30 luglio 2007
Il Papa: si' al nucleare pacifico
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Il Papa incoraggia la non proliferazione di armi nucleari, il disarmo nucleare e l'uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare
Il Papa: "Sì al nucleare pacifico fermiamo il riarmo atomico"
Il pontefice: la tecnologia va usata per lo sviluppo nel rispetto dell´ambiente
Nel primo Angelus da Castel Gandolfo appello per gli ostaggi in Afghanistan
Ricordati i 50 anni dell´Aiea della quale la Santa Sede è ufficialmente membro
MARCO POLITI
CASTEL GANDOLFO - Bene l´atomo, ma solo se usato per lo sviluppo e mai a fini di guerra. Da Castel Gandolfo Benedetto XVI continua la sua "catechesi di pace", approfittando dell´appuntamento con i fedeli in occasione dell´Angelus domenicale.
Una settimana fa, dal suo rifugio estivo di Lorenzago, aveva condannato fermamente la guerra e il ricorso alle armi per risolvere i problemi internazionali, ribadendo che l´unica via è e resta quella del negoziato. Ieri il pontefice ha affrontato il problema dell´energia nucleare, richiamandosi ai cinquant´anni della fondazione dell´Aiea (l´Agenzia internazionale per l´energia atomica, di cui la Santa Sede è ufficialmente membro). Il Papa ha insistito sulla necessità di bloccare la proliferazione delle armi nuclerari, ma allo stesso tempo ha incoraggiato l´uso pacifico dell´energia atomica. La Santa Sede, ha sottolineato, appoggia il mandato dell´Agenzia di «accrescere il contributo dell´energia atomica alle cause della pace». Quindi Benedetto XVI è entrato nel vivo dell´attualità geopolitica. «I cambiamenti epocali avvenuti negli ultimi cinquant´anni - ha dichiarato - evidenziano come, nel difficile crocevia in cui l´umanità si trova, sia sempre più attuale e urgente l´impegno di incoraggiare la non proliferazione di armi nucleari».
E su questo la posizione del Vaticano - specialmente alla luce del rischio che l´Iran si doti di armi atomiche - è sempre stata estremamente chiara. Da tempo papa Ratzinger completa, però, questo atteggiamento con un richiamo insistente alle grandi potenze nucleari di non far finta di ignorare che il "Trattato di non proliferazione" impegna esplicitamente il club degli stati possessori delle armi atomiche di attuare concrete misure di disarmo.
In altre parole il Papa ritiene che le potenze nucleari debbano disarmare gradualmente, mentre va assicurato ai paesi che ne hanno bisogno l´uso pacifico dell´energia atomica. Benedetto XVI ha riassunto ieri la sua linea con grande chiarezza: «È necessario - ha scandito - promuovere un progressivo e concordato disarmo nucleare e favorire l´uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare per un autentico sviluppo». Qui papa Ratzinger ha aggiunto una postilla significativa. L´uso dell´energia atomica a fini di sviluppo - ha affermato - sia «rispettoso dell´ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate». Per evidenziare che in questo campo tutto si tiene per garantire sia la pace che le esigenze di sviluppo degli stati emergenti, Benedetto XVI ha concluso: «Auspico che vadano a buon fine gli sforzi di coloro che lavorano per perseguire con determinazione questi tre obiettivi».
Riferendosi al gruppo di coreani attualmente in mano ai Taliban in Afghanistan, ma anche alla pratica sistematica dei rapimenti da parte di terroristi, Benedetto XVI ha deplorato l´abitudine dei «gruppi armati di strumentalizzare persone innocenti per rivendicare fini di parte». Il Papa ha definito queste azioni gravi violazioni della dignità umana, che contrastano con ogni elementare norma di civiltà e di diritto e «offendono gravemente la legge divina». Perciò l´appello che «gli autori di tali atti criminosi desistano dal male compiuto e restituiscano incolumi le loro vittime».
© Copyright Repubblica, 30 luglio 2007
Il Papa: stop al riarmo nucleare
CITTÀ DEL VATICANO — Ha un respiro internazionale il primo Angelus di Papa Benedetto XVI da Castel Gandolfo, dopo le vacanze in Cadore.
Nel cinquantesimo anniversario dell'entrata in vigore dello statuto dell'Aiea (l'Agenzia internazionale per l'Energia atomica, della quale la Santa Sede è membro) il Pontefice ha rilanciato il tema del disarmo nucleare, insistendo sulla necessità di usare per sviluppo ed ecologia le risorse guadagnate con il disarmo. L'impegno contro la proliferazione di armi atomiche è «urgente», ha detto il Papa, che appoggia gli sforzi di quanti lavorano all'uso della «tecnologia nucleare per un autentico sviluppo, rispettoso dell'ambiente e sempre attento alle popolazioni più svantaggiate». Non è il primo intervento sul disarmo nucleare. Già nel primo messaggio per la Giornata per la pace del 2006 Papa Ratzinger scrisse che «in una guerra nucleare non vi sarebbero vincitori, solo vittime», chiedendo alla comunità internazionale di fermare le spese militari e «rilanciare in maniera convinta e congiunta il disarmo». A gennaio 2007 Benedetto XVI ha invitato l'Iran a considerare le «preoccupazioni legittime della comunità internazionale»; l'8 giugno ha concesso udienza privata al direttore generale dell'Aiea, El Baradei.
Leggendo durante l'Angelus di ieri un «appello» per le «persone innocenti» strumentalizzate da «gruppi armati per rivendicare fini di parte», il Papa ha precisato che si riferiva «agli ostaggi coreani, e in Afghanistan», denunciando le «gravi violazioni della dignità umana, che offendono gravemente la legge divina». «Gli autori di tali atti criminosi — ha chiesto — desistano dal male compiuto e restituiscano incolumi le loro vittime». In polacco, ricordando i fedeli morti in pullman al ritorno dal santuario di Notre-Dame-de-la-Salette in Francia, Benedetto XVI ha infine pregato affinché «Iddio protegga tutti sulle strade che conducono ai luoghi di vacanza».
© Copyright Corriere della sera, 30 luglio 2007
Ratzinger: «Stop alle armi nucleari»
CITTA’ DEL VATICANO - Benedetto XVI mette in guardia il mondo dai pericoli della corsa al nucleare a scopo bellico. «I cambiamenti epocali avvenuti negli ultimi 50 anni evidenziano come, nel difficile crocevia in cui l’umanità si trova, sia sempre più attuale e urgente l’impegno di incoraggiare la non proliferazione delle armi nucleari». Per la seconda domenica di fila, prima della preghiera domenicale, il pontefice ha evocato il pericolo di una crisi legata al nucleare facendo indiretto riferimento a quanto accade in Iran, all’attività nucleare del Pakistan e dell’India, ai tentativi della Corea del Nord, a Trattati internazionali che risultano sempre più deboli. Papa Ratzinger ha poi incoraggiato l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica che proprio quest’anno festeggia il mezzo secolo, a proseguire con forza la sua missione, a monitorare la proliferazione e limitare i programmi clandestini. La speranza manifestata durante il suo primo Angelus da Castel Gandolfo è che «possano andare a buon fine gli sforzi di coloro che lavorano per perseguire con determinazione tre obiettivi»: vale a dire disarmo, uso pacifico e sicuro della tecnologia nucleare, rispetto dell’ambiente e delle popolazioni più svantaggiate. Infine un accorato appello per gli ostaggi coreani cristiani sequestrati in Afghanistan. «Si sta diffondendo tra gruppi armati la prassi di strumentalizzare persone innocenti per rivendicare fini di parte. Si tratta di gravi violazioni della dignità umana che offendono gravemente la legge divina».
F.GIA.
© Copyright Il Messaggero, 30 luglio 2007
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