26 luglio 2007
Andrea Tornielli intervista in esclusiva Mons. Georg Gänswein, il segretario personale di Papa Benedetto
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INTERVISTA ESCLUSIVA
Don Georg: le mie vacanze con Ratzinger
di Andrea Tornielli
Per distendersi, scrive il nuovo libro su Gesù, ascolta musica classica, suona il pianoforte. Poi la sera esce per fare brevi passeggiate. È la vacanza secondo lo stile di Papa Ratzinger, che monsignor Georg Gänswein, il suo segretario particolare, descrive in questa intervista al Giornale, raccontando le abitudini di Benedetto XVI.
Il Papa è contento della vacanza in Cadore?
«Il Papa è molto contento del suo soggiorno qui. Sono vacanze con poche apparizioni pubbliche, vacanze un po' monastico-benedettine. In diverse occasioni, soprattutto lo scorso venerdì, dopo il concerto dei Cori del Cadore davanti al Castello Mirabello, il Santo Padre si è espresso sulle bellezze particolari che ha trovato qui. La casa, le montagne, i boschi, i paesi, i laghi, i valli e la tranquillità formano una sinfonia straordinaria che fanno bene all'anima e al corpo. Tante persone, che lavorano visibilmente e anche meno visibilmente, gli garantiscono giorni di riposo. Nell'Angelus, domenica scorsa, ha espresso la sua impressione in un modo un po' scherzoso: “Oggi la prima lettura e il Vangelo parlano dell'ospitalità e mi sono venute in mente le parole di san Benedetto: ’Accettare l’ospite come Cristo’. Mi sembra che tutti siete ’benedettini’ perché mi avete accettato così”».
Può dire come trascorre le sue giornate e i cambiamenti rispetto agli orari del Vaticano?
«La giornata è ben strutturata, alcuni elementi coincidono con le abitudini vaticane, altri si distinguono chiaramente. Ogni giorno comincia con la santa Messa, seguono il ringraziamento, il breviario e la meditazione. Poi c’è la prima colazione e dopo il Santo Padre si dedica alla lettura, allo studio, allo scrivere, alla meditazione. All’una c’è il pranzo e subito dopo il Papa fa una breve passeggiata nel parco attorno alla casa. È stato preparato un bellissimo sentiero nel bosco che circonda la residenza, con una semplice cappella-capanna, una statua della Madonna scolpita da un forestale, delle panchine di legno, dei bei vasi di fiori di gerani in diversi posti. Dopo il riposo il Santo Padre torna ai libri, ai manoscritti, allo studio, alla preghiera, al pianoforte. Ogni tanto ascolta anche un Cd con musica classica. Verso le ore 18.00 Benedetto XVI esce per fare delle passeggiate nei boschi o laghi vicini. Alle ore 19.30 si cena, poi si guarda il telegiornale e dopo un’ulteriore passeggiata nell’ambito della casa il Santo Padre si ritira».
Benedetto XVI ha confermato di voler scrivere il secondo libro su Gesù. Lo sta facendo? Può dirci quali libri il Papa ha portato con sé da leggere?
«A questa domanda ha già risposto lo stesso Santo Padre, e ciò che ha detto lui non richiede ulteriore conferma. Il Papa ha portato con sé una piccola valigia di libri soprattutto teologici, ma ci si trova anche qualche altro libro».
Sta anche scrivendo la nuova enciclica?
«Se non sbaglio, anche a questa domanda il Papa ha già risposto in modo affermativo».
Nella vostra residenza è stato portato un pianoforte a mezza coda. Può dirci se il Papa lo suona?
«Sì, c’è un prezioso pianoforte nello studio del Santo Padre, e viene anche usato. Il Papa ha portato con sé spartiti di diversi compositori... Mozart, Chopin, Schubert e altri. Non è un segreto pontificio il fatto che il Papa abbia una predilezione per Mozart».
Queste montagne sono i luoghi d’origine di Giovanni Paolo I, eletto nel conclave dell’agosto 1978, al quale partecipò il cardinale Ratzinger. Domenica scorsa, all’Angelus, il Papa lo ha definito «il mio grande amico»: può dirci come è legato alla sua figura?
«L’allora cardinale Joseph Ratzinger, in un’intervista di qualche anno fa, aveva parlato ampiamente di Papa Luciani. Lo ha conosciuto personalmente nel 1977, nel seminario di Bressanone, durante le sue vacanze estive, quando da patriarca di Venezia venne a fare una visita al neo-eletto arcivescovo di Monaco e Frisinga. In quella occasione il cardinale Ratzinger ha potuto verificare una squisita gentilezza, una grande semplicità, ma nello stesso tempo anche una grande cultura dell’anima e dello spirito. Quando Luciani è stato eletto Papa nel 1978, il cardinale Ratzinger era molto felice che la Chiesa avesse ricevuto un pastore universale di grande bontà e di una fede luminosa».
