8 settembre 2008

Il Papa a Cagliari: "L’incrollabile fiducia. Dai giovani anche una politica nuova" (Zavattaro)


Vedi anche:

Mons. Betori: "Un doppio “grazie”, al card. Bagnasco ed al card. Ruini" (Sir)

MONS. GIUSEPPE BETORI E' IL NUOVO ARCIVESCOVO DI FIRENZE

Il Papa: "La fede, prima di essere una credenza religiosa, è un modo di vedere la realtà, un modo di pensare, una sensibilità interiore che arricchisce l’essere umano come tale" (Discorso ai giovani in Piazza Yenne, a Cagliari, 7 settembre 2008)

Il Papa parla in sardo. Un lungo applauso degli oltre 150mila fedeli (Bobbio)

Vittorio Messori: "Non tirate il Papa a destra o a sinistra" (Galeazzi)

Il Papa ai sacerdoti ed ai seminaristi sardi: "Non vi spaventino, né vi scoraggino le difficoltà" (Discorso ai sacerdoti, ai seminaristi ed alla comunità della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, 7 settembre 2008)

Amicone: Quei "cattolici adulti" scaricati dal Vaticano (Il Giornale)

«Si chiude un'epoca e il Papa invita velocemente a guardare avanti». Interviste a Quagliariello e Casini

Il Papa incontra il clero ed i giovani: calorosissima accoglienza (Radio Vaticana)

IL PAPA A CAGLIARI: I VIDEO E LE FOTO

L’appello del Papa: «Serve una generazione di politici cristiani» (Tornielli)

Giuliano Ferrara sul Papa in Sardegna: "La forza delle parole tra fede e ragione"

Il Papa ai giovani: "Non vi fate affascinare da chi e' ricco e famoso"

Il Papa incontra i sacerdoti di Cagliari: "Non temete le difficoltà"

Quando Ratzinger era prof (Enzo Bianchi)

Card. Meisner: «Così convinsi Ratzinger a fare il Papa»

Processo rinviato per ramadan. Rivolta laica in Francia (Nava)

Persecuzioni anticattoliche: "Il silenzio sui cristiani" (Panebianco)

All' Angelus il Papa prega per le ragazze madri e le mamme sole

VIOLENZE ANTI-CRISTIANE IN INDIA: RACCOLTA DI ARTICOLI

VISITA PASTORALE DEL PAPA A CAGLIARI (7 SETTEMBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG

DISCORSI ED OMELIE DEL PAPA A CAGLIARI

BENEDETTO XVI - L’incrollabile fiducia

Dai giovani anche una politica nuova

Fabio Zavattaro

Sopra la statua lignea, una Madonna con il bambino, una navicella in avorio che segnala i venti al largo del golfo di Cagliari. È uno dei tanti ex voto – come modellini di navi, o le uova di struzzo o ancora i ceppi che gli schiavi liberati hanno donato ai frati mercenari – che la pietà popolare ha consegnato a questa immagine miracolosa, giunta dal mare in una cassa di legno e approdata nei pressi della collina di Bonaria.
Immagine miracolosa cui la fede ha sempre guardato con fiducia e speranza.
È a questa madre, figlia e sposa, come Benedetto XVI la chiama pronunciando queste parole in sardo, che il Papa affida i giovani, il mondo del lavoro, dell’economia, la stessa politica “che necessita di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”.
Frase importante, per la stagione che il Paese attraversa e che va letta nella sua completezza, cioè di atto di affidamento a colei che deve aiutare a portare Cristo “alle famiglie, piccole chiese domestiche e cellule della società, oggi più che mai bisognose di fiducia e di sostegno sia sul piano spirituale che su quello sociale”.
E a lei, a Maria, che il Papa si rivolge perché “aiuti a trovare le opportune strategie pastorali per far sì che Cristo sia incontrato dai giovani, portatori per loro natura di nuovo slancio, ma spesso vittime del nichilismo diffuso, assetati di verità e di ideali proprio quando sembrano negarli”.
E ancora perché “renda capaci di evangelizzare il mondo del lavoro, dell’economia, della politica”.
Evangelizzare, dunque.
Il mondo della produzione innanzitutto con le difficoltà di chi, soprattutto giovani, si vede spesso tenuto ai margini, nonostante anni di studio; precari in una realtà resa ancora più precaria da un’economia attenta al solo profitto.
Non è un caso che proprio ai giovani, il pomeriggio della domenica, nell’ultimo incontro della sua visita a Cagliari, il Papa dice: “La piaga della disoccupazione e della precarietà del lavoro mettono a rischio i vostri progetti”. In una società consumistica – dove si assiste all’“esodo delle forze più fresche e intraprendenti” quell’emigrazione che significa “sradicamento dall’ambiente, che talvolta comporta danni psicologici e morali, prima ancora che sociali” – il guadagno e il successo “sono diventati i nuovi idoli di fronte ai quali tanti si prostrano”. Ancora: “Si è portati – aggiunge il Papa – a dar valore solo a chi, come si suole dire, ha fatto fortuna ed ha una sua notorietà, non certo a chi con la vita deve faticosamente combattere ogni giorno. Il possesso dei beni materiali e l’applauso della gente hanno sostituito quel lavorio su se stessi che serve a temperare lo spirito e a formare una personalità autentica”.
È in questo contesto che evangelizzare il mondo della politica assume una valenza specifica, che è fatta di attenzioni al bene comune, di dialogo per costruire il futuro del Paese, di impegni concreti per sostenere chi meno ha, perché o un Paese cresce insieme o è destinato a vivere di difficoltà e conflitti sociali.

