20 aprile 2008

Il Papa alla Chiesa Usa: «Tempo di purificazione» (Accattoli)


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DAL NOSTRO INVIATO

Luigi Accattoli

NEW YORK — Il viaggio del Papa negli Usa termina oggi con una preghiera a Ground Zero (sarà trasmessa in diretta da Rai1 alle 15.30). Ragione del viaggio era la visita all'Onu, venerdì, caratterizzata da un messaggio di forte rivendicazione dei diritti umani a 60 anni dalla «Dichiarazione universale».

Ma sui media americani e internazionali le 5 giornate sono state scandite da continui richiami allo scandalo dei preti pedofili, del quale il Papa stesso ha parlato 4 volte: con i giornalisti in aereo, ai vescovi, durante due omelie, giovedì e ieri mattina.
Ieri Benedetto XVI ha definito il momento attuale vissuto dalla Chiesa cattolica statunitense come un «tempo di purificazione » e di «guarigione» da quello scandalo. Ma quel tempo probabilmente non sarà breve, almeno stando alle aspettative degli ambienti più critici, interni ed esterni alla Chiesa, che non sembrano soddisfatti delle affermazioni del Papa e neanche del fatto che giovedì abbia incontrato un gruppo di «5 o 6» vittime degli abusi.
Proprio mentre il Papa parlava di nuovo dello scandalo durante la celebrazione nella cattedrale di St Patrick, che si trova sulla Quinta strada — all' uscita, bagno di folla memorabile — all'esterno si svolgeva una manifestazione di attivisti dell'organizzazione «Survivor network of those abused by priests», che hanno cercato senza successo di mescolarsi alla folla papale e sono stati accolti da cori di «Go home» (andate a casa).
I manifestanti erano alcune decine e avevano cartelli con le scritte: «La pedofilia è la morte dell'anima», «Papa allontana i preti pedofili». La polizia li ha spinti verso Central Park. Il Papa, dopo un richiamo agli «abusi sessuali che hanno provocato tanta sofferenza», ha assicurato i sacerdoti e i religiosi che l'ascoltavano riguardo alla sua «vicinanza spirituale» nelle «continue sfide presentate da questa situazione». E ancora: «Mi unisco a voi pregando affinché questo sia un tempo di purificazione per ciascuno e per ogni singola Chiesa e comunità religiosa sia un tempo di guarigione».
Sempre durante la celebrazione a St Patrick il Papa ha svolto un richiamo alla questione dell'aborto, invitando la comunità cattolica a «proclamare il dono della vita, a proteggere la vita e a promuovere una cultura della vita». Richiamo che cade in un contesto sensibile, essendo in corso le primarie per le presidenziali. Ad ascoltare il Papa c'era anche un ex aspirante candidato alla Casa Bianca, il pluridivorziato Rudy Giuliani, cattolico repubblicano possibilista sull'aborto, che durante la celebrazione ha fatto la comunione, ma non dalle mani del Papa.
Ieri Benedetto — che mercoledì alla Casa Bianca aveva festeggiato l'81˚ compleanno — ha ricevuto gli auguri più solenni per il terzo anniversario dell' elezione: li hanno formulati, a St Patrick, il cardinale di New York, Egan, e il cardinale Bertone, segretario di Stato.

«Io farò tutto il possibile ha risposto il Papa commossoper essere un vero successore del grande San Pietro che era anche un uomo con i suoi difetti e alcuni peccati, ma alla fine rimase la roccia della Chiesa e così anch' io, con tutta la mia povertà spirituale, possa essere con la grazia di Dio in questi tempi il suo successore».

È raro che un papa parli della propria «povertà spirituale », ma tanti ricordano Giovanni Paolo I che ebbe a definirsi «un poverocristo vicario di Cristo» e Paolo VI che più volte — in appunti di diario — si definì «inadeguato».

Parole calde sulla propria adolescenza infestata dal «mostro » nazista il Papa le ha pronunciate il pomeriggio durante un incontro con i giovani e i seminaristi: «I miei anni da teenager sono stati rovinati da un regime infausto il cui influsso crebbe — penetrando nelle scuole e negli organismi civili come anche nella politica e addirittura nella religione — prima di essere pienamente riconosciuto per quel mostro che era».

© Copyright Corriere della sera, 20 aprile 2008

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