando"...,perchè prima gli Italiani leggevano il Vangelo? Conoscevano la dottrina?
Prima erano colti ed adesso diventano ignoranti? Questa non è informazione.
Si può al massimo dire che malgrado l`ignoranza dei cattolici che è reale, la Chiesa è andata in avanti ,ha passato le epoche,traversato burrasche, ed è sempre viva. Con ciò non sto tessendo le lodi dell`ignoranza, ma se la constatazione è reale, le interpretazioni, deduzioni o conclusioni mi sembrano approssimative.
Quello che a me fa piacere e da speranza, è il numero di giovani che ascolta il Papa, che lo legge, che vuole sapere, imparare, e non solo i giovani.... Papa Benedetto ci domanda di dare ragione della nostra fede, ci ha preso per la mano e ci guida.
Quanto ai cattolici adulti del cardinal Martini....vorrei essere Mariateresa per uscire una bella espressione colorata ...io mi limiterò a dire che sono scoppiata a ridere!
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