6 aprile 2008

Il Papa: "Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica". Intervista al card. Hummes (Radio V.)


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Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica: così il Papa alla plenaria del dicastero per la Famiglia. Intervista con il cardinale Claudio Hummes

Valorizzare la presenza dei nonni nelle famiglie: è l’invito di Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla XVIII assemblea plenaria del Pontificio consiglio per la Famiglia, che ha avuto per tema: “I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia”. Il Papa ha rivolto un affettuoso pensiero al cardinale capo dicastero, Alfonso López Trujillo, assente per malattia, augurandogli una pronta guarigione. L’indirizzo di saluto è stato rivolto dal Papa al cardinale Ricardo Vidal, membro del Comitato di presidenza del pontificio consiglio. Il servizio di Alessandro Gisotti:

I nonni sono “un tesoro che non possiamo strappare alle nuove generazioni”: Benedetto XVI invita a ripartire dai nonni per rispondere alla crisi della famiglia. Fondamentale, ha detto, è la loro “robustezza di valori e progetti”, “non si può infatti progettare il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienze significative e di punti di riferimento spirituale e morale”:

“Ritornino i nonni ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società. Per quanto riguarda la famiglia, i nonni continuino ad essere testimoni di unità, di valori fondati sulla fedeltà ad un unico amore che genera la fede e la gioia di vivere”.

Una sfida ancor più urgente, è stato il suo richiamo dinanzi a quei cosiddetti “nuovi modelli di famiglia” ed al “relativismo dilagante” che “hanno indebolito” i valori fondamentali del nucleo familiare. Da più parti, ha rilevato, “sembra purtroppo avanzare la cultura della morte, che insidia anche la stagione della terza età. Con crescente insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili”:

“Oggi, l’evoluzione economica e sociale ha portato profonde trasformazioni nella vita delle famiglie. Gli anziani, tra cui molti nonni, si sono trovati in una sorta di 'zona di parcheggio': alcuni si accorgono di essere un peso in famiglia e preferiscono vivere soli o in case di riposo, con tutte le conseguenze che queste scelte comportano”.

Per questo, è stata la sua esortazione, “la vecchiaia, con i suoi problemi legati anche ai nuovi contesti familiari e sociali a causa dello sviluppo moderno, va valutata con attenzione e sempre alla luce della verità sull’uomo, sulla famiglia e sulla comunità”:

“Occorre unirsi per sconfiggere insieme ogni emarginazione, perché ad essere travolti dalla mentalità individualistica non sono solo loro - i nonni, le nonne, gli anziani - ma tutti. Se i nonni, come spesso e da più parti si dice, costituiscono una preziosa risorsa, occorre mettere in atto scelte coerenti che permettano di valorizzarla al meglio”.

“Occorre sempre reagire con forza a ciò che disumanizza la società”, ha ribadito il Papa. Quindi, ha esortato le comunità parrocchiali e diocesane “a venire incontro alle moderne esigenze degli anziani”. Pensando ai nonni “alla loro testimonianza di amore e di fedeltà alla vita”, ha detto ancora, “vengono in mente le figure bibliche di Abramo e Sara, di Elisabetta e Zaccaria, di Gioacchino e Anna”, tutti costoro “ci ricordano come in ogni età il Signore chiede a ciascuno l’apporto dei propri talenti”.
Benedetto XVI ha, infine, rivolto lo sguardo al VI Incontro Mondiale delle Famiglie, che si celebrerà in Messico nel gennaio del 2009. “Tutte le famiglie cristiane del mondo - ha affermato - guardano a questa nazione ‘sempre fedele’ alla Chiesa, che aprirà le porte a tutte le famiglie del mondo”.

Dunque, con l’udienza del Papa, nella tarda mattinata di oggi, si sono conclusi i lavori dell’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Per una visione di insieme di quanto è stato discusso in questi giorni, Giovanni Peduto ha intervistato il cardinale Claudio Hummes, membro del dicastero della Famiglia, nonché prefetto della Congregazione per il Clero, il quale ha seguito i lavori dell’Assemblea plenaria:

R. - Si tratta di un profilo senz’altro positivo. Sono stati studiati e discussi, durante i lavori della plenaria, i problemi che i nonni devono affrontare in questa nuova cultura, in questo nuovo momento storico, in questa nuova realtà caratterizzata da alcuni cambiamenti nei rapporti familiari e dove alcuni nonni ed alcune nonne non sembrano trovarsi molto ben inseriti. Quello che è emerso da questi giorni di studio è anzitutto il fatto che i nonni non rappresentano assolutamente un peso nella società, così come non rappresentano un peso all’interno stesso della famiglia. Anzi la figura dei nonni rappresenta una ricchezza che le famiglie devono riconoscere, accogliere, amare e alla quale dare tutto il sostegno possibile. E questo perché i nonni rappresentano una ricchezza non certo relativa al progresso tecnologico e scientifico di oggi, ma una ricchezza della saggezza della vita, dell’esperienza della vita, del senso fondamentale della vita e del senso della storia della vita umana e della società umana, perché non possiamo rinunciare al nostro passato. E’ fondamentale la memoria del passato per comprendere la vita e per comprendere i nostri compiti nella vita stessa. I nonni - come è stato detto - sono una “biblioteca viva” della memoria della vita, del senso e della saggezza della vita. E noi oggi abbiamo un gran bisogno di questo senso della vita, soprattutto in un mondo dove sembra mancare e nel quale sembra quasi si debba aver paura, alcune volte, di interrogarsi sul senso stesso della vita. C’è chi, semplicemente, rifiuta il fatto che la vita abbia un senso maggiore, più grande e trascendente. Per tutto questo, i nonni rappresentano veramente una grande ricchezza, ma devono anche essere presenti riguardo all’aspetto evangelico, alla vita della fede. Ai nipoti, i nonni riescono a passare soprattutto un amore ed una testimonianza di fede e di pratica della fede, ma passano ai nipoti anche un esempio di vita, e l’esempio è più forte di molte parole. Io mi ricordo di mia nonna, la madre di mio padre, l’unica che purtroppo ho conosciuto dei miei nonni, che per noi è stata sempre un esempio fortissimo di vita religiosa. Mia nonna, tutte le domeniche, andava ad ascoltare la Messa e lo faceva in quella realtà non facile che caratterizzava la vita rurale in Brasile, camminando per almeno un’ora. Ma tutte le domeniche lei andava in Chiesa e questo io lo ricordo con grande piacere, perché per noi nipoti era veramente una persona che ci dava un esempio molto grande ed importante.

D. - Si è parlato in questi giorni della figura dei nonni in altre culture, ad esempio in quelle africane. Cosa è emerso di significativo dal confronto tra Nord e Sud del mondo su questo argomento?

R. - Io credo che il Nord sia più caratterizzato dalla nuova cultura post-moderna, urbana, pluralista, relativista, mentre il Sud del pianeta è caratterizzato ancora da società forse più religiose. E questo lo si è visto e lo si è sentito anche in questa occasione, durante i lavori dell’Assemblea plenaria.

D. - L’anziano è un "custode della memoria" nella famiglia, che può offrire il suo contributo pedagogico, ma è anche una persona alla quale si deve in molti casi cura ed assistenza. C’è ancora questa sensibilità nelle società occidentali, dove l’idea stessa di infermità viene rimossa insieme con chi ne è colpito?

R. - Credo che questo manchi un po’. Credo che manchi questa cultura che è dovuta, ed è doveroso, agli anziani e ai nonni. Dobbiamo essere più attenti e soprattutto più amorevoli.

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