19 novembre 2007
Il cardinale Poletto smentisce di avere pronunciato frasi ingiuriose contro i fedeli che assistono alla Messa tridentina
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Polemiche sul Motu proprio. Il cardinale Poletto non ci sta
di Mattia Bianchi
Sabotaggio contro la liberalizzazione del rito tridentino? A sostenerlo è La Stampa, uscita ieri con un'inchiesta sulla materia che ha chiamato in causa anche l'arcivescovo di Torino. In serata, la smentita della Curia.
Sabotaggio contro la liberalizzazione del rito tridentino?
A sostenerlo è La Stampa, uscita ieri con un'inchiesta sulla materia che ha fatto discutere e si è attirata anche delle smentite, come quella dell'arcivescovo di Torino, Severino Poletto. Il cardinale era stato accusato di aver messo in guardia il proprio clero dal celebrare la messa nella forma straordinaria del rito latino. "La liturgia non può essere una stravaganza personale", avrebbe riferito il porporato secondo quanto emerge dal sito 'Una vox'.
Una versione che ha suscitato la reazione sdegnata della curia, che ha precisato che l'arcivescovo non ha mai polemizzato contro il ''motu proprio''.
''Sono informazioni - dice la Curia - che non corrispondono in alcun modo a verità. Si tratta di notizie false e calunniose diffuse da siti internet notoriamente di parte''.
''L'arcivescovo - prosegue la nota - ha illustrato gli orientamenti pastorali che il Santo Padre Benedetto XVI con il Motu proprio ''Summorum Pontificum'' ha dato a riguardo del rito della Santa Messa e lo ha fatto con il massimo affetto e rispetto per la persona del Papa e in totale comunione con il suo magistero, e, naturalmente, senza mai pronunciare le parole assurde e ingiuriose che gli sono state attribuite''.
Il cardinal Poletto, dice ancora la Curia, ha anzi ''ricordato, come elemento positivo, che a Torino la messa secondo il rito di San Pio V viene regolarmente celebrata ogni domenica e da molti anni nella chiesa della Misericordia, secondo le indicazioni dell'Indulto stabilito, a suo tempo, da Giovanni Paolo II''.
L'articolo de La Stampa ha puntato il dito anche contro altre realtà. A Palermo, l'arcivescovo Paolo Romeo, avrebbe avuto delle consultazioni riservate con alcuni colleghi della Conferenza episcopale siciliana per vedere se fosse possibile una qualche azione in modo da frenare l'applicazione dl Motu proprio. A Milano, la diocesi si era trincerata dietro la diversità di rito (ambrosiano), per annunciare che il Motu proprio non sarà applicato nei territori dove vige la liturgia ambrosiana. Altra voce contraria quella del vescovo di Alba, monsignor Sebastiano Dho, che sul settimanale paolino 'Vita pastorale' si diceva perplesso sulla possibilità di seguire la liturgia tridentina non solo nella messa ma anche nei sacramenti. Tra i delusi anche monsignor Brandolini: 'Sto vivendo il momento più triste della mia vita di prete e di uomo'".
© Copyright Korazym, 19 novembre 2007
Apprendiamo con piacere che il cardinale Poletto ha deciso di smentire di avere pronunciato frasi gravemente offensive verso i fedeli della sua diocesi, che assistono alla Messa secondo il rito tridentino.
Mi stupisce, pero', un particolare nel comunicato della curia: si fa riferimento all'indulto di Giovanni Paolo II (che prevedeva la possibilita' per un gruppo stabile di fedeli di chiedere la celebrazione secondo il rito di San Pio V PREVIA AUTORIZZAZIONE DEL VESCOVO).
Ricordiamo rispettosamente che il motu proprio Summorum Pontificum non solo ha superato ma ha anche abrogato espressamente TUTTE le disposizioni precedenti in materia (art. 12 Summorum Pontificum).
Quando si parla di Messa tridentina, quindi, si dovrebbe fare riferimento al motu proprio di Benedetto XVI e non all'indulto di Giovanni Paolo II, anche se, a suo tempo, le celebrazioni delle Sante Messe furono concesse sulla base di quest'ultimo documento.
La precisazione e' necessaria perche' il provvedimento di Papa Benedetto non prevede l'autorizzazione del vescovo, l'indulto di Papa Wojtyla, al contrario, la presupponeva.
Con tristezza constatiamo il silenzio delle curia di Palermo e la solita indifferenza di quella milanese.
Raffaella
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8 commenti:
dal blog di Marco Tosatti: http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=196&ID_articolo=23&ID_sezione=396&sezione=
18/11/2007
"Vecchia" Messa, ancora polemiche
LA DIOCESI DI TORINO SMENTISCE, UNAVOX CONFERMA LE INDISCREZIONI
Ancora sulla messa di san Pio V.
Dalla diocesi di Torino abbiamo ricevuto questo comunicato: “In merito a quanto riportato da «La Stampa» di domenica 18 novembre («Vescovi in rivolta “Non vogliamo messe in latino”», pagina 8) questo Ufficio smentisce che corrispondano in alcun modo a verità le informazioni riportate e tratte dal sito «www.unavox.it». L’Arcivescovo di Torino card. Severino Poletto, parlando ai preti dei primi dieci anni di ordinazione, ha illustrato gli orientamenti pastorali che il Santo Padre Benedetto XVI con il Motu Proprio “Summorum Pontificum” ha dato a riguardo del rito della Santa Messa e lo ha fatto con il massimo affetto e rispetto per la persona del Papa e in totale comunione con il suo Magistero, e, naturalmente, senza mai pronunciare le parole assurde e ingiuriose che gli sono state attribuite. Ha inoltre ricordato, come elemento positivo, che a Torino la Messa secondo il rito di S. Pio V viene regolarmente celebrata ogni domenica e da molti anni nella chiesa della Misericordia, secondo le indicazioni dell’Indulto stabilito, a suo tempo, da Giovanni Paolo II. Siamo profondamente dispiaciuti che vengano riprese e pubblicate senza alcuna verifica notizie false e calunniose diffuse da siti internet notoriamente di parte. Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Torino, domenica 18 novembre 2007”. Abbiamo chiesto a Unavox una precisazione, che ci è stata così fornita per iscritto: “Caro Dott. Tosatti, Le confermo che l'informazione ci è stata fornita da un sacerdote presente alla riunione, di concerto con altri suoi confratelli. Per quanto riguarda le smentita, posso ricordare che la Curia Arcivescovile non è nuova a prese di posizioni del genere. Sono convinti che basta dare dei bugiardi per essere credibili. Credo che anche Lei abbia notato, nella penultima frase, lo stile biasimevole di ammantarsi con meriti non propri. Se fosse dipeso solo dal Card. Poletto la S. Messa alla Misericordia sarebbe stata annullata. Lo sanno tutti in Curia. Non rispondiamo neanche alle accuse di falsità e di calunnia, aspettiamo che il Cardinale ci quereli. Molto cordialmente C. Cammarata”.
e che poteva dire poletto? ammettere che quelle parole erano vere?
io credo a unavox,non so voi.
potenza di internet:i cardinali non possono più fare il bello e il cattivo tempo nelle diocesi.
complimenti per il lavoro.
Io invece non credo ad un sito fazioso come quello di "unavox", ma alla Curia. Mi sembra ora di dire: basta con le diffamazioni nei confronti dei vescovi da parte di chi ha disobbedito a Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Mah...l`intervento di Raffaele non lo capisco e voi?
Dov`è la disobbedienza ? Chi ha disobbedito?
Chi sta disobbedendo a Benedetto XVI ?
E chi ha disobbedito ancor prima a Giovanni Paolo II ?
Hanno disobbedito a Paolo VI e Giovanni Paolo II i lefebvriani e anche quei tradizionalisti che hanno diffamato la liturgia di Paolo VI sul loro sito (basta guardare il sito di unavox per capire: ci sono attacchi continui al Concilio, agli ultimi papi e a tanti vescovi). Io rifiuto di seguire questi pretesi "maestri" che stanno montando una campagna di intimidazione contro i vescovi giudicati troppo "tiepidi" nei confronti della liturgia di san Pio V.
Una vox rappresenta chi è restato fedele alla tradizione, alla messa tridentina, e al Papa, non hanno cessato di lottare contro gli abusi e le derive reali nella liturgia ma non solo. Attaccano certo lo spirito del Concilio in virtù del quale questi abusi sono stati commessi.
E non c`è nessuna campagna di intimidazione ma una denuncia di quei vescovi che stanno loro effettivamente portando in avanti una campagna se non di intimazione ,di scoraggiamento verso chi vorrebe ritrovare la messa tridentina.
Non si tratta di essere più o meno tiepidi verso il rito tridentino,si tratta di obbedire al Santo Padre.
Aggiungo che vorrei credere il cardinale Poletto, ma chiaramente nessun sacerdote oserà parlare per dire ..."sono io quello che ha riportato le frasi a unavox."...nessuno oserà andare contro il cardinale e questo Poletto lo sa. Dunque anche se vorrei crederlo in me il dubbio sussiste.
Egregio Raffaele, la differenza è questa: Benedetto XVI LIBERALIZZA, e questo verbo la dice tutta, altri si ribellano a un Magistero LIBERALE e PROIBISCONO, con astio, imposizioni dirette o sotterfugi. Disobbedire a chi LIBERALIZZA mi sembra il massimo dell'autoritarismo.
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