23 luglio 2008

Appunti prima del viaggio a Sydney. Baget Bozzo scrive al card. Bertone: era necessario portare il Papa fino in Australia? (Tempi)


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Proponiamo la versione integrale della lettera aperta che Don Gianni Baget Bozzo ha indirizzato al cardinale Bertone prima del viaggio del Santo Padre a Sydney.
Ne abbiamo parlato qui
.
R.

Wojtyla ha portato Pietro al popolo, Ratzinger riporterà il popolo a Pietro. Ma Sydney non è un po’ lontana da Roma?

Caro cardinale Bertone, è necessario esporre Benedetto al ritmo di viaggi a cui si sottopose Giovanni Paolo, eletto più giovane? Il papa della sapienza non dovrebbe essere più residente?

di Gianni Baget Bozzo

Signor segretario di Stato, caro cardinale Bertone, per breve tempo arcivescovo della mia città, vorrei fare una domanda a cui lei è certamente in grado di rispondere: si deve esporre papa Benedetto XVI al ritmo di viaggi a cui si era sottoposto Giovanni Paolo II, eletto in ben più giovane età? E poi Giovanni Paolo aveva un compito: portare il cuore del popolo verso il papa e mettere il papa nel cuore del popolo, dal quale il grande clamore postconciliare lo aveva tolto, tanto da sembrare che lo spirito del Concilio si realizzasse nell’eliminazione del papato.
Non vi è dubbio che la Chiesa cattolica abbia dovuto combattere al suo interno una strategia di depapalizzazione che sembrava molto chiara: essendo stato collaboratore del cardinale Siri negli anni di Paolo VI, ricordo bene i momenti in cui il Papa disse che «il fumo del demonio è entrato nella Chiesa cattolica».
Il papa non è un’istituzione, è una persona, il successore di Pietro. Richiede un’affezione legata al mistero e non una semplice obbedienza.
Il compito di Giovanni Paolo II fu di fare appello al popolo contro i teologi, agli incolti contro i colti, al “senso dei fedeli” come fonte di dottrina e non al consenso delle cattedre universitarie. Doveva girare il mondo. E la sua morte è stata una testimonianza del successo della sua opera. Grazie a lui il papa è tornato a essere oggetto di un affetto spirituale: è tornata quella mistica del papa che è il centro del cattolicesimo.
Papa Ratzinger è un’altra cosa. Ora egli occupa nella Chiesa cattolica il posto che il papa deve occupare, e ha reso dolce e sapiente la sua guida, tanto equilibrata e sottile quanto quella di papa Wojtyla era calorosa e ardente.
Benedetto XVI deve riportare un consenso dei teologi all’interno della Chiesa, ma non alle condizioni fissate dai teologi postconciliari. Egli ha doti singolari perché viene dalla Germania, la cui crisi nazionale dopo il nazismo si trasformò in crisi esistenziale per tutto il pensiero cattolico.
Anche per questo Ratzinger ha saputo mediare con il suo linguaggio tra la lettera del Concilio e la realtà della Tradizione, ponendo il Concilio sotto l’autorità della Tradizione e non la Tradizione sotto l’autorità della teologia secolarizzata.

Il senso del pontificato di papa Ratzinger è che il popolo torni a “videre Petrum” a Roma, non che Pietro sia così per principio itinerante. Il problema, oggi, è parlare al mondo non credente. E un papa che giunge a proporre ai non credenti, rovesciando il moto di Grozio, a vivere “etsi Deus daretur”, come se Dio esistesse, e riprende la formula di Pascal, è un uomo che sa bene misurare il divario che vi è tra il mondo tecnologico e il pensiero della fede.

Wojtyla era un papa carismatico, Ratzinger è un papa sapienziale. Portarlo sino in Australia con 21 ore di volo mi sembra una sfida eccessiva, la giornata mondiale dei giovani non è più un volto essenziale del pontificato come al tempo di Giovanni Paolo II.

E Ratzinger non ha eredi, è un caso unico che ha tenuto il raccordo con il linguaggio del Concilio e quello della Tradizione. Non è un papa di transizione, è un papa di reinizio.

Lei viaggia tanto, Eminenza. È un segretario di Stato itinerante, cosa che non si era mai vista prima. Speriamo che nei prossimi anni il papa della sapienza sia più residente.

© Copyright Tempi, 16 luglio 2008

6 commenti:

Anonimo ha detto...

