3 aprile 2008

E Wojtyla disse in sogno: ‘Il mio successore sarà Benedetto’ (Giacomo Galeazzi)


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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa testimonianza raccolta da Giacomo Galeazzi:

E Wojtyla disse in sogno: ‘Il mio successore sarà Benedetto’

di Giacomo Galeazzi*

CITTA’ DEL VATICANO - Piazza San Pietro gremita acclama già Karol Wojtyla come Santo. Sotto il colonnato del Bernini si ascolta pregare in decine di lingue. L'una accanto all'altra, persone tra loro diversissime: miracolo di un uomo, come ha ricordato Benedetto XVI, dalle qualità soprannaturali. Al talento di Giovanni Paolo II di avvicinare i lontani mi piace ascrivere anche un'inattesa, personale esperienza condivisa nel giorno del terzo anniversario della sua morte. Avevo appena lasciato via della Conciliazione quando ho ricevuto da Torino una telefonata sorprendente e carica d'emozione. Era il redattore capo de "La Stampa", Mauro Vallinotto, un laico doc, gran navigatore dell'editoria italiana dagli anni Sessanta ad oggi. Prima parliamo di Karol Wojtyla in termini generali e lui inizialmente quasi esita a dar voce alle forti sensazioni provate poco prima nell'ascoltare alla televisione Joseph Ratzinger ricordare in maniera così intensa il suo predecessore. Poi si blocca, supera il proverbiale pudore a parlere di sé e tutto d'un fiato mi confida una vicenda intima, bellissima, da restare senza parole. “E' accaduto tre anni fa, subito dopo la morte di Giovanni Paolo II - spiega-. Erano passati pochi giorni dalla sua scomparsa quando una notte ho sognato un uomo (meglio, un'entità che mi era stato immediatamente naturale associare a Karol Wojtyla) che con ferma e stenorea voce maschile mi diceva che il suo successore si sarebbe chiamato Benedetto. Poiché di tanto in tanto mi accade di avere in sogno quelle che banalmente si potrebbero chiamare premonizioni (dai risultati di partite di calcio a piccoli fatti della mia vita) la cosa non mi aveva sorpreso molto, senza per questo classificarla come una stupidaggine”. Quindi, Mauro Vallinotto ne parlò, nei giorni del Conclave, con la collega di ‘Specchio’, Sara Ricotta, che “essendo religiosa praticante, mi avrebbe ascoltato senza prendermi troppo in giro”. Il pomeriggio dell'elezione al Soglio di Pietro di Benedetto XVI, rievoca Vallinotto, “eravamo insieme davanti al televisore in redazione e ricordo ancora la faccia sorpresa di Sara all'annuncio del nome scelto da Joseph Ratzinger”. Qualche mese dopo, in luglio, Mauro Vallinotto sogna “la stessa entità, riconoscibile come Karol Wojtyla, che mi chiedeva di parlare della premonizione del nome con Papa Benedetto, o almeno di fargli sapere quanto era a mia conoscenza. Colpevolmente non ho dato seguito all'invito, ma ne parlai con Don Leonardo Zega che era stato mio direttore a ‘Famiglia Cristiana’. Questi non diede molto peso alla cosa, il che mi indusse a lasciar perdere. Non ho parlato di questo con altri se non con mia moglie che da sempre è al corrente di questi miei sogni”.

*Vaticanista de ‘La Stampa’

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