6 aprile 2008

Il Papa al Regina Caeli:come per i discepoli di Emmaus, la fede va irrobustita ogni giorno non con parole umane ma con la Parola di Dio e l’Eucaristia


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Benedetto XVI al Regina Caeli: come per i discepoli di Emmaus, la fede va irrobustita ogni giorno non con parole umane ma con la Parola di Dio e l’Eucaristia

Riscoprire in Gesù il “compagno di viaggio” della propria esistenza, l’unico che sa riaccendere nel cuore “il calore della fede e della speranza”, spento talvolta dalle “esperienze negative della vita”. E’ l’insegnamento che Benedetto XVI ha tratto dal Vangelo dei discepoli di Emmaus, proclamato oggi dalla liturgia della terza domenica di Pasqua. Il Papa ne ha parlato alla preghiera del Regina Caeli in Piazza San Pietro, salutando al termine i partecipanti al primo Congresso apostolico della Misericordia. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Le vicende dure della vita possono mettere a dura prova anche la fede più solida, che può entrare in crisi e indurre in chi patisce questo stato di cose un senso di tradimento da parte di Dio. Può accadere a duemila anni distanza dalla Risurrezione di Cristo così come a poche ore da quell’evento. I discepoli di Emmaus che tornano sconsolati al proprio villaggio, dopo aver assistito alla morte di Gesù ma anche dopo aver appreso la notizia della sua Risurrezione che in essi si limita al dato di fatto del “sepolcro vuoto”, sono due uomini delusi, che vedono in Gesù di Nazaret che un grande profeta costretto al fallimento. “Noi speravamo”, dicono a quello straniero che gli si è affiancato e che non hanno riconosciuto. E quel “verbo al passato - ha commentato il Papa - dice tutto”:

“Chi non ha sperimentato nella vita un momento come questo? A volte la stessa fede entra in crisi, a causa di esperienze negative che ci fanno sentire abbandonati e traditi anche dal Signore. La strada per Emmaus diventa allora la via di una purificazione e maturazione del nostro credere in Dio: l’incontro con Cristo Risorto ci dona una fede più profonda e autentica, temprata, per così dire, attraverso il fuoco dell’evento pasquale; una fede robusta perché si nutre non di idee umane, ma della Parola di Dio e dell’Eucaristia”.

La località di Emmaus, aveva osservato poco prima Benedetto XVI, “non è stata identificata con certezza”. Vi sono diverse ipotesi, e questo - ha soggiunto - “non è privo di una sua suggestione, perché ci lascia pensare che Emmaus rappresenti in realtà ogni luogo”:

“La strada che vi conduce è il cammino di ogni cristiano, anzi, di ogni uomo. Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza e spezzare il pane della vita eterna”.

Il Papa ha terminato la riflessione rilevando come nel testo del Vangelo di Emmaus sia celata in realtà la “struttura” della Messa, con l’ascolto della Parola cui segue la liturgia eucaristica. E subito dopo la recita della pregheira della Regina Caeli, Benedetto XVI ha rivolto questo saluto ai partecipanti al primo Congresso della Divina Misericordia, concluso stamattina:

“Ringrazio gli organizzatori, in particolare il Vicariato di Roma, e a tutti i partecipanti rivolgo il mio cordiale saluto, che diventa ora unna consegna: andate e siate testimoni della misericordia di Dio, sorgente di speranza per ogni uomo e per il mondo intero. Il Signore risorto sia sempre con voi!”.

Il Pontefice ha salutato, tra gli altri, i gruppi presenti in Piazza San Pietro in occasione della Giornata dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - “auspico – ha detto il Papa - che l’odierna ricorrenza contribuisca a rinnovare l’impegno di questa importante istituzione per una cultura popolare cattolica” - e i membri del Movimento dei Focolari impegnati come catechisti nelle parrocchie”.

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3 commenti:

Luisa ha detto...

A rischio che mi si dica ancora una volta che sono una papadipendente, papolatra, papafila( questo me lo sono inventata io)....considero le parole che il Santo Padre dice prima della preghiera dell`Angelus o del Regina Caeli, altrettante catechesi, in poche frasi Benedetto XVI ci porta all`interno del Vangelo, lo rende parola viva e vivificante, ci interpella, ci spiega, oggi ci ha spiegato come Emmaus non si sa dove si trovi con esatezza, che dunque possiamo considerarlo come la meta, la via per noi tutti, via di maturazione e purificazione.
E quel speravamo, al passato....
Mi fermo qui, avrei voluto parlare delle omelie che "subisco" troppo sovente ,nelle chiese dove vado...ma mancherei di carità...

mariateresa ha detto...

sì, a volte si ascoltano cose che richiedono forme titaniche di pazienza cristiana. Mi ha colpito anche il parallelo tra l'incontro di Emmaus e la S. Messa con la sua liturgia della parola e l'eucarestia. Eh, averne....

Anonimo ha detto...

Carissime, straordinaria l'omelia e geniale l'intuizione della simbologia del luogo "Emmaus" e l'anticipazione, nel contenuto dell'episodio, della struttuta della Messa. Anch'io preferisco sorvolare sul paragone con l'omelia che ho ascoltato ieri.
Buona giornata