"ratzinger non ha eredi" penso che sia, nel delirio di baget bozzo, la frase più offensiva verso il Papa... praticamente dice che è un padre che non ha figli... mah... e che dire di quel contrapporre Concilio e Tradizione? come se fossero due cose distanti? mah...
grazie a Dio i figli di Benedetto XVI ci sono... grazie a Dio sono altrove...

Anonimo ha detto...

Che non sia un papa carismatico non sono d'accordo. Benedetto XVI ha un carisma diverso dal suo predecessore. Ma a me piace la sua semplicità, la sua "timidezza coraggiosa"... Non mi so spiegare, ma chi lo vede sa a cosa mi riferisco. Poi sono convintissimo che nonostante il Papa da Roma sia un ottimo maestro di fede debba, per quanto gli è possibile, andare fino ai confini della terra a portare la speranza del vangelo. E' un comando non arbitrario, ma di Gesù Cristo stesso. C'è da dire che a volte gli estremi confini siano i nostri cuori che magari abitano a Roma, ma sono così distanti...

Sul fatto che non ci siano eredi, anche a me sembra così, non ho trovato nessuno per ora che mi faccia scoprire la bellezza del cristianesimo come il santo padre. Io ho un bravo parroco nella mia parrocchia, ma nelle sue omelie non trovo parole speciali, che davvero mettano in moto in me uno sconvolgimento interiore. Non sapevo nulla dei Padri della Chiesa, della nostra tradizione, delle questioni di fede e ragione oltre che una spiegazione del vangelo piuttosto banale. Io sono sempre alla ricerca di belle omelie domenicali, e se FRANCESCO mi sa consigliare qualcosa le leggerò ben volentieri! Oppure un autore cattolico che scriva cose di alto livello ma con linguaggio semplice come fa BXVI. Ad esempio il nuovo prefetto della CDF, card. Levada quando mai scrive sull'osservatore qualche cosa di teologicamente interessante e comprensibile per tutti? Ratzinger da cardinale scriveva di qua e di là e magari qualcuno non condivideva ma alzava il tono delle riflessioni.
Un altro esempio: io ammiro molto Ravasi per le sue conoscenze sulla Bibbia e per sua sterminata cultura, ma spesso quando leggo i suoi scritti, mi sembrano distanti, cioè non trovo un messaggio per me, ma solo delle nozioni interessanti. Invece la parola di Dio deve parlare al mio cuore.

Scusate la lunghezza.
Marco

Gianpaolo1951 ha detto...

«[…] E Ratzinger non ha eredi […]»

Dal mio modestissimo punto di vista, leggo nella frase di Baget Bozzo, semplicemente il fatto che non vede ancora all’orizzonte una persona all’altezza del Santo Padre Benedetto XVI.
Trovo anche giusto che – come i musulmani si recano alla Mecca – anche i cattolici cristiani vadano a Roma a rendere omaggio a Pietro e al Suo Successore in terra e non viceversa!

euge ha detto...

Caro Giampaolo se vogliamo intendere la frase di Badget Bozzo come una costatazione del fatto che non ci siano altri allo stesso livello di Ratzinger su questo siamo d'accordo se intesa diversamente allora no! Mi sono già espressa un a volta su questa lettera aperta che sinceramente mi da da pensare........ Riguardo al carisma di Benedetto XVI, sono d'accordo con anonimo; Benedetto XVI, lo abbiamo detto tante volte e la GMG ne è una ennesima testimonianza, non ha bisogno di essere " teatrale" ha un modo sommesso, tenero, ma forte e dterminato che ti colpisce nel profondo e secondo me è questo l'aspetto più bello e significativo di Papa Benedetto.
Riguardo al Concilio che viene opposto alla tradizione non ci siamo anche questo è un argomento sviscerato in tante situazioni....... mi sembra che più che una lettera aperta a Bertone Segretario di Stato, questa sia una lunga lista di critiche mosse al Papa sottoforma di " affettuosa preoccupazione"

Gianpaolo1951 ha detto...

Cara Eugenia, mi sbaglierò, ma non riesco a scorgere critiche nei confronti del Santo Padre…
Un abbraccio fraterno.

brustef1 ha detto...

La dichiarazione di Baget Bozzo "Ratzinger non ha eredi" è un grandissimo riconoscimento di valore, e solo il delirio di chi attribuisce al Vaticano II un carattere di verità assoluta, non riconoscendone i visibili effetti perversi, può ravvisarvi un'offesa. I preti che delirano, nel senso letterale di "essere fuori di sé", fuori dalla propria realtà di preti e perciò fuori della Chiesa, sono i Farinella, i Gallo, i Milingo, gli Sguotti e compagnia bella