6 aprile 2008

Il Papa: "Aiutare chi ha divorziato o abortito" (Libero e Il Messaggero)


Vedi anche:

I sì della Chiesa alle persone ferite del nostro tempo: D'Agostino commenta il discorso del Papa su aborto e divorzio (Avvenire)

Il Papa: "Divorzio e aborto colpe gravi ma la Chiesa aiuti le persone": i commenti di Galeazzi e Bartoloni

Il Papa al Regina Caeli:come per i discepoli di Emmaus, la fede va irrobustita ogni giorno non con parole umane ma con la Parola di Dio e l’Eucaristia

Il Papa: "Sulle nostre strade Gesù risorto si fa compagno di viaggio, per riaccendere nei nostri cuori il calore della fede e della speranza" (Regina Coeli)

Il Papa: "Ripartire dai nonni, presenza viva nella famiglia, per rispondere alla mentalità individualistica". Intervista al card. Hummes (Radio V.)

REGINA COELI: PODCAST DI RADIO VATICANA

Benedetto XVI: aborto e il divorzio sono “colpe gravi”, ma nei confronti di chi le compie la Chiesa deve “accostarsi con amore e delicatezza" (R.V.)

Il Papa: "Vicini a chi soffre per aborto e divorzio" (Paglialunga)

Cinquant'anni fa veniva eletto Giovanni XXIII: l'omaggio dell'Osservatore Romano

La mappa di Papa Ratzinger (Conti per il "Corriere")

Il Papa parla di aborto (e non è un’ingerenza). Benedetto vola più in alto di certi politici ed intellettuali ottocenteschi...(Brambilla)

Divorzio e aborto colpe gravi. Ma le persone vanno aiutate (Bobbio)

"Imbarazzo" dei giornaloni per le parole del Papa su divorzio e aborto...eppure quando Tettamanzi parlò di accoglienza ottenne plausi e prime pagine

Il cardinale Bertone e il ruolo del giornale del Papa: "Benedetto XVI e un'informazione all'altezza dei tempi" (Osservatore)

Il Papa: "I nonni ritornino ad essere presenza viva nella famiglia, nella Chiesa e nella società" (Discorso del Santo Padre)

IL PAPA: AIUTARE CHI SOFFRE PER L'ABORTO ED IL DIVORZIO

Divorzio e aborto sono colpe gravi, ma la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza alle persone che ne portano le ferite interiori (Discorso del Santo Padre)

Dossier: Quella Messa si può fare. Il sociologo Pietro De Marco risponde alle principali perplessità provocate dal Motu proprio Summorum Pontificum

Il Papa sull'aborto «Chi l'ha fatto va aiutato»

di CATERINA MANIACI

Aborto, eutanasia, divorzio: autentiche piaghe sul corpo della società, e nell'anima di chi le ha scelte o lo ha subite. Soprattutto dei più piccoli, innocenti e indifesi. Errori, gravissimi, che minano e segnano indelebilmente, che bisogna condannare con forza, senza cedimenti, ma verso chi li ha commessi o li ha sopportati bisogna avere solo "misericordia". Papa Benedetto XVI torna a parlare dei "valori non discutibili", che non si possono "negoziare".

Lo fa con forza, come è sua abitudine, senza però dimenticare l'aspetto di perdono e accoglienza, nei confronti del peccatore, in occasione di due incontri dedicati entrambi alle difficoltà che si incontrano nella vita familiare: dall'aborto al divorzio, fino all'eutanasia.

I primi due aspetti sono stati affrontati nell'udienza ai partecipanti al Congresso "L'olio sulle ferite.
Una risposta alle piaghe dell'aborto e del divorzio", promosso dal Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia.
E poi nel discorso ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che ha avuto per tema. «I nonni: la loro testimonianza e presenza nella famiglia». Proprio affrontando la questione del ruolo dell'anziano nella nostra società, il Papa sostiene che l'eutanasia è un esempio della «cultura della morte», il cui avanzare «insidia» oggi «la stagione della terza età», tanto che «con crescente insistenza si giunge persino a proporre l'eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili». In questa cultura della morte hanno radici salde e profonde l'aborto e il divorzio, che sancisce la fine di un amore responsabile costruito come un progetto. Con conseguenze drammatiche per tutti. Si tratta di colpe gravi che implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani, sottolinea il Pontefice, tuttavia «la Chiesa, sull'esempio del suo Divino Maestro, ha sempre di fronte le persone concrete, soprattutto quelle più deboli e innocenti, che sono vittime delle ingiustizie e dei peccati, ed anche quegli altri uomini e donne, che avendo compiuto tali atti si sono macchiati di colpe e ne portano le ferite interiori, cercando la pace e la possibilità di una ripresa». A queste persone dolorosamente ferite - continua Benedetto XVI - «la Chiesa ha il dovere primario di accostarsi con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna, per annunciare la vicinanza misericordiosa di Dio in Gesù Cristo. E' lui infatti, come insegnano i Padri, il vero Buon Samaritano, che si è fatto nostro prossimo, che versa l'olio e il vino sulle nostre piaghe e che ci conduce nella locanda, la Chiesa, in cui ci fa curare, affidandoci ai suoi ministri e pagando di persona in anticipo per la nostra guarigione». Il Papa ricorda infatti che spesso aborto e divorzio sono scelte maturate in circostanze difficili e drammatiche, che comportano spesso traumi e sono fonte di profonde sofferenze per chi le compie. Per questo la Chiesa propone la ricetta dalla Misericordia perché «il Vangelo dell'amore e della vita è anche sempre Vangelo della misericordia, che si rivolge all'uomo concreto e peccatore che noi siamo, per risollevarlo da qualsiasi caduta, per ristabilirlo da qualsiasi ferita». Da qui, l'analisi dei traumi l'aborto procurato, «che lascia segni profondi, talvolta indelebili nella donna che lo compie e nelle persone che la circondano, e che produce conseguenze devastanti sulla famiglia e sulla società, anche per la mentalità materialistica di disprezzo della vita, che favorisce». In primo piano ci sono anche i "figli del divorzio", segnati da sofferenze «che rendono molto più difficile il cammino» della loro vita. Il Papa, a questo punto, indica concretamente una strada da seguire: «L'attenzione solidale e pastorale dovrà mirare a far sì che i figli non siano vittime innocenti dei conflitti tra i genitori che divorziano, che sia per quanto possibile assicurata la continuità del legame con i loro genitori ed anche quel rapporto con le loro origini familiari e sociali che è indispensabile per una equilibrata crescita psicologica e umana». Queste parole hanno colpito molto, tanto che è intervenuto il presidente dell'Associazione matrimonialisti italiani, Gian Ettore Gassani, secondo il quale Il Papa ha pronunciato «parole importanti a tutela dei figli del divorzio. Oggi il mondo laico e il mondo e cattolico sono più vicini». Gassani ha sottolineato fra l'altro che «il Pontefice fa benissimo a difendere la bigenitorialità nelle vicende separative e divorzili. A maggior ragione oggi, momento storico in cui è certificato il quasi totale fallimento nell'applicazione della legge sull'affidamento condiviso». «Con il suo messaggio», ha proseguito, «Benedetto XVI ha sottolineato una verità spesso dimenticata: i figli non sono proprietà dei genitori, pur provenendo da essi. Religione e legge concordano nell'affermare chiaramente questo principio».

