5 aprile 2008

La Santa Sede rilancia la necessità del dialogo tra cristiani ed ebrei (Paglialunga)


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La Santa Sede rilancia la necessità del dialogo tra cristiani ed ebrei

Arcangelo Paglialunga

CITTÀ DEL VATICANO - Nel suo prossimo viaggio negli Stati Uniti (15-21 aprile) il Papa compirà una visita nella Sinagoga di New York per incontrare una folta rappresentanza di ebrei americani.
È una iniziativa aggiunta al programma papale in «extremis», quando proprio dai rappresentanti ebraici era venuta la richiesta di un incontro particolare senza la presenza di membri di altre confessioni religiose prevista nel programma già reso noto.
La Santa Sede ha accettato la richiesta. Lo scopo è quello di riportare il sereno tra Chiesa cattolica ed ebrei dopo i contraccolpi verificatisi con la preghiera per «la conversione degli ebrei» dal messale del 1962 tornata in auge con la liberalizzazione della Messa in latino.
Anche la nuova formulazione dell’Oremus formulata per il messale del 1970, che fu pubblicato da Paolo VI, non ha soddisfatto in pieno gli israeliani.
Ieri la Santa Sede ha fatto pubblicare dalla sala stampa un comunicato per affermare che quella nuova formulazione, contenuta nel messale del 1970, ha pieno vigore ed è la forma ordinaria della preghiera dei cattolici e sostituisce quella del 1962 e «non c’è alcun cambiamento nell’atteggiamento amichevole sviluppato dalla Chiesa a partire dalla dottrina del Vaticano II e segnatamente dalla Dichiarazione conciliare "Nostra Aetate" che ha segnato una pietra miliare sulla via della riconciliazione dei cristiani verso il popolo ebraico».
Il comunicato così prosegue: il predetto Documento conciliare, nel contesto di altre affermazioni sulle Sacre Scritture e sulla Chiesa espone i principali fondamentali che hanno sostenuto e sostengono anche oggi le fraterne relazioni di stima, di dialogo, di amore, di solidarietà e di collaborazione tra cattolici ed ebrei.
Proprio scrutando il mistero della Chiesa, la «Nostra Aetate» ricorda il vincolo del tutto particolare con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato alla stirpe di Abramo e respinge ogni atteggiamento di disprezzo e di discriminazione verso gli ebrei, ripudiando qualunque forma di antisemitismo.
Il comunicato della Sala stampa così conclude: «La Santa Sede auspica che le precisazioni contenute nel presente Comunicato contribuiscano a chiarire i malintesi e ribadisce il fermo desiderio che i progressi verificatisi nella reciproca comprensione e stima fra ebrei e cristiani, durante questi anni, crescano ulteriormente».
L’incontro del Papa in America, sia pur breve, dato che avrà luogo a ridosso dell’inizio del «Sabbah» nel pomeriggio del 18 aprile, venerdì, potrebbe dare conferma alle aspettative della Santa Sede.
Intanto i cattolici negli Usa sono in fervida attesa. «Il Papa troverà negli Stati Uniti una Chiesa veramente viva: ovunque ci sono cattolici di qualità eccellente, giovani, gioiosi, pieni di energia e creatività», così ha affermato il nunzio a Washington, Pietro Sambi, sull’Osservatore Romano.

© Copyright Giornale di Brescia, 5 aprile 2008

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