Ogni sera il Papa esce per fare delle passeggiate. Benedetto XVI è contento degli incontri casuali con gli abitanti e i villeggianti?
«L’ho già accennato prima, la sera il Papa esce dalla casa per fare delle passeggiate, di solito in macchina, attraversando il paese di Lorenzago, per arrivare a qualche bel posto dove si può camminare. Preferisce sentieri pianeggianti e ombreggiati. La passeggiata comincia sempre con il rosario, poi camminando si ammirano le bellezze naturali. Spesso si visita anche una piccola cappella o un piccolo santuario che si trovano sulla strada o sul sentiero. Quasi sempre ci sono degli incontri casuali: con genitori e i loro bambini piccoli, con ragazzi, con persone di diversi tipi. I più coraggiosi sono i piccoli. I più grandi, sorpresi dell’incontro inaspettato, sono piuttosto timidi, non sanno cosa dire, mancano le parole. Ma non c’è mai disagio. Il Santo Padre sempre rivolge loro una parola e li saluta per rompere il ghiaccio. C’è subito un contatto umano. Non di rado a parlare sono le lacrime di emozione da parte delle persone incontrate piuttosto che le parole rimaste nella gola. Alcune persone non sono quasi riuscite a credere di aver incontrato il Papa in persona. Molti ragazzi e bambini offrono dei fiori che hanno raccolto rapidamente nel prato, talvolta anche funghi e mirtilli o lamponi, per dimostrare il loro affetto e la loro gratitudine».
Talvolta si ha l’impressione, vedendo come il Papa reagisce di fronte alla simpatia e all’affetto delle folle di fedeli, a Roma come nei viaggi, che ancora si sorprenda di essere al centro di questa attenzione. È vero?
«Lei non è né il primo né l’unico ad osservarlo. Ogni tanto si può sentire che il Papa rimane sorpreso, persino intimidito di tanto affetto, simpatia e amore che i fedeli dimostrano nei suoi confronti. All’inizio ho condiviso questa osservazione.
Poi ho potuto constatare che il Papa ha imparato questo linguaggio caloroso molto bene, rispondendo con gesti semplici e miti, ma molto eloquenti.
E la gente capisce subito che il Papa non cerca gli applausi per sé, non vuole attirare a sé l’attenzione, ma vuole guidare i fedeli a Cristo. Questo è lo scopo vero e proprio della reazione del Papa. E il cuore degli uomini lo ha capito benissimo».
Il Papa è preoccupato per alcune reazioni negative che hanno accolto il «Motu proprio» sull’antico messale?
«Seguendo attentamente la rassegna stampa e le reazioni pubbliche al “Motu proprio” ho notato con un po’ di sorpresa, che non ci sono state reazioni veramente negative. Non mi risultano reazioni esplicitamente negative, le poche voci critiche che ho potuto sentire sono una cosa del tutto normale e accettabile nel concerto delle voci che si sono fatte udire. Anzi, ho preso atto che il testo, e la lettera del Papa ai Vescovi che l’accompagnava, sono stati accolti con grande comprensione e oggettività. Speriamo che la ricezione porti buoni frutti e gli esiti desiderati».
In questi giorni di vacanza il Papa com’è stato informato sulla situazione internazionale, ad esempio sui tragici attentanti in Irak?
«I contatti con la Segreteria di Stato, con i collaboratori più stretti del Santo Padre, con il cardinale Segretario di Stato e con il Sostituto non sono stati mai interrotti durante le vacanze. La settimana scorsa il cardinale Bertone è venuto a Lorenzago per incontrare il Papa: c’è stato un lungo incontro! Qui in casa abbiamo tutti i mezzi di comunicazione necessari. È ovvio che il Papa viene tenuto informato su tutte le cose importanti, e fra queste l’evolversi della situazione internazionale. Tutti i canali di informazione che durante l’anno vengono utilizzati sono a disposizione anche durante il periodo di vacanza».
© Copyright Il Giornale, 26 luglio 2007
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2 commenti:
Che bella intervista! don Georg mi sembbra davvero bravo come segretario di Ben!
Comunque qualcuno mi spieghi perche fanno le stesse domande al Papa e a don Georg.
i giornalisti non credono al Papa?
aveva ragione Georg ad arrabiarsi...
ogni giorno di più la superiorità intellettuale della Chiesa si fa più evidente, la sola a potersi porre come guida autorevole e al passo coi tempi....e la foto ne è un'ulteriore prova
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