24 novembre 2007

Concistoro 2007: il commento di Andrea Tornielli (il migliore di quelli letti finora!)


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Il Papa firmerà l'enciclica "Spe Salvi" il 30 novembre, giorno di Sant'Andrea: un chiaro omaggio al mondo ortodosso (Pinna per "Gazzetta del sud")

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IL RIAVVICINAMENTO FRA CATTOLICI E ORTODOSSI

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L'ENCICLICA "SPE SALVI": LO SPECIALE DEL BLOG

Il Vaticano si allarga: "promossi" 23 cardinali

di Andrea Tornielli

Questa mattina in San Pietro Benedetto XVI creerà 23 nuovi cardinali, tra i quali c’è il presidente della Cei Bagnasco. E ieri, com’è ormai tradizione, il Papa ha voluto discutere con tutti i porporati su alcuni temi d’attualità della vita della Chiesa. L’argomento del dibattito, avvenuto a porte chiuse, è stato il dialogo ecumenico con i cristiani delle altre confessioni. È emersa la volontà di collaborare con gli altri cristiani per difendere la vita e la famiglia, e cercare di arginare il secolarismo.
Ieri mattina ha aperto i lavori una relazione del cardinale Walter Kasper, dedicata agli sviluppi e ai problemi del cammino ecumenico con gli ortodossi, i protestanti e i pentecostali. Kasper ha spiegato che questo cammino non è una «scelta opzionale, ma un sacro obbligo», pur non essendo l’unità dei cristiani a portata di mano. Ha spiegato che in questi anni non si sono cercati compromessi ma si è ritrovata la fraternità fra cristiani di confessioni diverse: mentre prima non ci si intendeva, oggi incontri e dialogo sono all’ordine del giorno. «Non dobbiamo offendere la sensibilità degli altri o discreditarli», ha detto. «Non dobbiamo puntare il dito su ciò che i nostri interlocutori ecumenici non sono e su ciò che essi non hanno. Piuttosto dobbiamo dare testimonianza della ricchezza e della bellezza della nostra fede in modo positivo e accogliente. Dagli altri ci aspettiamo lo stesso atteggiamento». Il cardinale, che ha accennato ai positivi progressi con gli ortodossi e al loro riconoscimento del ruolo della sede di Roma, ha ricordato che «sarebbe utile» un incontro «tra il Papa e il patriarca di Mosca».
Più difficile il dialogo con i protestanti, per diversità spesso profonde riguardanti l’etica. Gli interventi della mattinata sono stati 17. Alcuni porporati, tra i quali Martino, Sepe e McCarrick hanno insistito sulla necessità di un ecumenismo «pratico» di tipo sociale, collaborando con le altre confessioni nelle iniziative di carità.
Il Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede Levada ha toccato il tema della «sussistenza della Chiesa di Cristo nella Chiesa cattolica», affermazione conciliare ribadita da una Nota nel luglio scorso, lamentandosi per il fraintendimento del documento operato dai media.

Mentre il cardinale spagnolo Herranz ha proposto di coinvolgere il Sinodo dei vescovi nel dialogo con gli ortodossi. L’inglese Murphy O’Connor ha riproposto un’idea da lui già avanzata in passato e cioè la convocazione di un incontro di tutte le confessioni cristiane: il Papa ha risposto dicendo di considerarla una buona idea, già propostagli anche dal cardinale Martini, ma che finora non si è potuta realizzare non per responsabilità dei cattolici.

Nel pomeriggio sono intervenuti 15 porporati. Il tema della famiglia e della battaglia comune contro la secolarizzazione – discorso al quale sono sensibili soprattutto gli ortodossi russi, poco propensi invece al dialogo su temi teologici – è stato introdotto da due cardinali dell’Est, Backis e Pujatas, mentre Dziwisz, l’antico segretario di Papa Wojtyla, ha parlato dell’ecumenismo «affettivo» che diventa «effettivo».

Schoenborn, invece, ha parlato del dialogo specifico con gli ebrei cosiddetti «messianici». Il tema dell’islam è stato toccato da Tauran – che ha assicurato una risposta della Santa Sede al documento dei 138 teologi musulmani recentemente inviato a Roma – mentre Zen ha accennato alla situazione della Chiesa in Cina affermando che le comunità clandestina e ufficiale «non si combattono più». Bertone, infine, ha parlato dei cambiamenti all’Osservatore Romano, «giornale di idee».
Il Papa ha concluso i lavori ringraziando per la «sinfonia di cattolicità» emersa dall’incontro e ha rilanciato l’impegno comune delle Chiese contro il secolarismo, spiegando che il coraggio di annunciare il Vangelo non va confuso con il proselitismo, perché la fede si propone e non si impone.

© Copyright Il Giornale, 24 novembre 2007


Il patriarca iracheno diventa porporato

di Redazione

Oggi in Vaticano c’è anche Emmanuel III Delly, patriarca di Bagdad dei Caldei. Pronto a ricevere la berretta cardinalizia dalle mani di Benedetto XVI. Un evento carico di significato simbolico che - ha spiegato ieri lo stesso Delly - vuole essere, nelle intenzioni del Papa, un gesto d’amore che lanci un messaggio di pace e riconciliazione a tutto il popolo iracheno senza distinzione tra sunniti, sciiti, curdi e cristiani.

Delly ha compiuto 80 anni lo scorso 6 ottobre e quindi è cardinale non elettore. Ieri, durante la riunione pre-concistoro, il Papa gli ha espresso «grande gioia» nel conoscerlo e gli ha ricordato che la sua elevazione a cardinale è «un segnale di riconciliazione tra i popoli e in particolare tra i cristiani e tutti i musulmani. Perché l’Irak è un caro paese».

Il patriarca di Bagdad ha ringraziato il Pontefice «perché la dignità di cardinale che il Santo Padre mi ha concesso non è data alla mia povera persona, ma a tutti gli iracheni, sia quelli che ancora vivono nel Paese sia quelli emigrati». Il neocardinale ha parlato poi del suo grande amore per l’Irak, «Paese che servirò con tutta la mia forza e fino all’ultima goccia del mio sangue, ma senza distinzione tra i cristiani e gli altri iracheni. A volte i cristiani soffrono di più, ma se una vettura salta in aria per una bomba ammazza tutti, non solo i cristiani». Sulla situazione della sofferente e decimata comunità cristiana irachena, esposta a un inarrestabile esodo dalla guerra, Delly ha gettato qualche spiraglio di luce. «Molte famiglie cristiane stanno tornando alle loro case e molte chiese, attaccate e distrutte nel periodo più buio della persecuzione, cominciano ora ad essere ricostruite».

© Copyright Il Giornale, 24 novembre 2007

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