10 ottobre 2007
Le "piccole" omissioni di Alberto Melloni
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SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"
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Cari amici, abbiamo assistito poco tempo fa ad un clamoroso autogol del professor Alberto Melloni che, il 22 settembre scorso, dalle colonne del Corriere della sera, affermava trionfante che il motu proprio "Summorum Pontificum" non era stato pubblicato negli Acta Apostolicae Sedis, insinuando nemmeno troppo velatamente che sia in atto un ripensamento vaticano sul motu proprio stesso.
Peccato che Melloni sia stato smascherato il 25 settembre da un articolo de "Il Foglio" che ristabiliva la verita': "il motu proprio in questione è stato pubblicato lo scorso 7 luglio mentre l’ultimo fascicolo diffuso dagli AAS è quello datato 6 aprile che riporta documenti e nomine pontificie datate fino al giorno 5 aprile. Non si vede quindi come si possa affermare, o credere, come un dato di fatto che la “gazzetta ufficiale” della Santa Sede non abbia pubblicato il motu proprio".
Ecco dunque la prima omissione di Melloni che ci prende in giro facendoci credere che gli Acta avrebbero dovuto gia' contenere il testo del motu proprio "Summorum Pontificum".
Una omissione per nulla innocente visto che il professore ha accesso alla "Gazzetta Ufficiale del Vaticano" al contrario dei suoi lettori.
Non abbiamo avuto il piacere di leggere un secondo articolo di Melloni che colmava la lacuna del primo. Lo stiamo ancora aspettando...
Ed eccoci alla seconda omissione abilmente smascherata da Sandro Magister. Procediamo con ordine riportando un articolo di Melloni di sabato scorso:
SE CIVILTÀ CATTOLICA RIVALUTA DON MILANI
di ALBERTO MELLONI
A quarant'anni dalla morte di don Lorenzo Milani studiarlo rimane un privilegio, giudicarlo una prova del fuoco. Specie se a farlo è una rivista autorevolissima come La Civiltà Cattolica, che pubblica un articolo di padre Piersandro Vanzan nel quale si prendono le distanze in modo netto e sereno da ciò che quella stessa rivista stampò nel numero del 20 settembre 1958. Allora un articolo di padre Angelo Perego azzannò con ferocia il priore di Barbiana e le sue «Esperienze pastorali». Descriveva i suoi tre incubi (nell'ordine) la liturgia, la Dc e l'ingiustizia, liquidati con argomenti non veri. E martellava con espressioni violente: definiva don Milani acido, senza un briciolo di modestia, surriscaldato di criticismo denigratorio, esasperatamente classista, semplicista, inconsiderato, uno che confonde le menti, invaso dalla furia. L'augurio era che come «riparazione al grande male che la sua opera certamente farà » scrivesse un libro in cui traspirassero le virtù che gli mancavano , cioè «l'equilibrio, la verità, la giustizia, la docilità e l'amore universale». Oggi padre Vanzan parla dello stesso don Lorenzo come d'«un prete schierato col Vangelo», protagonista esemplare d'una «ribellione obbediente», capace di «restare sempre e comunque addirittura faziosamente dalla parte del Vangelo».
Con assoluta serenità riconosce che l'articolo di padre Perego «determinò un cambio di rotta nella stampa ecclesiastica e filogovernativa » e preparò il successivo ritiro del libro decretato dal sant'Ufficio con quell'arroganza che il cardinal Congar (quand'era un sospetto e non un cardinale) chiamava la Gestapo della chiesa, che il cardinale Frings avrebbe denunciato davanti al Vaticano II e che Paolo VI avrebbe smantellato.
Oggi La Civiltà Cattolica definisce don Milani uno dei «profeti obbedienti ma tribolati»: qualcosa è cambiato. In soli 40 anni.
© Copyright Corriere della sera, 6 ottobre 2007
Il Sant'Uffizio arrogante? Una sorta di Gestapo della chiesa? Smantellato da Paolo VI (non e' vero, si legga qui)?
Ma tu guarda! Melloni che attacca il Sant'Uffizio...che novita'!
Peccato che Magister abbia scoperto che Melloni omette "piccoli particolari":
Gli “omissis” del professor Melloni sul don Milani di papa Giovanni
Sul “Corriere della Sera” il professor Alberto Melloni ha esultato per la “rivalutazione” di don Lorenzo Milani fatta da padre Piersandro Vanzan su “La Civiltà Cattolica” del 6 ottobre.
E ha colto l’occasione per infierire su ciò che la stessa “rivista autorevolissima” aveva scritto contro don Milani nel numero del 20 settembre 1958.
Tutto arcirisaputo. Ma la storia andrebbe raccontata intera, cosa che Melloni non fa.
Il libro che procura guai a don Milani, “Esperienze pastorali”, esce nell’aprile del 1958. Ha l’imprimatur del cardinale di Firenze, Elia Dalla Costa, e la prefazione del vescovo di Camerino, Giuseppe D’Avack. Le prime recensioni sono favorevoli. Ma poi arriva la stroncatura della “Civiltà Cattolica”, stampata con l’assenso del papa che a quella data è Pio XII.
Angelo Giuseppe Roncalli, all’epoca, è patriarca di Venezia. Ed ecco che cosa scrive in una lettera del 1 ottobre al vescovo della sua Bergamo, Giuseppe Piazzi:
“Ha letto, eccellenza, La Civiltà Cattolica del 20 settembre circa il volume Esperienze pastorali? L’autore del libro deve essere un pazzerello scappato dal manicomio. Guai se si incontra con un confratello della sua specie! Ho veduto anche il libro. Cose incredibili!”.
Il 9 ottobre Pio XII muore. Il 28 gli succede Roncalli col nome di Giovanni XXIII. E il 18 dicembre, sotto il regno del “papa buono”, il Sant’Offizio ordina il ritiro dal commercio di “Esperienze pastorali”.
© Copyright Settimo Cielo
Ma, quindi, la "colpa" non e' sempre e solo di Pio XII e di quel "cattivone" del cardinale Ottaviani? Ma tu guarda!
Melloni perche' esulta costantemente prima del tempo?
Ormai non si legggono piu' acriticamente i Suoi articoli. Ringraziamo ancora Giuliano Ferrara e Sandro Magister per avere riempito delle "piccole" omissioni :-)
Raffaella
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