18 novembre 2007

La rivolta silenziosa (riunioni riservate e telefonate ai siti cattolici) dei vescovi contro il motu proprio Summorum Pontificum


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Vescovi in rivolta

“Non vogliamo messe in latino”

Da Nord a Sud il vento del sabotaggio

Milano Con la scusa della diversità di rito (ambrosiano), il Motu proprio non viene applicato

Palermo L’arcivescovo Romeo si è impegnato a frenare l’applicazione della celebrazione «stile san Pio V»

Delusi Monsignor Brandolini: «Sto vivendo il momento più triste della mia vita di prete e di uomo»

MARCO TOSATTI

CITTÀ DEL VATICANO
Una rivolta strisciante, contro il «Motu Proprio» di Benedetto XVI che liberalizza la vecchia messa di san Pio V: da Torino e Milano, fino a Palermo, passando per alcune diocesi del centro, è in corso una vera e propria silenziosa forma di sabotaggio.

Che non è appannaggio solo dell’Italia; e infatti il Vaticano - la commissione «Ecclesia Dei» - vuole emanare una circolare per chiedere lo studio della vecchia messa nei seminari.

E proprio ieri l’Osservatore Romano insisteva: «Sulla liturgia è necessario confrontarsi senza alcun pregiudizio».

L’esperto don Nicola Bux ricorda che «la tradizione è necessaria e l’innovazione ineluttabile, ed entrambe sono nella natura del corpo ecclesiale come del corpo umano. Non si oppongono ma sono complementari e interdipendenti».

Ma i casi di «obiezione» serpeggiano. A Torino, il 2 ottobre scorso il cardinale Poletto, parlando con il clero giovane, secondo quanto afferma il sito «Una vox» (mai smentito) avrebbe messo in guardia dal celebrare la Messa nella forma straordinaria del Rito Latino, dicendo: «La liturgia non può essere una stravaganza personale... Mi auguro che nella diocesi di Torino nessuno esca con queste richieste». E avrebbe aggiunto: «A Torino ci sono i picchiati del latino, quelli che vanno alla Misericordia!». E naturalmente il sito tradizionalista si chiede se il porporato «non intenda dare del “picchiato del latino” anche al Sommo Pontefice, il Papa Benedetto XVI, il quale è uscito con questa "stravaganza personale"»?

Da Torino alla Sicilia, dove, secondo informazioni di ottima fonte l’arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, avrebbe avuto delle consultazioni riservate con alcuni colleghi della conferenza episcopale siciliana per vedere se fosse possibile una qualche azione in modo da frenare l’applicazione del Motu proprio.

A Milano la diocesi si era trincerata dietro la diversità di rito (ambrosiano) per annunciare che il Motu proprio non sarà applicato nei territori dove vige la liturgia ambrosiana. La decisione è stata presa perché nel documento papale si menziona soltanto il «rito romano».
Un’altra voce contraria era quella del vescovo di Alba, monsignor Sebastiano Dho, che sul settimanale paolino «Vita pastorale» si diceva perplesso sulla possibilità di seguire la liturgia tridentina non solo nella Messa ma anche nei Sacramenti.
Ma forse l’episodio più curioso, e inquietante, riguarda la Curia di Chieti, di cui è presule monsignor Bruno Forte. I titolari di un sito religioso ligure, che ha pubblicato sia il Motu Proprio che il vecchio messale, hanno ricevuto una telefonata dalla Curia arcivescovile di Chieti, che delicatamente criticava la loro decisione. «Ma che c'entra la Curia di Chieti, noi siamo di Chiavari, e il nostro vescovo non ci ha detto niente», hanno risposto. «E poi quando esce un documento del Papa, quale vescovo può impedirci di metterlo sul sito»? Nel seguito della telefonata, surreale, è stato detto al responsabile del sito che «la Cei non vuole». È stato facile obiettare che a Genova, il presidente della Cei, monsignor Bagnasco ha applicato subito il documento papale. «Ma forse è meglio scoraggiare», è stato l’estremo tentativo dell’interlocutore di Chieti. La contrarietà del cardinale Martini, che da Gerusalemme si è espresso subito contro la decisione papale è nota, così come quella di monsignor Brandolini, Vescovo di Sora, Aquino e Pontecorvo e membro della Commissione liturgica della Cei: «Non riesco a trattenere le lacrime, sto vivendo il momento più triste della mia vita di vescovo e di uomo», ha detto. Era il braccio destro di monsignor Bugnini, autore della riforma liturgica nel post Concilio.

