24 luglio 2008

E' iniziata la "Lambeth Conference", la riunione di tutti i primati anglicani del mondo. Il vescovo di Colombo: “Siamo una comunità ferita” (Sir)


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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

Ricordiamo che sulla crisi della Chiesa Anglicana si e' espresso anche Papa Benedetto XVI nel corso della conferenza stampa tenuta sull'aereo che lo conduceva a Sydney.
Riportiamo le parole del Santo Padre (segue la cronaca del Sir sulla riunione).


P. Lombardi: La prossima domanda viene posta da Cindy Wooden del CNS, Catholic News Service, l’agenzia cattolica degli Stati Uniti:

Domanda: Santo Padre, mentre Lei si trova in Australia, i vescovi della Comunione Anglicana, che è molto diffusa anche in Australia, si incontrano nella Lambeth Conference. Uno degli argomenti principali riguarda i modi possibili per rinsaldare la comunione fra le province e trovare un modo per assicurare che una o più province non prendano iniziative che altri vedono come contrarie al Vangelo o alla tradizione. Vi è il rischio di una frammentazione della Comunione anglicana e la possibilità che alcuni chiedano di essere accolti nella Chiesa cattolica. Qual è il suo augurio per la Lambeth Conference e per l’arcivescovo di Canterbury? Grazie.

Papa: Il mio essenziale contributo può essere solo la preghiera e con la mia preghiera sarò molto vicino ai vescovi anglicani che si riuniscono nella Lambeth Conference. Noi non possiamo e non dobbiamo intervenire immediatamente nelle loro discussioni, rispettiamo la loro propria responsabilità e il nostro desiderio è che possano essere evitati scismi o nuove fratture e che si trovi una soluzione nella responsabilità davanti al nostro tempo, ma anche nella fedeltà al Vangelo. Queste due cose devono andare insieme. Il cristianesimo è sempre contemporaneo e vive in questo mondo, in un certo tempo, ma rende presente in questo tempo il messaggio di Gesù Cristo e, quindi, offre un vero contributo per questo tempo solo essendo fedele in modo maturo, in modo creativo ma fedele al messaggio di Cristo. Speriamo, e io personalmente prego, che trovino insieme la strada del Vangelo nel nostro oggi. Questo è il mio augurio per l’arcivescovo di Canterbury: che la Comunione Anglicana, nella comunione del Vangelo di Cristo e nella Parola del Signore, trovi le risposte alle sfide attuali.

Anglicani: al via la "Lambeth Conference"

Sono già arrivati in Inghilterra molti dei vescovi anglicani che dal 16 al 31 luglio parteciperanno alla "Lambeth Conference", la riunione di tutti i primati anglicani del mondo che si svolge ogni 10 anni a Canterbury, sede storica dell'arcivescovo di Canterbury. La Conferenza si svolge quest'anno in un clima estremamente delicato, a pochi giorni di distanza da una Conferenza "parallela" che si è svolta a Gerusalemme dal 23 al 29 giungo, riunendo circa 300 vescovi anglicani in dissidenza con Canterbury e ad una settimana dalla decisione presa dal Sinodo Generale della Chiesa di Inghilterra di avviare l'iter per ammettere all'episcopato le donne. In questi giorni, dal 10 al 15 luglio, i vescovi (ne sono attesi 650) sono ospiti in una delle 75 diocesi anglicane di Inghilterra, Galles e Scozia. "È una opportunità straordinaria - dice il reverendo Mark Rodel che ha gestito la organizzazione dell'iniziativa - per offrire ospitalità alle nostre chiese sorelle di tutto il mondo". Nella diocesi di Portsmouth, per esempio, sono ospitati 11 vescovi del Ghana e degli Stati Uniti con le loro mogli. Mercoledì 16 avrà inizio ufficiale la "Lambeth Conference" con una sessione plenaria di benvenuto. Il giorno dopo alle 14 e 30 l'arcivescovo di Canterbury rivolgerà il suo primo discorso alla Assemblea. Sabato 19 luglio i vescovi daranno il loro benvenuto agli "ospiti ecumenici": sono i 75 rappresentanti delle principali Chiese e comunità cristiane. Nella lista compare anche il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dei cristiani. Martedì 22 luglio - giorno dedicato alla evangelizzazione e alla proclamazione della Parola di Dio - prenderà la parola come principale relatore il card. Ivan Dias, prefetto della Congregazione per la evangelizzazione dei popoli. Giovedì 24, i vescovi della "Lambeth Conference" guidati dall'arcivescovo Rowan Williams saranno ricevuti nel pomeriggio dalla Regina a Buckingham Palace. Nelle varie sessioni plenarie i vescovi parleranno di "identità anglicana", di missione, giustizia sociale, ambiente. L'ultimo giorno, il 31 luglio, si dedicheranno ad un tema caldo, quello della sessualità umana, sul quale hanno dibattuto molto anche i vescovi dissidenti a Gerusalemme perché in profondo contrasto con le decisioni prese in questi anni dalle chiese episcopaliane di Canada e Stati uniti di ammettere vescovi dichiaratamente gay e benedire le unioni omosessuali. Nel corso della Lambeth Conference ci sarà anche uno spazio riservato al dialogo interreligioso. Lunedì 28, prenderà la parola il Rabbino Capo della Gran Bretagna Jonathan Sacks.

ANGLICANI: AL VIA LA LAMBETH CONFERENCE. “SIAMO UNA COMUNITÀ FERITA”

Dopo tre giorni di ritiro, ieri pomeriggio i 650 vescovi anglicani hanno dato avvio ufficiale nella cattedrale di Canterbury alla 14ma Lambeth Conference 2008, prima con una celebrazione dell’Eucarestia presieduta dall’arcivescovo di Canterbury e subito dopo con la prima sessione plenaria. La diversità internazionale dell’incontro (che sta riunendo fino al 4 agosto primati e vescovi anglicani di tutto il mondo) si rifletteva fortemente nella liturgia: le letture del Nuovo Testamento così come le preghiere sono state lette in diverse lingue, a testimonianza della diffusione in tutto il pianeta della Comunione anglicana. Il sermone è stato predicato dal vescovo di Colombo (Sri Lanka), Duleep de Chickera. “Siamo una comunità ferita”, ha detto il vescovo nel sermone, andando ubito al cuore del problema principale che i vescovi anglicani dovranno affrontare in questi giorni. “alcuni di noi non sono qui e questo indica che non tutto va bene. Certamente la crisi è complessa. Non è una crisi che può essere risolta velocemente. Ci attende un viaggio lungo e arduo, un viaggio che ci chiederà preghiera, fedeltà e fiducia gli uni negli altri, e soprattutto fiducia in Dio che rende la riconciliazione possibile”. Il vescovo ha quindi parlato della “sfida dell’unità nella diversità” e della chiamata ad essere ad essere “una comunità inclusiva in cui c’è spazio per tutti e per ciascuno”.

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ANGLICANI: “OVAZIONE INASPETTATA” AL DISCORSO INAUGURALE DI ROWAN WILLIAMS

“Al termine del suo discorso inaugurale, il Primate Rowan Williams ha ricevuto un’ovazione del tutto inaspettata, una giusta ricompensa per il ruolo difficile di mediazione che sta svolgendo”. Risponde così al Sir una portavoce della Comunione anglicana commentando chi questa mattina sulla stampa inglese ha parlato di una partenza tutta in salita della Lambeth Conference, dicendo che alcuni vescovi anglicani avrebbero boicottato ieri la funzione religiosa inaugurativa in protesta per le divisioni in materia di omosessualità e ordinazione delle donne Vescovo. “Alcuni Vescovi – precisano al Sir all’ufficio stampa di Canterbury - hanno fatto la comunione alla funzione religiosa del mattino presto e non l’hanno ripetuta durante la Messa più importante; altri hanno partecipato alla funzione organizzata dal movimento “Changing Attitude” che promuove il ruolo di omosessuali uomini e donne all’interno della Chiesa. Non c’e’ stato nessun boicottaggio”. I lavori della Lambeth si prefigurano intensi. “Nelle sessioni del mattino – spiega la stessa portavoce - i Vescovi discuteranno una prima stesura dell’”Anglican Covenant”, un sistema di nuove regole sulle quali sta lavorando una commissione scelta dalla comunione anglicana, il “Covenant Design Group” che terminerà il suo lavoro nel 2009”. I temi relativi alla omosessualità e ordinazione di donne Vescovo verranno discussi giovedì 31 luglio.

