5 aprile 2008

Nuova preghiera per gli ebrei. Il Vaticano: «Non è antisemita» (Tornielli)


Vedi anche:

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Benedetto XVI: la risurrezione, fonte del servizio d'amore della Chiesa. Udienza ai membri della Papal Foundation (Zenit, Radio Vaticana)

Benedetto XVI visiterà la sinagoga di New York (Osservatore Romano)

Benedetto XVI alla Papal Foundation: "La fede nel Risorto è la fonte dell'amore della Chiesa per i poveri"

Gli americani amano il Papa, rivela un sondaggio (Zenit)

L'America di Benedetto XVI, modello per l'Europa cattolica di Sandro Magister

Nota della Segreteria di Stato: nessuna modifica nell'atteggiamento della Chiesa Cattolica verso gli Ebrei dopo la formulazione della nuova preghiera del Venerdì Santo

Benedetto XVI visiterà la sinagoga di New York. Il Time gli dedica la copertina: «Questo Papa ama gli americani» (Galeazzi per "La Stampa")

Dossier: Quella Messa si può fare. Il sociologo Pietro De Marco risponde alle principali perplessità provocate dal Motu proprio Summorum Pontificum

Dossier: Quella Messa si può fare. Il motu proprio "Summorum Pontificum" nel commento di Don Pietro Cantoni

Carità e speranza nelle encicliche di Benedetto XVI. Un riassetto teologico dell'intelligenza cristiana (Osservatore Romano)

E Wojtyla disse in sogno: ‘Il mio successore sarà Benedetto’ (Giacomo Galeazzi)

Magdi Cristiano Allam: "Il Papa mi ha fatto il regalo più bello che potessi ricevere, e ora qualcuno vuole che me ne vergogni"(Tempi)

Nuova preghiera per gli ebrei Il Vaticano: «Non è antisemita»

di Andrea Tornielli

Ad ormai pochi giorni dal viaggio di Benedetto XVI negli Usa, al cui programma sono stati aggiunti due incontri specifici con la comunità ebraica (come anticipato dal Giornale il 2 aprile), la Segreteria di Stato vaticana ha pubblicato una dichiarazione in risposta alle critiche arrivate da esponenti del mondo ebraico che hanno giudicato insufficiente la modifica voluta dal Papa alla vecchia preghiera del Venerdì santo contenuta nel messale tridentino liberalizzato da pochi mesi. Sia nella vecchia che nella nuova versione si prega infatti perché gli ebrei siano illuminati da Cristo.
«La Santa Sede assicura che la nuova formulazione - si legge nel comunicato - con la quale sono state modificate alcune espressioni del Messale del 1962, non ha inteso, nel modo più assoluto, manifestare un cambio nell’atteggiamento che la Chiesa cattolica ha sviluppato verso gli ebrei, soprattutto a partire dalla dottrina del Concilio Vaticano II, in particolare nella Dichiarazione Nostra aetate, la quale, secondo le parole pronunciate dal Papa Benedetto XVI proprio nell’Udienza ai Rabbini Capo di Israele del 15 settembre 2005, ha segnato “una pietra miliare sulla via della riconciliazione dei cristiani verso il popolo ebraico”.
Il permanere dell’atteggiamento presente nella Dichiarazione Nostra aetate è evidenziato, del resto, dal fatto che l’Oremus per gli ebrei contenuto nel Messale Romano del 1970 resta in pieno vigore, ed è la forma ordinaria della preghiera dei cattolici».
Insomma, liberalizzare l’antico testo non significa fare passi indietro. La Segreteria di Stato ricorda che proprio il Concilio ha esposto «i principi fondamentali che hanno sostenuto e sostengono anche oggi le relazioni fraterne di stima, di dialogo, di amore, di solidarietà e di collaborazione fra cattolici ed ebrei» citando «il vincolo del tutto particolare con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato alla stirpe di Abramo e respinge ogni atteggiamento di disprezzo e di discriminazione verso gli ebrei, ripudiando con fermezza qualunque forma di antisemitismo».
Il Vaticano auspica che queste precisazioni «contribuiscano a chiarire i malintesi».
Le reazioni sono state diverse. Mentre il rabbino di Roma Di Segni giudica ancora insufficienti i chiarimenti d’Oltretevere, il rabbino Laras e altri suoi colleghi statunitensi esprimono soddisfazione per il comunicato.

© Copyright Il Giornale, 5 aprile 2008 consultabile online anche qui.

Nessun commento: