6 gennaio 2008

«Pregate per le vittime dei preti pedofili». Pugno di ferro di Papa Benedetto contro chi si macchia di questi delitti (Il Tempo)


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L'invito in una lettera del prefetto della Congregazione per il clero a tutti i presidi cattolici nel mondo

«Pregate per le vittime dei preti pedofili»

CITTÀ DEL VATICANO Una preghiera mondiale, e adorazione eucaristica «perpetua», per le vittime dei preti pedofili. La indice il Vaticano, chiamando alla mobilitazione «diocesi, parrocchie, rettorie, cappelle, monasteri, conventi, seminari»: tutte i presidi cattolici nel mondo hanno ricevuto una lettera del card. Claudio Hummes, prefetto della Congregazione per il clero, che chiede di pregare per le vittime dei preti che hanno compiuto abusi sessuali, e per la santificazione del clero.

L'iniziativa, annunciata da Hummes con una intervista all'Osservatore romano, segna un ulteriore passo avanti nel «mea culpa» della Chiesa per i preti pedofili o violentatori, un fenomeno che ha squassato il cattolicesimo americano nei primi anni di questo secolo, che interessa molti Paesi - tra cui Australia, Canada, Italia, Messico, Brasile, Gran Bretagna - e che rappresenta una ferita profonda per la Santa Sede, tanto da indurre Giovanni Paolo II e l'allora cardinale Ratzinger a una strategia a tutto campo per scongiurare il ripetersi degli abusi e punire i colpevoli.

Hummes chiama alla preghiera per «le vittime delle gravi situazioni di condotta morale e sessuale di una piccolissima parte del clero», e considera una «priorità aprire "cenacoli eucaristici" suscitando un grande movimento spirituale di preghiera per tutti i sacerdoti e per la loro santificazione». E spiega che «problemi ce ne sono sempre stati perchè siamo tutti peccatori, però in questo tempo sono stati segnalati fatti veramente molto gravi. Ovviamente si deve sempre ricordare che solo una minima parte del clero è coinvolta in situazioni gravi, neppure l'1% ha a che fare con problemi di condotta morale e sessuale; la stragrande maggioranza non ha nulla a che vedere con fatti del genere».
Per l'Avvento dell'anno scorso il predicatore della Casa pontificia Raniero Cantalamessa aveva chiesto al Papa e alla Curia un giorno di digiuno e penitenza per esprimere solidarietà e vicinanza alle vittime dei preti pedofili e abusatori, da indire «a livello locale e nazionale» laddove il problema fosse più sentito. L'iniziativa del cardinale Hummes coinvolge oggi la Chiesa universale e vuole essere perpetua.
Quello dei preti pedofili è lo scandalo più grave che abbia colpito la Chiesa moderna, e la sua esplosione negli Usa ha portato Wojtyla a confessare un «profondo senso di tristezza e vergogna» per questi preti e ad affermare con forza che «non può essere prete chi fa male ai bambini». Sulla scia dello scandalo in Usa - che ha travolto anche vescovi accusati di aver coperto i colpevoli e ha portato alla bancarotta le diocesi chiamate a risarcire le vittime - Giovanni Paolo II, con il Motu proprio «Sacramentorum sanctitatis tutela» del 2001, ha centralizzato presso la Congregazione per la dottrina della fede, allora guidata da Ratzinger, i processi canonici contro i preti pedofili, per garantire tempestività nell'azione.

Divenuto Papa, Ratzinger ha continuato la strategia di pugno di ferro contro i preti.

Quando lo scorso luglio la diocesi di Los Angeles è stata condannata a pagare 660 milioni di dollari più un milione a circa 500 vittime, per risarcire le vittime, il cardinale Bertone ha definito di «ampiezza sconvolgente» a Los Angeles il fenomeno dei preti pedofili che «fa a pugni con l'identità della missione che dobbiamo svolgere». E oggi Hummes ha deciso di affiancare alla «tolleranza zero» contro i colpevoli e alle sospensioni «a divinis» dei rei la preghiera mondiale per le vittime.

© Copyright Il Tempo, 6 gennaio 2008

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