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ANGLICANI: MONS. FALEY (CATTOLICO), “PREGHIAMO PER L’UNITÀ”

“Preghiamo tutti come cattolici perché la Chiesa anglicana possa mantenersi unita perché questo avrà un impatto sul rapporto con la Chiesa cattolica che è stato fino ad oggi ricco e stretto”. A parlare (in un’intervista a Sir Europa) è mons. Andrew Faley, responsabile dell’ecumenismo per la Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, che da domenica 27 a mercoledì 30 luglio parteciperà alla Lambeth Conference insieme al card. Murphy-O’Connor primate cattolico di Inghilterra e Galles e ad una delegazione cattolica che comprenderà anche il card. Walter Kasper, Presidente del Consiglio Pontificio per la promozione dell’unità dei cristiani. In quanto “arcivescovo” – spiega mons. Faley - il card. Murphy-O’Connor “potrà parlare agli incontri dei Vescovi anglicani ai quali sono ammessi soltanto i vescovi ma il contenuto di quelle discussioni non verrà reso pubblico a meno che l’ufficio stampa della “Chiesa di Inghilterra” decida di pubblicare parte di quello che verrà detto”. “Le divisioni in materia di omosessualità e ruolo delle donne – aggiunge il rappresentante della chiesa cattolica di Inghilterra - hanno portato gli anglicani a chiedersi dove si trova la loro fonte di autorità, di che natura è questa autorità e come si può mantenere l’unità senza un’unica fonte di autorità”.
Secondo mons. Faley, “uno dei contributi dei Vescovi cattolici alla Lambeth conference” sarà quello di “offrire il contributo migliore possibile alle discussioni con gli anglicani su come possono mantenere l’unità all’interno della loro Chiesa”. Un terzo però dei vescovi anglicani non partecipa alla Lambeth Conference. Ma sul futuro della Comunione anglicana, mons. Faley dice: “C’e’ sempre speranza quando si parla della presenza di Cristo nella sua Chiesa. Non sappiamo dove lo Spirito Santo soffierà e in che direzione porterà questa Chiesa”. Intanto prosegue la collaborazione tra le Chiese: giovedì 24 luglio è in programma una marcia di testimonianza che i Vescovi cattolici e anglicani e i leader delle religioni ebraica e musulmana e delle altre fedi faranno per ricordare ai governi di tutto il mondo che hanno promesso di dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015. “E’ un segno della solidarietà tra i cristiani – dice mons. Faley - il fatto che facciano una testimonianza comune verso i governi. La dignità della persona umana che è al centro del Vangelo, va preservata ad ogni costo”.

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ANGLICANI: MESSAGGIO DEL PATRIARCA ALESSIO II, “UNA RESPONSABILITÀ STORICA”

“Una enorme responsabilità storica” pesa in questi giorni sui 650 vescovi anglicani riuniti alla Lambeth Conference perché dovranno “decidere” tra una “interpretazione tradizionale biblica della morale cristiana” ed una visione più liberale e “permissiva” delle “espressioni dell’amore e della tolleranza”. Lo scrive il Patriarca di Mosca e di tutte le Russie Alessio II in un messaggio rivolto alla Lambeth Conference e diffuso oggi dal Patriarcato di Mosca. Nel comunicato si ricorda che alla apertura della Conferenza hanno partecipato anche gli “osservatori” ecumenici delle varie Chiese e comunità ecclesiali: per la Chiesa ortodossa russa partecipa il vescovo Hilarion di Vienna e Austria. Il Patriarcato di Mosca segue dunque con molta attenzione i lavori di Lambeth perché – si legge nel comunicato – le decisioni che verranno prese in questa sede “sono estremamente importanti per tutto il mondo cristiano perché da esse dipende in larga misura il futuro delle relazioni di molte Chiese e Comunità cristiane con la Comunione anglicana”. Il Patriarca Alessio ricorda che gli esiti della Conferenza di Lambeth sono “di particolare importanza anche per la Chiesa ortodossa russa perché la storia dei nostri contatti con gli anglicani risale al XVI secolo e sono stati calorosi e ricchi di reciproca comprensione”. Sua Santità il Patriarca ha quindi espresso la sua speranza a “preservare la possibilità di tali rapporti”.

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