© Copyright La Stampa, 18 novembre 2007

Conto fino a dieci e poi scrivo :-))

Innanzitutto, come cattolica, chiedo ai vescovi citati in questo articolo (in particolare Poletto e Romeo) di smentire categoricamente le accuse che vengono loro formulate.
L'arcivescovo di Torino che da' dei "picchiati" ad alcuni fedeli della sua diocesi in un incontro riservato con i seminaristi? Che intimidisce questi ultimi affinche' non si azzardino a celebrare la Messa secondo il rito tridentino anche qualora fosse un gruppo di fedeli a chiederlo, secondo il diritto loro concesso dal Summorum Pontificum? Difficile da digerire con leggerezza...

L'Arcivescovo di Torino intimidisce i suoi presbiteri

Ci sono tante altre testimonianze, riportate da altri siti e blog, che non cito perche' offensive verso il cardinale (ed altri vescovi). Tuttavia sembra che le rimostranze verso l'arcivescovo di Torino siano finite direttamente alla Commissione Ecclesia Dei. Aspettiamo, quindi, la valutazione dell'episodio, che spetta ai suoi membri e non a noi.
C'e' poi il fatto inquietante della telefonata partita dalla curia di Chieti e giunta a Chiavari, ad un sito cattolico. In realta' non possiamo sapere se veramente le intimidazioni provenissero da Chieti, per cui starei molto attenta a muovere questo tipo di accuse.
Anche in questo caso valutera' la Commissione Ecclesia Dei perche' affermare che la CEI non vuole l'applicazione del motu proprio e' quantomeno bizzarro
.
Raffaella

Su segnalazione di un nostro anonimo amico leggiamo:

17-NOV-07 14:03

VATICANO: ALLO STUDIO CIRCOLARE SU MESSA IN LATINO CONTRO VESCOVI 'DISOBBEDIENTI'

Citta' del Vaticano, 17 nov. (Adnkronos) - E' allo studio una circolare rivolta ai seminari in cui si chiede di insegnare ai futuri sacerdoti anche la celebrazione della messa in latino. A quanto si apprende da autorevoli fonti, il dicastero presieduto dal cardinale Dario Castrillon Hoyos, tra i principali caldeggiatori del ritorno della messa secondo il rito preconciliare, starebbe pensando ad una circolare indirizzata ai seminaristi che nella pratica vuole rivolgersi direttamente a quei vescovi che, 'disobbedendo' al motu proprio del Papa, non ne vogliono sapere di celebrare la messa secondo il rito di San Pio V.

(Dav/Col/Adnkronos)

26 commenti:

euge ha detto...

Dopo queste notizie adesso voglio vedere chi ha il coraggio di negare il sabotaggio da parte di certi ben pensanti all'interno della chiesa ........ siamo arrivati persino alle riunioni segrete ed ai tam tam telefonici....... Alla faccia dell'obbedienza al Papa........
VERGOGNATEVIe lo dico ai preti come ai vescovi per finire ai cardinali si lo dico a voi che dovreste dare per primi l'esempio di obbedienza e di rispetto verso la figura del Pontefice VERGOGNA!
Chu deve prendere provvedimenti li prenda ed anche in fretta perchè un comportamento così ostile verso il Papa non si era mai percepito e sottoline verso questo Papa........... A proposito sig.ri Eminenze...... se questo Papa vi da così fastidio perchè lo avete eletto??????? Io ringrazio Dio mille volte di averlo perchè senza di lui chissà ora dove saremmo...............
Eugenia

mariateresa ha detto...

