7 ottobre 2008

Crisi dei mercati: Papa Ratzinger preoccupato per globalizzazione, poveri, disoccupati (Apcom)


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Su segnalazione della nostra Mariateresa leggiamo:

Crisi mercati. Monito Papa: Non basare vita su soldi ma su Dio

Ratzinger preoccupato per globalizzazione, poveri, disoccupati


Città del Vaticano, 6 ott. (Apcom)

Negli Stati Uniti, epicentro del terremoto che sta investendo i mercati finanziari, il mondo cattolico ha già ingaggiato battaglia contro gli 'spiriti animali' dei listini di borsa.
I vescovi hanno scritto a Bush per chiedere di non tralasciare "l'impatto umano e le evidenti dimensioni etiche" della crisi, Caritas e organizzazioni non governative si preparano ad una contrazione di donazioni e nelle ultime settimane nelle chiese intorno a Wall Street è cresciuto il numero dei partecipanti delle funzioni diurne. Sembra tornare d'attualità il Qoelet biblico, secondo cui "tutto è vanità in questo mondo". E anche il Papa, nella meditazione mattutina del sinodo mondiale di vescovi, ha tratto spunto dalla crisi economica per parlare del tema dell'assemblea, la parola di Dio.
Essa, ha ricordato Benedetto XVI, "è il fondamento di tutto, è la vera realtà". E "per essere realisti" è necessario abbandonare l'idea che "la materia, le cose solide, da toccare, sarebbero la realtà più solida, più sicura".
Commentando il salmo 118 ("La tua parola, Signore, è stabile come il cielo"), il Papa ha poi ricordato l'evangelico invito a costruire non sulla sabbia ma sulla roccia. "Sulla sabbia costruisce chi costruisce solo sulle cose visibili e tangibili, sul successo, sulla carriera, sui soldi. Apparentemente queste sono le vere realtà. Ma tutto questo un giorno passerà. Lo vediamo adesso - ha poi aggiunto il Papa - nel crollo delle grandi banche: questi soldi scompaiono, sono niente. Chi costruisce la sua vita su queste realtà, sulla materia, sul successo, su tutto quello che appare, costruisce sulla sabbia. Solo la Parola di Dio è fondamento di tutta la realtà, è stabile come il cielo e più che il cielo, è la realtà. Quindi - ha concluso - dobbiamo cambiare il nostro concetto di realismo".
Un ammonimento, quello delPapa, che si estende ben oltre i problemi economici ("Anche tutte le esperienze religiose umane sono finite", ha detto), ma che dimostra una insistente attenzione di Benedetto XVI su questi temi. Non solo da un punto di vista morale. Ricevuto pochi giorni fa al Quirinale, il Papa aveva avvertito che nell'attuale frangente di "incertezza economica e sociale", la Chiesa presta "particolare attenzione" verso "i poveri e gli emarginati, i giovani in cerca di occupazione e chi è senza lavoro, le famiglie e gli anziani". Una sollecitudine diffusa, dietro il Portone di Bronzo.
Anche il Segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ha sottolineato di recente come la crisi finanziaria confermi che "la politica ha bisogno della religione". Ma non basta. Come ha sottolineato oggi il presidente del Pontificio consiglio per le Comunicazioni sociali, mons. Claudio Maria Celli, la riflessione della Chiesa sulle tematiche finanziarie "è appena iniziata" ed è necessaria, in questo senso, "un'analisi più approfondita", per tradurre la parola di Dio in indicazioni "profetiche" anche per banchieri e finanzieri. Quel che è certo, per ora, è la prossima pubblicazione di una enciclica sociale. Annunciata da tempo, la lettera papale dovrebbe uscire entro la fine dell'anno e affrontare i problemi legati alla globalizzazione e al capitalismo. E, magari, ai mercati finanziari.

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