18 ottobre 2007
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CON LA CREAZIONE A CARDINALE DEL PATRIARCA DELLY
E il Papa ricoprì di porpora gli eroici cattolici iracheni
FULVIO SCAGLIONE
«La Chiesa intera accompagna con affetto e ammirazione tutti i suoi figli e le sue figlie e li sostiene in quest’ora di autentico martirio per il nome di Cristo». Con queste parole, Papa Benedetto XVI si rivolgeva, il 21 giugno di quest’anno, a Emmanuel III Delly, arcivescovo di Baghdad e patriarca della Chiesa cattolica caldea dell’Iraq. E alla luce di quelle parole è inevitabile leggere la nomina di monsignor Delly a cardinale nel concistoro annunciato ieri per il 24 novembre.
Se si trattasse di un altro evento potremmo anche cercare di elencare qualche record, pure evidente. Per la prima volta un iracheno indosserà la porpora cardinalizia; a farlo sarà un religioso che ha appena compiuto 80 anni e che nel 2002, dopo quarant’anni esatti di servizio episcopale, si era per così dire 'ritirato' nel ruolo di vescovo emerito di Baghdad, per essere poi 'richiamato' nel 2003, l’anno della guerra anglo-americana contro Saddam Hussein, da una comunità che stava andando incontro agli anni forse più tremendi della sua storia recente, certo paragonabili al Settimo o all’Ottavo secolo della rapidissima e spesso feroce conquista islamica.
Ma in questo caso siamo di fronte alla Storia che si fa. Benedetto XVI non porta monsignor Delly al concistoro: porta piuttosto l’intera comunità cristiana in Iraq, la schiera al fianco di tanti iracheni che, ormai per il solo fatto di esistere, diventano testimoni e martiri della nostra fede. La tragedia investe l’intero Iraq e le sue diverse comunità, ma si accanisce con particolare ferocia contro i cristiani.
Erano quasi un milione prima della guerra, sono oggi ridotti a poco più di un terzo. Era una comunità disarmata ma rispettata, persino da un regime dittatoriale che non le risparmiava certo angherie e sopraffazioni. È, oggi, un popolo intimorito ed esule persino in casa propria, quella casa dove arrivò 600 anni prima dell’islam, costretto ad abbandonare città e luoghi di lavoro per cercare rifugio nelle regioni del Nord, da dove è poi drammaticamente più facile imboccare la strada dell’esilio, verso la Giordania o la Siria. Ieri accusati di collaborazione col regime, oggi altrettanto strumentalmente assimilati agli eserciti di chi quel regime ha fatto cadere.
L’uccisione dei sacerdoti, gli attacchi alle chiese, la persecuzione quotidiana fatta di minacce, ricatti, sequestri e violenze sta decimando una comunità che ha sempre contribuito in modo straordinario alla ricchezza spirituale dell’Iraq.
Prima traducendo in arabo il pensiero greco con il ponte della loro lingua aramaica, poi offrendo all’Occidente i frutti della cultura araba. Da ultimo, vivificando il mondo delle professioni e delle arti. Il martirio dei cristiani priva l’Iraq, qualunque assetto avrà in futuro e comunque lo immaginino i leader delle comunità islamiche, di un contributo ideale, civile, politico ed economico fondamentale. E sarà bene qui ricordare che monsignor Delly già nel 2005, presiedendo il Consiglio dei vescovi cattolici dell’Iraq, aveva espresso inquietudine rispetto all’articolo 2 della Costituzione irachena, quello che stabilisce che «nessuna legge può contraddire i principi islamici».
La nomina del patriarca Delly è anche, inevitabilmente, un forte richiamo del Papa alla sorte dei cristiani del Medio Oriente, sempre più deboli e minacciati. Fin troppo spesso questi ultimi custodi della Terra Santa ci hanno chiesto aiuto, soprattutto ci hanno chiesto di non essere indifferenti a un dramma che ferisce loro ma riguarda tutti.
Benedetto XVI ha risposto, ieri nel modo più chiaro ed eloquente. Adesso tocca agli altri. Adesso tocca a noi.
© Copyright Avvenire, 18 ottobre 2007
L’annuncio del Papa: saranno ventitré i nuovi cardinali
PIETRO E IL MONDO
DA ROMA SALVATORE MAZZA
Ventitré nuovi cardinali. Diciotto «elettori», ossia che potrebbero entrare in un eventuale Conclave, e cinque ultraottantenni. Riceveranno la porpora il prossimo 24 novembre, «vigilia della solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo», come «con gioia» ha annunciato ieri lo stesso Papa Ratzinger al termine dell’udienza generale. Della lista complessiva fanno parte sei italiani, tra i quali l’arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana monsignor Angelo Bagnasco. «Ho ora la gioia di annunciare – ha detto Benedetto XVI – che il 24 novembre prossimo terrò un Concistoro nel quale, derogando di una unità al limite numerico stabilito dal papa Paolo VI, confermato dal mio venerato predecessore Giovanni Paolo II nella costituzione apostolica Universi dominici gregis, nominerò 18 cardinali».
A questi, con la cui creazione il numero dei cardinali elettori sale a 121, il Pontefice ha voluto aggiungere tre vescovi e due ecclesiastici ultraottantenni, «particolarmente meritevoli» per il loro servizio alla Chiesa, tra i quali spicca il nome di Sua Beatitudine il patriarca di Babilonia dei Caldei Emmanuel III Delly, la cui porpora suona come un omaggio alla coraggiosa Chiesa irachena.
Come consuetudine, è stato lo stesso Papa a leggere l’elenco dei nuovi cardinali, a iniziare dagli arcivescovi di Curia Leonardo Sandri (Argentina, Prefetto della Congregazione per le Chiese orientali), John Patrick Foley (Usa, pro-Gran Maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme), Giovanni Lajolo (Italia, presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano), Paul Joseph Cordes (Germania, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum), Angelo Comastri (Italia, arciprete della Basilica Vaticana), Stanislaw Rylko (Polonia, presidente del Pontificio Consiglio per i laici), Raffaele Farina, (Italia, archivista e bibliotecario di Santa Romana Chiesa). Quindi gli arcivescovi residenziali: Augustin Garcia-Gasco Vicente ( Valencia, Spagna), Sean Baptist Brady (Armagh, Irlanda), Lluis Martinez Sistach (Barcellona, Spagna), André Vingt-Trois (Parigi, Francia), Angelo Bagnasco, Theodor-Adrien Sarr, (Dakar, Senegal), Oswald Gracias (Bombay, India), Francisco Robles Ortega (Monterrey, Messico), Daniel Di Nardo (Galveston-Houston, Usa), Odilio Pedo Scherer (San Paolo, Brasile), e infine John Njue (Nairobi, Kenya).
Quanto ai cinque non elettori, oltre al già citato Delly, il Papa ha creato cardinali monsignor Giovanni Coppa, nunzio apostolico; monsignor Estanislao Esteban Karlic, arcivescovo emerito di Paranà (Argentina), padre Urbano Navarrete, già rettore della Pontificia Università Gregoriana e padre Umberto Betti, già rettore della Pontificia Università Lateranense. «Tra questi ultimi – ha aggiunto Benedetto XVI – era stato mio desiderio elevare alla porpora anche l’anziano vescovo Ignacy Jez, di Koszalin-Kolobrzeg, in Polonia, benemerito presule, che ieri è improvvisamente mancato. A lui va la nostra preghiera di suffragio ».
«I nuovi porporati – ha quindi detto il Pontefice – provengono da varie parti del mondo. Nella loro schiera ben si rispecchia l’universalità della Chiesa con la molteplicità dei suoi ministeri: accanto a presuli benemeriti per il servizio reso alla Santa Sede, vi sono pastori che spendono le loro energie a diretto contatto con i fedeli. Altre persone vi sarebbero, a me molto care, che per la loro dedizione al servizio della Chiesa bene meriterebbero di essere elevate alla dignità cardinalizia. Spero di avere in futuro l’opportunità di testimoniare, anche in questo modo, a esse ed ai Paesi a cui appartengono la mia stima e il mio affetto. Affidiamo i nuovi eletti – ha concluso – alla protezione di Maria Santissima, chiedendole di assisterli nelle rispettive mansioni, affinché sappiano testimoniare con coraggio in ogni circostanza il loro amore per Cristo e per la Chiesa».
