8 settembre 2008

Mons. Betori: "Un doppio “grazie”, al card. Bagnasco ed al card. Ruini" (Sir)


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MONS. BETORI: UN “GRAZIE” AL CARD. BAGNASCO E AL CARD. RUINI

Un doppio “grazie”: al card. Bagnasco, che “sta celebrando messa a Betlemme e mi sta ricordando in Terra Santa” e al card. Ruini, che “sta pregando per me al Santuario del Divin Amore”. Così mons. Giuseppe Betori ha salutato oggi il personale della Cei, riunito nella sala del Consiglio permanente per salutare la nomina di mons. Betori a nuovo arcivescovo di Firenze. “Non è molto facile parlare di un momento”, ha esordito il vescovo: “nei volti delle persone che vedo c’è un pezzo di storia della mia vita”.
Dopo “La mia prima e personalissima gratitudine va al Santo Padre – ha proseguito Betori - che ha voluto ribadire l’attenzione e la fiducia verso la mia persona”. “ho avuto il dono di avere accanto due grandi presidenti, saggi e coraggiosi – le parole di Betori – che mi hanno indicato nel vie giuste nello spingerci a promuovere la comunione tra le chiese e il servizio al bene di tutta la società in Italia. Sono grato per la fiducia e l’affetto fraterno con cui mi hanno accompagnato”. Betori si è detto poi “non meno grato” nei confronti di “tutti i vescovi, per la benevolenza e l’amicizia con cui mi hanno aiutato a compiere con serenità il mio compito” e per il “valido sostegno anche degli organismi della Santa Sede”.
La nomina del Santo Padre, ha detto Betori, “arriva a conclusione di un tempo della mia vita cristiana e sacerdotale in cui mi sono speso per la Cei e nello stesso tempo per la Chiesa in Italia. Sono da sette anni e mezzo segretario generale – ha ricordato – e formalmente sono a servizio della Cei da quasi 17 anni, dalla mia nomina a direttore dell’Ufficio catechistico”. “Ma i miei legami con la Cei – ha puntualizzato Betori – sono molto più antichi: la mia prima volta risale al 1978, quando fui cbiamato a dare una mano alla stesura definitiva del Catechismo dei giovani, ‘Non di solo pane’. Mi piace che questa parte del mio servizio si chiuda con un’altra pubblicazione, la terza edizione della traduzione della Bibbia della Cei per uso liturgico”. Nell’ampio elenco dei ringraziamenti, Betori ha inserito tra gli altri “i rapporti con i tanti sacerdoti, religiosi, laici, specialmente con chi ha responsabilità organizzative e aggregative ecclesiali”, definiti ”eccellenti esempi di vita cristiana che mi hanno permesso di fare un percorso significativo di vita ecclesiale”. Degli anni passati alla Cei, Betori ha inoltre apprezzato “le relazioni di attenzione con le autorità civili che si sono susseguite alla guida del Paese”, occasione di “un confronto leale e costruttivo nella ricerca del bene comune”
“Ho potuto contare sul sopporto di validissime strutture”, ha detto Betori citando gli Ufficio e i servizi della segreteria generale della Cei, una struttura che “si è notevolmente ampliata, per rispondere alle necessità pastorali, di servizio alle diocesi e di responsabilità verso il Paese, ma che non ha perso quella struttura familiare che l’han caratterizzata fin da quando l’ho conosciuta”, fatta di “notevole competenza e forte dedizione in cui eccellono tutti coloro che vi operano”. Oltre al “grazie specialissimo” rivolto ai8 suoi strettissimo collaboratori e alla menzione degli “organismi che in vario modo sono collegati con la Cei, costituendone quasi una sua estensione”; come Caritas o Migrantes, Betori ha ricordato “il mondo della comunicazione sociale”; in primo luogo “Sir e Avvenire, che ho potuto seguire dalla fondazione”, e poi “le galassie che fanno capo a Sat2000 e Inblu, alla cui nascita ho avuto il privilegio di partecipare”. Non è mancato uno “sguardo” verso la sua nuova diocesi: “una comunità – le prime parole di Betori per Firenze – che sento già il mio popolo, la gente con la quale so di dover vivere come cristiano e con la quale devo spendermi come vescovo. Non nascondo la mia trepidazione, nel misurarmi con una diocesi di grande storia, antica e recente”, in cui “le debolezze di alcuni non offuscano l’immagine di fedeltà e servizio al Vangelo, nelle cooperazione al bene comune”.

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MONS.BETORI: NUOVO ARCIVESCOVO DI FIRENZE. CARD.BAGNASCO, “GRATITUDINE” DAI VESCOVI ITALIANI

“Una notizia piena di gioia”. Così il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, saluta la nomina di mons. Giuseppe Betori a “pastore della Chiesa di Firenze”. Il card. Bagnasco, che in questi giorni si trova in Terra Santa con il pellegrinaggio della propria diocesi, ha inviato una “comunicazione” al personale della Cei. “Seppur a distanza – scrive il cardinale – non voglio mancare a questo importante appuntamento nel quale il personale della Cei – sacerdoti, religiose, laici – si incontra nello spirito di famiglia per accogliere una notizia piena di gioia. Mons. Betori è da tutti noi conosciuto e apprezzato per il lungo e impegnativo servizio che ha prestato alla Cei in differenti e sempre significativi compiti: in particolare è stato direttore dell’Ufficio catechistico (1991 – 1996), sottosegretario (1996 – 2001), e, infine, segretario generale dal 2001. La sua dedizione generosa, puntuale e quotidiana, unita alle capacità di mente e di cuore, è nota a tutti, riscuotendo stima e gratitudine da parte dell’Episcopato italiano. Lo spirito di servizio ai nostri vescovi, illuminato e sostenuto dalla fede, è testimonianza dell’amore fedele alla Chiesa, nostra Madre, e al Santo Padre”.
“La lunga esperienza” di mons. Betori “sul territorio nazionale e anche nei rapporti europei e internazionali, costituisce – scrive il card. Bagnasco - un ricco patrimonio che arricchirà il suo nuovo ministero a servizio della nobile Chiesa di Firenze, che il Sommo Pontefice gli ha affidato”. Mons. Betori, afferma il presidente della Cei, “resterà anche segretario generale fino alla nomina del nuovo, a norma dello Statuto della Cei”. Al Papa, prosegue il cardinale, “esprimo la nostra gratitudine per la fiducia che ha espresso verso mons. Betori, fiducia e stima che sentiamo riflettersi su noi tutti. Al neo eletto va la riconoscenza più sincera per la vicinanza sempre pronta ed efficace che ha avuto verso persone e problemi. In modo speciale, rivolgo a lui il mio personale ringraziamento per il prezioso e leale aiuto nei primi tempi della mia presidenza, trovando un valido collaboratore e un fraterno amico. Affidiamo alla Santa Vergine e a San Giovanni Battista, patrono di Firenze, il suo ministero di padre e maestro. La verità di Cristo, Buon Pastore che dona la vita per il suo gregge, è la via sicura di ogni pastore della Chiesa, e la sorgente perenne della grazia necessaria per la missione ricevuta”.

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