4 agosto 2007

Messa tridentina: l'opinione del cardinale Tonini e del latinista De Mattei


Vedi anche:

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Don Gelmini: perdòno i miei accusatori

Solidarieta' a Don Gelmini

Cio' che la grande stampa tace: il libro del Papa e' un "best e long-seller"

VIAGGIO APOSTOLICO DEL PAPA IN AUSTRIA

La Chiesa di Cristo "sussiste" nella Chiesa Cattolica: il commento dell'allora cardinale Ratzinger (con accenni anche alla liturgia)

Prodi "istruisce" i parroci sul fisco ma...sbaglia la citazione!

Cardinale Ratzinger: i detentori del potere d'opinione misero il mio "Rapporto sulla fede" all'indice

Grazie alla nostra Gemma possiamo leggere due interessanti articoli sulla Messa tridentina e sulla lingua latina.
R.

IL LATINO E' MODERNO ANCHE PIU' DELL'INGLESE

Usarlo nella messa aiuta a superare le barriere tra i popoli

Dopo quasi 50 anni torna la messa in latino. Dal 14 settembre, in base al documento firmato da Benedetto XVI, su richiesta dei fedeli i parroci potranno celebrare il rito nella lingua che è stata usata dalla nascita della Chiesa fino al Concilio Vaticano II del 1962. "Il cambiamento era nell'aria" dice il cardinale Ersilio Tonini. "E' stato uno dei primi argomenti su cui il Papa ha chiesto un'opinione a noi vescovi".

Cardinale, come mai questa decisione, che a molti è sembrata datata?

"In realtà è un gesto simbolico. Il Concilio Vaticano II aveva stabilito che anche le lingue nazionali sono adatte per le celebrazioni eucaristiche. Ma l'arcivescovo francese Marcel Lefebvre, fermamente contrario, aveva continuato a usare il latino. Questo ha creato uno strappo all'interno della Chiesa. Che ora Benedetto XVI vuole ricucire, dando ai preti la libertà di scegliere la lingua della liturgia".

Parole e frasi antiche e sconosciute ai più non allontaneranno i fedeli?

"Anzi, penso che li riuniranno. In ogni parte del mondo, dall'Italia all'Africa, le persone ascolteranno la parola di Dio nella stessa lingua. E così sarà forse più facile superare le barriere politiche, culturali, ideologiche tra i popoli. Il latino ha assolto questa funzione già ai tempi dell'antica Roma".

Cosa risponde a chi lo definisce una lingua morta?

"Che si tratta di una polemica sterile e inutile . Se fosse davvero così, la decisione del Papa avrebbe suscitato tutto questo clamore? Il fatto stesso che si parli tanto del latino dimostra la sua modernità. E, cosa più importante, riporta l'attenzione sull'essenza della liturgia".

In che senso?

" Ormai la gente va in chiesa in modo meccanico, per obbligo oper abitudine. Invece è importante riscoprire il senso profondo della messa: il momento in cui Cristo si fa presente, la comunità si ritrova, le persone imparano a sostenersi. I gesti e le parole del rito ce lo ricordano e, per questo, hanno una forza unica. Che il latino sottolinea".

© Copyright Donna Moderna


Conoscerlo aiuta a comprendere il mondo che cambia

Il ritorno della messa in latino, voluto da Benedetto XVI, non ha suscitato solo perplessità e polemiche. C'è anche chi lo accoglie con entusiasmo, come il latinista Roberto De Mattei, vicepresidente del Cnr e organizzatore del convegno "Futuro latino", che si è appena tenuto a Bruxelles promosso dall'Unione europea.

Perchè, secondo lei, la decisione di Papa Ratzinger ha sollevato un polverone?

"Perchè è un cambiamento. E, sarà banale, ma come tutti i cambiamenti suscita dubbi e paure".

Più che altro sembra un ritorno al passato, a un idioma di 2 mila anni fa.

"Che, però, è ben lontano dall'essere superato. L'italiano, il francese e perfino l'inglese che parliamo oggi hanno decine di termini ed espressioni derivanti dal latino: studiarlo può essere d'aiuto per imparare le lingue straniere. Sicuramente, ci serve per capire meglio le nostre radici. Non dimentichiamo, che gli antichi Romani hanno gettato le basi della civiltà occidentale, del nostro modo di pensare e di vivere. Oltre che della liturgia, il latino è il codice della filosofia, della scienza e del diritto: insomma è stato ed è tuttora il veicolo del sapere".

Ma ha un futuro?

"Certo. Lo dimostra la recente creazione di una versione latina di Wilkipedia, l'enciclopedia online che oggi fa concorrenza alla Britannica. E che dire dei romanzi di Harry Potter? Formule e incantesimi sono rigorosamente in latino: non è un caso che, da quando sono usciti i libri e i film sul maghetto in Gran Bretagna sia aumentato il numero degli studenti dei licei classici e addirittura raddoppiato quello degli iscritti ai corsi specifici. Il mese scorso l'autorevole quotidiano The Indipendent ha persino pubblicato un articolo scritto interamente nella lingua di Cicerone. Il latino è, si, un idioma antico, simbolo dei valori della tradizione, ma ha anche la forza di adeguarsi ai cambiamenti del mondo moderno".

di Flora Casalinuovo

© Copyright Donna Moderna

Nessun commento: