18 luglio 2008

Lo sbarco del Papa nel cuore dei giovani. Tutti per strada intorno alla papamobile: il bagno di folla sorprende i mass media (Avvenire)


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VIA CRUCIS: SERVIZIO DI SKYTG24

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Il Papa ai leader di altre religioni: "In un mondo minacciato da violenza, la voce concorde di chi ha spirito religioso stimola le nazioni a risolvere i conflitti con strumenti pacifici" (Discorso del Santo Padre in occasione dell'incontro con i rappresentanti di altre religioni nella Sala Capitolare della St. Mary's Cathedral di Sydney)

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GMG SYDNEY: IL PAPA ACCOLTO DAI GIOVANI SULLE PRIME PAGINE DEI QUOTIDIANI AUSTRALIANI

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GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTU' SYDNEY 2008: LO SPECIALE DEL BLOG

Tutti per strada intorno alla papamobile Il bagno di folla sorprende i mass media

SYDNEY.

L’Australia delle polemiche sui giornali per le spese sostenute dal governo per la Gmg, per la sospensione delle corse all’ippodromo di Randwick dove domani sera si svolgerà la veglia con il Papa e domenica la Messa, e persino per la controversa questione dei casi di «abuso» non è certamente la stessa che si è riversata per le strade di Sydney ieri per salutare Benedetto XVI.
Volendo indicare ai media di tutto il mondo un dato attendibile, l’organizzazione della Giornata mondiale della gioventù ha preso tempo ieri sera prima di fornire la cifra della stima sulle presenze calamitate dal Papa e a lungo ha parlato di 160 mila giovani.

Poi ha fatto una mano di conti dell’incredibile affollamento sulle strade percorse dalla papamobile da Barangaroo alla Cattedrale. E ha riconosciuto che sì, mezzo milione di persone era una cifra realistica. Ed, essendo l’Australia un Paese angloassone, maniacalmente preciso, si può stare sicuri che si tratta di un calcolo prudenziale.

Ecco il primo, significativo risultato della Gmg. (F.O.)

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Lo sbarco del Papa nel cuore dei giovani

L’abbraccio con 150mila in festa e l’inno alla vita

IL PRIMO INCONTRO

DAL NOSTRO INVIATO A SYDNEY

MIMMO MUOLO

Un mondo nuovo. Un mondo giovane. Un mondo che «si è stancato dell’avidità, del­lo sfruttamento e della divisione». Un mon­do capace di dire no a «ferite» ecologiche (erosio­ne, deforestazione, sperpero di risorse, consumi­smo) e veleni sociali (droga, violenza e degrado ses­suale).
È questo il mondo che Benedetto XVI au­spica, giungendo sul molo di Barangaroo in un po­meriggio di sole radente che taglia le nuvole ed e­salta la bellezza della baia.
Con gli occhi della fede e della speranza lo vede raffigurato nel mare di ra­gazzi – 140mila qui, 500mila, come dicono gli or­ganizzatori, contando chi è davanti ai maxischer­mi in città e lungo il percorso papale – che lo at­tendono da ore.
Di fronte a loro, che definisce «crea­ture nuove», il Papa rilancia il suo messaggio in fa­vore della vita, della verità, della pace. «Com’è pos­sibile – si chiede, ad esempio, nel discorso (che pubblichiamo integralmente a pagina 4) – che lo spazio umano più bello e sacro, il grembo mater­no, sia diventato luogo di violenza indicibile?».
E perché Dio viene eclissato dalla vita pubblica, se ciò «provoca un disordine che ha inevitabili ripercus­sioni sul creato»? Ecco allora prendere forma, fin dal primo incon­tro tra il Pontefice e i giovani, quello che promette di essere uno dei leit motiv anche dei prossimi gior­ni. Non violenza, sviluppo sostenibile, giustizia, pa­ce e cura dell’ambiente, dice Papa Ratzinger a quan­ti lo ascoltano, «sono di vitale importanza per l’u­manità ». Ma non bisogna mai «prescindere da u­na profonda riflessione sull’innata dignità di ogni vita umana dal concepimento fino alla morte na­turale ». Quella dignità, infatti, è «conferita da Dio stesso e perciò inviolabile».
La gioventù del mondo intero lo ascolta intenta, segue i pensieri del Papa, e appare già felice di a­verlo tutto per sé, in questo estremo lembo di ter­ra dove s’è fatta trovare puntuale all’incontro che Benedetto le aveva proposto. C’è felicità tra i ra­gazzi, conquistati anche dall’accoglienza che gli a­borigeni – da padroni di casa – avevano preparato per il Papa venuto da Roma e arrivato dal mare, co­me i primi evangelizzatori. L’appuntamento di Barangaroo fa decollare defi­nitivamente la Gmg di Sydney e consegna alcune delle immagini più belle da quando esistono i ra­duni mondiali. Non solo per la suggestione del per­corso a bordo della nave «Sydney 2000», che il Pa­pa si gusta con una gioia impressa negli occhi, at­tenti a cogliere ogni dettaglio, ma anche e soprat­tutto per ciò che succede a riva. Quando infatti Papa Ratzinger sbarca sulla ex ban­china, salutato dal cardinale George Pell, arcive­scovo di Sydney, tutta la metropoli assiste a qual­cosa di consueto e inedito insieme.

Questo molo ha visto arrivare dal mare genti e merci di tutto il mondo. Esploratori, avventurieri, capitani di lun­go corso, galeotti, marinai. Anche i missionari. E in anni più recenti gli emigranti in cerca di una vita migliore. Ma uno sbarco come quello di oggi pro­prio no.

«Oggi è il mio turno», dice, infatti Benedetto XVI, ricordando quanti lo hanno preceduto. E poi, come se si trovasse tra vecchi amici, confida che il volo da Roma a qui «è stato in qualche misura causa di ap­prensione ». Ma subito dopo ag­giunge di essere stato ripagato «dalla magnifica vista del no­stro pianeta dall’alto».
Altrettanto bello dev’essere il panorama che ora il Pontefice osserva dal suo palco. Un pic­colo oceano ribollente di colo­ri, di energie giovanili, di ban­diere che sventolano quasi a comporre un mosaico di iden­tità complementari. «Di fronte a me - dice infatti all’inizio del suo discorso - vedo un’imma­gine vibrante della Chiesa uni­versale ». E anche a chi non è cattolico o non è credente egli rivolge il suo incoraggiamento: «Avvicinatevi all’amorevole ab­braccio di Cristo; riconoscete la Chiesa come vostra casa». Sen­za dimenticare naturalmente coloro che sono i veri padroni di casa. Agli aborigeni, alcuni dei quali lo hanno salutato con le loro danze e gli sono stati accanto sulla nave dice: «Sono commosso di trovarmi nella vostra terra, sa­pendo delle sofferenze e delle ingiustizie che essa ha sopportato».
Ora però bisogna guardare al futuro. E allora Be­nedetto XVI, proprio come il capitano di una na­ve, traccia la rotta. «Cari amici - ricorda ai suoi gio­vani - la vita non è governata dalla sorte, non è cau­sale. La vostra personale esistenza è stata voluta da Dio». «Non lasciatevi dunque ingannare da quan- ti vedono in voi semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si con­trabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità».
Non lasciatevi fuorviare, aggiunge subito dopo, neanche da chi vorrebbe far diventare Dio «irrile­vante nella vita pubblica». La visione secolarizza­ta della vita «tenta di plasmare la società con po­chi o addirittura nessun riferimento al Creatore» e «si presenta come una forza neutrale, imparziale e rispettosa di ciascuno».

In realtà, avverte il Ponte­fice, «come ogni ideologia, il secolarismo impone una visione globale». Ma l’eclissi di Dio «provoca un disordine che ha inevitabili ripercussioni sul re­sto del creato». Ad esempio «ciò che è stato pro­mosso come umana ingegnosità, si è ben presto manifestato come follia, avidità e sfruttamento e­goistico ». Al contrario «il nostro cuore e la nostra mente anela all’amore, all’unità, e alla libertà che però trovi il suo significato nella verità». Questo è il mondo nuovo, «opera dello Spirito Santo», che Benedetto XVI prospetta ai giovani, salutandoli in­fine in cinque lingue, italiano compreso. Ed è an­che il messaggio che parte da Sydney, mentre l’in­contro volge al termine e i 140mila cantano a una sola voce l’inno della Gmg. Spettacolo anche que­sto di grande suggestione. Che da domani, fino a domenica, si replica.

© Copyright Avvenire, 18 luglio 2008

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