Papa Benedetto non guarda alla politica come a un’occupazione di potere o a una distribuzione di cariche. Se parla di evangelizzare la politica usa le categorie morali del partecipare, della solidarietà, della condivisione.

È sempre in questo contesto che, ancora ai giovani, parla di una tendenza in crescita dell’individualismo che significa concentrarsi solo su se stessi: “Si diventa inevitabilmente fragili” – aggiunge – e “viene meno la pazienza dell’ascolto, fase indispensabile per capire l’altro e lavorare insieme”. Ma non solo “si rischia di essere superficiali, di percorrere pericolose scorciatoie alla ricerca del successo, consegnando così la vita ad esperienze che suscitano soddisfazioni immediate, ma sono in se stesse precarie e fallaci”.
Trentotto anni dopo Paolo VI e ventitré dopo Giovanni Paolo II, al Santuario sulla collina, davanti al porto di Cagliari, Papa Benedetto viene nel capoluogo sardo, certo per concludere le celebrazioni per i cento anni della proclamazione a patrona massima dell’isola della Madonna di Bonaria. Un atto compiuto all’inizio di un secolo molto difficile, ricorda il Papa, ma certamente fu proprio questa consacrazione a Maria che diede la forza “per affrontare le difficoltà sopravvenute, specialmente con le due guerre mondiali”.
Ma soprattutto viene per “affidare” a Maria, madre, figlia e sposa – madre “che ama, protegge, consiglia e consola”; figlia “sempre attenta alle necessità dei fratelli e delle sorelle”; sposa “capace di amore fedele e paziente, di sacrificio e di speranza” – gli uomini e le donne di questo secolo, per indicare ancora una volta nell’affidamento alla madre di Cristo, la strada da seguire proprio per essere costruttori di un futuro di pace e “una società fraterna e solidale”.
Così ai giovani chiede di recuperare il valore della famiglia, da custodire come “antica e sacra eredità”. In passato la società tradizionale aiutava di più a formare e a custodire una famiglia. “Oggi non è più così, oppure lo è «sulla carta», ma nei fatti domina una mentalità diversa. Sono ammesse altre forme di convivenza; a volte viene usato il termine famiglia per unioni che, in realtà, famiglia non sono”.
E poi una seria formazione intellettuale e morale “è indispensabile per progettare e costruire il vostro futuro e quello della società. Chi su questo vi fa degli «sconti» – dice il Papa ai giovani – non vuole il vostro bene”.
Un uomo, afferma il Papa riportando un detto sardo, può sopportare e superare i morsi della fame, “ma non può vivere laddove giustizia e verità sono bandite. Il pane materiale non basta, non è sufficiente per vivere umanamente in modo pieno; occorre un altro cibo”. Ed ecco quella fede sincera e profonda che diventa “sostanza” della vita. Smarrito il senso di Dio, ricorda ancora il Papa ai giovani, “sparisce anche il mistero di tutto ciò che esiste: le cose e le persone mi interessano nella misura in cui soddisfano i miei bisogni, non per sé stesse”. La fede “prima di essere una credenza religiosa, è un modo di vedere la realtà, un modo di pensare, una sensibilità interiore che arricchisce l’essere umano come tale”.

© Copyright Sir

Nessun commento: