18 agosto 2007

Messa tridentina: litigi a Verona


Vedi anche:

Andrea Tornielli parla di Pio XII e Benedetto XVI (Radici Cristiane)

Il Papa a Loreto: boom di Tedeschi e preparativi a pieno ritmo

Don Giovanni D’Ercole replica a "Angelo Custode" (Panorama) sul carrierismo ecclesiastico

Castelgandolfo: quel bagno di folla di cui i media preferiscono non parlare...

L'omelia del Papa per l'Assunta raccontata da "Il Foglio" e da Sandro Magister

Rosso Malpelo (Avvenire) "striglia" a dovere vaticanisti e sacerdoti troppo loquaci

Messa tridentina: due rabbini scrivono al Papa e la Giansoldati sottolinea...

Indiscrezioni: Panorama anticipa i contenuti della prossima enciclica del Papa

In Germania esce la biografia "Il fratello del Papa", Georg Ratzinger e i Regensburger Domspatzen

Che sembianze ha assunto, nella storia, il dragone rosso dell'Apocalisse? (omelia "a braccio" per l'Assunta)

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Cari amici, riportiamo un articolo del quotidiano "L'Arena" di Verona che pubblica l'iniziativa dell'associazione "Una Voce" contro due sacerdoti veronesi.
Purtroppo non ho trovato via web i due commenti ai quali rimanda il testo ma solo una lettera aperta di un lettore che si lamenta per le esternazioni dell'abate di San Zeno.
Non abbiamo quindi un'informazione completa
.
Raffaella


CATTOLICI CONTRO. Clamorosa iniziativa dei tradizionalisti dell’associazione «Una Voce», nel mirino l’abate di San Zeno e il presidente del Gris

Messa in latino, denunce a due preti

Richiesta a monsignor Zenti di istituire una parrocchia dove si celebri solo la liturgia tridentina
Lettera al Papa e al vescovo. I monsignori Breoni e Contri accusati di aver criticato il ripristino del rito antico


Enrico Giardini

Denunciati al Papa perché, in articoli di opinione pubblicati sul settimanale diocesano Verona Fedele del 5 agosto scorso, si sarebbero espressi contro la rientroduzione della messa in latino, autorizzata da Benedetto XVI con il documento «motu proprio». Sono i preti diocesani monsignor Antonio Contri, 74 anni, docente allo Studio teologico San Zeno e presidente del Gris, il Gruppo di ricerca sulle sette, e l’abate di San Zeno monsignor Rino Breoni, 74 anni, il bersaglio di una denuncia inoltrata alla Santa Sede da Una Voce, associazione tradizionalista cattolica per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana.
Secondo gli esponenti scaligeri di Una Voce Maurilio Cavedini (presidente), Nicola Cavedini e Pierluigi Bellé, i due preti, pur con diverse accentuazioni, sono andati contro i dettami del documento papale. E per questo, dicono, una volta accertatene le presunte responsabilità — a don Breoni addebitano di incitare alla disobbedienza contro un atto di ministero ecclesiastico, a don Contri anche l’eresia e l’apostasia — vanno puniti.
«Siamo indignati per il fatto che il vescovo Giuseppe Zenti abbia permesso la pubblicazione sul settimanale diocesano di due articoli contrari alle disposizioni del Pontefice che autorizzano a celebrare la messa in rito romano antico», spiega il presidente Maurilio Cavedini, «oltretutto, come nel caso di don Antonio Contri, con espressioni gravi quando egli scrive che quella di San Pio V sarebbe una messa “magica”, più vicina ai riti pagani che all’assemblea del popolo di Dio».
I tradizionalisti sottolineano che il rito antico «non è mai stato abrogato, nemmeno dal Concilio Vaticano II che ha introdotto nella liturgia le lingue volgari. Il latino è e sarà sempre la lingua della Chiesa e dopo il documento ufficiale del Papa è concesso ai fedeli che lo richiedono di celebrare la messa di San Pio V. A Verona invece il progressisti cattolici che invitano all’obbedienza sono i primi disobbedienti».
La lettera di denuncia è stata inviata a Benedetto XVI, alla Congregazione per la dottrina della fede, alla Pontifica commissione Ecclesia Dei, alla Congregazione per il clero e al vescovo Zenti. Proprio al vescovo, una volta accertate le presunte responsabilità, Una Voce chiede per i due preti «la punizione a norma dei Sacri Canoni. Per noi», sottolineano i tradizionalisti, «questi fatti sono uno stimolo a vigilare ancora di più sull’applicazione del documento motu proprio, che entrerà in vigore a partire dal 14 settembre».
Una Voce rilancia, intanto, la richiesta a Zenti di istituire a Verona «una parrocchia personale monorituale», dove si celebri solo con il rito romano antico, e «di poter inserire nelle parrocchie celebrazioni della messa tridentina, in base alle eventuali richieste dei fedeli. Con il motu proprio questo è possibile, senza ostacoli».

© Copyright L'Arena, 18 agosto 2007


LETTERE AL DIRETTORE

Caro Direttore: fatto gravissimo a Verona: un sacerdote è stato “violentato” da un fedele! Per fortuna lo sventurato don Rino Breoni, abate di San Zeno, la seconda Chiesa più importante di Verona, è stato prontamente e amorevolmente soccorso dal giornale diocesano Verona Fedele che nell’edizione del 5-8-2007 gli ha concesso una paginata per rispondere all’affronto di un “nostalgico” e anonimo parrocchiano che gli aveva chiesto, udite udite: di celebrare la Santa Messa secondo il rito Tridentino. Pazzesco e anacronistico, avrà pensato il solerte sacerdote, manifestamente infastidito da tutto ciò che emana fetore preconciliare. Cosicché, in barba alle disposizione del Motu Proprio papale del 7 luglio 2007 (che giova ricordare concede ai fedeli la possibilità, previa presentazione al proprio parroco di 30 firme, di assistere alla celebrazione della Messa in lingua latina), dopo aver discettato in lungo e in largo sulle magnifiche sorti e progressive della liturgia postconciliare, si è rivolto al fedele con le seguenti testuali parole: “Perché mi chiedi di celebrare con modalità ormai abbandonate e superate? Non puoi sospettare di una sorta di violenza che mi è fatta pur nell’obbedienza che devo a chi ha dal Signore il compito di comporre lacerazioni, scontri, nostalgie ed esperienzalismi discutibili?”. Pazzesco: “l’unto del Signore scaligero” nominato direttamente dall’alto (a proposito può don Rino riprodurre la delega di investitura?) per dirimere le problematiche cagionate dai nostalgici tradizionalisti, si è sentito violentato per una banale legittima richiesta. La feroce critica al Motu Proprio (poiché appare chiaro che la materia del contendere non verteva tanto sulla richiesta del fedele, ma sulle nuove linee guida di papa Ratzinger), assume una valenza ancora più sconcertante se non altro per il fatto che l’j'accuse è stata pubblicata su una testata diocesana che si vorrebbe fedele e umile servitrice della Chiesa Cattolica Romana e saldo punto di riferimento per i cattolici. Se si permette ai pastori “sovversivi” di esibirsi impunemente, quasi con proclami da antipapa, che ne sarà della sorte dei fedeli, a questo punto ormai smarriti?
Amletico dubbio: ma il nostro don, avrà l'audacia di porgere le medesime obiezioni al Santo Padre? Troppo facile proferirle ad un illustre sconosciuto! Ma come diceva un altro più illustre don...chi non ha coraggio...non se lo può dare!!!
Gianni Toffali

© Copyright Gazzetta di Sondrio, 10 agosto 2007

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, sono marco. A me certi articoli fanno paura. Ho paura di certe persone, ma magari a ragione, si adirano perchè non vedono ripettato il motu proprio e dall'altra parte non c'è un minimo di comprensione per chi si sente affezionato all'antico rito e alcuni sacerdoti e anche vescovi usano tutti i modi possibili per togliersi il "problema" del rito tridentino dalla diocesi. Spero che in settembre le diocesi si organizzino interpellando chi desidera la santa messa in rito latino, magari istituendo in una parrocchia un appuntamento costante, ma sempre con la sorveglianza del vescovo che garantisca perfetta comunione con il resto della comunità. Quello che mi fa paura sono i tentativi, chi da una parte (chi dice che non vuole sentire parlare di messa in latino), chi dall'altra (messa in latino a tutti i costi), di rompere la Chiesa in due. Veniamoci incontro. I vescovi e i sacerdoti dialoghino con i fedeli, facciano capire l'importanza dell'unità che va oltre al rito. Questo e solo questo è il desiderio del Santo padre, a mio avviso.

euge ha detto...

Caro Marco questo purtroppo c'era da aspettarselo!!!!!!! Io ho avuto modo di notare che molti già prima dell'emanazione del Motu Proprio non solo erano contrari ma, direi del tutto ostili ed ecco i risultati ma, la cosa che mi fa rabbia ed allo stesso tempo da prova di poca intelligenza sia dall'una che dall'altra parte, è il fatto ancor più clamoroso che chi doveva leggere non solo il Motu Proprio non ha letto la lettera esplicativa che il Santo Padre ha unito con tanto di spiegazione e chiarificazione. Secondo me c'è una volontà a creare incomprensione su un argomento che basterebbe avere del buon senso per capire che è stato fatto per unire la chiesa non per dividerla!!!!!!!!! Tutto questo non farà altro che alimentare coloro che come Don Farinella si sente obiettore di coscenza verso questo documento e tutti coloro che hanno bollato il rito latino come un ritorno al passato continuando in una ostinata cecità verso il fatto che il rito latino non è stato mai abolito ne tantomeno vietato. Altri subdoli tentativi per creare unteriore confusione e problemi a Sua Santità....... che altro ci si dovrà aspettare da questi campioni di non curanza e di non rispetto verso il Papa???????? un ammutinamento nella barca di Pietro????????
Eugenia

Anonimo ha detto...

Così come c'erano prima della pubblicazione del documento, prevedo che a settembre ci saranno sicuramente altre discussioni anche in termini accesi e si darà sfogo ad un problema che non c'è, o meglio che è risolvibile con la disponibilità al dialogo tra sacerdoti, vescovi e fedeli. Preghiamo perchè prevalga il nostro sforzo per l'unità della Chiesa e non quello di disgregarla, come sembrerebbe da alcuni "tradizionalisti intransigenti" da una parte e da "progressisti intransigenti" dall'altra (mi si perdonino i termini, penso si capisca a chi mi riferisco). Come dice Don Francesco le discussioni sono importanti, aiutano a crescere, è vero, sono d'accordo, ma poi bisogna venirsi incontro, essere comprensivi degli altri, anche perchè il Papa non ha obbligato nessuno a fare qualcosa, ma mira alla piena unità della Chiesa. Auspichiamo quindi una maggior comprensione da entrambe le parti. Grazie Eugenia, ciao! Marco.

raffaele ha detto...

Concordo con l'auspicio di Marco e spero che da entrambe le parti non si voglia esasperare il contrasto e dividere la Chiesa. Mi sembra però paradossale che proprio chi, come "Una voce", per anni ha diffamato papa Paolo VI, il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica si appelli ora proprio al pontefice contro i "disobbedienti"! Vogliamo tornare alla "caccia al modernista"? Chi è senza peccato scagli la prima pietra... Credo inoltre che si debba distinguere tra l'esprimere una opinione nella Chiesa, anche critica (cosa lecita) e l'intraprendere un boicottaggio nei confronti del motu proprio (cosa non lecita).Raffaele

Anonimo ha detto...

Spinto da una sana voglia di verità e chiarezza, sono andato sul sito ufficiale della Santa Sede alla ricerca della “COSTITUZIONE SULLA SACRA LITURGIA SACROSANCTUM CONCILIUM 4 dicembre 1963” http://www.vatican.va/archive/hist_councils/ii_vatican_council/documents/vat-ii_const_19631204_sacrosanctum-concilium_it.html e con enorme sorpresa, ho potuto prendere visione di cosa ha effettivamente sancito il tanto discusso Concilio. Non serve leggerlo tutto, basta solo scorrere i sette capitoli e soffermarsi sui punti che più di tutti sono oggetto delle controverse discussioni di questi giorni: dal “Latino e lingue nazionali nella liturgia” alla “Dignità della musica sacra” ecc.

euge ha detto...

Caro Giampaolo se tutti seguissero il tuo esempio ....................!!!!!!!!!!!!! Anch'io ho fatto altrettanto prima dell'uscita del Motu Proprio e leggendo infatti, gli stessi punti da te citati, mi sono definitivamente convinta e lo ribadisco, che tutta questa polemica e inutile basata soltanto su dei partiti presi ed è solo un pretesto, per continuare ad ostacolare Benedetto XVI ed il suo obiettivo principale cioè l'ecumenismo!
Eugenia