29 dicembre 2007

Korazym attacca duramente Benedetto XVI in un editoriale che non condivido per niente e che non capisco...


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Lo strillone

Morte del secolarismo e altre storie

di Redazione

Analisi di un pontificato, che se per un verso mostra netto un orientamento al recupero del ruolo della fede nella società attraverso il dialogo e la chiarezza, d’altra parte ha il volto sfigurato da distorsioni e travisamenti.

Terzo Natale per il pontificato di Benedetto XVI. Terzo, nutrito consuntivo per chi dall’elezione del cardinale Ratzinger al soglio di Pietro racconta e si spinge a intuire il magistero del papa teologo. Intuire, perché capire fino ad avere in tasca la complessità di un pontificato o, peggio, almanaccare, non è dato a nessuno. Tanto più che una buona dose di prudenza la suggerisce la percezione di una certa, sensibile incongruità tra le linee magisteriali riconducibili al pontefice e le mosse portate a segno da alcuni ambienti che gli ruotano attorno.

Spiazzando pronostici e analisi, Benedetto XVI e collaboratori disegnano a più riprese e per vie diverse un pontificato multiforme e complesso. Che ben poco ha della prevedibilità lasciata intravedere dal nodo iniziale della ragionevolezza della fede. Proprio quando sembra che siano i mali del mondo occidentale e post-ideologizzato il solo cruccio del pontefice - tanto da lasciare insinuare il dubbio di una sostanziale debolezza interlocutoria o di disattenzione nei confronti delle Chiese più povere - ecco arrivare il successo del viaggio in Brasile. Sul fronte dell’Estremo Oriente, suscita imbarazzo il parziale silenzio sulla questione birmana (presumibilmente mirato a non compromettere la già precaria situazione dei cattolici in quell’area), ma è indubitabile la vittoria di un sottile, insperato spiraglio di dialogo strappato alle autorità cinesi dell’Associazione Patriottica.

Con il rilancio della messa di San Pio V, Benedetto XVI rinfocola le speranze delle frange più tradizionaliste e impomatate del mondo cattolico, eppure a Loreto conquista con informale naturalezza una valle popolata da 500mila ragazzi. La lectio magistralis di Regensburg lo aveva marchiato della responsabilità di un imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico, ma è cronaca di questi giorni l’apertura al dialogo da parte di 138 esponenti musulmani. E il direttore della Sala stampa della Santa Sede, p. Federico Lombardi, parla al Tg1 di “passi avanti molto significativi” e del consolidamento di “una voce comune nel mondo musulmano molto responsabile” e “desiderosa di manifestare un impegno ampio e forte per la pace nel mondo”.

Un’erma bifronte, suo malgrado, questo pontificato, che se per un verso mostra netto un orientamento al recupero del ruolo della fede nella società attraverso il dialogo e la chiarezza, d’altra parte ha il volto sfigurato da distorsioni e travisamenti. Che anziché aprire spazi di autentica apertura nel confronto, prestano il fianco a rigidi barricamenti nell’ideologia e a logiche di contrapposizione. Anche – nessuno si scandalizzi – nel mondo cattolico. Valga per tutti un esempio: il numero esorbitante di circostanze in cui del tutto a sproposito e ovunque - dagli interventi accademici più improvvisati ai blog di fans irriducibili – si finisce per citare in giudizio il secolarismo, indefinita e variopinta bandiera di tutti i mali. Il vizio è quello di ogni epoca e di un’umanità mai immune dalla paura: si oggettiva il male e lo si stigmatizza in un grande leviatano per non doverlo cercare al proprio interno.

Così oggi il tanto temuto secolarismo: quello che Benedetto XVI opportunamente e con pertinenza descrive nelle forme di una mentalità razionalistica capace di mutilare le speranze dell’uomo contemporaneo, spesso finisce per approdare alla coscienza pubblica nel terreno di una totale confusione. E lì, caduto nell’ignoranza delle premesse storiche e filosofiche, mescolato al minestrone del “non c’è più religione” e del “ce l’hanno tutti con noi”, muore alla riflessione critica. Per non produrre altro che soluzioni ingenue e facili giudizi, dove non addirittura chiusure degne dei tempi di caccia alle streghe. Storia ironica di un papa onesto e gentile, amante di una fede ragionevole e annunciatore di speranza. E di un pontificato, eletto sempre più a vessillo da chi all’apertura fiduciosa preferisce gli spazi angusti della conservazione.

