6 aprile 2008
Il Papa: "Divorzio e aborto colpe gravi ma la Chiesa aiuti le persone": i commenti di Galeazzi e Bartoloni
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Divorzio e aborto sono colpe gravi, ma la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza alle persone che ne portano le ferite interiori (Discorso del Santo Padre)
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Il Papa attacca
il divorzio "una colpa grave"
GIACOMO GALEAZZI
CITTA’ DEL VATICANO
Il divorzio e l’aborto sono «colpe gravi che ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio, garante del patto coniugale e autore della vita».
Un netto giudizio etico su divorzio e aborto quello di Benedetto XVI senza impedirgli però di invitare ad «accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna» alle persone che «ne portano le ferite interiori» e cercano «la possibilità di una ripresa».
Una linea, spiegano in Curia, che caratterizza l’intero pontificato, severo, a tratti duro con il peccato, ma sempre misericordioso verso i peccatori.
Il Pontefice stigmatizza le «piaghe» dell’aborto e del divorzio che «tanta sofferenza comportano nella vita delle persone, della famiglia e della società». Scelte basate su «circostanze difficili e drammatiche», che «comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi le compie». E che colpiscono anche vittime innocenti: «Il bambino appena concepito e non ancora nato, i figli coinvolti nella rottura di legami familiari. In tutti lasciano ferite che segnano la vita indelebilmente».
La Chiesa, però, ha «sempre di fronte le persone concrete», compresi gli «uomini e donne» che, avendo compiuto «ingiustizie e peccati», «si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa». L’obiettivo è far sì che «i figli non siano vittime innocenti dei conflitti tra i genitori che divorziano», e «che sia per quanto possibile assicurata la continuità del legame con i loro genitori», e quel «rapporto con le proprie origini familiari e sociali» indispensabile «per una equilibrata crescita psicologica e umana».
Parole «non dissimili da quelle pronunciate in molte altre occasioni», osserva in serata il portavoce papale padre Federico Lombardi, ma che stavolta, accanto a reazioni positive dal Pd e dal Pdl, infiammano le componenti più laiche della sinistra.
Paolo Ferrero, valdese ed esponente di Rifondazione, protesta per la «negazione oscurantista dei diritti civili e di minaccia alla laicità dello Stato», mentre Aurelio Mancuso, presidente dell’Arcigay, denuncia l’«escalation politica» del Vaticano: «Adesso il Papa attacca divorziati e abortisti riportando in auge le gogne dove imprigionare i peccatori ed esporli al pubblico ludibrio della piazza». E il leader socialista, Enrico Boselli rincara la dose: «L’Italia non è l’Iran e Benedetto XVI che non è Khomeini sa bene che nelle famiglie non si può imporre la pace con la forza così come non si può costringere una donna alla maternità».
Il Movimento per la vita interpreta l’intervento del Pontefice come una sollecitazione a cambiare la legge sull’aborto («I tempi sono maturi, è ora di mettere mano alla 194»), mentre l’Associazione dei matrimonialisti condivide il monito sulle sofferenze che colpiscono i figli dei divorziati.
Ieri il Papa ha puntato l’indice anche contro l’eutanasia e la «cultura della morte», il cui avanzare «insidia la stagione della terza età» e ha rilanciato il ruolo dei nonni nella società odierna: «I nonni non vanno emarginati in una sorta di “zona di parcheggio” ma devono tornare ad essere presenza viva e testimoni di unità».
Il segretario di Stato, Tarcisio Bertone li definisce «grande dono per le famiglie, forza rassicurante e sostegno morale sicuro» per trasmettere valori perenni alle nuove generazioni: «L’anziano ricorda che la vita è una parabola, con un inizio, uno svolgimento e una fine, e che la vita per trovare la pienezza deve riferirsi a valori non effimeri e superficiali, ma solidi e profondi».
© Copyright La Stampa, 6 aprile 2008
Il discorso Benedetto XVI difende anche il ruolo dei nonni: mai siano esclusi dalla famiglia
«Divorzio e aborto colpe gravi ma la Chiesa aiuti le persone»
Appello del Papa ai sacerdoti: curate le pene e le ferite interiori Il Pontefice parla di «persone concrete» da assistere pastoralmente ma non da assolvere Così come sono «persone concrete» i figli, «le vittime più deboli e innocenti»
Bruno Bartoloni
CITTA' DEL VATICANO — Benedetto XVI ha chiesto ai sacerdoti di aiutare le vittime del divorzio e dell'aborto perché «nel dibattito, spesso puramente ideologico, si crea nei loro confronti una specie di congiura del silenzio».
«Sono uomini e donne che si trovano talvolta spogliati e feriti, ai margini delle strade che percorriamo, spesso senza che nessuno ascolti il loro grido di aiuto e si accosti alla loro pena, per alleviarla e curarla », ha commentato.
