11 luglio 2008

Card. Bagnasco: «Verso il Papa sale un’ondata d’affetto» (Santamaria). Grazie ai cardinali Bagnasco, Bertone e Vallini. E gli altri?


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VOLGARITÀ INACCETTABILI

E non si fermano le prese di distanza da quanto accaduto in Piazza Navona anche tra gli stessi organizzatori: Di Pietro imbarazzato. Ma la maggioranza e il Pd vanno all’attacco

Bagnasco: «Verso il Papa sale un’ondata d’affetto»

Il presidente della Cei: riprovazione comune alle offese

DA ROMA GIANNI SANTAMARIA

Verso il Papa sta salendo «un’ondata di affetto». Così come «vicinanza e solidarietà sono state espresse nei riguardi del Capo dello Stato». Al cardinale An­gelo Bagnasco, presidente della Cei, sta a cuore soprattutto questo. E ie­ri ha unito la sua voce, con una di­chiarazione (che pubblichiamo in­tegralmente qui a fianco) all’onda lunga delle prese di distanza – arri­vate dal mondo cattolico, ma anche da autorevoli esponenti politici – ri­spetto alle offese rivolte al Pontefice. L’arcivescovo di Genova deplora quanto accaduto.Ma soprattutto si dice confortato dalla «convergenza di riprovazione e di condanna che in questi giorni si va registrando a propo­sito delle inattese e inqualificabili e­spressioni » spunta­te fuori all’improvvi­so per bocca di S. G. dal raduno anti-Berlu­sconi in piazza Na­vona. Durante il quale, nota il presule «invece che puntare a un costruttivo, seppur plu­ralistico, dibattito di idee circa i pro­blemi dell’attualità politica, si è sci­volati in una goliardata turpe e in­decorosa che è stata immediata­mente respinta dall’opinione pub­blica generale come gesto insensa­to, immotivato e irragionevole». Si è trattato di «volgarità abissali, che co­me tali non vanno neppure com­mentate », è il culmine dell’indigna­zione del porporato. Il quale, però, aggiunge subito che «a un vescovo interessa immensamente di più l’ondata di affetto che in questa cir­costanza sta salendo verso la perso­na del Papa e il suo mite, pacifico e suadente magistero». E verso il pre­sidente Giorgio Napolitano. «La co­scienza vigile della nazione, il senti­re diffuso della nostra gente sanno ri­conoscere l’indegnità per concen­trarsi su ciò e su Chi unisce e co- struisce».
Sul fronte politico una mezza mar­cia indietro è arrivata anche da un imbarazzato Antonio Di Pietro: «Tanti hanno applaudito, io no. Cer­to il Papa non ci azzeccava nulla». Gli insulti sono stati un «errore», ha concesso uno che la piazza l’ha la­sciata, lo scrittore Andrea Camilleri, intervistato dal Corriere. Insomma, niente più che l’ammissione di un passo falso. Certamente non la 'ca­nossa' chiesta a gran voce da un e­sponente del Governo, Gianfranco Rotondi, che ha invitato i promoto­ri del No Cav Day a chiedere udien­za al Papa per porgergli scuse uffi­ciali. Ma critiche a Di Pietro e ai suoi non sono venute solo dalla maggio­ranza. Anche Pd e l’Udc si sono e­spresse, con i verti­ci, durante il dibat­tito alla Camera per il lodo Alfano. Walter Veltroni ha fatto sa­pere all’ex pm di es­sere «meravigliato» della mancata presa di distanza dagli in­sulti. Pier Ferdinan­do Casini ha soste­nuto che è meglio lavorare in Parla­mento che «abbaiare alla luna in piazza, insultando il Santo Padre». Massimo D’Alema si è detto preoc­cupato per la «virulenza, la volgarità, la sensazione di uno scontro senza regole» emerse dalla manifestazio­ne.
A questa situazione si ribella il Cam­pidoglio, uno dei colli che contano nella vita di Roma, insieme a Quiri­nale e Vaticano. Con una solidarietà bipartisan, espressa nel nome dei ro­mani, offesi dal turpiloquio. Dal Pd arriverà lunedì in aula una mozione di condanna per le «gravissime e­spressioni offensive ingiustificabili», ha fatto sapere il vicepresidente del consiglio comunale capitolino, Mirko Coratti. Una «formale e netta dissociazione» dalla volgarità e un voto trasversale vengono auspicati da Dario Rossin capogruppo Pdl, che presenterà un ordine del giorno.
La coscienza vigile della nazione, il sentire diffuso della nostra gente sanno riconoscere l’indegnità per concentrarsi su ciò e su Chi unisce e costruisce. I Vescovi italiani sono accanto al loro popolo e sono come non mai affettuosamente vicini e grati al Santo Padre, in procinto di partire per un lungo viaggio che lo porterà ad incontrare i giovani rappresentanti del mondo intero. E ancora una volta esprimono al Presidente della Repubblica la loro viva considerazione e deferente stima.

© Copyright Avvenire, 11 luglio 2008

Vorrei ringraziare ancora il cardinale Bagnasco (come i cardinali Vallini e Bertone). Resta per me un mistero il silenzio di vescovi e porporati che di solito non hanno freni a mano sulla lingua.
Mi si rispondera' che il cardinale Bagnasco e' il Presidente della Cei, ma sarebbe bastata una sola parola da scegliere fra solidarieta' e vicinanza e da mettere, magari, nei siti delle diocesi.
Prendo atto che non c'e' stata. Non e' la prima volta e c'e' da scommettere che non sara' l'ultima.
Peccato...non e' questa la mia idea di Chiesa Cattolica ma mi adeguo e passo oltre.
Lo stesso vale, tranne lodevoli eccezioni come l'Azione Cattolica, per i movimenti ecclesiali
.
R.

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