7 settembre 2008
Benedetto XVI oggi nel capoluogo sardo (Sir)
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Benedetto XVI nel capoluogo sardo domenica 7 settembre
Tutto è pronto: la Sardegna attende l'arrivo del Papa, che domenica 7 settembre sarà a Cagliari per il centenario della proclamazione della Madonna di Bonaria patrona massima della Sardegna.
In tutte le diocesi il cammino di preparazione è stato vissuto con fede. L'Isola aspetta con gioia la parola di Benedetto XVI, e la previsione di oltre centomila fedeli alla Santa Messa potrebbe essere superata. E mentre a Cagliari si limano gli ultimi aspetti organizzativi tante sono le speranze e le preghiere che giungono da vari ambiti della società religiosa e laica.
Maria prototipo per tutte le donne.
"Il grande evento è quello mariano - secondo suor Rita Lai, teologa dogmatica - al quale si lega la visita del Papa. Anche in questa occasione, nella Chiesa come nella società, la figura della donna viene valorizzata nella sua identità più pura. Maria ci offre il prototipo della donna dell'ascolto, che realizza la sua vita in obbedienza alla volontà di Dio e in qualche modo offre una speranza per tutte le donne sarde, che hanno sempre avuto un ruolo centrale nella società isolana, come nella famiglia. La visita del Papa, con la benevolenza della figura di Maria può essere l'inizio per un cammino dentro la Chiesa, in cui la donna accanto alle altre figure, la madre, la sposa, la religiosa, riscopre e valorizza tutta la sua unicità". Uno spunto di riflessione per suor Rita è che "la Madonna di Bonaria, che è anche patrona dei naviganti, estende la sua benedizione su tutti questi disperati che arrivano via mare sulle nostre coste. La Vergine Maria, con la precarietà della sua vita, che ha vissuto la fuga, l'esilio, diventa davvero l'esempio estendendo il suo patrocinio, la sua protezione su tutti coloro che mettono in gioco la loro esistenza attraversando il mare. Come Chiesa sarda dovremo prendere presto in considerazione come relazionarci a loro. La Madonna di Bonaria ci indica una via, come cristiani, ci segnala un privilegio, e la sua figura estende la sua protezione sicuramente su questi fratelli sventurati, con la solidarietà e con la promozione della persona".
Un padre paziente.
"Una immagine: accogliamo un padre, un genitore che conferma -dice Emanuele Usala, della pastorale familiare dell'arcidiocesi di Cagliari - l'aspettativa che ci siamo detti tra le famiglie è stata quella di vivere l'avvenimento come una famiglia, una grande famiglia, fin dalla comunità parrocchiale che è una famiglia, costruendo confidenza, con la cura e le responsabilità reciproche. L'auspicio è che questa esperienza segni la nostra Chiesa sarda, che è espressione del nostro carattere, resistente alle confidenze ma che poi con la stima e la fiducia si traduce in grande generosità". Per Usala, "come Chiesa dobbiamo camminare in questa direzione, non ci dobbiamo sentire figli adulti, non dobbiamo sentirci già autosufficienti, se anche abbiamo quella economica, fino a quando abbiamo i genitori dobbiamo volgere il nostro sguardo a loro. Noi speriamo che sia questo: lo stare vicini, fianco a fianco con tante persone provenienti da tutta la Sardegna, nel sagrato di Bonaria, già questo ci farà sentire piccoli, figli". Come laico, continua Usala, "chiederei al Papa una parola per la Sardegna. La nostra Chiesa ha una cammino alle spalle, mi piacerebbe che ci proiettasse nel futuro".
Una terra di martiri.
Per Ignazio Boi, diacono permanente, "le tre visite dei Papi in Sardegna, hanno l'elemento comune della Madonna di Bonaria che le lega: sotto questo punto di vista ciò sottolinea la grande predilezione di Maria per la Sardegna e conseguentemente dei Pontefici che ci hanno visitato, che a Lei si sono rivolti per benedire la nostra Isola". L'auspicio del diacono "è che la gente riesca a cogliere l'essenza, al di là della straordinarietà dell'evento, della particolare organizzazione. Possono essere molti gli elementi di distrazione: logistici, scenografici, coreografici o la presenza di altre autorità oltre il Papa. La gente della Sardegna deve riuscire a cogliere l'essenza della continuità della successione apostolica, Pietro viene a visitare una terra che è stata terra di martiri. E la conclusione della visita con l'incontro con i giovani, così come fu per Giovanni Paolo II, potrà segnare un risveglio e uno stimolo per la Chiesa di Cagliari che si confermi nella comunione e si rafforzi con la sua storia".
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