26 luglio 2007

Il Papa in Cadore: cronaca della diciassettesima giornata


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Tappa con l’elicottero al cimitero del Vajont

Ieri pomeriggio visita a Sant’Orsola: «Ma non trasformate le chiese in musei»

Partenza anticipata Decollo previsto alle 17 Più lunga del solito la passeggiata serale Sulla strada Lavinai coretto dei bambini

FRANCESCO DAL MAS

VIGO DI CADORE. Il papa ha anticipato la partenza domani da Lorenzago, alle 17, perché sosterà in preghiera al cimitero delle vittime del Vajont. Sarà l’unico “pellegrinaggio” del suo soggiorno, tra i tanti che gli erano stati proposti. Sorvolando con l’elicottero la diga del Vajont, il giorno dell’arrivo, il papa aveva confidato al vescovo di Treviso, Mazzocato, di ricordare la tragedia. Domani renderà omaggio alle vittime. Ieri sera, intanto, due bagni di folla del papa a Vigo e a Lorenzago. «E’ bene che questa bellissima chiesa non resti solo un museo, ma continui ad essere un luogo di culto», ha detto Benedetto XVI al parroco di Vigo, don Andrea Costantini, visitando la chiesa di Sant’Orsola (XIV secolo).
«Ha visto che ci siamo ricordati del suo invito?», lo aveva anticipato padre Georg a don Andrea. La chiesa è la principale tappa degli itinerari fra i tesori d’arte del Bellunese voluti dal vescovo Vincenzo Savio. Il papa si è fermato dopo una passeggiata lungo la strada alpina “Lavinai” in mezzo al bosco di Vigo. «Qui è tutto molto bello. Questa chiesa è un vero gioiello», ha commentato Ratzinger, guardandosi intorno, dopo una preghiera davanti all’artistico altare. Il parroco l’ha rassicurato che in chiesa viene celebrata una messa ogni lunedì e vi si svolgono numerose celebrazioni. Quando don Andrea ha ricordato che la chiesa è dedicata a Sant’Orsola, Ratzinger gli ha chiesto se era stato a Colonia. «Le prometto che ci andrò in pellegrinaggio», l’ha rassicurato il parroco. Uscendo il papa ha salutato e benedetto decine di bambini, portati in tutta fretta da mamme, padri, nonni, zie, zii. E tutti a piangere dalla commozione. I ragazzini della scuola materna, radunati dalle suore salesiane, gli hanno improvvisato un coretto. La passeggiata è durata più del solito, un’ora e un quarto. Lungo la strada Lavinai Ratzinger aveva incontrato la signora Michela, con due bambini in altrettante carozzelle (la seconda condotta dalla signora Chiara). «Quanti anni hanno?», ha chiesto Benedetto XVI, accarezzando i piccoli. Poi ha augurato «buona giornata». «Buone ferie e buona passeggiata», hanno ricambiato Michela e Chiara. Alviano De Collo di Calalzo ha offerto un cestino di funghi. Il papa ha salutato anche Laura, Giulia, Maria e Dina. A Lorenzago ha trovato la folla ad attenderlo in piazza. L’auto si è fermata tre volte. Gli sono stati offerti ciclamini, genziane, stelle alpine. Il papa ha baciato una bambina.

© Copyright Il Corriere delle Alpi, 26 luglio 2007


«Venga alla chiesa di Lajo»

Strada di S. Osvaldo, per l’emozione parla in dialetto

GIOVANNI DE DONÀ

LAGGIO. Giovannina Vecellio di Laggio non sta più nella pelle per l’emozione provata dopo l’incontro col Santo padre lungo la strada di S. Osvaldo nella località detta “la Ruoiba de Giou”: «Con mio genero Giovanni Del Favero e le mie nipoti Cristina, Silvia e Monica sono diversi giorni che cerchiamo di avvicinare il papa e questa sera (ieri sera ndr) siamo stati davvero fortunati. Qualcuno ci ha detto che avevano visto passare le auto con il papa dirette verso Casera Razzo, allora siamo partiti e giunti a S. Osvaldo abbiamo notato le macchine della scorta ferme. Non c’erano altre persone, allora abbiamo chiesto cortesemente se era possibile salutare il Santo Padre e che erano giorni che attendevamo questo momento. Le guardie hanno capito e ci hanno fatto passare. Abbiamo camminato per circa 500 metri e ad un certo punto siamo stati fermati. La vigilanza ci ha detto che il papa stava pregando e che potevamo attenderlo. Poco dopo l’auto con Sua Santità è giunta, ha parcheggiato su un lato della strada e il santo padre si è sporto dal finestrino: con grande emozione ci siamo fatti incontro. Ci ha accolto con un grande sorriso e Cristina gli ha donato un mazzo di fiori che ha molto apprezzato. Mi sono inginocchiata e gli ho baciato l’anello e mi sono rivolta a lui ringraziandolo per essere qui in mezzo a noi in Cadore e gli ho detto in particolare: “Venga anche a visitare la chiesa di “Lajo” (Laggio)”, non mi sono accorta che per l’emozione mi sono espressa in dialetto. Il santo padre ha sorriso e così quelli della scorta, poi l’auto è ripartita e noi siamo andati al seguito fino a Vigo e qui abbiamo potuto vederlo mentre usciva da S. Orsola. Avrei voluto tanto che visitasse Laggio perché il nostro paese è stato addobbato a festa con bandiere e striscioni».
Certamente al suo passaggio per Laggio il pontefice ha notato il grande striscione che campeggia sulla “murazza” di Sant’Antonio Abate: “Laggio saluta sua santità Benedetto XVI” e l’altra scritta sul campanile “Benedictus qui venit in nomine domini” realizzate dal Capitolo di Sant’Antonio assieme ad alcune bandiere alte più di 8 metri.

© Copyright Il Corriere delle Alpi, 26 luglio 2007

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