15 settembre 2008

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Il Papa: «Basta polemiche sulla messa in latino»

di Andrea Tornielli

nostro inviato a Lourdes

La Chiesa, pur «circondando del più grande affetto» i divorziati risposati non può venir meno al principio dell’indissolubilità del matrimonio e non può ammettere «iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime».
Lo ha detto ieri pomeriggio Benedetto XVI ai vescovi francesi riuniti a Lourdes, parlando della situazione della famiglia e denunciando le leggi che equiparano coppie di fatto e unioni gay alla famiglia fondata sul matrimonio.
È un discorso articolato quello che Ratzinger pronuncia nell’incontro con l’intero episcopato francese, il primo da quando è diventato Papa.

Chi si attendeva una dura reprimenda all’irrequieta Chiesa d’Oltralpe è rimasto deluso: Benedetto XVI ha parlato dei principali problemi, mettendo alcuni puntini sulle «i», ma sempre incoraggiando i vescovi.

Sulla crisi della famiglia spiega: «Da vari decenni le leggi hanno relativizzato in molti Paesi la sua natura di cellula primordiale della società. Spesso le leggi cercano più di adattarsi ai costumi e alle particolari rivendicazioni di particolari individui o gruppi che non di promuovere il bene comune della società», notando come l’unione «stabile tra un uomo e una donna», aperta alla trasmissione della vita, «non è più, nella mente di certuni, il modello a cui l’impegno coniugale mira». Poi ha spiegato che la Chiesa non può non essere fedele al mandato ricevuto da Cristo: «Ciò che Dio ha unito l’uomo non separi».

«Certo – ha detto ancora Ratzinger – nessuno può negare l’esistenza di prove, a volte molto dolorose», che certe famiglie attraversano, invitando i vescovi ad accompagnarle e aiutarle. Sui divorziati risposati, ha affermato che vanno «circondati del più grande affetto», ma senza «ammettere le iniziative che mirano a benedire le unioni illegittime».

In Francia c’è la tendenza ad ammettere alla comunione i divorziati risposati e anche a fare «benedizioni» o preghiere collettive per le nuove unioni, come avviene nelle Chiese ortodosse.

Il Papa ha poi invitato i vescovi francesi ad accogliere i tradizionalisti facendo tutto il possibile per evitare divisioni, per far sì che la «tunica di Cristo» non «si strappi ulteriormente», e ha citato il motu proprio con il quale ha liberalizzato l’antico rito preconciliare: «Alcuni frutti di queste nuove disposizioni si sono già manifestati, e io spero – ha detto – che l’indispensabile pacificazione degli spiriti sia, per grazia di Dio, in via di realizzarsi. Misuro le difficoltà che voi incontrate, ma non dubito che potrete giungere in tempi ragionevoli, a soluzioni soddisfacenti per tutti». «Nessuno – ha aggiunto – è di troppo nella Chiesa. Ciascuno, senza eccezioni, in essa deve potersi sentire a casa sua, e mai rifiutato».

Ratzinger ha anche chiesto ai vescovi di curare la preparazione dei catechisti per una «trasmissione integrale della fede», ha ribadito che «i sacerdoti non possono delegare le loro funzioni ai fedeli» laici, ha spiegato che nel dialogo ecumenico e in quello interreligioso «la buona volontà non basta» e si deve mirare alla ricerca della verità.
In mattinata, nella grande spianata della Prairie di Lourdes, Benedetto XVI aveva celebrato la messa per i 150 anni dalle apparizioni, davanti a duecentomila fedeli, tra i quali la moglie dell’ex presidente Jacques Chirac e l’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio.
Il Papa ha detto che la Madonna è venuta a rivelare qui che «la potenza dell’amore è più forte del male» e che «la fede cristiana non è un peso, ma è come un’ala che ci permette di volare più in alto per rifugiarci nelle braccia del Signore». Ratzinger, che oggi incontrerà i malati prima di far ritorno a Roma, ha infine presieduto l’adorazione eucaristica.

© Copyright Il Giornale, 15 settembre 2008 consultabile online anche qui.

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