24 luglio 2007

Documento vaticano sulla salvezza: la parola a Mons. Farrell


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Un documento per l’unità

Segretario di dicastero vaticano lo ritiene ecumenicamente utile

ROMA, lunedì, 23 luglio 2007 (ZENIT.org).- Per comprendere il recente documento sulla natura della Chiesa della Congregazione per la Dottrina della Fede, bisogna armonizzare concetti apparentemente contraddittori, ha osservato il Vescovo Brian Farrell, L.C..

Il segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani lo ha affermato in alcune dichiarazioni rilasciate a ZENIT sul documento “Risposte a quesiti riguardanti alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa”.

Il Vescovo Farrell ha spiegato che la presentazione del documento da parte dei media non è stata completa.

“Come accade spesso, la complessità teologica si perde nel modo in cui si svolge la storia, soprattutto nei media”, ha commentato. “Non c’è solo una, ma una serie di affermazioni in questo documento, e devono essere considerate tutte insieme”.
“Il documento non può essere ridotto a un qualcosa che afferma: ‘La Chiesa cattolica sostiene di essere l’unica vera Chiesa’. Dice anche: ‘E’ possibile, in base alla dottrina cattolica, affermare correttamente che la Chiesa di Cristo è presente e operante nelle chiese e nelle comunità ecclesiali non ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica’”.
Il Vescovo Farrell ha commentato che “è necessario prendere varie affermazioni tutte insieme in una volta” per comprendere correttamente il documento.

Reciprocità

Il presule ha quindi ricordato che il documento ha suscitato reazioni iniziali negative tra i non cattolici.
Nonostante questo, ha affermato che “non c’è niente di nuovo o di sorprendente in questo documento” e ha detto di credere che “verrà visto come un invito a tutti noi ad essere più esatti teologicamente nei nostri dialoghi, e forse più creativi nel far capire meglio la nostra posizione”.
Il presule 63enne ha aggiunto che una mancanza di comunione implica disaccordo circa la comprensione di alcuni concetti.
“Ovviamente, nessun corpo cristiano ama sentire che noi cattolici pensiamo che manchi loro qualcosa che è essenziale nel concetto di Chiesa”, ha commentato. “Così come a noi non piace che i nostri amici ortodossi dicano che solo loro sono la vera continuazione della Chiesa indivisa del primo millennio”.
“Allo stesso modo, al centro della Riforma c’è una critica radicale alla Chiesa cattolica perché non sarebbe rimasta fedele a Cristo e alle Scritture”.
“Non può quindi essere una sorpresa per i nostri partner protestanti che ci siano diverse idee di ‘Chiesa’ nella nostra visione reciproca”.

Comunione

Il Vescovo Farrell ha anche commentato l’autorità della sede petrina e la comunione con il Sommo Pontefice.
“L’ostacolo più grande non è tanto il ministero universale del Vescovo di Roma, ma il modo in cui questo ministero è stato definito e messo in pratica nei secoli recenti nella Chiesa cattolica”, ha detto.
“Anche qui, le ‘Risposte’ possono essere ecumenicamente utili. Ci ricordano che l’autorità del successore di Pietro non è qualcosa che sta sopra, o contro le Chiese particolari, ma è piuttosto uno dei principi costitutivi interni di ogni Chiesa particolare”.
“Le ‘Risposte’ sfidano la discussione ecumenica a chiarire come questo ministero appartenga alla vita interna di ogni Chiesa particolare, e come serva a liberare la fede e la vita delle Chiese da un’identificazione troppo forte con le condizioni culturali prevalenti o l’appartenenza etnica”.

Urgenza

Il Vescovo Farrell ha affermato che il dialogo ecumenico è un compito urgente per cattolici e non cattolici: “Quando le ‘Risposte’ ci ricordano che a causa della divisione tra cristiani l’universalità della Chiesa non si realizza pienamente nella storia, stanno rimarcando un compito infinito che non può essere trascurato o rimandato”.
“Lungi dal provare qualsiasi senso di autosufficienza, i cattolici devono sentire che la situazione di incompletezza inerente a divisione e separazione è una tragedia anche per loro. Rende più difficile offrire una testimonianza convincente, perché il mondo possa credere”.

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