11 luglio 2008

Anno paolino: La basilica di San Paolo restituita all'antico splendore (Osservatore Romano)


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I restauri eseguiti dalla direzione dei Servizi tecnici del Governatorato per l'Anno paolino

La basilica di San Paolo restituita all'antico splendore

di Pier Carlo Cuscianna
Direttore dei Servizi tecnici del Governatorato
dello Stato della Città del Vaticano

L'Anno paolino, proclamato da Benedetto XVI in occasione del bimillenario della nascita dell'apostolo Paolo, è stato solennemente inaugurato dallo stesso Pontefice sabato pomeriggio 28 giugno, nella basilica papale di San Paolo fuori le Mura.
In previsione dello straordinario evento, il Governatorato della Città del Vaticano, nella persona del suo presidente il cardinale Giovanni Lajolo, e su sollecitazione dell'arciprete della basilica papale, il cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, si era impegnato in modo consistente aprendo numerosi e delicati cantieri di restauro, in modo che il complesso monumentale di San Paolo fosse pronto ad accogliere nel modo migliore il Papa e le folle di fedeli che parteciperanno alle numerose celebrazioni previste nell'Anno paolino.
Le opere di carattere straordinario sono state eseguite a cura della competente Direzione dei servizi tecnici del Governatorato, (guidata da chi scrive), e con il coordinamento generale di Enrico Sebastiani, mentre le principali opere di carattere funzionale e artistico sono state direttamente seguite dal cardinale arciprete e dal suo Ufficio tecnico, diretto da Piercarlo Visconti.
I grandi lavori di restauro hanno riguardato rispettivamente: il quadriportico, il chiostro, il tetto e il prospetto dell'abbazia lungo via Ostiense oltre al rinnovo dell'impianto d'illuminazione interna ed esterna alla basilica.
Il grandioso quadriportico antistante la facciata della basilica fu realizzato da Guglielmo Calderoni tra il 1890 e il 1928, sviluppando il progetto originario di Luigi Poletti, già rielaborato, alla morte di questi, da Virginio Vespignani che realizzò la facciata e il nartece. Misura 70 metri di lato con i fianchi a nord e sud chiusi all'esterno da un muro rivestito di lastre di travertino mentre a ovest si apre permettendo la vista della facciata con le sue tredici arcate sorrette da colonne corinzie. Del quadriportico colpisce l'imponenza delle centocinquanta colonne disposte in fila unica nel nartece, in doppia nei lati nord e sud e in triplice nel fronte principale.
Fin dal 1999 si era cominciato il restauro del prospetto antistante il piazzale San Paolo e dei due bracci laterali del quadriportico, ma solamente nel 2006 si è dato corso in modo più deciso al restauro completo, con la determinazione di ultimare i lavori per l'inizio delle celebrazioni del bimillenario della nascita di san Paolo.
Dopo le necessarie opere provvisionali che hanno comportato il montaggio e lo smontaggio di oltre 16.000 giunti e tubi da ponteggio, si è proceduto al restauro dei dipinti, rappresentanti figure di vescovi nel nartece, degli apostoli ai lati del Cristo benedicente nelle lunette del prospetto ovest e dei 28 medaglioni dipinti a tempera e finto mosaico con figurazioni simboliche di origine paleocristiana nei bracci nord e sud del quadriportico.
Nel nartece sono state restaurate tutte le dieci colonne in granito rosa per 433 metri quadrati, i prospetti in marmi piani per 260 metri quadrati e quelli sovrastanti gli ingressi della basilica per 425 metri quadrati, oltre i cornicioni per 260 metri quadrati e i dodici capitelli corinzi. Si è provveduto infine alla pulizia di tutto il prospetto marmoreo verso la basilica comprese le statue di san Paolo e di san Pietro. Sono stati altresì restaurati gli oltre 400 metri quadrati di cassettonato in stucco: il lavoro è consistito, inizialmente, nella rimozione degli strati di pittura sovrapposti allo stucco originale, il loro consolidamento anche mediante sostituzione dei perni ossidati con altri di acciaio e la ricostruzione dei pezzi mancanti e, successivamente, nel restauro pittorico di tutte le superfici a tempera e di tutte le dorature dei motivi architettonici presenti mediante applicazione di foglie d'oro secondo le modalità tradizionali.
Intervento analogo a quello svolto per il restauro del nartece è stato il restauro degli altri tre bracci del quadriportico, quelli sud, nord ed ovest che ha interessato oltre duemila metri quadrati tra la superficie marmorea policroma parietale e quella delle colonne in granito grigio.
È stata restaurata, pulita e trattata con idoneo protettivo anche la grande statua di san Paolo posta al centro del quadriportico.
Nonostante il restauro del 1915 che trasformò a tetto la copertura, un tempo a volta, del xiii secolo, il chiostro rimane oggi la più originale testimonianza degli antichi ambienti monastici. Documentazioni storiche quali iscrizioni e testimonianze scritte portano a individuare in Roffredo, abate di Montecassino dal 1188 e riformatore del monastero di San Paolo al tempo di Innocenzo iii (1198-1216), il promotore della costruzione del chiostro terminato sotto l'abate di San Paolo Giovanni Castani di Ardea tra il 1212 e il 1235.
Per anni le infiltrazioni d'acqua della copertura a tetto del chiostro avevano danneggiato il cassettonato ligneo che si presentava con scolature e macchie di umidità che, pur asciugatesi, una volta rifatta l'impermeabilizzazione in occasione del Giubileo del 2000, avevano quasi completamente scolorito e cancellato i decori realizzati nei primi anni del secolo scorso.
Il progetto di restituzione delle decorazioni del soffitto ligneo e delle mezze capriate del chiostro non ha potuto prescindere dalla ricostruzione delle parti mancanti e dalla conservazione delle parti ancora esistenti. Garantendo che il timbro cromatico delle decorazioni rimanesse quello giunto fino a noi è stato impostato ex novo il colore chiaro del fondo in modo da non costituire elemento di disturbo per la visione delle delicate cromie dei marmi e dei mosaici del chiostro.
Prima dell'intervento sui decori si è dato corso ai necessari ponteggi, alla disinfestazione del legno dai tarli e microrganismi presenti, alla chiusura con sverze di legno delle fessure del cassettonato, alla sostituzione delle tavole marce e irrecuperabili, al consolidamento delle mensole di appoggio delle capriate in fase di collasso con l'inserimento nel legno di barre di acciaio a scomparsa fino al raggiungimento della muratura.
Si è dato corso anche alla pulizia dei frontespizi esterni in marmo policromo e delle decorazioni cosmatesche presenti nel chiostro, con rimozione dei depositi incoerenti con spazzole e pennelli, applicazione di ab 57 in soluzione gel, ripetuti risciacqui al fine di rimuovere i solventi e protezione finale con cera microcristallina.
Si è provveduto a studiare una nuova illuminazione del chiostro sia interna che esterna aumentando il numero dei lampioni presenti e posizionando lungo le aiuole del giardino lampade a led per una suggestiva visione notturna del prospetto esterno.
La tinteggiatura delle pareti con tinta a calce spugnata, la pulizia e la lucidatura della pavimentazione in pietra d'Assisi e la realizzazione di un nuovo impianto di irrigazione lungo le aiuole del giardino hanno completato l'intervento sul chiostro riportandolo dopo anni all'originario splendore.
Non finalizzati alle celebrazioni per il bimillenario della nascita di san Paolo ma per l'agibilità stessa del monastero, si sono intrapresi nel 2006 i lavori di consolidamento, bonifica e restauro delle coperture a tetto dell'abbazia iniziando dal corpo di fabbrica posto a est verso via Ostiense.
La statica di questo lungo tratto di tetto ha richiesto sia interventi immediati di puntellamento delle capriate già lesionate o in evidente stato di collasso, come nel caso di una capriata lignea sovrastante la sala Eugenio iv che ha ceduto improvvisamente, sia uno studio accurato delle condizioni di tutte le travature esistenti. Si è avuto cura di sostituire le sole travi sottodimensionate o irrecuperabili con altre di castagno di idonea sezione, eliminando tutti i puntelli di ferro o legno realizzati nel corso del tempo mentre molte sono state consolidate con la ricostruzione delle testate che non garantivano più sufficiente sicurezza all'appoggio e con l'inserimento di perni di acciaio per rinforzare le capriate agli incastri. Si sono infine ricostruiti i tetti reimpiegando, con le necessarie integrazioni, le antiche pianelle in cotto, realizzando un nuovo massetto a sabbia e cemento con rete elettrosaldata e materiale ad elevato potere termoisolante oltre alla posa in opera di una guaina ardesiata a protezione da possibili infiltrazioni d'acqua.
La necessità di realizzare i ponteggi da terra per la ristrutturazione dei tetti ha suggerito di procedere al restauro anche dei prospetti esterni verso via Ostiense in evidente stato di degrado mediante il consolidamento degli antichi intonaci rimasti con iniezioni di resina e spillature, nonché l'integrazione, volutamente lasciata ben visibile e realizzata con malta pozzolanica e terre naturali, della rimanente superficie di muratura.
Si è avuto cura inoltre di realizzare una barriera chimica per evitare la risalita di umidità dal terreno lungo tutta la parte basamentale del prospetto, di realizzare nuovi discendenti pluviali e fognari e riaprire tutti i preesistenti vani finestra nel sottotetto.
La navata centrale della basilica è stata dotata di un impianto di illuminazione artificiale costituito da 225 corpi illuminanti speciali realizzati in alluminio, con terminale sfalsato per consentire la sovrapposizione delle lampade in file continue.
L'impianto è stato realizzato con la supervisione del competente Servizio dei laboratori e impianti, riproducendo le caratteristiche dell'impianto di illuminazione ordinaria, studiato e realizzato due anni fa per la zona absidale e del transetto, costituito da 156 apparecchi speciali posizionati sui cornicioni, a una altezza di quasi quattordici metri.
Per consentire una maggiore fruibilità e partecipazione delle funzioni previste per l'Anno paolino, si è provveduto all'installazione di due maxischermi, di circa sette metri quadrati ciascuno posizionati all'estremità delle navate laterali della basilica.
I due apparati sono stati dotati di alimentazioni elettriche dedicate, mentre il segnale video viene derivato dalla regia del Centro Televisivo Vaticano e quello audio dagli impianti di amplificazione della basilica.
Il Servizio dei laboratori e impianti ha curato altresì la progettazione e la realizzazione dell'impianto di illuminazione indiretta del quadriportico della basilica, con la posa in opera di plafoniere, equipaggiate con lampade fluorescenti sui cornicioni delle volte e aggiornata l'illuminazione diretta a servizio del nartece con la valorizzazione dell'illuminazione del mosaico.

(©L'Osservatore Romano - 11 luglio 2008)

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