3 settembre 2007

BOOM DI ASCOLTI PER LA SANTA MESSA E L'ANGELUS


In mattinata Raiuno ha seguito in diretta da Loreto, a cura di Tg1 e Rai Vaticano, la Santa Messa celebrata da Benedetto XVI che e' stata seguita da 2 milioni 137mila telespettatori con il 32.13 di share e l'Angelus che ha registrato il 36.88 per cento con 2 milioni 515mila telespettatori.

Ufficio stampa Rai

Per dare un'idea della straordinarieta' degli ascolti (sia di ieri sia di sabato) riporto anche i dati di Speciale tg1 dedicato a Fiorello, presentato come una sorta di trionfo:

Record di ascolto per “Speciale Tg1”, il programma più seguito nella seconda serata di domenica. Il ritratto di Fiorello, un collage di documenti e interviste in gran parte inedite realizzato da Vincenzo Mollica, ha tenuto davanti al televisore una media di 1.497.000 spettatori, con un ascolto medio che ha sfiorato il 21 per cento di share (20.90%).

A questo punto diventa essenziale che qualcuno si rechi a casa di Paolo Martini per accertarsi che abbia i sali a disposizione :-)
R.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ennesima dimostrazione che:
1)la popolazione italiana è cattolica
2)i cattolici si riconoscono in questo Papa
3)Stampa,Repubblica,Corriere,Espresso sono lontani dal sentire comune.
Puntualmente cascano dalle nuvole di fronte a queste OVVIE manifestazioni d'affetto, di fronte ai risultati elettorali, di fronte ai NUMERI.
Per questo leggerli mi fa sorridere.
Ciao a tutti e viva Joseph Ratzinger!
Federico

Anonimo ha detto...

Bentornato, Federico :-))
Bravo bravo e bravo!!!
Sembra che i media, ieri e domenica, siano venuti giu' dalla montagna con la piena eheheheeheh

ps io aggiungerei anche Panorama :-)

Utnapishtim ha detto...

l'università cattolica di milano ha pubblicato una statistica in cui circa il 72% degli italiani si dichiara favorevole all'uso di contraccettivi, e oltre il 77% all'eutanasia e ai rapporti prematrimoniali. Beh, considerato che 1 italiano su 4 va regolarmente a messa e circa il 35% devolve l'8% in favore alla religione cattolica. Vorrei davvero capire cosa intende Federico quando dice che la popolazione italiana è cattolica. Mi vien davvero da ridere...
La mia impressione è che molti, moltissimi, anzi la quasi totalità dei religiosi vivano in un mondo chiuso, autoreferenziale, asfittico e che la fede in Cristo, che un tempo dava un senso al mondo e forniva il linguaggio attraverso il quale comprenderlo, oggi sia diventata una sorta di schermo che impedisce loro di vedere.
Vedere che il mondo si sta svuotando di sacerdoti, che il cattolicesimo (e praticamente ogni altra religione) sta perdendo quasi ovunque terreno.

Anonimo ha detto...

Un rapidissimo commento su quanto detto in precedenza!
Certo, per noi cattolici i numeri sono importanti, ma non è certo quello l'importante.
Io direi che quello che davvero conta è la nostra fede. E' questo che distingue i cattolici dagli altri. Non Gesù come un "muro" messo davanti a noi, ma come un Amico messo accanto a noi! E' questa la vera natura di Gesù! Il Dio fatto uomo per Amore degli uomini. E se gli altri vogliono usare il contraccettivo, abortire, servirsi dell'eutanasia allora credo che per loro il senso della vita non esista. Una vita senza Gesù, senza l'Amore non è una vita. Ed è questo che distingue noi cattolici... amiamo la vita per quello che è.
Aggiungo: mi ha fatto davvero tanto ridere la cosa dello "sta perdendo terreno". Ma stiamo parlando di una gara? O stiamo parlando dell'esistenza? Ecco la prova che la gente non vuole saperne e non cerca nemmeno dai farlo. Per loro quello è e quello deve rimanere. E' un peccato... io spero che almeno qualcuno capisca...

Andrea

Utnapishtim ha detto...

Andrea, la tua risposta esprime un sentimento genuino e la rispetto, ma non risentirti se ne sottolineo l'ingenuità e perdonami se uso ancora i numeri: affermare che la vita non è una vita se questa è senza Gesù significa dire che il 65% dell'umanità non vive. Se ti riferisci poi ai cattolici allora il numero dei non-vivi diventa l'86% (fonte: l'annuario pontificio '03).
E dissento quando dici che "amare la vita per quello che è" distingue i cattolici: casomai amano la vita per quello che sarà, e talvolta questo amore si ammala e si trasforma (o si sublima). La vita per molti uomini di fede è una prova, per altri è un olocausto da immolare ad un principio, ad ogni modo non è uno scopo nè un valore assoluto. Amare "la vita per quello che è" è un valore principalmente laico, perchè i laici non hanno che una sola vita. Ma non divaghiamo e torniamo all'ultima chiosa: "stiamo parlando di una gara?". Ebbene sì.
In parte si tratta di questo, e lo dimostrano le parole del pontefice quando richiama i giovani ad una nuova consapevolezza, quando li invita a andare contro corrente, quando rivolge le sue invettive contro la morale laica ed il relativismo. Si tratta di competere con una idea del mondo diversa da quella cristiana, una idea che assume spesso forme ciniche e disumane, e che Ratzinger vuol contrastare con ogni mezzo. Quindi sì: si tratta di una gara ed in palio ci sono le coscienze degli uomini, lo spirito del tempo, in ultima analisi i destini del mondo.
In questo momento la Chiesa Cattolica e Apostolica Romana sta perdendo.

Anonimo ha detto...

E' ovvio che il discorso non può andare avanti... laici si è e laici si VUOLE rimanere mi sembra il messaggio che mi stai lanciando. Ebbene io non chiedo che te ti converta, ma che ti fermi un po a riflettere. Soprattutto su tutti quei segni, gesti, prodici e anche miracoli che si sono compitui e si compieranno in nome di questo Gesù. E concludo con dire che se noi cristiani compiamo un'atto di fede nel credere in Dio voi atei ne compite uno ancora maggiore nel non credere. Comunque le preghiere per voi ci sono sempre e se non le ascoltate voi, qualcuno le ascolta... abbi cura di te e ravvediti! Ciao

Utnapishtim ha detto...

parti da premesse errate e le deduzioni che fai non possono che essere errate. Davvero non intendevo affrontare il tema personale della confessione, nè stabilire un rapporto gerarchico tra laicità e religiosità, d'altra parte la fede è un dono di Dio e nessuno tranne Lui può giudicarla, nemmeno nel proprio cuore, figuriamoci in quello degli altri.
Lasciami chiarire però il mio intento, dal momento che sono stato frainteso. Il mio intento -forse un po' presuntuoso, lo ammetto- è di ristabilire un rapporto più naturale tra il mondo cattolico e quello esterno ed esso, la contemporaneità. Non mi pare un discorso fuori tema: il papa è "anche" un personaggio della contemporaneità, immerso nel suo tempo e nella storia, un potere politico col quale confrontarsi.
A coloro che pensano che questo sia in realtà un pretesto per aduggiare gli spiriti di coloro che, avendo una fede semplice e priva di complessità, vivono più lietamente e serenamente rispetto a chi riflette e si pone domande, io rispondo che così come nessuno può giudicare la fede nel cuore del suo prossimo, altrettanto nessuno può giudicare o comprendere la altrui felicità, e che, dinanzi a questa evidenza, l'"invidia" è un sentimento che decade assai facilmente e da quale, nella fattispecie, io sono esente.
Bis bald