18 luglio 2008

Il Papa ai leader cristiani: "Lo Spirito ci aiuti a vedere i doni spirituali degli altri" (Radio Vaticana e Sir)


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Lo Spirito ci aiuti a vedere i doni spirituali degli altri

Nella Cripta della St. Mary’s Cathedral di Sidney, il Papa ha preso parte all’Incontro ecumenico con i rappresentanti di varie comunità cristiane in Australia. Rispondendo al saluto dell’arcivescovo di Sidney, il cardinale George Pell, e del vescovo anglicano di Sidney, mons. Robert Forsythe, Benedetto XVI ha pronunciato un discorso di cui offriamo i brani principali:

Cari fratelli e sorelle in Cristo,

elevo fervide grazie a Dio per l’opportunità di incontrarvi e di pregare insieme con voi, che siete giunti qui in rappresentanza di varie comunità cristiane in Australia. (…)

L’Australia è un Paese contrassegnato da grande diversità etnica e religiosa. Gli immigranti giungono ai lidi di questa maestosa terra con la speranza di trovarvi felicità e buone opportunità di occupazione. Anche la vostra è una Nazione che riconosce l’importanza della libertà religiosa. Questo è un diritto fondamentale che, se rispettato, consente ai cittadini di agire sulla base di valori radicati nelle loro più profonde convinzioni, contribuendo così al benessere dell’intera società. In questo modo i cristiani contribuiscono, insieme con i membri delle altre religioni, alla promozione della dignità umana e all’amicizia fra le nazioni.

Gli australiani amano la discussione franca e cordiale. Ciò ha reso un buon servizio al movimento ecumenico. Un esempio può essere l’Accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese in Australia. Questo documento riconosce un comune impegno, indica degli obiettivi, dichiara punti di convergenza, senza passare frettolosamente sopra alle differenze. Un simile approccio dimostra non solo che è possibile trovare risoluzioni concrete per una collaborazione fruttuosa nel presente, ma anche che abbiamo bisogno di continuare pazienti discussioni sui punti teologici di divergenza. Possano le deliberazioni, che intraprenderete nel Consiglio delle Chiese ed in altri forum locali, essere sostenute dai risultati che avete già raggiunti. (…)
Il cammino dell’Ecumenismo mira in definitiva ad una comune celebrazione dell’Eucaristia, che Cristo ha affidato ai suoi Apostoli come il Sacramento per eccellenza dell’unità della Chiesa. Anche se vi sono ancora ostacoli da superare, noi possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro Signore: il comandamento di Gesù di “fare questo in memoria di me” (Lc 22,19) è, infatti, intrinsecamente ordinato al suo monito di “lavarci i piedi gli uni gli altri” (Gv 13,14). Per questa ragione un sincero dialogo concernente il posto dell’Eucaristia – stimolato da un rinnovato ed attento studio della Scrittura, degli scritti patristici e dei documenti dei due millenni della storia cristiana – gioverà indubbiamente a far avanzare il movimento ecumenico e ad unificare la nostra testimonianza davanti al mondo. (…)

Dobbiamo stare in guardia contro ogni tentazione di considerare la dottrina come fonte di divisione e perciò come impedimento a quello che sembra essere il più urgente ed immediato compito per migliorare il mondo nel quale viviamo. (…)

Quanto più assiduamente ci dedichiamo a raggiungere una comune comprensione dei divini misteri, tanto più eloquentemente le nostre opere di carità parleranno dell’immensa bontà di Dio e del suo amore verso tutti. Sant’Agostino espresse l’interconnessione tra il dono della conoscenza e la virtù della carità quando scrisse che la mente ritorna a Dio attraverso l’amore, e che dovunque si vede la carità, si vede la Trinità.
Per questa ragione, il dialogo ecumenico avanza non soltanto mediante uno scambio di idee, ma condividendo doni che ci arricchiscono mutuamente . Un’‘idea’ è finalizzata al raggiungimento della verità; un ‘dono’ esprime l’amore. Ambedue sono essenziali al dialogo. L’aprire noi stessi ad accettare doni spirituali da altri cristiani stimola la nostra capacità di percepire la luce della verità che viene dallo Spirito Santo. (…)
Ogni elemento della struttura della Chiesa è importante; ma tutti vacillerebbero e crollerebbero senza la pietra angolare che è Cristo. Quali “concittadini” di questa “casa di Dio”, i cristiani devono operare insieme per far sì che l’edificio rimanga saldo così che altre persone siano attratte ad entrarvi e a scoprire gli abbondanti tesori di grazia che si trovano al suo interno. Nel promuovere i valori cristiani, non dobbiamo trascurare di proclamarne la fonte dando comune testimonianza a Gesù Cristo Signore. È Lui che ha affidato la missione agli apostoli, è Lui del quale i profeti hanno parlato, ed è Lui che noi offriamo al mondo. (…)

