7 aprile 2008

Il Papa tende la mano e invita la Chiesa a una maggiore comprensione verso chi ha divorziato o abortito (De Carli)


Vedi anche:

Il Papa: "Aiutare chi ha divorziato o abortito" (Libero e Il Messaggero)

I sì della Chiesa alle persone ferite del nostro tempo: D'Agostino commenta il discorso del Papa su aborto e divorzio (Avvenire)

Il Papa: "Divorzio e aborto colpe gravi ma la Chiesa aiuti le persone": i commenti di Galeazzi e Bartoloni

Il Papa al Regina Caeli:come per i discepoli di Emmaus, la fede va irrobustita ogni giorno non con parole umane ma con la Parola di Dio e l’Eucaristia

Il Papa: "Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza" (Regina Coeli)

Il Papa: "Vicini a chi soffre per aborto e divorzio" (Paglialunga)

Cinquant'anni fa veniva eletto Giovanni XXIII: l'omaggio dell'Osservatore Romano

La mappa di Papa Ratzinger (Conti per il "Corriere")

Il Papa parla di aborto (e non è un’ingerenza). Benedetto vola più in alto di certi politici ed intellettuali ottocenteschi...(Brambilla)

Divorzio e aborto sono colpe gravi, ma la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza alle persone che ne portano le ferite interiori (Discorso del Santo Padre)

Benedetto XVI invita la Chiesa a una maggiore comprensione

Il Papa tende la mano

Giuseppe De Carli

Il divorzio e l'aborto restano «colpe gravi», ma la Chiesa deve «accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna alle persone che ne portano le ferite interiori e cercano la possibilità di una ripresa». Lo ha spiegato il Papa in Vaticano ai partecipanti a un congresso.
Divorzio ed aborto sono scelte di natura differente, «talvolta maturate in circostanze difficili e drammatiche, che comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi li compie».
Papa Benedetto XVI versa olio sulle ferite piu' profonde dell'uomo di oggi, versa l'unguento della misericordia e del perdono.
Un discorso attento e sorvegliato quello di Papa Ratzinger sulle cosiddette «questioni eticamente sensibili» o sui «principi non negoziabili» , sorprendente per il «taglio pastorale», per il richiamo continuo alla figura del «Buon Samaritano» ( «uomini e donne spogliati e feriti ai margini delle strade senza che nessuno li ascolti e si accosti alla loro pena per alleviarla e curarla»), al «Vangelo dell'amore e della vita che e' sempre Vangelo della misericordia». Un discorso che cade in un momento di aperta conflittualita' e di aspre polemiche; su argomenti delicatissimi tenuti, tranne qualche eccezione, ai margini della campagna elettorale, se solo pensiamo a quello che sta accadendo nel nostro Paese; mai affrontati a viso aperto nei dibattiti e nei confronti sulle piazze o in tv.
Non e' una assoluzione, quella del pontefice, per chi divorzia o, peggio, per quelle donne, che decidono di interrompere la loro maternita': «Si tratta- precisa Benedetto XVI- di colpe gravi che ledono la dignita' della persona e implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita». In altre parole: rimangono peccati mortali.
Ma la Chiesa e' maestra ed ha sempre di fronte persone concrete, soprattutto quelle piu' deboli ed innocenti, che sono vittime delle ingiustizie dei peccati, che subiscono spesso la «congiura del silenzio». A queste persone la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesu' Cristo. E qui il pensiero del Papa bavarese corre a quello del suo grande predecessore, Giovanni Paolo II che a Cracovia, nell'agosto del 2002, ebbe a dire: «Non esiste per l'uomo altra fonte di speranza al di fuori della misericordia di Dio».
Benedetto XVI conclude il Congresso internazionale in Vaticano promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia sul tema:«L'olio sulle ferite. Una risposta alle piaghe dell'aborto e del divorzio». Potrebbe usare frasi taglienti, preferisce , invece, affrontare una delle piu' devastanti piaghe del nostro tempo mettendosi dalla parte di chi e', al contempo, carnefice e vittima; sceglie di mettersi dalla parte dei figli delle coppie divorziate, dalla parte dei non nati.
«La Chiesa - scolpisce il Papa - coltiva una indomabile fiducia nell'uomo e nella sua capacita' di riprendersi». La liberta' umana e' capace, infatti, di straordinari gesti di sacrificio e di solidarieta' per accogliere la vita di un essere umano. Dunque, i "no" che la Chiesa pronuncia nelle sue indicazioni morali e sui quali si ferma in modo unilaterale l'attenzione della opinione pubblica, «sono in realta' dei grandi 'si' alla dignita' della persona umana, alla sua vita, alla sua capacita' di amare». Il Papa insiste sulle sofferenze traumatiche che colpiscono i cosiddetti «figli del divorzio», i figli che sono «il segno vivente della indissolubilita' del matrimonio». A tutti chiede che sia assicurata la continuita' del legame con i genitori e quel rapporto con le proprie origini familiari e sociali indispensabile per una equilibrata crescita psicologica ed umana. Volge anche lo sguardo verso il dramma dell'aborto procurato che lascia segni indelebili nella donna che lo compie e nelle persone che la circondano.
«Quante egoistiche complicita' - dice Papa Benedetto - stanno spesso alla radice di una decisione sofferta che tante donne hanno dovuto affrontare da sole». Viene in mente la terribile frase contenuta nella «Lettera alle donne» di Papa Wojtyla: «Dietro il peccato di una donna c'e' sempre un uomo o c'e' un ambiente complice». «Non lasciatevi prendere dallo scoraggiamento - esorta Benedetto XVI,citando l'"Evangelium vitae" di Paolo VI - e non abbandonate la speranza. Se ancora non l'avete fatto, apritevi con umilta' e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino". Il "no" al divorzio e all'aborto, come scardinamento della vocazione d'amore iscritta nel cuore di ogni uomo e donna, diventa, in Papa Ratzinger, anche un "no" all'eutanasia come soluzione per risolvere i problemi legati a malattie incurabili o semplicemente alla terza eta'. È la «cultura di morte» che insidia ogni stagione della vita, che irrompe come un elemento disumanizzante, di strisciante emarginazione nell'esistenza delle persone anziane. Le vite dei nonni, non sono «vite a perdere», non possono essere considerate dei pesi, sono una preziosa risorsa che richiede scelte coerenti perche' sia valorizzata al meglio. Il Papa chiude la mattinata dedicata alle questioni della vita ricevendo i partecipanti all'Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia. «Di fronte alla crisi della famiglia - dice il Papa - si deve ripartire dalla presenza e dalla testimonianza di coloro - i nonni - che hanno una maggiore robustezza di valori e progetti. Non si puo' progettare il futuro senza rifarsi ad un passato carico di esperienza e di punti di riferimento spirituale e morale».

© Copyright Il Tempo, 6 aprile 2008

Nessun commento: