19 novembre 2007

Altra inchiesta (sempre sulla Chiesa) di "Repubblica": gli studenti delle superiori (ohibò!) disertano l'ora di religione


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Eccoci ad un'altra inchiesta di "Repubblica", questa volta sull'ora di religione nelle scuole superiori. Certo che gli "studi" sulla Chiesa sono i piu' gettonati in questo periodo. Si vede che l'argomento "tira" anche se i direttori dei giornaloni non lo ammetteranno mai :-)
Leggiamo e commentiamo...

R.


Ora di religione, studenti in fuga al Nord uno su 4 non frequenta

Allarme dei vescovi. La Cgil: accorpare le classi svuotate

In Italia sono oltre 300 mila i ragazzi delle scuole superiori che "disertano"

SALVO INTRAVAIA

ROMA - Ora di religione: le classi si svuotano. È quello che accade nelle scuole superiori di quasi tutte le grandi città del Nord. Da Milano a Torino mentre a Roma il fenomeno è un po´ più contenuto ma consistente. A confermarlo è la stessa Cei (la Conferenza episcopale italiana), che ha recentemente pubblicato un dossier sulla frequenza dell´ora di religione cattolica a scuola. Nelle regioni settentrionali sono in totale più di un quarto (il 25,7 per cento) gli studenti che preferiscono una attività alternativa a quella di religione. Ma è nelle grandi città che nel corso degli ultimi anni il fenomeno ha assunto dimensioni tali da fare preoccupare gli stessi addetti ai lavori. Tanto che un anno fa Alberto Giannino, presidente dell´Associazione docenti cattolici, ha deciso di scrivere una lettera agli oltre 100 mila studenti delle scuole milanesi che "non si avvalgono", come si dice in gergo tecnico. «Hai preferito con la tua scelta - scrive Giannino - la libera uscita dalla scuola che ti consente una "vacanza" durante quest´ora in cui puoi andare al bar, al parco della scuola e a fumare una sigaretta. Cioè, mentre i tuoi compagni sono in classe col docente di religione a svolgere una lezione culturale sulla Bibbia tu hai scelto il disimpegno scolastico che io considero altamente diseducativo».
Un rimbrotto che non è servito a molto, visto che la fuga dalle lezioni di religione non è stata arrestata. A Firenze addirittura la situazione si è ribaltata. Nell´anno scolastico 2006-2007 gli studenti che durante l´ora di religione hanno preferito togliere il disturbo sono stati più (il 58,7 per cento) di quelli che sono rimasti dentro le classi a seguire i corsi. Situazione simile a Bologna, dove i "dissidenti" hanno raggiunto il 47 per cento. Le classi si svuotano di un terzo a Milano, Torino, Venezia e Genova e nella cattolicissima Capitale si viaggia spediti verso il 30 per cento. In totale sono oltre 300 mila gli studenti italiani delle scuole superiori che disertano l´ora di religione. Nel 2000-2001 erano 218 mila. Ma quali sono le attività alternative cui si dedicano i ragazzi mentre i loro compagni seguono le lezioni di religione? Una piccola parte (il 10 per cento) è impegnato in attività "didattiche e formative" e 4 ragazzi su dieci studiano per recuperare i brutti voti presi fino a quel momento. Metà esce dalla scuola per rientravi dopo un´ora o va a casa in anticipo.
In parte la fuga dall´ora di Religione può essere attribuita alla crescente presenza degli stranieri in classe. Ma non è sufficiente: anche sottraendo tutti gli alunni non italiani dal numero di coloro che "non si avvalgono" il trend è comunque in crescita. Una possibile spiegazione la dà l´Istat: nella recente indagine relativa agli aspetti de "La vita quotidiana" i giovani che «non si recano mai in un luogo di culto» è in aumento.
Ma le classi semivuote durante l´ora di religione rappresentano per la scuola un dispendio di risorse. «Se gli istituti di secondo grado riuscissero ad organizzarsi in modo da accorpare le classi svuotate dagli alunni che "non si avvalgono", eviteremmo un fenomeno di sovraddimensionamento delle nomine dei professori di religione pari a 1.200 unità, con un risparmio di 37 milioni di euro all´anno», dice il leader della Flc Cgil Enrico Panini.

© Copyright Repubblica, 19 novembre 2007

Come mai il dato riguarda solo le scuole superiori e non le elementari e le medie?
Repubblica evita di chiederselo, eppure un'inchiesta completa dovrebbe riguardare anche questo aspetto, altrimenti c'e' qualcosa che non torna.
Se gli Italiani fossero in rotta con la Chiesa, non permetterebbero ai figli, che frequentano le elementari e le medie, di rimanere in classe durante l'ora di religione.
Come al solito Repubblica vorrebbe dimostrare una certa disaffezione verso il Cattolicesimo, ma c'e' qualcosa che non quadra.
Come mai la fuga dall'ora di religione si ha solo nelle scuole superiori? Beh, solitamente questo insegnamento viene posto alla prima o all'ultima ora di lezione. Non e' irragionevole supporre che i ragazzi preferiscano entrare in classe un'ora dopo o uscire un'ora prima, anche per "comodità" dei genitori...
E' un dato di fatto...non prendiamoci in giro!
Inoltre le superiori si trovano spesso solo nei capoluoghi di provincia e non certo in tutti i paesini.
E' ragionevole supporre che tanti ragazzi siano costretti o semplicemente desiderino prendere il mezzo pubblico ad un'ora diversa (un'ora dopo al mattino, un'ora prima a fine lezione).
Forse potremmo parlare di fuga dall'ora di religione quando il dato non riguardera' solo le scuole superiori ma anche quelle elementari e medie.
Sono sempre i genitori (e mai gli studenti, ancora minorenni almeno nei primi quattri anni delle superiori) che decidono di avvalersi o meno dell'insegnamento della religione cattolica, quindi non si capisce come mai cambino idea solo quando i figli iniziano ad andare al licei ed agli istituti professionali.
Questo, comunque, non significa che la Chiesa in Italia stia vivendo un momento magico, soprattutto al nord. Ieri ho ricevuto il bollettino parrocchiale in cui il parroco comunica che il Sinodo diocesano della Chiesa Ambrosiana, presieduto dal cardinale Tettamanzi, ha chiesto ai sacerdoti di "accorpare" le celebrazioni delle Sante Messe sia per il basso numero di fedeli sia per la mancanza di sacerdoti. Risultato: nella mia parrocchia e' stata soppressa la Messa delle ore 8. Preghiamo per le vocazioni e anche per i fedeli...
.
Raffaella


Diminuisce il numero dei professori religiosi. I laici sono l´85%, la maggioranza donne

E in cattedra sempre meno preti

ROMA - Sempre meno preti in cattedra nelle scuole italiane. La maggior parte dei quaranta-cinquantenni di oggi ricorda un professore di religione con abito talare: un prete o una suora. Negli ultimi anni, i ragazzini della scuola media e superiore che hanno a che fare con questa figura sono davvero pochissimi. È quanto emerge dai dati contenuti nell´annuario sull´insegnamento della religione cattolica pubblicato dalla Conferenza episcopale italiana per l´anno scolastico 2006-2007. In appena sei anni la presenza di sacerdoti e suore nelle aule di scuola secondaria di primo e secondo grado si è ridotta di un quarto. E per i prossimi anni la previsione è di un ulteriore calo. Nell´anno scolastico 2000-2001 un insegnante di religione su 5 era rappresentate diretto della chiesa cattolica. Nel 2006-2007 la percentuale è scesa al minimo storico del 14,7 per cento: il 12,3 per cento di sacerdoti, lo 0,5 per cento di monaci ed altri religiosi e l´1,8 di suore. Nel corso degli anni, il posto lasciato libero dai religiosi è stato rimpiazzato da insegnanti laici a tempo determinato nominati direttamente dai vescovi e dal 2004 anche da professori a tempo indeterminato reclutati tramite il concorso ad hoc indetto dal governo Berlusconi. Come nel resto delle discipline d´insegnamento, anche per la religione, la presenza femminile è prevalente: il 57,3 per cento. I numeri dell´Annuario statistico mostrano come, in appena un secolo e mezzo, l´egemonia della Chiesa nella formazione degli studenti sia definitivamente tramontata. Nella prima metà dell´Ottocento l´intera organizzazione scolastica venne affidata dai sovrani locali direttamente ai sacerdoti. Oggi, anche a causa della carenza di vocazioni, la Chiesa non riesce ad affidare ai propri ministri neppure l´insegnamento della religione cattolica. Su un totale di 8.407 professori di religione presenti nelle classi di scuola media e superiore, infatti, i preti e le suore sono appena 1.236.
s.i.

© Copyright Repubblica, 19 novembre 2007

Politica...sempre politica :-)
R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'aumento dei laici che insegnano religione è un'ottima notizia per la Chiesa, ma Repubblica sembra non capirlo.

mariateresa ha detto...

Repubblica sembra non capire molte cose. Capisce solo quello che le fa comodo. Ormai il giornale ricorda il famoso e famigerato foglio l'Asino di Podrecca, di infausta memoria.E certe intemerate sulla coscienza dei cattolici e sulla Chiesa fuori dal mondo mi ricordano i fraterni inviti del PCUS ai dissidenti a rientrare nei ranghi per non minare il socialismo. E sennò, giù legnate.

Anonimo ha detto...

spero ke la gente ke gli piace e legge questo blog un giorno si faccia prete o suora!!così non inquinano il mondo mettendo alla luce xsone come loro..meno male ke preti e suore non possoono fare figli...
p.s. sono di destra no di sinistra!!! e scometto ke questo commento non verrà nemmeno pubblicato

Anonimo ha detto...

E perche' non pubblicare il commento? Siamo sempre interessati alle serie, documentate, argomentate, strabilianti obiezioni altrui :-)