18 luglio 2008
Lontananza gabbata grazie alla Gmg più planetaria (De Martis)
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Lontananza gabbata grazie alla Gmg più planetaria
STEFANO DE MARTIS
In un riquadro lo studio di 'Mosaico' presso l’International Media Center di Sidney, nell’altro i giovani della parrocchia di Ponte San Giovanni, periferia di Perugia, collegati via webcam. Si presenta così, queste mattine, lo schermo di chi in tv sceglie Sat2000. I giovani perugini, dopo aver seguito in diretta o in differita la catechesi del giorno, pongono domande agli ospiti collocati a oltre 16 mila chilometri di distanza, a 8 ore di fuso orario, e gli ospiti rispondono potendo vedere in faccia i loro interlocutori.
Ma l’operazione non ha limiti geografici. Chiunque, anche in casa propria (o all’oratorio o al campo scuola) può intervenire con un semplice sms o con una e-mail, magari inviata mentre sul pc passano le immagini della Gmg in diretta streaming attraverso il sito di Sat2000…
Quando il cardinale Bertone ha parlato della «prima Giornata globalmente virtuale della gioventù» probabilmente aveva in mente qualcosa di molto simile. Per una di quelle hegeliane astuzie della storia in cui i credenti vedono il dito di Dio, la collocazione geografica dell’Australia si è trasformata in una straordinaria occasione per sperimentare – almeno stavolta – l’enorme portata positiva dell’impiego simultaneo e sinergico dei diversi mezzi di comunicazione.
«I linguaggi sempre più belli e raffinati di cui i media dispongono», come ha scritto il Papa nell’ultimo messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali.
Linguaggi che consentono non soltanto una fruizione passiva (vedere e ascoltare quanto accade dall’altra parte del mondo non è comunque affare da poco, anche se ormai ci siamo abituati a questa possibilità), ma permettono e stimolano una partecipazione interattiva.
Sappiamo bene che nelle dinamiche dell’evangelizzazione nulla potrà sostituire del tutto il contatto tra persona e persona. È tuttavia innegabile che un impiego integrato, diffuso e consapevole di media tanto capillari e accessibili, alleati con il medium più potente quale è la televisione, abbia in un certo senso rivoluzionato il concetto stesso di partecipazione.
Allieta vedere una celebre piazza o una grande spianata riempita da persone riunite nel nome di Gesù Cristo. La partecipazione reale è un valore che non si può banalizzare invocando le ragioni di uno spiritualismo astratto. Ma poiché i 'conti' delle coscienze sfuggono ai calcoli algebrici e alle rilevazioni statistiche, il criterio su cui misurare la riuscita di un evento di fede non sarà mai riducibile al computo delle presenze fisiche e degli accrediti.
Nel caso della Gmg di Sidney la fondatezza di questa riflessione si manifesta con un’evidenza eclatante, quasi profetica. Quali che siano i bilanci numerici che saranno inevitabilmente stilati al termine dell’evento, è affascinante pensare alla moltitudine di giovani e non giovani che in queste giornate avranno offerto e ricevuto nel loro cuore un messaggio importante, pur non avendo messo piede in terra australiana. Una moltitudine di persone pensanti e credenti, non una massa informe. Lo Spirito soffia dove vuole. Anche nell’orbita dei satelliti e sui cavi che attraversano gli oceani.
© Copyright Avvenire, 18 luglio 2008
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