Cerchiamo di non perdere la calma, anche se insomma un po' irritati si può esserlo senz'altro cara Euge.
I fatti elencati da Tosatti sono tutti noti da tempo e girano sulla rete da settimane, quindi lui si è limitato a farne la summa e il suo titolista ha sparato parole grosse, come avviene di solito. Tranne l'episodio di Chieti che speriamo sia una balla. Certo che riportato così sembra una chiacchera da parrucchiere, ve lo dico sinceramente. Se è vero, invece ,bisogna dire che gli avversari del MP si sono ridotti maluccio, altro che resistenza di tipo raffinato e sottile come dice Tosatti nel suo blog. Ancora penso alla lettera di accompagnamento al MP del Santo Padre e scuoto la testa.In ogni ambiente c'è gente piccina ma molto piccina.
Nella mia città non ci sono problemi per il MP.

Luisa ha detto...

Sono sicura che Papa Benedetto sapeva che con il suo Motu proprio si esponeva a critiche e opposizioni, lo sapeva talmente bene che lo ha accompagnato con una lettera di una chiarezza cristallina e anche pervasa dall`umanità del padre che ama tutti i suoi figli. Si rivolgeva in questa lettera ai suoi confratelli con cuore aperto e fiducioso domandando loro di far eprova della stessa apertura di cuore e generosità.
Vediamo purtroppo che tanti, troppi vescovi, sacerdoti, hanno chiuso il loro cuore verso certi fedeli ,che considerano indegni delle loro cure pastorali, stanno obbedendo solamente alla loro ideologia, non è il loro cuore di padre e pastore a guidarli ,ma la loro mente schiava delle loro ideologie.
La disobbedienza al Santo Padre è gravissima e inaccettabile e deve essere corretta, ma altrettanto grave mi sembra la loro mancanza di amore e generosità verso TUTTI i loro fedeli.

mariateresa ha detto...

sono d'accordo in toto con Luisa.Questo atteggiamento non si ritorce contro il Santo Padre, ma contro i fedeli giudicati come esseri inferiori da rieducare.Sono d'accordo con Agnoli, c'è del razzismo in questo.

euge ha detto...

Cara Luisa hai ragione. Io per prima soffro come fedele non solo per questo atteggiamento che io definirei senza dubbio razzista nei confronti di chiede il rito tridentino di certi sacerdoti, vescovi e cardinali che dovrebbero dare tutt'altro esempio ma, soffro da fedele per l'ostinata, sotterranea, deprecabile ed assurda disobbedienza nei confronti del Santo Padre che come tu hai ben detto, si è rivolto ai vescovi ai cardinale ed a tutti coloro a cui era indirizzato il Motu Proprio con una limpidezza, generosità e mitezza disarmanti ed invece viene ripagato da una durezza di cuore ed una ristrettezza di mente senza precedenti nella storia.
Cara Luisa oggi più che mai la chiesa dovrebbe stringersi intorno a colui che con tanto amore, sapienza e pazienza è stato chiamato a governarla ed invece si assiste per motivi ideologici e per partiti presi a questo scempio che ha dell'inverosimile e che non è più tollerabile

gemma ha detto...

come se la passano queste diocesi in termini di fedeli che seguono i loro pastori? La teoria è un conto, la pratica un'altra e si può teorizzare finchè si vuole, ma se non si ha un sèguito, forse è il caso di ascoltare anche i"picchiati" (quanta supponenza nel rapportarsi a chi la pensa in maniera diversa, se non è di altro credo religioso)
Mi dispiace che un vescovo si rattristi così tanto per una saltuaria liturgia in latino che rallegra qualcun'altro, con tutti i drammi dell'umanità e le difficoltà che tanti cristiani incontrano a professare la propria fede in altri paesi del mondo
Lo vorrei proprio, che il giorno più brutto della mia vita si esaurisse in una messa celebtata col rito antico. Ci metterei la firma
A volte preferirei essere una pecora senza pastore

mariateresa ha detto...

Come hai ragione, Gemma.
Quando penso alle parole del Santo Padre nella lettera di accompagnamento al MP: "accoglieteli amorevolmente" ha detto.E si deve vedere che 30persone nella diocesi Caserta vanno a richiedere la messa, un prete si organizza per accoglierli e un vescovo, sì, Monsignor Nogaro, mi dispiace tanto ricordarlo, dice "No".
Non vuole che "mugugnino" in latino , dice lui.
Ma cosa c'entra questo con il Concilio? Chi è lui per dire no?
E chi sarebbe lui senza la Chiesa, guidata dal Santo Padre?
Questo è stato l'episodio più triste di quelli che ho letto.
Quanta supponenza.

