7 ottobre 2008
Luca Volontè: "E' ora che i parroci diano retta al Papa" (Il Tempo)
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A corto di argomenti, Politi se la prende con la mantellina e la stola del Papa, Vescovo di Roma e Primate d'Italia!
SINODO DEI VESCOVI SULLA PAROLA DI DIO (5-26 OTTOBRE 2008): LO SPECIALE DEL BLOG
OMELIE, DISCORSI E MEDITAZIONI IN OCCASIONE DEL SINODO DEI VESCOVI 2008
PARLAMENTO E ISTITUZIONI: E' ORA CHE I PARROCI DIANO RETTA AL PAPA
di Luca Volontè*
«Quando l'uomo elimina Dio dal proprio orizzonte prevalgono l'arbitrio, l'ingiustizia e lo sfruttamento». È questa la preoccupazione del Papa nell'Omelia davanti ai componenti del Sinodo sulla Parola che si è aperto con la S. Messa di ieri e si chiuderà il 26 ottobre.
«Ma quando l'uomo elimina Dio dal proprio orizzonte è veramente più felice?», si è domandato il Pontefice.
Una domanda che segue l'altra rivolta dal Papa nel Messaggio per il 40° dell'Humanae Vitae qualche giorno fa: «Perché non siamo seguiti sulla morale sessuale e si preferisce seguire mode, istinti e infedeltà? Si è veramente più liberi senza Dio o invece è seguire la Verità che rende liberi?».
«Quando gli uomini si proclamano proprietari assoluti di se stessi e unici padroni del creato, possono veramente costruire una società dove regnino la libertà, la giustizia e la pace? Non avviene piuttosto, come la cronaca quotidiana dimostra ampiamente, che si estendano l'arbitrio del potere, gli interessi egoistici, l'ingiustizia e lo sfruttamento, la violenza in ogni sua espressione? Il punto d'arrivo, alla fine, è che l'uomo si ritrova più solo e la società più divisa e confusa».
Nell'Udienza del mercoledì, il Papa aveva ben definito la libertà del cristiano, «seguire Gesù», seguire lo Spirito Santo che agisce nella Chiesa. Perciò la parola di Dio deve essere posta al centro di ogni ambito della vita civile, dalla cultura al lavoro, dalla scuola alla famiglia. Per questo i cristiani devono conoscere bene il messaggio evangelico e per lo stesso motivo il sinodo generale dei vescovi è stato convocato proprio sulla parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Tutti abbiamo bisogno di mettere al «centro della nostra vita la Parola di Dio - ha detto Ratzigner nel corso dell'omelia - accogliere Cristo come unico nostro Redentore, per far sì che la sua luce illumini ogni ambito dell'umanità: dalla famiglia alla scuola, alla cultura, al lavoro, al tempo libero e agli altri settori della società». Mettere al centro la Parola di Dio è quindi il modo di accogliere Cristo, un legame insostituibile tra parola ed eucarestia come auspicato dal Concilio Vaticano II, «come dall'assidua frequenza del mistero eucaristico si accresce la vita della Chiesa, così è lecito sperare nuovo impulso di vita spirituale dall'accresciuta venerazione della Parola di Dio, che permane in eterno». Dunque si inizia un Sinodo che completa e darà nuovo slancio alle indicazioni Conciliari, lo guiderà il Papa Benedetto che da molti è visto come un retrogrado tridentino e, invece, non smette di invitare gli uomini ad aprire gli occhi, ad allargare la ragione, a vivere con un Dio che c'è, presente, incontrabile.
Le promesse dei secoli passati, dalla Genesi in poi non sono state parole vuote scritte nella Bibbia, Cristo è il verbo abbreviato, condensato.
Basterebbe che ciascuno di noi e l'intera umanità seguissero Benedetto, chi non fosse convinto guardi a come imputridisce il mondo senza Dio.
Basterebbe ai parroci del mondo ripetere le parole di Pietro, ogni giorno un invito a lasciarci illuminare, nel buio del mondo, dalla luce di Dio.
In un locale buio si pesta da tutte le parti, si rischia di rompere oggetti e spaccarsi un braccio. Basterebbe aprire la ragione, far entrare Gesù è aprire gli occhi alla luce del sole: sapere chi si è, conoscere gli altri e le cose, camminare nella direzione giusta. Tutte cose al buio impossibili...
* deputato dell'Udc
© Copyright Il Tempo, 6 ottobre 2008
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2 commenti:
Sono d'accordissimo con i concetti epressi da Volontè, e colgo l'occasione per citare un'altro esempio in cui è un laico ad additare la via indicata da Benedetto: si tratta dell'articolo di Ferrara, pubblicato nell'edizione online de "Il Foglio" di oggi, intitolato "Il cardinale e lo storico fanno apologia misericordiosa della promiscuità". Ciao Carla
Basterebbe che ciascuno di noi e l'intera umanità seguissero Benedetto, chi non fosse convinto guardi a come imputridisce il mondo senza Dio.
Basterebbe ai parroci del mondo ripetere le parole di Pietro, ogni giorno un invito a lasciarci illuminare, nel buio del mondo, dalla luce di Dio.
Altro problema dolente i parroci!
In relazione non solo a questo articolo ma, anche all'intervista rilasciata a Cazzullo da un prete ( parroco anche lui anonimo), vorrei porre un quesito:
Quanti parroci e non parlo solo qui a Roma ma, anche in altre parti d'Italia si documentano e prendono come insegnamento fruttuoso le encicliche, le omelie, i discorsi, le esortazioni di Papa Benedetto XVI? Quanti parroci in Italia si sono avvicinati e si avvicinano giornalmente a chi ora è sul soglio di Pietro senza reticenze, pregiudizi o luoghi comuni? Quanti poi e qui la cosa è ancora più imbarazzante sanno trasmette ai fedeli ai loro parrochhiani non solo la verà personalità di Benedetto XVI ma, l'importanza dei messaggi contenuti nei suoi scritti o discorsi? Varrebbe la pena forse, fare una anilisi approfondita di questo problema: Purtroppo, ho la senzazione che molti magari anche apprezzando il nostro Papa, abbiano paura anche solo di parlarne per timore di perdere i propri parrocchiani meglio tanti con le idee incasinate, piuttosto che pochi ma buoni!
Altri proprio non lo fanno conoscere come sarebbe necessario, perchè magari vorrebbero un Papa a loro immagine e somiglianza.
Secondo me, questo è un serio problema che per prima da parte dei fedeli dovrebbe essere affrontato. Io aspetto la mia occasione prima o poi sicuramente mi capiterà di chiedere ed allora saprò ....... anche se temo già la risposta.
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