Confido che lo Spirito apra i nostri occhi per vedere i doni spirituali degli altri, apra il nostri cuori per ricevere la sua potenza e spalanchi le nostre menti per accogliere la luce della verità di Cristo. (…)

La versione integrale del discorso del Santo Padre verrà pubblicata sul sito Internet della Santa Sede www.vatican.va e sull'Osservatore Romano.

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GMG SYDNEY: CARD. PELL, L’AUSTRALIA “HA BISOGNO DELLA TESTIMONIANZA DEI CRISTIANI”

(Dai nostri inviati a Sydney)

“Lo spirito ci ha concesso grandi progressi grazie all’ecumenismo”. Lo ha affermato questa mattina a Sydney l’arcivescovo, card. George Pell, nel saluto al Santo Padre in occasione del meeting ecumenico nella cripta della cattedrale di St Mary’s. Il porporato ha ricordato “la frizione tra cattolici e protestanti” che ci fu in passato nel Paese, “e i miei stessi genitori e nonni appartenevano a fazioni diverse”. Ma oggi non è più così, e i giovani “fortunatamente vivono amicizie che superano le barriere tra Chiese”. “È importante notare – ha osservato – il sostegno sincero che i nostri fratelli cristiani hanno dato alla Giornata mondiale della gioventù e alla sua visita”. “Ora ci conosciamo, siamo amici e raramente ci scontriamo. Forse i giovani della Gmg, costruendo amicizie e spargendo fraternità al di là dei confini nazionali e razziali, c’inciteranno ad approfondire la nostra fede alla ricerca di una sempre maggiore cooperazione e di una testimonianza più solida di fede in Gesù Cristo”. “L’Australia – ha concluso – ha bisogno della testimonianza dei suoi cittadini cristiani, e la testimonianza è ancora più debole quando è divisa. La nostra testimonianza comune, insieme come colleghi della verità, è essenziale per i giovani australiani che stanno cercando la verità su se stessi, sul mondo che li circonda e, forse procedendo per tentativi, su Dio”.

BENEDETTO XVI: AI LEADER DELLE CHIESE CRISTIANE, “LA LUCE DELLA VERITÀ”

Il “movimento ecumenico” è giunto “ad un punto critico”. Ma non per questo i cristiani devono scoraggiarsi: “Dobbiamo stare in guardia contro ogni tentazione di considerare la dottrina come fonte di divisione e perciò come impedimento a quello che sembra essere il più urgente ed immediato compito per migliorare il mondo nel quale viviamo”. Lo ha detto Benedetto XVI incontrando, nella cripta della cattedrale St.Mary di Sydney, i leader delle Chiese e Confessioni cristiane e i membri del Consiglio ecumenico del New South Wales. All’incontro – al quale hanno partecipato circa 40 persone – era presente anche il card. Edward Cassidy, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani che ha dato – ha ricordato il Santo Padre – un “deciso impegno nel promuovere la reciproca comprensione tra tutti i cristiani”. “Il cammino dell’ecumenismo – ha detto il Papa – mira in definitiva ad una comune celebrazione dell’Eucaristia, che Cristo ha affidato ai suoi apostoli come sacramento per eccellenza dell’unità della Chiesa. Anche se vi sono ancora ostacoli da superare, noi possiamo essere sicuri che un giorno una comune Eucaristia non farà che sottolineare la nostra decisione di amarci e servirci gli uni gli altri a imitazione del nostro Signore”.
“Per questa ragione un sincero dialogo concernente il posto dell’Eucaristia – ha proseguito papa Benedetto XVI – gioverà indubbiamente a far avanzare il movimento ecumenico e ad unificare la nostra testimonianza davanti al mondo”. Il Papa ha poi sottolineato lo stile che deve avere questo dialogo. “Il dialogo ecumenico – ha detto – avanza non soltanto mediante uno scambio di idee, ma condividendo doni che ci arricchiscono mutuamente. Un’idea è finalizzata al raggiungimento della verità; un «dono» esprime l’amore. Ambedue sono essenziali al dialogo. L’aprire noi stessi ad accettare doni spirituali da altri cristiani stimola la nostra capacità di percepire la luce della verità che viene dallo Spirito”.

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