23 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della quattordicesima giornata (1)


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Buona settimana a tutti gli amici del blog :-)
Oggi leggeremo una nutrita rassegna stampa. Iniziamo, come sempre, dalla cronaca delle vacanze del Papa che, stamattina, viene divisa in due parti.
Raffaella


Un prezioso dono dai sindaci del Cadore

Reolon: «Attuale il messaggio di Ratzinger» Luca Zaia: «Siamo onorati di averlo qui»

di Marcella Corrà

LORENZAGO. Ci sono quasi tutti i sindaci del Cadore (21 su 22) con il presidente della Magnifica Callisto Fedon. E poi il vice presidente della Regione Luca Zaia accompagnato dalla moglie Raffaella Monti. Oscar De Bona arriva in tempo per l’Angelus, prima è stato a Laggio per la festa del Pan del Pra’ (dove ha celebrato il rito religioso monsignor Ducoli). Ci sono poi in prima fila il presidente della Provincia Reolon, i vertici delle forze dell’ordine e delle forze armate, il prefetto Raimondo.
Callisto Fedon, presidente della Magnifica Comunità del Cadore, ha portato al Papa un dono prezioso, a nome di tutto il Cadore: sono le fotografie storiche dell’archivio Alinari di Firenze, dei 22 paesi della Magnifica comunità del Cadore. Sono foto dell’800 che ogni sindaco ha scelto. «Ho indicato al Papa - racconta Fedon - la foto del santuario mariano di Loreto a Lozzo, dove è andato due volte. Il Santo Padre l’ha riconosciuta e ha dimostrato di apprezzare molto il nostro dono». Anche la Provincia ha portato un dono, un quadro. Al termine della cerimonia, Sergio Reolon commenta l’omelia di Andrich e l’Angelus del Papa: «Ho apprezzato molto - dice - il modo in cui si è espresso il vescovo Andrich, come ha saputo rappresentare il Bellunese in modo sobrio e bello nel suo saluto al Pontefice».
Per quanto riguarda le parole di Ratzinger, Reolon ha apprezzato come «siano state tutte incentrate sulla pace contrapposta alla guerra. Un messaggio molto attuale. Importante che lo abbia detto qui, legandolo alla bellezza delle montagne. Bellezza e giustizia insieme: sono temi che avevo inserito anche nel mio indirizzo di saluto al suo arrivo. Ringrazio il Papa per le cose che ci ha detto e per come sta vivendo queste vacanze in Cadore».
Luca Zaia arriva a Lorenzago in rappresentanza del presidente Galan e della regione Veneto. E’ salito tra i primi a salutare il Pontefice: «Gli ho detto che siamo onorati di averlo qui, in terra veneta e bellunese, per le sue vacanze e che mi auguro possa tornare in questo paese anche il prossimo anno. Mi ha risposto che sta valutando».
Molti altri doni sono stati consegnati al Papa durante l’incontro che ha avuto con le decine di persone, non solo amministratori ma anche rappresentanti della diocesi e della società bellunese che hanno avuto la possibilità di salire sul palco. A tutti è stato donato un rosario.
Tra i presenti c’era Giulio Tremonti, che ha seguito la messa e poi l’Angelus ed è salito a salutare il Papa ma anche il presidente della Cei Bagnasco e il patriarca di Venezia Scola che sono rimasti per tutto il tempo accanto al Pontefice. Con tutti Tremonti si è intrattenuto molto cordialmente. Ai giornalisti invece non ha avuto nulla da dire se non «oggi parla solo una persona soltanto».

© Copyright Corriere delle Alpi, 23 luglio 2007


La benedizione, poi il viaggio

E le case si aprono per tutti, anche sconosciuti

LORENZAGO. La veduta migliore è dai balconi delle case che si affacciano sulla piazza. La famiglia Tonolo ha aperto la propria casa a chi vuole dare uno sguardo alla folla che prima partecipa alla messa poi ascolta il Papa. I Tonolo sono villeggianti, arrivano da Mirano in provincia di Venezia, ma sono almeno 15 anni che hanno preso casa a Lorenzago. Hanno aperto la casa a tutti, giornalisti compresi. Hanno una sola lamentela: «Ci vogliono i bagni chimici, con tanta gente presente. Molti sono venuti a chiedere a noi di poter andare in bagno». Colpisce, tra i fedeli, la grande presenza di turisti. Chi viene di solito in Cadore per le vacanze non ha voluto mancare all’appuntamento più importante dell’estate. Come i signori Bettella di Maserà di Padova. Anche loro, a Lorenzago, sono di casa. Infatti per dieci anni hanno tenuto l’albergo Stella Alpina. Sono arrivati in camper giovedì scorso, se ne andranno nei prossimi giorni, diretti in Russia. Una benedizione, con un viaggio del genere, ci sta tutta.
Vicino a loro ci sono alcune persone che arriva da Voltago: «Siamo una decina - dicono - organizzati dal parroco». Cappellino in testa e macchina fotografica in mano, come le altre cinquemila - seimila persone che si sono affollate attorno alla chiesa.

© Copyright Corriere delle Alpi, 23 luglio 2007


IL TRAFFICO

Il gran lavoro dei volontari

LORENZAGO. Applaudono entusiaste le suore che sono in questi giorni a Pralongo di Zoldo per il Capitolo generale (le elezioni). Sono in 35 arrivate da tutta Italia. Il Papa le ha appena ricordate nel suo messaggio dopo l’Angelus. Applausi dal gruppo di Sarmede, anch’esso ricordato, un boato sale dai ragazzi di Bibione, quando si rendono conto di essere nel prestigioso elenco che il papa legge..
Tanti gruppi sono arrivati da fuori, e naturalmente tantissimi bellunesi sono giunti a Lorenzago da tutte le parrocchie. Pochi i cartelli che indicano le varie comunità. Riconosciamo quelli di Trichiana e quelli della parrocchia di Santa Giustina (oltre al cartello anche un foulard giallo attorno al collo).
Sono arrivati alla spicciolata in auto. Qualcuno in pullman come l’Unitalsi di Belluno. E poi ci sono i volontari che stanno lavorando per fare viabilità, per dare informazioni, per distribuire bottigliette d’acqua (assolutamente indispensabili in questa calda giornata di luglio).
Ci sono anche i volontari della Croce bianca di Cortina, che con la loro ambulanza portano in ospedale il fratello di Albino Luciani, dopo il malore.
Tra i volontari della protezione civile troviamo quelli dell’Ana di Belluno, che provengono dai vari gruppi. Al termine di una mattinata di lavoro e fatica, tutti sono pronti per la foto ricordo.
Curiosa e riuscita l’iniziativa dell’Amico del Popolo. Il settimanale diocesano ha messo tutti in fotografia. Chi passava davanti alla postazione veniva fotografato e la sua foto diventava quella principale della pagina del settimanale dedicata all’evento. Un ricordo che in molti hanno portato a casa. Centinaia le pagine personalizzate che sono state stampate in pochi secondi.
La grande giornata di Lorenzago si conclude attorno alle 14, quando vengono tolte le transenne e le auto si incolonnano lungo le strade in uscita da Lorenzago. Nei boschi attorno al paese molti si sono fermati per un pic nic all’ombra in una giornata assolutamente perfetta.
Le nuvole e la pioggia sono arrivate solo più tardi sulle Dolomiti.

© Copyright Corriere delle Alpi, 23 luglio 2007


I CARTELLI

LORENZAGO. «Amiamo te e la chiesa» c’è scritto in portoghese su uno striscione. Lo tengono alto dei giovani brasiliani, uno dei quali si chiama Urbano Zago. Il cognome indica la chiara origine veneta. E infatti è uno dei brasiliani di origine bellunese che sono tornati a vivere in provincia. Poco lontano la riproduzione di un quadro, sempre ben visibile: «Si tratta - ci spiegano - della riproduzione di un quadro su San Pietro, regalato al Papa da Kiko Arguello, iniziatore del cammino neocatecumenale». Arguello era presente ieri a Lorenzago ed è salito sul palco dove ha stretto la mano al Papa.
Qua e là si alzano gli stendardi dell’Unitalsi. C’è quella di Belluno, ma anche l’Unitalsi di Bolzano: «Siamo in dodici - raccontano - siamo venuti con cinque malati». L’Unitalsi si occupa di accompagnare i malati nei pellegrinaggi.
Più piccolo il cartello «Il Cadore saluta Papa Ratzinger». Alla fine della cerimonia qualcuno lo ha lasciato piantato in una aiuola.
Sulle case dietro al palco c’è un lungo striscione: «E come un’eco le tue preghiere risuonano tra i nostri monti».
Altro cartello ben visibile: «Gli studenti di Lodz salutano il papa», circondato da un gruppo di giovani. C’è chi si accontenta di un grande foglio con su scritto «Benedetto mi piaci già molto». E chi alza un grande striscione con «Belluno presente».
E poi c’è «Stella mattutina Gorizia saluta il Papa». Scopriamo che ad innalzarlo sono i partecipanti ad una colonia estiva nel soggiorno alpino dei gesuiti di Gorizia, una quarantina di persone in vacanza in Cadore.
Come pure i 100 ragazzi della scuola Cesarolo di Bibione che sono in colonia a Calalzo e che il Papa saluta direttamente.

© Copyright Corriere delle Alpi, 23 luglio 2007

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