© Copyright Libero, 6 aprile 2008

Il Papa: «Aborto e divorzio, piaghe e colpe gravi»

Benedetto XVI: «Portano traumi e sofferenze, la Chiesa si accosti con amore ai peccatori»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Stavolta sono stati due maxi convegni, uno organizzato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e l’altro dall’Università del Laterano, a fornire a Benedetto XVI una nuova occasione per mettere in guardia dall’eutanasia, dal divorzio e dall'aborto.
Di divorzio e aborto ha parlato davanti agli accademici lateranensi. Sono «piaghe», ha detto, che portano solo «sofferenza» nella «vita delle persone, delle famiglie e della società». Di più. Sono «colpe gravi». Il giudizio etico della Chiesa riguardo entrambi gli aspetti «è chiaro e a tutti noto: fatta salva la valutazione delle responsabilità soggettive, ledono la dignità della persona umana, implicano una profonda ingiustizia nei rapporti umani e sociali e offendono Dio stesso, garante del patto coniugale ed autore della vita». Il tema dell’eutanasia, invece, è stato condannato più tardi, nell’udienza successiva, concessa stavolta ai partecipanti del simposio del dicastero vaticano. A loro ha affidato le sue preoccupazioni perchè da più parti, ha detto, sembra «avanzare la cultura della morte, che insidia anche la stagione della terza età. Con crescente insistenza si giunge persino a proporre l’eutanasia come soluzione per risolvere certe situazioni difficili». L’ottantenne pontefice ha denunciato la mancanza di umanità verso tanti ”nonni” e incoraggiato a vedere la vecchiaia non come un peso ma come una risorsa sociale da valutare «sempre alla luce della verità sull’uomo». Occorrerebbe, quindi, ha aggiunto, reagire con forza a ciò che «disumanizza la società».
Nell’analisi il Papa teologo si è poi soffermato sugli effetti morali e sociali provocati sia dall’aborto che dal divorzio. A suo parere non se ne parla abbastanza perchè vi è una specie di «congiura del silenzio» di matrice ideologica che impedisce alla gente di prendere coscienza dei danni causati. Il riferimento riguarda l’attuale contesto culturale segnato, a detta del pontefice, da un «crescente individualismo, dall'edonismo e, troppo spesso, anche dalla mancanza di solidarietà e da un adeguato sostegno sociale». Aumentano così le fragilità individuali: tanti matrimoni finiscono per frantumarsi così come tante persone non hanno «il rispetto dovuto alla vita umana appena concepita ed ancora custodita nel seno materno».
Divorzio e aborto, ha proseguito, pur essendo scelte di natura differente, spesso sono «maturate in circostanze difficili e drammatiche, comportano traumi e sono fonte di profonde sofferenze in chi le compie». Benchè il giudizio morale della Chiesa sia netto, nei confronti di chi se ne macchia, divorzisti e abortisti, prevale però la parte misericordiosa. A questi peccatori la Chiesa tende la mano e si «deve accostare con amore e delicatezza, con premura e attenzione materna».
Il nuovo affondo del Papa ha inevitabilmente infiammato il dibattito politico. Grillini, deputato Ps e candidato sindaco a Roma, sostiene che in questo modo si è rotto di fatto «quella inesistente neutralità invocata da Pd e Pdl che hanno invano cercato di escludere dalla campagna elettorale la discussione sui diritti civili». Tesi respinta al mittente da Mario Baccini che difende il diritto della Chiesa a parlare, mentre Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, torna a chiedere a gran voce la riforma della legge 194. Boselli, leader Ps, taglia corto: «nessuno può costringere le donne alla maternità».

© Copyright Il Messaggero, 6 aprile 2008 consultabile online anche qui.

Mah! Non capisco come si possa parlare di "affondi" di fronte a discorsi cosi' belli ed articolati.
Capisco le esigenze giornalistiche, ma, francamente, delle opinioni dei politici mi interessa poco
.
R.

Nessun commento: