13 settembre 2008

Le radici della laicità positiva (Casavola)


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LE RADICI DELLA LAICITÀ POSITIVA

di FRANCESCO PAOLO CASAVOLA

BENEDETTO XVI nella sua visita in Francia, per il centocinquantesimo anniversario delle apparizioni della Madonna di Lourdes, ha incontrato a Parigi, nell’Eliseo, il Capo dello Stato Nikolas Sarkozy, che gli ha enunciato il capitolo di una laicità positiva, in luogo di quella laicitè de combat, che voleva non solo separate, ma antagoniste lo Stato e la Chiesa. Dice oggi Sarkozy che le religioni rappresentano un patrimonio di riflessione e di pensiero su Dio e l’uomo, sulla società e oggi finanche sulla natura e l’ambiente, che sarebbe una follia privarcene.
Democrazia e laicità debbono essere aperte al dialogo con le religioni, e in Francia in particolare con il Cristianesimo con cui è condivisa una lunga storia.
Non solo parole d’occasione. Fin da quandoera ministro dell’interno, Sarkozy è stato critico della Loi de sèparation del 1905, soprattutto su una questione ch’egli giudicava non congiunturale nè episodica, quale quella del finanziamento delle grandi religioni di Francia. L’ultimo argomento a favore del separatismo era che nessuno può essere tenuto a contribuire alle spese di un culto diverso dal suo. Sicchè, ironizzava Sarkozy, si considera naturale che lo Stato finanzi un campo di calcio, una biblioteca, un teatro, un asilo, ma quando i bisogni dei cittadini riguardano la religione lo Stato non deve impegnare neppure un centesimo.
Oggi le parole di Sarkozy, divenuto presidente della Repubblica francese, hanno un significato che va ben oltre le vicende della sua storia nazionale. La libertà di religione è un diritto umano, le sue manifestazioni non possono essere confinate nello spazio privato, ma investono anche quello pubblico, e non si collegano più soltanto con una religione, come istituzione sociale, ma con la libertà di coscienza di quanti credano o non credano in una confessione. Lo Stato laico deve dunque, in regime dipluralismo religioso, tutelare credenti, diversamente credenti, miscredenti. La laicità, in questo senso, non può che essere positiva, non indifferente, agnostica, meno che mai ostile.
Il Papa ha richiamato le radici cristiane della storia di Francia, che si sono individualizzate nelle innumerevoli vite, lungo i secoli, di grandi servitori della Nazione e della Chiesa.

Se la tonalità del saluto di Sarkozy ha toccato persuasioni etico-politiche che caratterizzano la fase odierna della cultura occidentale, il Papa non ha mancato di sottolineare la dimensione universale della fede cristiana, manifesta nel pellegrinaggio a Lourdes, che raccoglie folle rappresentative del mondo intero.

Laicità per il Papa tiene distinta la religione dalla politica, in modo che sia trasparente il contributo che quella dà alla formazione della coscienza umana, e il compito che questa affida allo Stato di garante della libertà della coscienza.
Può darsi che questo incontro, senza dissonanze, in terra di Francia, abbia esiti storicamente significativi innanzi tutto nel perimetro delle maggiori nazioni latine, particolarmente sensibile a declinazioni non sempre concordanti, e talora conflittuali, del principio di laicità. Ma è augurabile che per la intera Europa e per il continenta americano si aprano comuni percorsi di laicità e libertà, in modo da sostenere il dialogo di pace, che impegna tutte le civiltà umane.

© Copyright Il Messaggero, 13 settembre 2008 consultabile online anche qui.

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