Ma non per questo ha attenuato la condanna senza appello di queste due «piaghe». Ha riaffermato la tradizionale distinzione tra il peccato e i peccatori i quali, «avendo compiuto tali atti si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori anche se cercano la pace e la possibilità di ripresa ». Rimangono insomma per la Chiesa «persone concrete » da assistere pastoralmente ma non da assolvere.
Così come sono «persone concrete» i figli, «le vittime più deboli e innocenti delle ingiustizie e dei peccati». A salvarli, forse, ritiene il Papa, potranno dare un contributo fondamentale i nonni. Benedetto XVI si rivolgeva del resto ai partecipanti ad un congresso promosso dall'istituto Giovanni Paolo II per gli studi su matrimonio e famiglia che ha dedicato gran parte degli ultimi interventi proprio al rilancio della figura del nonno. «Mai, per nessuna ragione, i nonni siano esclusi dall'ambito familiare», ha detto il pontefice: «Sono un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni, soprattutto quando danno testimonianza di fede».
Ma il contributo dei nonni non può sostituire il ruolo dei genitori.
Per questo Benedetto XVI ha lanciato un appello perché «i figli non siano vittime innocenti dei conflitti tra i genitori che divorziano» e che «sia per quanto possibile assicurata la continuità del legame con i loro genitori ed anche quel rapporto con le proprie origini familiari e sociali».
Il Papa ha incoraggiato anche «tutte quelle iniziative sociali e pastorali che sono rivolte alla riconciliazione e alla cura delle persone ferite dal dramma dell'aborto e del divorzio ». Non concede spazi all'ammissione alla comunione dei divorziati risposati, come da anni reclamano i cattolici che si trovano in tale situazione, a volte neppure per loro colpa. Paradossalmente è più facile questa eventualità nel caso di chi si è reso colpevole di un aborto che potrebbe essere stato assoluto dopo un riconosciuto pentimento.
Tutto quello che può fare la Chiesa nei confronti di questi peccatori è «di accostarsi a loro con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo».
«Solo nell'atteggiamento dell'amore misericordioso — ha concluso — ci si può avvicinare per portare soccorso e permettere alle vittime di rialzarsi e riprendere il cammino dell'esistenza».
© Copyright Corriere della sera, 6 aprile 2008
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6 commenti:
ma la smettano i politicanti di mettersi sempre al centro dell'attenzione! Il Papa non ha fatto un comizio sulla pubblica piazza italiana e non ha cercato nessuno per farsi pubblicità sulla carta straccia di partito. Ha parlato in "casa sua "
Se i giornali avessero ignorato questo discorso, come fanno con la maggior parte degli altri, tacendo su tutto ciò su cui non trovano da polemizzare, queste parole avremmo dovuto cercarle sul sito del Vaticano, come sempre.
Leggano il discorso intero e il suo senso prima di commentare e di ingerire continuamente in ciò che il Papa dice ai cattolici che lo vanno a trovare (e non certo a Ferrero e Boselli e ai loro elettori)
cara Gemma, i politici si mettono al centro dell'attenzione da soli perchè se aspettano che li mettano i cittadini, al centro dell'attenzione, aspettano un pezzo. Ho fatto un piccolo sondaggio privato tra amici e parenti. Beh, più della metà non va a votare. Neanche se li portassero all'urna con il baldacchino ci andrebbero.
Capito che aria tira?
E persino in casa mia tira quell'aria. Mia figlia invece che votare andrà a cogliere radicchi.
E non c'è verso di smuoverla.
Cosa devo fare, se io per prima non trovo argomenti attraenti?
"Il Papa attacca
il divorzio "una colpa grave"
questo titolo si commenta da solo e di fronte ad un titolo di questo genere è inutile che poi ci meravigliamo della malainterpretazione da parte dei politici e di chi distrattamente giudica gli altri senza nemmeno ascoltarli.
Il Papa non ha attaccato nessuno ma formulando una notizia in questo modo è inevitabile che la si percepisca come l'enesima accusa alla società da parte del pastore tedesco dal grugno cattivo.
Da parte mia, i giornali ho smesso di comprarli, visto che quel che accade con l'informazione cattolica (e che ho avuto modo di toccare con mano) probabilmente avviene anche per le notizie di altro genere
Da noi si dice" les loups crient et la caravane passe" che darebbe pressapoco" I lupi gridano e la carovana passa".
I lupi gridano ma il Papa ha chiesto a Dio di non fuggire davanti ai lupi, allora lasciamoli gridare e preghiamo per il nostro amato Papa Benedetto.
Hai ragione, Maria Teresa, che ce ne facciamo in Parlamanto di politici cosidetti "cattolici" e che addirittura (inaudito!)spingono la loro faccia tosta fiono a presentare disegni di legge sulle unioni di coppie anche omosessuali?
Ricordo per l'ennesima volta, caro M., che i commenti offensivi vengono cestinati.
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