5 novembre 2007

Immigrazione, l'appello del Papa all'accoglienza ed alla sicurezza: i commenti della Gazzetta del sud e del Quotidiano Nazionale


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Benedetto XVI parla della convivenza con gli immigrati

Esortazione del Papa «Rispettare diritti e doveri»

Fausto Gasparroni

CITTÀ DEL VATICANO
La presenza degli immigrati rende necessario garantire «la sicurezza e l'accoglienza», assicurando il rispetto sia dei «diritti» che dei «doveri» che «sono alla base di ogni vera convivenza».
Il Papa non cita in modo esplicito l'assassinio di Giovanna Reggiani, né le ronde contro gli immigrati, i decreti sulle espulsioni o le polemiche tra Italia e Romania, ma le sue parole, pronunciate ieri all'Angelus, costituiscono un alto richiamo di fronte alla vera e propria emergenza innescata dalla tragedia di Tor di Quinto.
«Auspico – è stato l'appello di Benedetto XVI dinanzi alle decine di migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro – che le relazioni tra popolazioni migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell'alta civiltà morale che è frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese. Chi è preposto alla sicurezza e all'accoglienza – ha aggiunto il Pontefice – sappia far uso dei mezzi atti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli».
Il Papa ha voluto far riferimento alla situazione generale degli immigrati nei vari Paesi, subito dopo aver sollecitato una «soluzione pacifica» per le tensioni tra Turchia e Irak e per le popolazioni coinvolte, ma di fronte all'infuriare delle polemiche in Italia il richiamo di Ratzinger sollecita con forza a rifuggire la violenza e l'intolleranza e pone l'accento sul dovere di accogliere chi ha bisogno e di tutelare la sicurezza dei cittadini. Allo stesso tempo, gli immigrati hanno davanti a loro sia «diritti» che «doveri», ed è su questi che deve essere fondata la convivenza con i residenti.
Dal podio più autorevole è stata così ribadita la posizione della Santa Sede, che già sabato era stata esplicitata dal primo collaboratore del Papa, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, invitando, nell'affrontare la questione degli immigrati, a «valorizzare la nostra antica tradizione di accoglienza» e, nello stesso tempo, a «essere fermi con coloro che non accettano le regole fondamentali della convivenza».

© Copyright Gazzetta del sud, 5 novembre 2007


L’APPELLO DI BENEDETTO XVI: «LE RELAZIONI TRA MIGRANTI E LOCALI SIANO DI ALTA CIVILTÀ MORALE»

Il Papa: «Equilibrio tra accoglienza e sicurezza»

Claudia Marin

— ROMA —

«LA SICUREZZA e l’accoglienza». Ecco le parole chiave, spiega Benedetto XVI, per gestire la presenza degli immigrati. I quali, dal canto loro, hanno certamente «diritti», ma anche «doveri» indiscussi.
All’indomani dei funerali di Giovanna Reggiani, papa Ratzinger sceglie di non citare esplicitamente il tragico episodio di cronaca che ha condotto il tema immigrazione nella top priority dell’agenda politica. E non prende posizione sulle ronde contro gli immigrati, sui decreti di espulsione né sulle polemiche in corso tra Italia e Romania. Ma l’opinione della Santa Sede è comunque chiara. Nel corso dell’Angelus, dopo aver sollecitato una «soluzione pacifica» delle tensioni tra Iraq e Turchia, il Pontefice prende parola sul dibattito in corso nel nostro Paese e pone l’accento su due concetti fondamentali.

SE DA UN LATO il Papa sollecita energicamente a rifuggire la violenza e l’intolleranza, richiamando sia al dovere di accogliere chi ha bisogno, sia di tutelare la sicurezza dei cittadini, d’altro canto, ricorda Ratzinger, gli immigrati hanno sia «diritti» che «doveri» da rispettare, ed è su questi che devono fondare la convivenza con i residenti in Italia.

«Auspico – è l’appello di Benedetto XVI davanti alla folla di fedeli riuniti in Piazza San Pietro – che le relazioni tra popolazioni migranti e popolazioni locali avvengano nello spirito di quell’alta civiltà morale che è frutto dei valori spirituali e culturali di ogni popolo e Paese». Perciò, esorta il Pontefice, «chi è preposto alla sicurezza e all’accoglienza sappia fare uso dei mezzi adatti a garantire i diritti e i doveri che sono alla base di ogni vera convivenza e incontro tra i popoli».

UN’OPINIONE, quella resa nota ieri dal pulpito più autorevole della Chiesa, che già sabato il Cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone aveva in qualche modo anticipato. Il primo collaboratore di Benedetto XVI aveva infatti invitato a «valorizzare la nostra antica tradizione di accoglienza» ma, allo stesso tempo, a «essere fermi con coloro che si rendono protagonisti di reati, non accettano i criteri di cittadinanza tipici di un Paese democratico e non accettano le regole fondamentali della convivenza». Ancora «solidarietà e sicurezza» come concetti chiave nelle pagine del quotidiano dei vescovi italiani Avvenire. Unirle può sembrare difficile, si legge in un editoriale. «Ma è l’impresa per la quale dobbiamo tutti impegnarci». Un binomio, sicurezza e accoglienza, su cui decisamente non concorda il leghista Roberto Calderoli. «La Lega ha sempre detto – ha ricordato, tra l’altro, Calderoli — aiutiamoli a casa loro, non strappiamo le radici dei popoli, miglioriamo le condizioni di vita nei loro territori ed evitiamo invasioni nel nostro, garantendo così la sicurezza e la tranquillità dei nostri cittadini».

© Copyright Quotidiano Nazionale, 5 novembre 2007

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