9 novembre 2007

Politi e Macrì: il Vescovo di Locri trasferito per salvargli la vita


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MARCO POLITI

CITTÀ DEL VATICANO - Il sindaco di Locri chiede al Vaticano un ripensamento: «Monsignor Bregantini non deve partire». A Gerace è stato convocato per sabato un consiglio comunale di protesta. Agazio Loiero, governatore della Calabria, lamenta che nessuno in Vaticano ha capito che la permanenza di Bregantini «era vitale». Filippo Callipo, l´ex presidente di Confindustria che a più riprese ha denunciato la pressione della ‘ndrangheta, pensa ad uno «sciopero della messa», perché - dice - «ora siamo un esercito senza bandiera».
Rimbalza nel palazzo apostolico l´ondata delle proteste. Rabbia, sconforto, incredulità e sgomento percorrono la Locride e la Calabria, che vuole resistere alle mafie, ora che è ufficiale la notizia che il Vaticano ha trasferito Bregantini a Campobasso. Non si riesce a capire il perché. Non si accetta una burocrazia ecclesiastica, che attraverso una «promozione» sguarnisce così il fronte della lotta contro i clan.

Ma, a sorpresa, due personalità ecclesiali puntano i riflettori verso quello che potrebbe essere il motivo segreto del trasferimento. Rompe l´incanto monsignor Giuseppe Agostino già arcivescovo di Crotone e poi di Cosenza, due volte presidente della conferenza episcopale calabrese: «Forse la Chiesa voleva farlo riposare - suggerisce nel primo pomeriggio di ieri, mentre monta l´opposizione alla decisione vaticana - e non bisogna dimenticare che è stato più volte oggetto di attentati». Poi Agostino aggiunge: «È difficile comunicare questo alla gente, ma posso dire che è stato trasferito solo per salvaguardare la sua persona».

In serata monsignor Antonio Riboldi è ancora più esplicito: «La Chiesa non ha bisogno di altri martiri». E spiega: «Bregantini per tanti aspetti mi ricorda don Puglisi. Due sacerdoti che hanno picchiato duro contro la criminalità e si sono battuti per restituire ai fedeli la speranza. Però don Puglisi è stato fatto fuori e temo che Bregantini corresse lo stesso rischio».

Lui, il prete-operaio trentino diventato calabrese nell´anima e simbolo di un riscatto da costruire ogni giorno, si mantiene più sobrio che mai in queste ore. «Per obbedienza sono venuto - dichiara - e per obbedienza parto», anche se ammette «con tanta sofferenza nel cuore». Un´ultima volta si rivolge ai «fratelli deviati della mafia» affinché abbiano il coraggio di «rinunciare apertamente alla disonestà in tutte le sue forme, perché siete chiamati a più nobile bellezza». Non vuole essere chiamato né eroe né vescovo anti ‘ndrangheta. Ma affida tre riflessioni alla Radio vaticana. «Manca alla Calabria che tutte le istituzioni facciano la loro parte, in maniera piena e leale, qualitativa e quantitativa». Manca poi un collegamento tra tutte le realtà positive. E infine, conclude, «la Calabria è trattata ancora come terra dimenticata, basta vedere la questione dei treni, dei trasporti».
Mancherà alla Calabria, da gennaio, molto di più. Un uomo che ha animato la resistenza spirituale e morale alla criminalità. Un vescovo che è stato propositivo, creando lavoro e cultura. Un prete mite e forte, che ha saputo insegnare a credere e non avere paura.

© Copyright Repubblica, 9 novembre 2007

Se disgraziatamente fosse accaduto qualcosa al vescovo di Locri, i media se la sarebbero presa con il Vaticano ed il Papa per avere lasciato solo Mons. Bregantini e non avere capito che era necessario trasferirlo.
L'urgenza del provvedimento conferma, a mio avviso, il fatto che il vescovo correva un serio, e concreto, rischio personale
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Raffaella


IL VESCOVO TRASFERITO

Bregantini, commosso addio a Locri Riboldi: «Rischiava di essere ucciso»

Carlo Macrì

LOCRI (Reggio Calabria) — «Al Papa non si può dire di no. Se fosse dipeso da me non avrei mai lasciato la diocesi di Locri-Gerace». Monsignor Giancarlo Maria Bregantini è da ieri ufficialmente l'arcivescovo metropolita di Campobasso: la lettura del provvedimento di nomina è avvenuta nella cattedrale di Locri, strapiena di gente commossa per l'addio del vescovo. Il trasferimento però continua a far discutere. Per la celerità con cui è avvenuto, ma soprattutto perché si ipotizza che sia stato affrettato per motivi di sicurezza. «Io non sono mai stato né un eroe, né un vescovo anti 'ndrangheta», dice il vescovo di Locri.
Don Riboldi, vescovo emerito di Acerra, accomuna però l'amico Bregantini a don Puglisi: «Due sacerdoti che hanno picchiato duro contro la criminalità e si sono battuti per restituire ai fedeli la speranza. Don Puglisi l'hanno ucciso. Bregantini correva lo stesso rischio». Ma anche la politica avrebbe fatto pressioni per allontanarlo dalla Calabria. «Io non sono un antipolitico — dice il vescovo —. Debbo dire però che spesso la politica non ha saputo tenere il passo della Chiesa e, sentendosi sorpassata, ha reagito con atteggiamenti strani». Monsignor Giuseppe Agostino, che da arcivescovo di Crotone ha prima ordinato sacerdote e poi fatto vescovo Bregantini, si lascia andare ad un commento ironico: «Forse vogliono solo farlo riposare». E cita un proverbio: «Il bene non fa mai rumore. Il rumore non fa mai bene».

© Copyright Corriere della sera, 9 novembre 2007

La politica non c'entra nulla...strano che il Corriere abbia dedicato pagine intere al "caso Bregantini" nei giorni scorsi, prospettando ricostruzioni fantasiose, e oggi se la cavi con un articoletto...
R.

2 commenti:

mariateresa ha detto...

Cara Raffaella, buongiorno.
Vedo che stanno affiorando altre ipotesi e altre spiegazioni per questo trasferimento, finalmente. L'articolo di Valli è veramente brutto, retorico e spudoratamente unilaterale. Lasciamo stare Galeazzi, i suoi articoli non mi piacciono mai e coerentemente si è mantenuto nella norma e io nel giudizio.
Stamattina Tornielli nel suo blog secondo me spiega benone la situazione. Quello che non accetto è che di fronte a una situazione, bisogna per forza pensare alla spiegazione peggiore e pervicacemente insistere anche se il diretto interessato ne ha data un'altra. C'è come un riflesso condizionato, non puoi fare a meno di innalzare il peana del complotto. Nessuno contesta che tutti provino dispiacere compreso Monsignore, ma è questo ricamarci sopra che mi è insopportabile. Ti segnalo, come al solito, l'equilibrio di Korazym http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26109.
Sembra che ragionare con calma sia un'impresa superiore alle forze umane.
Mi ha fatto sorridere la risposta di Accattoli alla rappresentante di Noi siamo Chiesa che ha mandato in infiammato comunicato con tanto di dito alzato: ma insomma le ha detto, Bregantini stesso ha detto chiaramente come sono andate le cose, pensi che dica delle balle? Ma è inutile parlare con certuni. Almeno così sembra.

Anonimo ha detto...

Grazie, Mariateresa, sei preziosissima fonte come sempre :-)
A volte la spiegazione di un evento e' talmente lampante che si vanno a cercare chissa' quali dietrologie e futurologie, quando basterebbe essere lucidi e obiettivi...