19 luglio 2008
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Una mattinata dedicata all'incontro ecumenico e interreligioso
In dialogo per riscoprire insieme la forza della riconciliazione
dal nostro inviato Gianluca Biccini
"La religione non causa divisioni": è, anzi, una "forza che unisce" e che "offre la pace ai popoli". All'insegna della fraternità e della riconciliazione fra tutti i credenti è iniziata la seconda giornata di incontri ufficiali per il papa a Sydney. "Ambasciatore di pace" - come si è egli stesso definito - in Australia, Benedetto XVI ha dedicato la mattina di venerdì 18 a due appuntamenti significativi: con il mondo ecumenico e con i rappresentanti delle altre religioni.
Gli incontri, svoltisi nella cattedrale di Saint Mary, acquistano un particolare significato in questo Paese che tiene in grande considerazione la libertà di religione e che fa del dialogo uno strumento di riconciliazione a livello sia nazionale che dell'intera area del Pacifico. L'Australia, del resto, si propone, da questo punto di vista, come un laboratorio nel quale, su entrambi i fronti, è possibile intravedere sviluppi positivi per l'umanità.
Qui la libertà religiosa è garantita dalla sezione 116 della costituzione: al Governo federale è fatto divieto di emanare qualsiasi legge che possa pregiudicare il pluralismo. Ogni cittadino può aderire a qualsiasi Chiesa o gruppo, purché rispetti la legge e non inciti all'odio. La definizione di religione, emessa nel 1983 dall'Alta Corte, indicò due criteri che assicuravano anche la libertà di non praticare alcuna religione.
In una società come quella australiana, in cui persone provenienti da ambienti diversi possono praticare liberamente la propria fede, quasi due terzi degli abitanti si definiscono cristiani, sebbene si pratichino anche molte delle altre fedi più diffuse.
Nella cripta si è svolta la celebrazione della Parola. I cardinali Pell e Bertone erano accanto al Pontefice. Accolto dal vescovo di Townsville, Michael Putney, incaricato per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale australiana, il Papa ha pregato con i leader di una quindicina di Chiese e confessioni cristiane e con i membri del New South Wales ecumenical council. Al saluto del cardinale Pell è seguito quello del vescovo Robert Forsyth, "assistant" dell'arcivescovo anglicano di Sydney. Quest'ultimo ha fatto pervenire al cardinale Pell una lettera molto cordiale nei confronti del Papa e dei tanti giovani convenuti per la Gmg. Da parte sua Benedetto XVI ha messo in guardia contro la tentazione di considerare la dottrina una fonte di divisione, evidenziando come il dialogo ecumenico vada avanti non solo mediante gli scambi di idee, ma anche attraverso la condivisione dei doni reciproci. Per il Pontefice l'intero movimento ecumenico si trova ad un "punto critico" per cui se il battesimo può essere considerato il momento di inizio del cammino verso l'unità dei cristiani, occorre superare quegli ostacoli che rendono ancora lontana la meta definitiva, cioè la celebrazione comune dell'Eucaristia.
Il Pontefice ha anche voluto "esportare" in Australia l'Anno paolino, ricordando come l'Apostolo delle genti sia stato un lavoratore instancabile a favore dell'unità della Chiesa. Quindi, secondo un motivo ricorrente nel magistero ratzingeriano, ha auspicato una collaborazione feconda che, tenendo presenti le differenze, prosegua attraverso pazienti discussioni teologiche sulle divergenze. Un esempio positivo è rappresentato, in tal senso, proprio dall'accordo siglato nel 2004 dai membri del Consiglio Nazionale delle Chiese in Australia.
Infine Benedetto XVI ha invitato i cristiani "concittadini" della "casa di Dio" a operare insieme per far sì che altre persone siano attratte ad entrarvi.
Successivamente, nella sala capitolare della Cattedrale, ha avuto luogo l'incontro interreligioso. Dopo i saluti rivoltigli dal cardinale Pell, dal rabbino della grande sinagoga di Sydney, Jeremy Lawrence, e dallo sheikh, Mohamadu Saleem, in rappresentanza rispettivamente del mondo ebraico e islamico, il Papa ha messo in luce i meriti dell'Australia nel riconoscere il rispetto del diritto fondamentale della libertà religiosa. Per il Pontefice l'armoniosa correlazione tra religione e vita pubblica, ben visibile nel Paese e a Sydney in particolare, è ancor più importante in un'epoca nella quale la religione è spesso considerata causa di divisione, piuttosto che forza di unità. Nel mondo minacciato dalla violenza fondamentalista occorre - come ha detto l'esponente islamico - un "fondamentalismo dell'amore" che unisce. Perché - ha poi aggiunto Benedetto XVI - la voce di quanti hanno "spirito religioso" stimola a risolvere le controversie con mezzi pacifici nel rispetto della dignità umana". Non a caso la scuola islamica Malek Fahd di Sydney - in Australia vivono più di 340.000 musulmani - ha deciso di ospitare trecentocinquanta pellegrini cattolici durante questa Gmg e di organizzare un appuntamento interreligioso durante la settimana.
Il Governo australiano, da parte sua incoraggia il dialogo interreligioso, a livello regionale e internazionale. Di recente ha promosso, insieme a Indonesia, Nuova Zelanda e Filippine, un processo di dialogo che coinvolge quindici Paesi dell'area Asia-Pacifico. Dal 3 al 6 aprile scorso nell'ambito di tale processo, la Cambogia ha ospitato un dialogo sulla collaborazione interreligiosa per la pace e l'armonia. Tale attività si riflette anche nella promozione dei diritti umani e nell'impegno attivo nei confronti della responsabilità ambientale.
Al termine dell'incontro - al quale hanno partecipato quaranta rappresentanti di varie religioni tra cui ebrei, musulmani, buddisti, induisti, zoroastriani e sabei (numerosi in Australia a motivo dell'immigrazione irachena) - il cardinale Bertone e l'arcivescovo Filoni si sono recati nell'ospedale di Sydney dove è ricoverato il cardinale australiano Edward Idris Cassidy. Al presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani - il quale aveva previsto naturalmente di partecipare all'incontro -, hanno portato il saluto del Papa.
La mattinata di venerdì per Benedetto XVI si era aperta con le udienze private concesse nella canonica della cattedrale, dove risiede qui a Sydney. Ha ricevuto le visite del governatore del Nuovo Galles del Sud, Marie Bashir; del premier dello Stato, Morris Iemma; e del sindaco della grande città, Clover More. Con il governatore, giunto con sei familiari, il Papa ha avuto una conversazione sulla presenza di tanti giovani di vari Paesi alla XXIII Giornata mondiale della gioventù; al premier, presente con i suoi quattro bambini, tra cui due gemelli, il Pontefice ha donato un volume sulla storia della basilica di San Pietro raccontata attraverso le medaglie e le monete vaticane; nel colloquio con il sindaco, che era accompagnato da cinque parroci impegnati in diverse forme di pastorale in varie zone dell'arcidiocesi, il Papa ha fatto domande sulla comunità cattolica locale.
Prima che si concludesse la mattinata Benedetto XVI ha poi ricevuto John Watkins, vice premier del Nuovo Galles del Sud e ministro per la Gmg 2008. Entrambi hanno espresso soddisfazione per l'organizzazione e la buona riuscita di questo avvenimento, complice anche il bel tempo di Sydney in questi giorni.
(©L'Osservatore Romano - 19 luglio 2008)
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