Quello di novembre sarà il secondo Concistoro convocato da Benedetto XVI per la nomina dei nuovi cardinali, dopo quello del 24 marzo 2006. La lettura dei nomi è stata sottolineata dagli applausi dei presenti, particolarmente intensi quando il Papa ha chiamato quelli di monsignor Bagnasco, per la cui elevazione alla porpora la Cei ha espresso «gratitudine al Santo Padre», e di monsignor Comastri, già delegato pontificio a Loreto, la cui comunità in un comunicato ha ugualmente espresso «gratitudine per l’onore reso alla comunità lauretana e alla persona di monsignor Comastri, sempre vivo nel ricordo di tutti i fedeli». «La porpora cardinalizia è un grande atto di fiducia del Santo Padre nei confronti del vescovo che la riceve e nei confronti della diocesi che è sede cardinalizia – ha sottolineato Bagnasco, ringraziando il Pontefice –. È un grande onore per tutti, sia per il vescovo sia per la sua diocesi. Nel contempo, diventa motivo di una maggiore responsabilità di fedeltà e di vicinanza con il Papa».
Tra gli arcivescovi elevati Rylko, Lajolo, Cordes, Sandri, Vingt-Trois assieme a loro due rettori emeriti della Gregoriana e della Lateranense.
© Copyright Avvenire, 18 ottobre 2007
La norma dei 120 elettori fissata da Paolo VI nel 1970
DA ROMA
È stato Paolo VI a fissare a 120 il numero dei cardinal elettori e, con il motu proprio del 1970 Ingravescentem aetatem, a stabilire che al compimento dell’80° anno di età i porporati perdono il diritto alla partecipazione al Conclave per l’elezione di un nuovo Papa ma non quello di essere eletti. La norma montiniana è stata ripresa e confermata da Giovanni Paolo II nella Costituzione Apostolica circa la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice Universi Pontifici Gregis, promulgata il 22 febbraio del 1996. In essa si afferma che «nelle attuali contingenze storiche la dimensione universale della Chiesa sembra sufficientemente espressa dal Collegio dei centoventi cardinali elettori, composto da porporati provenienti da tutte le parti della terra e dalle più varie culture», con la precisazione che «non vuol essere affatto segno di minore considerazione il mantenimento della norma stabilita dal mio predecessore Paolo VI, secondo la quale alla elezione non partecipano coloro che hanno già compiuto, il giorno in cui inizia la vacanza della Sede Apostolica, gli ottant’anni di vita».
Questi tuttavia possono partecipare «alle riunioni preparatorie del Conclave» e, in particolare, spetta loro di «farsi guide» dei fedeli durante lo svolgimento dell’elezione e coadiuvare «con intense preghiere e suppliche al divino Spirito il compito degli elettori».
© Copyright Avvenire, 18 ottobre 2007
LA NOTA
«La porpora a Bagnasco segno di attenzione»
In una nota, monsignor Giuseppe Betori, segretario generale della Conferenza episcopale Italiana, anche a nome degli altri vescovi italiani, esprime gratitudine al Santo Padre, che, con gesto di benevola attenzione nei confronti della Chiesa italiana, ha voluto annoverare il presidente della Cei fra i membri del Collegio cardinalizio. Nel porgere vive felicitazioni a sua eminenza il cardinale Angelo Bagnasco, – conclude la nota – rinnova i sentimenti di stima e di affettuosa collaborazione al suo illuminato e generoso servizio per la Chiesa in Italia.
© Copyright Avvenire, 18 ottobre 2007
i profili
ANGELO BAGNASCO
L’arcivescovo di Genova è nato a Pontevico, in provincia di Brescia, il 14 gennaio 1943, da una famiglia genovese sfollata in Lombardia per la guerra. Ha frequentato il ginnasio e il liceo classico presso il Seminario arcivescovile di Genova ed è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 dal cardinale Giuseppe Siri. Vicario nella parrocchia di San Pietro apostolo e Santa Teresa del Bambin Gesù di Albaro dal 1966 al 1985; ricopre diversi incarichi diocesani. Laureato in Filosofia, viene ordinato vescovo il 7 febbraio 1998, e nominato ordinario militare per l’Italia il 20 giugno 2003. Il 29 agosto 2006 Benedetto XVI lo ha nominato arcivescovo di Genova e il 7 marzo 2007 è stato nominato dal Papa presidente della Conferenza episcopale italiana.
ANGELO COMASTRI
È nato il 17 settembre 1943 a Sorano, in provincia di Grosseto e diocesi di Pitigliano-Sovana Orbetello. Dopo le scuole elementari, frequentate nel paese natale, è entrato nel Seminario diocesano di Pitigliano. Ordinato sacerdote l’11 marzo 1967, il 25 luglio 1990 viene nominato vescovo di Massa Marittima-Piombino, sempre in Toscana. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 12 settembre 1990 dal cardinale Bernardin Gantin. Il 9 novembre 1996 è stato nominato arcivescovo prelato di Loreto. Il 5 febbraio 2005 Giovanni Paolo II lo ha nominato presidente della Fabbrica di San Pietro e coadiutore della Basilica di San Pietro in Vaticano.
Infine il 31 ottobre 2006 Benedetto XVI lo ha nominato arciprete della Basilica vaticana.
STANISLAW RYLKO
Nato ad Andrychow in Polonia il 4 luglio 1945, è stato ordinato sacerdote il 30 marzo 1969. Dal 1987 al 1993 è stato responsabile della sezione giovani del Pontificio Consiglio per i laici. Dal 1993 al 1995 è stato officiale della Segreteria di Stato. Il 6 gennaio 1996 è stato ordinato vescovo assumendo la titolarità di Novica. Dopo esserne stato segretario, il 4 ottobre 2003 è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio per i laici.
L’incarico conferitogli da Giovanni Paolo II gli è stato confermato da Benedetto XVI il 21 aprile 2005. È stato tra i principali organizzatori delle Giornate mondiali della gioventù sin dalla prima edizione nel 1985.
PAUL JOSEPH CORDES
Il presidente del Pontificio Consiglio «Cor Unum» è nato a Kirchhundem, in Germania, il 5 settembre 1934. Dopo gli studi in Teologia a Munster e in Filosofia a Paderborn e Lione, è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1961. Nel 1972 diventa segretario della Commissione pastorale nella segreteria della Conferenza episcopale tedesca.
Nominato vescovo di Naissus, l’attuale Niš in Serbia, e ausiliare di Paderborn il 27 ottobre 1975, riceve l’ordinazione episcopale il 1° febbraio 1976. L’11 marzo 1980 è nominato vice presidente del Pontificio Consiglio per i laici e il 2 dicembre 1995 viene nominato arcivescovo di Naissus e presidente del Pontificio consiglio «Cor Unum», incarico che ricopre sino al 2 aprile 2005 ricevendo, il 21 aprile successivo, la conferma della presidenza.
EMMANUEL III DELLY
Nato a Telkaif, archieparchia di Mossul dei Caldei, il 6 ottobre 1927. Emmanuel III (Emmanuel-Karim) Delly è stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1952. Il 7 dicembre 1962 ha ricevuto l’incarico di ausiliare di Babilonia e titolare di Paleopoli. Viene consacrato vescovo il 19 aprile 1963. Il 6 maggio 1967 è stato nominato arcivescovo di Kaškar. È stato consultore della Commissione di «Revisione del Codice di diritto canonico orientale» e della Commissione per i rapporti con l’Islam del Segretariato per i non cristiani (ora Pontificio Consiglio per il dialogo Interreligioso). Il 3 dicembre 2003 il Papa lo ha nominato Patriarca di Babilonia dei Caldei e arcivescovo di Baghdad.
LEONARDO SANDRI
Nato a Buenos Aires, in Argentina, il 18 novembre 1943, è stato ordinato sacerdote il 2 dicembre 1967 nella capitale argentina. Ha iniziato il suo servizio diplomatico nel 1974 in Madagascar per passare alla Segreteria di Stato dal 1977 al 1989 e alla nunziatura di Washington dal 1989 al 1991. Il 22 luglio 1997 viene nominato nunzio apostolico in Venezuela e l’11 ottobre dello stesso anno riceve l’ordinazione episcopale assumendo la titolarità di Aemona, l’attuale Lubiana. Il 1 marzo 2000 è diventato nunzio apostolico in Messico e il 16 settembre viene nominato sostituto della Segreteria di Stato. Nominato arcivescovo l’11 ottobre del 1997, il 9 giugno 2007 è diventato prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali.
GIOVANNI LAJOLO
Nato a Novara il 3 gennaio 1935, è presidente della Pontificia Commissione e del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Ordinato sacerdote il 29 aprile 1960, il 3 ottobre 1988 è stato nominato segretario dell’Amministrazione del patrimonio della sede apostolica e il 6 gennaio 1989 è stato ordinato arcivescovo con la titolarità di Cesariana. Il 7 dicembre 1995 è stato nominato nunzio apostolico presso la Repubblica federale di Germania e il 7 ottobre 2003 segretario per i Rapporti con gli Stati, carica ricoperta fino al 15 settembre 2006 quand’è stato nominato presidente de Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. Il 15 settembre 2006 il Papa lo ha nominato presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano.
RAFFAELE FARINA
L’arcivescovo Raffaele Farina, è nato a Buonalbergo (Benevento) il 24 settembre 1933. Entra nella congregazione dei Salesiani il 25 settembre 1949, prendendo i voti perpetui il 25 settembre 1954.Terminati gli studi in Teologia al Pontificio ateneo salesiano di Torino nel 1958, l’1 luglio dello stesso anno è ordinato sacerdote. Laureato in Storia ecclesiastica all’Università Gregoriana, insegna Storia della Chiesa antica alla Pontificia università salesiana di Torino diventandone rettore dal 1977 al 1983 e poi dal 1992 al maggio 1997 quando Giovanni Paolo II lo nomina prefetto della Biblioteca apostolica vaticana. Nominato vescovo titolare di Oderzo il 15 novembre 2006, riceve l’ordinazione episcopale il 16 dicembre. Il 25 giugno 2007 Benedetto XVI lo nomina archivista degli Archivi segreti vaticani elevandolo ad arcivescovo.
ANDRÉ VINGT-TROIS
L’arcivescovo di Parigi André Vingt-Trois è nato nella capitale francese il 7 novembre 1942. Ha studiato presso il Seminario di «Saint Sulpice» d’Issy-les Molineaux e ha conseguito il dottorato in teologia morale presso l’Istituto cattolico di Parigi. È stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1969. Tra gli altri incarichi è stato docente al Seminario maggiore d’Issy-les-Molineaux (19741981); vicario generale di Parigi, e nominato dai vescovi della Regione apostolica d’Ile de France, direttore dell’Opera delle vocazioni (1981-1988). Vescovo ausiliare di Parigi dal 1988, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 14 ottobre dello stesso anno. Arcivescovo di Tours dal 21 aprile 1999, è stato nominato arcivescovo di Parigi l’11 febbraio 2005.
GIOVANNI COPPA
È nato il 9 novembre 1925 ad Alba. Ordinato sacerdote il 2 gennaio 1949. Dopo la laurea in lettere all’Università Cattolica di Milano, è chiamato a Roma per prestare servizio prima alla Cancelleria apostolica e poi come officiale alla Segreteria di Stato. Il il 6 gennaio 1980 è consacrato arcivescovo, assumendo la titolarità di Serta con compiti di collegamento presso le rappresentanze diplomatiche in contatto con la Sante Sede. In questa veste ha visitato tutte le Nunziature, compiendo per cinque volte il giro del mondo. Nel 1990 diventa nunzio apostolico nella Repubblica cecoslovacca fino alla divisione del Paese. Dal 1 gennaio 1993 nunzio nella Repubblica Ceca e in Slovacchia mantiene quest’ultimo incarico fino al 2 marzo 1994.
UMBERTO BETTI
Una vita a servizio della teologia. È quella di padre Umberto Betti, il frate minore francescano originario della provincia di Arezzo che dal 1991 al 1995 è stato rettore della Pontificia Università Lateranense. Nato a Pieve Santo Stefano il 7 marzo 1922, ha emesso la professione perpetua nell’Ordine il 31 dicembre 1943 ed è stato ordinato sacerdote il 6 aprile 1946. Ha partecipato al Concilio Vaticano II sia come consultore della commissione teologica preparatoria, sia come perito e teologo dell’arcivescovo di Firenze, Ermenegildo Florit. Ha ricevuto nel 1995 da Giovanni Paolo II la croce «Pro Ecclesia et Pontefice». Dal 1995 al 2001 ha vissuto nel santuario della Verna, in provincia di Arezzo, e adesso fa parte della fraternità del convento di San Francesco a Fiesole. (G. Gamb.)
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