Anonimo ha detto...

Ubi charitas est vera ibi Missa est !
Grazie alla Divina Provvidenza e all'amore reciproco, che si evidenzia attorno all'unico Altare di Cristo germoglierà, nella maniera più "normalmente ecclesiale", la celebrazione della Messa antica, secondo lo spirito del Motu Proprio "Summorum Pontificum" in una Parrocchia cittadina, estesa a tutta la Città e Vicaria in una Città del centro Italia.
Tutti i fedeli della Città e della Vicaria saranno avvisati dai loro Parroci della celebrazione nella chiesa parrocchiale (che forse diventerà circuitante).
Celebreranno a turno tre Parroci della Città.
Le "classi" dei tre Parroci sono :
- '41;
- '50:
- '68 (il più giovane che studierà il rito che non ha mai conosciuto).
La perfetta concordia in sacris del Collegio dei Parroci e la serena e sorridente benedizione del devoto, Vescovo sono il fiore all'occhiello della celebrazione secondo lo spirito del Motu Proprio di cui daremo dettagliate informazioni non appena sarà redatto il calendario generale delle celebrazioni.
Sono sicuro che la Madonna Santissima e i nostri Santi Protettori sorrideranno dal cielo per questo gesto ecclesiale che denota un amore ed una concordia che viene solo dalla stessa comunione di fede.
Ringraziamo Dio e il Santo Padre Benedetto XVI per questo importante dono che aumenterà ancor più l'amore e l'affetto per l'unica Chiesa di Cristo nello spirito dell'ermeneutica della continuità.

Anonimo ha detto...

Vorrei a questo proposito citare un recente commento di Luigi accattoli estrapolato da suo blog. Mi sembra molto equilibrato e corretto. Mi stupisco che anche tanti vescovi si oppongano a ciò, senza preoccuparsi, come sta facendo il Papa, ad andare ad accogliere qualle poche pecorelle che per via del rito a loro molto caro vengono guardate con sospetto. Secondo me i vescovi si oppongono al Motu Proprio in quanto stanno ad ascoltare le varie polemiche dei giornali. Invece di opporsi perchè non cercare di unire?

Do la parola ad Accattoli: "Sarà l’anima larga del giornalista, ma non riesco a prendere sul serio i musi lunghi di tanti sul Motu proprio a favore della messa tridentina e la smodata esultanza di altri per quello stesso atto papale. Lasciamo stare le polemiche marginali tra chi vuole il sacerdote di faccia e chi di spalle e guardiamo a ciò che conta: che donne e uomini di innocente sentire possano lodare Dio nella lingua e con i gesti in cui meglio si ritrovano. E guardiamo al grande cuore di un papa che permette questo ampliamento. Agli amici spaventati dal Motu proprio, monaci di Camaldoli, vescovi vari, curiali sconvolti: che vantaggio abbiamo a interpretare un ampliamento per una restrizione? Agli altri amici che non finiscono di esultare per il Motu proprio: non dimenticate che il Vaticano II ha riconosciuto la necessità di rivedere i riti, ampliare le letture bibliche, ristabilire la preghiera dei fedeli e la concelebrazione, offrire un’ampia scelta di orazioni. Se avete in odio tutto ciò, vuol dire che il vostro attaccamento alla tradizione ha qualcosa di inceppato. Se invece apprezzate quelle novità e solo volete mantenervi fedeli a ciò che fu di tutti, allora sono con voi. Non cercherò la vecchia messa, ma se mi troverò ad assistervi l’amerò quanto l’altra – con in più l’emozione di ritrovare quanto mi fu un tempo familiare."

Spero che prima della pubblicazione del documento di spiegazione il Papa voglia di nuovo ascoltare i cardinali al Concistoro e forse ci sarà da discutere anche con i vescovi nel prossimo sinodo in modo tale che finiscano queste assurde polemiche che mettono in difficoltà i fedeli. Lasciamo tutto ciò nelle mani di Dio e nell'equilibrio del nostro grande Papa Benedetto.

Buona domenica a tutti, Marco.

Anonimo ha detto...

Grazie dell'informazione! E' un esempio di armonia fra vescovo e parroci, fra parroci e fedele e fra fedeli e vescovo.
Teneteci informati sull'esperienza :-)

gemma ha detto...

sarebbe bello se chi ha avuto modo di partecipare recentemente ad una di queste celebrazioni ce ne parlasse. Personalmente, appena possibile cercherò di farlo. Non sono nostalgica e non ho mai assistito a celebrazioni col rito antico ma non ho pregiudizi
Se chi mi ha insegnato i fondamenti della fede, come mia nonna, pregava in quel modo, senza essere nè bigotta nè integralista, parteciparvi almeno una volta, sarà un'occasione in più per pregare insieme a lei.

Luisa ha detto...

Io sono cresciuta con il rito tridentino,con lui ho fatto la mia prima comunione.
La chiesa era sempre piena, ognuno con il proprio messale, seguiva attentamente la Messa, a lato del latino c`era la traduzione, le preghiere in latino erano recitate, non mugugnate da picchiati del latino.
Forse c`erano degli errori, forse non tutti capivano,ma potevano sempre guardare a lato la traduzione....del resto quando vedo "i picchiati" di religioni o filosofie orientali recitare mantra oscuri ma molto concentrati....mi domando chissà perchè lì nessuno ci vede un problema..il problema è sempre e solo il latino nella Chiesa cattolica romana( il che del resto è falso perchè la messa di Paolo VI è in latino) .
Detto ciò penso che le sciatterie possono esistere anche nel rito tridentino,ma la partecipazione è reale, sono sempre impressionata quando vado nella mia città nella cripta oscura che il vescovo ha generosamente messo a disposizione dei fedeli al rito tridentino... vedo persone di ogni età, famiglie con bambini, tutti con il loro messale, sento una fede viva, partecipata, intensa.
La resistenza al Motu Proprio da parte di certi vescovi la si può solo capire se li vediamo come "dei picchiati" dello spirito del CV II , come persone che pensano seriamente che una nuova Chiesa è nata dopo il Concilio, tutte le loro prese di posizione ne sono la naturale conseguenza.

Anonimo ha detto...

Avevo scritto un post che non è stato pubblicato, forse per mio errore, lo ripeto qui di seguito (chiedo scusa se magari verrà stampato tra poco insieme a questo...)

Vorrei a questo proposito citare un recente commento di Luigi accattoli estrapolato da suo blog. Mi sembra molto equilibrato e corretto. Mi stupisco che anche tanti vescovi si oppongano a ciò, senza preoccuparsi, come sta facendo il Papa, ad andare ad accogliere qualle poche pecorelle che per via del rito a loro molto caro vengono guardate con sospetto. Secondo me i vescovi si oppongono al Motu Proprio in quanto stanno ad ascoltare le varie polemiche dei giornali. Invece di opporsi perchè non cercare di unire?

Do la parola ad Accattoli: "Sarà l’anima larga del giornalista, ma non riesco a prendere sul serio i musi lunghi di tanti sul Motu proprio a favore della messa tridentina e la smodata esultanza di altri per quello stesso atto papale. Lasciamo stare le polemiche marginali tra chi vuole il sacerdote di faccia e chi di spalle e guardiamo a ciò che conta: che donne e uomini di innocente sentire possano lodare Dio nella lingua e con i gesti in cui meglio si ritrovano. E guardiamo al grande cuore di un papa che permette questo ampliamento. Agli amici spaventati dal Motu proprio, monaci di Camaldoli, vescovi vari, curiali sconvolti: che vantaggio abbiamo a interpretare un ampliamento per una restrizione? Agli altri amici che non finiscono di esultare per il Motu proprio: non dimenticate che il Vaticano II ha riconosciuto la necessità di rivedere i riti, ampliare le letture bibliche, ristabilire la preghiera dei fedeli e la concelebrazione, offrire un’ampia scelta di orazioni. Se avete in odio tutto ciò, vuol dire che il vostro attaccamento alla tradizione ha qualcosa di inceppato. Se invece apprezzate quelle novità e solo volete mantenervi fedeli a ciò che fu di tutti, allora sono con voi. Non cercherò la vecchia messa, ma se mi troverò ad assistervi l’amerò quanto l’altra – con in più l’emozione di ritrovare quanto mi fu un tempo familiare."

Spero che prima della pubblicazione del documento di spiegazione il Papa voglia di nuovo ascoltare i cardinali al Concistoro e forse ci sarà da discutere anche con i vescovi nel prossimo sinodo in modo tale che finiscano queste assurde polemiche che mettono in difficoltà i fedeli. Lasciamo tutto ciò nelle mani di Dio e nell'equilibrio del nostro grande Papa Benedetto.

Buona domenica a tutti, Marco.

Anonimo ha detto...

Grazie, caro Marco :-)

gemma ha detto...

d'accordissimo con Accattoli
Questo è anche il mio modo di vedere e se non è giusto inveire a priori contro chi ama la tradizione, è giusto ricordare che in questa decisione non vi è nessun intento di negazione del Concilio, che pertanto va come sempre rispettato e accettato

Gianpaolo1951 ha detto...

Su cortese invito del parroco, oggi - per lasciar maggior spazio agli oltre 70 cresimandi con al seguito parenti e amici - sono andato a messa in un’altra chiesa poco distante di stile moderno. Come sono entrato e ho visto sul lato sinistro una mini batteria con bonghi e sonagli, un organetto e tre chitarre di cui una elettrica, d’istinto volevo subito uscire…, poi mi son detto, ma sì per una volta abbandoniamo i falsi pregiudizi, armiamoci di buona volontà che magari l’apparenza inganna…!
Dopo tanti preparativi da parte di questi pseudo orchestrali, il sacerdote sulle note fracassone di “andiamo alla festa” - una canzoncina a me sconosciuta - ha fatto il suo ingresso accompagnato da tre chierichetti, due femminucce e un maschietto. Tralascio dal descrivere i tanti gesti stile santone del prete e le mossettine delle chierichette coinvolte da questa musica da discoteca, per arrivare al fatidico “scambiatevi un segno di pace”, momento in cui il celebrante ha invitato tutti i bambini presenti a radunarsi davanti all’altare e a portare tale segno a tutta la comunità presente in chiesa. A questo punto è nata una tale confusione di bambini che andavano avanti e indietro da tutte le parti da lasciarmi quasi stordito, ma la cosa che più mi ha allibito, è stata la gran soddisfazione che traspariva dal volto del sacerdote, fiero di quella sorta di innocente baraonda. Non so ancora se tornare a messa questa sera nella mia chiesa stile romanico, ma di una cosa sono più che certo: non metterò mai più piede in quella parrocchia!!!

brustef1 ha detto...

Brandolini si limita a rattristarsi (avrà problemi personali), Poletto e altri minacciano e insultano, altri ancora mostrano tutta la loro ipocrisia clericale ancien régime : mi sembra che grazie al motu proprio venga fuori la vera natura di certi vescovi, Summorum Pontificum è estremamente utile anche per questo

brustef1 ha detto...

Anch'io ho assistito a sconcertanti battesimi collettivi simili a talk-show, con celebranti in dolcevita e microfono in mano che ponevano domande senza senso ai genitori e ai padrini dei piccoli malcapitati, attorniati da chierichette aspiranti veline che si muovevano a tempo di musica. Comunque bisogna capirli, sono i preti picchiati dell'italiano, come il cardinal Poletto

Anonimo ha detto...

Concordo. Il Motu Proprio sta facendo come una cartina al tornasole per capire la natura profonda dell'obbedienza e della fede di tanti vescovi....

Anonimo ha detto...

Concordo. Il Motu Proprio sta facendo come una cartina al tornasole per capire la natura profonda dell'obbedienza e della fede di tanti vescovi....

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente

Anonimo ha detto...

Messa in latino, il Cardinale Poletto smentisce di aver criticato il Santo Padre

CITTA’ DEL VATICANO - L'Arcivescovo di Torino, Cardinale Severino Poletto, non ha mai polemizzato contro il ''motu proprio'' di Papa Benedetto XVI che ha liberalizzato la Messa in latino. A precisarlo e' una nota dell' Arcidiocesi a proposito di informazioni riportate da un sito internet (www.unavox.it) e riprese dal quotidiano ''La Stampa''. Il sito, che e' stato creato da elementi cattolici tradizionalisti, sosteneva che il Cardinale di Torino (nella foto con Benedetto XVI) avrebbe messo in guardia dall'uso del latino durante un incontro con giovani preti della diocesi, pronunciando anche parole come ''stravaganza personale'' a proposito di chi vuole celebrare la Messa secondo l'antico rito di San Pio V. ''Sono informazioni - dice la Curia - che non corrispondono in alcun modo a verita'. Si tratta di notizie false e calunniose diffuse da siti internet notoriamente di parte''. ''L'Arcivescovo - prosegue la nota - ha illustrato gli orientamenti pastorali che il Santo Padre Benedetto XVI con il Motu proprio ''Summorum Pontificum'' ha dato a riguardo del rito della Santa Messa e lo ha fatto con il massimo affetto e rispetto per la persona del Papa e in totale comunione con il suo magistero, e, naturalmente, senza mai pronunciare le parole assurde e ingiuriose che gli sono state attribuite''. Il Cardinal Poletto, dice ancora la Curia ha anzi ''ricordato, come elemento positivo, che a Torino la messa secondo il rito di San Pio V viene regolarmente celebrata ogni domenica e da molti anni nella chiesa della Misericordia, secondo le indicazioni dell'Indulto stabilito, a suo tempo, da Giovanni Paolo II''.

brustef1 ha detto...

Se Poletto ritratta ritiro anch'io le mie critiche nei suoi (ma solo nei suoi) confronti. D'altra parte le messe della Misericordia sono sempre affollatissime e mi sembrava strano che il cardinale ingiuriasse così un buon numero di fedeli

euge ha detto...

Caro Giampaolo io ho assistito neanche una settimana fa invece proprio nella mia parrocchia ad un battesimo che tutto sembrava meno che un battesimo........... La chiesa era totalmente al buio salvo il fonte battesimale ( faccio notare che era di pomeriggio ed il tempo era nuvoloso quindi in chiesa non passava neanche un raggio di sole )niente messa, quindi niente eucarestia....... nessun canto ma, solo da parte del parroco, di volta in volta la spiegazione quasi tecnica e neanche tanto spirituale, di ciò che stava accadendo. Non c'erano chirichetti ma, solo una signora in giacca di pelle che poteva essere benissimo una di noi, che passava il crisma la candela bianca ed infine la camiciola anchessa bianca al parroco. Tutto si è svolto nell'arco forse di 20 minuti non di più con una lettura ed una ultraridotta omelia. Questo è quello che succede nella mia parrocchia in compenso tra pochi giorni saranno inaugurate delle vetrate artistiche e qui è il colmo dell'ipocrisia, per ricordare la dedicazione della parrocchia stessa da parte di Sua Santità..................... Sicuramente, il tutto avverrà condito con canti, maracas, bonghi, chitarre e sicuramente le canzoni scelte saranno simili a quella che tu caro Giampaolo, ti sei dovuto sorbire................
Speriamo che presto si torni alle vere celebrazioni e si smetta presto di scambiare una messa o una qualsiasi cerimonia con il Festivalbar.
Eugenia

Anonimo ha detto...

Dal sito della Diocesi di Chieti-Vasto:

Comunicato della Curia Arcivescovile di Chieti-Vasto

Nell’articolo di Marco Tosatti su La Stampa di Domenica 18 Novembre 2007 (pagina 8) si riferisce di una “surreale” telefonata della “Curia arcivescovile di Chieti” a un non meglio precisato “sito religioso ligure” in merito alla pubblicazione del Motu Proprio “Summorum Pontificum” sullo stesso sito. In proposito, si smentisce categoricamente ogni iniziativa di tal genere da parte della nostra Curia. Tanto si comunica con preghiera di pubblicazione sul quotidiano interessato per il rispetto dovuto alla verità dei fatti.

Chieti 19 Novembre 2007
Mons. Camillo Cibotti, Vicario Generale

Anonimo ha detto...

Grazie di avere riportato il comunicato :-)
Lo metto subito nel blog principale.