© Copyright Korazym


Vorrei sapere chi ha scritto l'articolo perche' firmarsi e' sempre cosa buona e giusta!
Non comprendo questo editoriale e mi dispiace molto che esso sia pubblicato su un sito che stimo e che, spesso, cito come fonte.
Si dice qualche bella parola su Benedetto XVI (onesto, gentile...) per poi affossare completamente il suo delicato lavoro.
Pare che il Pontificato di Papa Ratzinger sia una sorta di Giano Bifronte che da' un contentino agli uni o agli altri secondo le circostanze.
Si dice che chi richiede la celebrazione della Messa tridentina sia un cattolico " impomatato", come se fosse una colpa amare la tradizione.
E siamo cosi' sicuri che fra i giovani di Loreto non ci siano anche gli amanti della celebrazione secondo il vecchio rito? Si resterebbe sorpresi se si leggesse la media dell'eta' di chi considera ottima decisione il motu proprio Summorum Pontificum.
Dopo piu' di un anno siamo ancora qui a parlare della lectio di Ratisbona come uno scivolone grave del Papa che si sarebbe macchiato della "responsabilità di un imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico".
Caro "strillone", si rende conto del peso che hanno le Sue parole? Ma che aggettivi usa? Imperdonabile? Riferito ad un Papa?
Suscita imbarazzo il silenzio sulla questione birmana? E si ricollega questo silenzio alle aperture della Cina?
Il Pontificato come "erma bifronte"? E che cosa si intende per "interventi accademici più improvvisati e blog di fans irriducibili"? Il discorso e' un po' troppo vago e, per definizione, non credibile!
Velatamente (ma non troppo) si da' la colpa a Benedetto XVI di un atteggiamento di chiusura? Di una caccia alle streghe? E perche'? Forse perche' spesso il Pontefice viene frainteso? Ma di chi e' la responsabilita'? Del Papa o di chi diffonde male il suo messaggio?
Veramente non comprendo il senso di un editoriale che rischia di far passare l'immagine di un Papa "bifronte".
Ognuno ha le proprie idee, per carita'! La mia e' di profonda delusione
.
Raffaella

56 commenti:

Anonimo ha detto...

pessimo articolo.
ne parlano anche da tornielli.
http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2007/12/22/buon-natale-a-tutti-i-naviganti/#comments

mariateresa ha detto...

Cara Raffaella, mettiamola così: sono stati scritti su Korazym editoriali migliori.
Li seguo da parecchio tempo e bisogna dire in tutta onestà che duri attacchi o anche semplicemente attacchi al papa non ne hanno mai fatti. Anzi. Quindi non voglio pensare che questo lo sia,anche perché non me lo spiegherei salvo che , con le festività, non si siano in massa attaccati alla bottiglia. Scherzo. E’ un editoriale ambiguo, rispettoso del papa, ma ambiguo. Quello che sembra seccare a chi ha scritto l’articolo è la strumentalizzazione che delle parole del papa fanno alcuni, pare di capire, i teocoon e le frange più tradizionaliste, che in questo modo danneggerebbero l’immagine del pontefice. Analisi secondo me un po’ troppo unilaterale e che denota anche una leggera puzza sotto il naso per esempio sugli “impomatati”. E’ un’opinione come un’altra , la rispetto ma non la seguo. Diciamo che di articoli così non se ne sente un gran bisogno. Anche perché,a una prima lettura, e se vogliamo anche a una seconda, non sembrano affatto chiari. E’ firmato come Redazione e sembra il frutto di un dibattito e quindi di una mediazione. Devo dire che se la preoccupazione in buonafede è l’immagine del pontefice, beh, non è che l’editoriale abbia dato un contributo positivo. Scommetto quello che vuoi che non siamo solo io e te a pensarlo. Magari siamo solo dei “fans irriducibili” , poveretti noi. Oppure sono loro che questa volta hanno scritto troppo disinvoltamente .

Luisa ha detto...

Come te, Raffaella, vorrei avere di fronte,l`anonimo strillone. Come mai un gruppo che si dice al servizio della Chiesa può pubblicare un articolo così offensivo, ingiusto, ambiguo sul Papa?
Chi ne è l`autore? Un inguaribile deluso dalla non elezione di Martini? Il fondo dell`articolo, la sua forma, tutto lascia a desiderare,suscità perplessità e incomprensione...ti faccio un complimento poi dietro ti abbatto con un pugnale nella schiena. Veramente incomprensibile.
" Erma bifronte","Pontificato dal volto sfigurato da distorsioni e travisamenti"...ma si sono riletti? Temo di sì, allora la domanda mi viene spontanea ....perchè non leggo ciò su Adista o Golias o su altri media non sospetti di simpatia per Benedetto XVI, lo leggo su un media cattolico...mi domando dunque : chi c`è dietro Korazym, chi li ispira?
Già in un`altra occasione avevano affirmato essere indipendenti, ma basta nascondersi dietro l`indipendenza? È questo il frutto della loro indipendenza? Allora che abbiano il coraggio di firmare tali biglietti di umore che offendono il papato.
Korazym si pone la domanda degli ambienti che ruotano attorno al Papa io mi domando quali sono gli ambienti che ruotano attorno a Korazym e ne influiscono l`azione.
Dove vanno le simpatie del consigliere di Korazym sembra chiaro .
Se quell`articolo si voleva una provocazione è semplicemente una provocazione gratuita, superficiale e stupida, se rappresenta il fondo del pensiero dell`équipe di Korazym,vorrà dire che da oggi in poi, avrò un`altra chiave di lettura per i loro contributi.

gemma ha detto...

non vedo l'opportunità di questo tipo di resoconto polemico proprio in questi giorni, in cui ci si potrebbe cristianamente concentrare su ben altro, lasciando da parte una volta tanto gli strilli stonati e l'analisi del Papa teologo che pagherà fino all'ultimo giorno del suo pontificato il fatto di non essere nè il predecessore nè il presunto progressista che alcuni avrebbero auspicato.
Sui suoi presunti errori imperdonabili, poi, ...ci andrei piano prima di scagliare giudizi lapidari come pietre appuntite e lascerei il beneficio del dubbio al Signore, al tempo e alla storia che spesso, finiscono per stupirci.
Riguardo alla Cina e all'Estremo Oriente, senza voler cercare a tutti i costi giustificazioni, capita spesso che un padre si debba trovare costretto ad usare una, a volte incomprensibile prudenza, per tutelare in primis i propri figli. In certi casi, purtroppo, comunque agisci, sbagli e "sempre pietre in faccia prenderai, anche se tanto gentile e tanto onesto pari".
Comunque, lasciamo perdere, altrimenti si può venire tacciati di essere bloggers irriducibili, chiusi e impomatati che rendono ironica la storia di un Papa onesto e gentile. E mai e poi mai, proprio noi, vorremmo arrecarglii danno.

Anonimo ha detto...

Gentile Raffaella,
io credo che l'editoriale di Korazym più che prendersela con Benedetto, per il quale mi pare di ravvisare stima e affetto, miri ad attaccare tutti coloro che lo strumentalizzano stravolgendo i suoi discorsi pro domo loro.
Certo l'articolo è ambiguo, molto ambiguo. Sarebbe opportuno chiarissero.

Blog creator ha detto...

Non crucciamoci.
Tutto sommato sono riflessioni personali che sparano un pò qui un pò là alla casaccio.
Sembra più lo scritto di una persona (o persone) amareggiate da qualcosa.
Non mi hanno scadalizzato.
Quello che conta sono i fatti, su questi c'è il confronto.
Sulle amarezze di questo (questi) delusi (e da che?) li consiglio di farsi su le maniche perchè verranno tempi ben più duri!

Anonimo ha detto...

Povero Papa: non è Wojtyla non è Martini,non è l'attore istrione,non è il progressista che i giornali volevano.
Non è l'idolo dei media e non è il beniamino dei giornali.
Non ha la stima dello spettacolo e non ha il placet dei salotti buoni cattocomunisti.
E' un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore.
Questo è,questo basta,questa è la sua rivoluzione.
Proprio per questo,forse,salverà la barca di Pietro.

mariateresa ha detto...

Riguardo a Ratisbona, "imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico" ricordo bene che Korazym tenne una posizione molto equilibrata e, nel coro generale,si distinse in senso positivo , quindi voglio pensare che la frase esprima la descrizione dell'atteggiamento degli altri media e non l'opinione di Korazym di oggi.
Vi segnalo un loro articolo di archivio che riassume molto bene quello che voglio dire.
http://www.korazym.org/news1.asp?Id=19208
E' solo un esempio.
Quindi non si capisce proprio l'odierno modo di esprimersi.
Il mio professore di italiano del liceo diceva "Non ci siamo.Ritorni quando sarà in grado di esprimersi in modo meno involuto".
Ecco , lo strillone è pittosto "involuto".

paola ha detto...

Ma Korazym non è dei neocatecumenali? Forse non hanno digerito alcune regole dettate dal Papa riguardo la loro liturgia e comunque,vi posso assicurare, mai osservate almeno nella mia parrocchia e poi Benedetto spiazza tutti perchè è un grande,Paola

mariateresa ha detto...

mi piace il post di fanincallito.
rende bene.
PerPaola: non ho mai sentito che Korazym fosse dei neocatecumenali. E' la prima volta che lo sento e non me ne sono mai accorta.
Qualcuno lo sa per certo?

Anonimo ha detto...

Salve a tutti, non mi conoscete ma spero che il mio intervento non vi infastidisca! Mah, sinceramente, avevo già letto questo articolo e non mi era parso minimamente un attacco al Papa, quanto piuttosto, come qualcuno ha detto prima di me, un attacco contro coloro che pretendono di dare del suo pontificato, molto complesso e sviluppato su più fronti diversi, come si fa notare, una lettura troppo unilaterale o distorta. Anche se noi sappiamo bene cosa intendesse a Ratisbona, per esempio, è innegabile che agli occhi di quell'ampia parte del mondo che anziché impegnarsi a conoscere le cose alla fonte si accontenta delle distorsioni giornalistiche quello sia stato un errore grave. Allo stesso modo nello stesso campo cattolico il Motu Proprio è stato strumentalizzato e mal compreso dalle frange più "progressiste" e da quelle più "conservatrici" (odio questi termini, ma ci intendiamo) per fomentare divisioni che non avrebbero ragion d'essere (e, guardiamo in faccia la realtà, l'incomprensione tra i due schieramenti è reciproca e troppo spesso le due parti si accusano a vicenda di non essere realmente in linea col cattolicesimo).
Insomma, a me sembra che piuttosto che contro il Papa, questo sia un editoriale contro coloro che danno del suo operato una lettura parziale per tirare acqua al proprio mulino, senza capirne la reale complessità e apertura su tutti i fronti. Se poi voi vi sentite toccati personalmente io non lo so, ma non mi sembra veramente scandaloso, anzi... proprio al contrario di come l'avete interpetato voi, a me sembra una difesa di un grande pontificato troppo spesso ostacolato, ridotto, semplificato. Buona giornata a tutti!

Luisa ha detto...

Effettivamente Korazym,sembra essere afflitto da strabismo,da una parte mette il Papa, gentile e onesto, annunciatore di speranza e amante di una fede ragionevole...mi piacciono specialmente l`onesto e gentile....dall`altra mettono il suo papato...strumentalizzato da chi lo sfigura.
Insomma il messaggio di Papa Benedetto approda nelle nostre povere coscienze ignoranti sprovviste di senso critico che non possono che produrre...
"...altro che soluzioni ingenue e facili giudizi, dove non addirittura chiusure degne dei tempi di caccia alle streghe."
C`è senza dubbio chi strumentalizza certe decisioni del Santo Padre a suo beneficio, farne una generalità, ridurre il pontificato a queste derive marginali,mi sembra sospetto .

Che cosa sono poi questi "spazi angusti della conservazione"?
Conservazione di che cosa? forse della Tradizione? È uno spazio angustio?
Contrapporre apertura e conservazione della Tradizione...ma siamo ancora a questo livello di riflessione?
C`è chi è felice e si rallegra per il Motu Proprio, per il costante e coraggioso Magistero del Santo Padre e c`è chi è irritato, dunque invece di parlare di caccia alle streghe potremmo parlare di chi resiste, disobbedisce, chiude le porte .
Lì si trova la reale difficoltà di questo Papato,non certo in chi con fedeltà,umiltà e obbedienza segue il Magistero di Papa Benedetto,ma in chi continua a mettere bastoni nelle ruote.

euge ha detto...

Io forse so chia ha scritto quell'articolo........ magari sono stati i " carissimi amici " che hanno avuto il buon gusto di passare vigilia, Natale e S. Stefano, a criticare, screditare e offendere Sua Santità e la cosa sinceramente non mi stupirebbe dato il fatto che la tizia di cui parlo, non solo è fedele sostenitrice di Martini e Frisina ma, si vanta di avere un fratello prete ed un amico credo, giornalista. A parte tutto, ( ho voluto scherzare un pò ), mi meraviglia anche a me l'atteggiamento di Korazym e la cosa che mi infastidisce è che il signore che si è sprecato a scrivere questa concentrazione di corbellerie, non si è firmato. Caro signore chiunque tu sia, guando si scrivono e si sostengono certe stupidaggini e si mettono per iscritto, bisogna avere il coraggio di firmarsi perchè sennò sono solo starnazzamenti senza senso. Almechè il suo articolo, mirava a lamentare un certo malcontento perchè il pontificato di Benedetto XVI, viene presentato giornalisticamente parlando, in modo distorto da quello che è ma, allora lei doveva essere più chiaro e far capire a chi legge correttamente il suo pensiero senza far nascere o suscitare dubbi, falsi atteggiamenti e quant'altro.
Pertanto, sarebbe corretto da parte del sito Korazym, fornire spiegazioni e chiarimenti su quanto pubblicato.
Eugenia

raffaele ha detto...

Anche a me l'articolo di Khorazym (un sito che solitamente apprezzo per il suo equiolibrio) è sembrato questa volta ambiguo, tra il dire e il non dire. Ma non mi è parso un attacco frontale e duro al pontefice in quanto tale: piuttosto, chi l'ha scritto ha voluto distinguere, secondo me, la prospettiva del papa da certe strumentalizzazioni in chiave conservatrice del suo pontificato. Come per mettere in guardia Benedetto XVI da certi suoi falsi "amici". In questo non mi sembra che abbia del tutto torto (anche se chi ha scritto avrebbe dovuto distinguere più chiaramente il giudizio sul papa da quello sui suoi collaboratori): anch'io non condivido le posizioni di alcuni collaboratori ultraconservatori del papa (ad es.i cardinali Arintze e Dias) o di persone che preannunciano provvedimenti poi smentiti (ad esempio padre Amorth, che si permette di attaccare "certi vescovi"). Per non parlare dell'intervento di cattivo gusto di Cossiga, che sul sito "Petrus" invita addirittura il papa a "degradare" chi osa criticarlo!

Anonimo ha detto...

Salve ai lettori del blog. Sono il direttore responsabile di Korazym.org. Normalmente non siamo abituati a fare interventi di questo tipo, nel rispetto assoluto del confronto tra lettori, che confermiamo anche in questo caso. Siamo però chiamati in causa in modo pesante, con dietrologie sproporzionate rispetto alla materia di discussione. Dire che noi attacchiamo il papa mi fa sorridere, dal momento che il nostro quotidiano nasce per seguire la vita della Chiesa e la stessa missione del pontefice. Tutto questo senza rinunciare alle opinioni. In quel "Redazione" non c'è alcun arcano, ma semplicemente la firma di un editoriale condiviso. Ognuno è libero di pensarla liberamente: noi semplicemente abbiamo voluto dare alcuni spunti sulle strumentalizzazioni a cui è soggetto molte volte Benedetto XVI, dentro e fuori la Chiesa. Ne ha fatto un cenno anche il cardinale Bertone nella sua intervista. Parliamo di Motu proprio? Ecco cosa risponde: il documento papale ha ricevuto "reazioni scomposte''. ''Qualcuno - spiega - è arrivato ad accusare il Papa di aver rinnegato l'insegnamento conciliare. Dall'altra parte c'è stato chi ha interpretato il 'motu proprio' come l'autorizzazione al ritorno del solo rito pre-conciliare''. ''Posizioni entrambe sbagliate - commenta Bertone -, episodi esagerati che non corrispondono alle intenzioni del papa''. Un esempio eloquente. Sono questi gli episodi a cui facciamo riferimento quando diciamo erma bifronte: una polarizzazione di visioni che non riguardano certo il papa, ma chi in un modo o nell'altro tende a forzare le situazioni. Quindi, cara Raffaella, prima di dire che attacchiamo duramente Benedetto XVI, la invito a pensare due volte. Spero che la nostra storia (lunga ormai 5 anni), il nostro servizio e quello che scriviamo ogni giorno abbiano ancora un valore. Buon Anno!

Anonimo ha detto...

Se non mi sbaglio Korazym e vicino di Papaboys. In quel caso basta ricordare il discorso prenatalizio del Santo Padre alla Curia Romana per spiegare quel anonimo strillone . Nello stesso discorso il Papa parla di "manifestazioni di massa che hanno solo l'effetto di un'autoaffermazione; in esse ci si lascia travolgere dall'ebbrezze e del ritmo e dei suoni,finendo per trarre gioia soltanto da se stessi..."

Antonello Iapicca ha detto...

Korazym dei neocatecumenali? Dai Paola non hai letto l'ironia con la quale li dipinge (ironia è un eufemismo). Non credo proprio che c'entri nulla con l'articolo in questione l'afondo velenoso contro il Cammino Neocatecumenale. Spero Raffaella s ene sia resa conto, e non ceda nel trasformare questo sito in un rifugio - ve ne sono già tanti purtroppo - per chi desidera attaccare gratuitamente chi, nella Chiesa, percorre cammini diversi. Non credo sia un bene per il Papa innanzi tutto, e per la Chiesa che egli guida. E' bene ecome stigmatizzare articoli come quello di Korazym, non nuovo ad attacchi subdoli al Pontefice e a chi non è di loro gradimento, sotto la copertura di un giornalismo "non in ginocchio"... Proprio per questo certi commenti polemici e stizzosi verso gruppi e comunità dovrebbero essere altrettanto stigmatizzati. Per amore di verità e per non avvelenare un'ambiente, di per sè già molto avvelenato.
Antonello, presbitero

Anonimo ha detto...

Grazie a tutti per i commenti. Nessuna presa di posizione contro i Catecomumenali, anzi: massimo rispetto anche perche' si attente l'approvazione degli statuti.
Grazie a Matteo Spicuglia do Korazym. Sono felice che non si sia voluto attaccare il Santo Padre. Siamo tutti d'accordo cone il fatto che i media travisano il suo messaggio, siamo in disaccordo sul tono dell'editoriale che si presta ad interpretazioni dubbie. In tanti ci hanno visto un attacco a Benedetto XVI. Un vero peccato a mio modesto avviso.
Raffaella

mariateresa ha detto...

Personalmente io credo e accetto la spiegazione di deldirettore di Korazym. Evidentemente non è solo il Santo Padre a essere equivocato.
Ed è vero come dice un blogger che l'ambiente è "avvelenato". Ma perchè dico io? Chi l'ha avvelenato?
Stamani su Petrus qualcuno lancia l'accusa a Korazym di essere Giuda. Ecco, anche questa opinione la rispetto, come tutte, inviterei però ad usare parole più meditate e non insulti perchè Giuda per un cristiano e anche per un non cristiano è un insulto.
Cerchiamo di capirci.

Anonimo ha detto...

Buongiorno Mariateresa, concordo :-)
Credo che dobbiamo accettare cio' che ci ha scritto Korazym. La spiegazione fuga i dubbi di un volontario attacco al Papa. Resto del parere che l'articolo sia stato, comunque, infelice perche' puo' essere interpretato come una "strigliata" a Benedetto XVI. Il clima e' pessimo. Cerchiamo di non dare l'impressione, come Cattolici, di essere divisi.
R.

Anonimo ha detto...

Perchè l papa vuol dettare le regole a tutti ?
non può occuparsi solo della su curia?
forse lo criticherebbero meno.dove è scritto che lui ha sempre ragione e gli altri torto.

Anonimo ha detto...

Il Papa parla a tutti ed in particolare ai Cattolici. Anche se a qualcuno piacerebbe, non puo' occuparsi solo della sua curia (che novita' e' questa?). Siamo in democrazia: se la maggioranza dei cittadini esprime parlamentari cattolici non ha senso prendersela con il Papa.
O sbaglio?

Luisa ha detto...

Se da un lato apprezzo che Matteo Spicuglia abbia riposto, dall`altro avrei voluto leggere almeno una parola di rincrescimento e di auto-critica .
Forse è domandare troppo e il fatto che questo articolo sia l`opera di un lavoro e riflessione collettivi non mi rassicura affatto sull`orientamento di fondo di Korazym.
L`intenzione della redazione che si voleva positiva, e voglio crederci, al finale è stata tradotta da parole e immagini contorte, ambigue e sorgente di confusione.
E le frasi scelte,mi dispiace non sono gratuite !
Descrivere poi Benedetto XVi come un Papa gentile e onesto...è la verità non hanno inventato la polvere scrivendolo,ma da noi si adopera quei termini per descrivere un debole,un pò ingenuo e manipolabile...tutto salvo un complimento!
Certe frasi restano e denotano chiaramente l`orientamento redazionale di Korazym.
Spero che avranno l`intelligenza di pubblicare un articolo di chiarimento in cui spiegheranno PIU CHIARAMENTE la loro posizione .
Il Papa e dunque il suo Papato non sono responsabili delle reazioni eccessive degli uni e degli altri...a destra come a sinistra..perchè se Korazym parla solo di chi non sarebbe aperto ma rinchiuso....avrebbero potuto parlare anche di chi sfigura il Papato con resistenze eccessive ai cambiamenti voluti dal Papa.
Comunque se Spicuglia si indirizza a Raffaella spero che a Korazym si siano resi conto che Raffaella non è la sola ad avere reagito!

Anonimo ha detto...

L'editoriale - Giuda o 'Papaboys'?

di Giuseppe Massari

Strano ma vero, un giornale on-line, multimediatico, gestito da colleghi che si definiscono ‘Papaboys’, contesta in questi giorni il Magistero di Benedetto XVI. Vediamo questo attacco alla figura del Santo Padre con gli occhi di una verità non strabica, di chi non crede ai propri occhi, consapevole che da nessuna miopia è affetto. Ci sono persone, quasi perbene, che osano mettere in discussione l'operato del Papa solo perchè ripristina, con un Motu proprio, la Messa secondo il rito tridentino. Siamo storditi, assonnati o desti e non capiamo o non cogliamo l'ardire sentore e sentire di coloro che si professano traditi da un segno pastorale tutto improntato alla coerenza di una fede che ha avuto il suo culmine nell'esaltare la carità. "Deus Caritas est". Un Pontificato illuminato dal cammino della speranza, per inglobare nella fede i dispersi, i diseredati, dandogli la certezza del vivere e non del sopravvivere, è da sottovalutare, perchè non risponde ai disegni programmatici di qualcuno, abbeveratosi al qualcosa del mondo e della religione? "Spe Salvi". Che cos'è per costoro? Arte oratoria, filosofica, teologica, lontana dalla realtà vivente in cui si può essere ‘Papaboys’ senza sposare Cristo prima che il Papa da rinnegare? Per il cristiano e il credente, il modello è Cristo e non i surrogati inseguiti nel tempo o ritrovati in qualche emotiva esaltazione di chi poteva pensare di poter essere l'alleato delle chitarre, delle fisarmoniche folcloristiche e delle liturgie zuccherine e zuccherate dal pressapochismo. Questi giornalisti che si professano ‘Papaboys’ ma si comportano come Giuda il traditore e rappresentano una categoria neonata ma mai nata realmente in una Chiesa in cammino, cioè alla ricerca di fede, di contenuti, di valori e di tradizioni da consolidare e trasmettere, possono essere destinati, per una scelta cieca e assurda, ma forse benefica e purificatrice per una Chiesa che non vuole contare ma essere identica al Magistero ricevuto, ad essere scacciati dal Tempio, così come fece Cristo con i mercanti del suo tempo.



http://www.papanews.it/news.asp?IdNews=4744#a

Gianpaolo1951 ha detto...

@ Matteo Spicuglia
«… … … Quindi, cara Raffaella, prima di dire che attacchiamo duramente Benedetto XVI, la invito a pensare due volte. … … …»
E no, caro signore!
Prima di invitare Raffaella a “pensare due volte”, è la vostra Redazione a dover pensare non due, ma cento volte prima di pubblicare un simile editoriale!!!
Se anche Petrus ha reagito al vostro articolo, vuol dire che Raffaella ha visto giusto e ha colto nel segno il significato volutamente sibillino del suo contenuto: “tutto e il contrario di tutto”.
Complimenti…! Proprio un bell’esempio di chiarezza e trasparenza!!!

gemma ha detto...

mi sfugge perchè le dietrologie sul pontificato di Benedetto XVI siano accettabili e quelle su un articolo che a tanti (e non solo in questo blog) è apparso un tantino ambiguo, creino tanto risentimento.
Diciamo che se in piena libertà si può criticare il pontificato di Benedetto XVI lo si può fare anche con un editoriale che non si condivide. In quanto al rischio di strumentalizzazioni del Pontefice, non mi si dica che è solo una novità di questo papato, come se in passato non fosse già accaduto anche ad altri.
In quanto a Giuda, io eviterei di chiamarlo in causa solo per un'opinione
Non reputo il discorso di Ratisbona un errore imperdonabile e mi infastidisce questa definizione, soprattutto sapendo che anche quello non è stato esente da strumentalizzazioni. E non mi si dica che le reazioni sono state razionali, composte e democratiche, anche da parte laica. Credo che il dialogo sincero possa essere più proficuo senza un accomodante scambio di bacini e, soprattutto, condotto con chi ha il coraggio di prendere le distanze da chi usa la sua religione per terrorizzare gli altri.

gemma ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gemma ha detto...

scusate...il commento eliminato non è nessuna censura di alcuno da parte di Raffaella ma sono io che ho sbagliato tasto

Anonimo ha detto...

NOTA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PAPABOYS

L’ARTICOLO ‘GIUDA O PAPABOYS’ DELLA RIVISTA PETRUS NON RIGUARDA LA NOSTRA ASSOCIAZIONE

http://www.papaboys.it/ufficiostampa/read.asp?id=131

Anonimo ha detto...

Un editoriale coraggioso che non poteva non provocare critiche e discussioni nei blog cattolici. Mi pare infatti un chiara critica a certe correnti di pensiero cattoliche che strumentalizzano e travisano il pensiero di Benedetto XVI al fine di creare contrapposizioni e mettere in piedi anacronostiche crociate. Anche chiedere a gran voce a Korazym di 'prendere posizione', significa voler contribuire a quella polarizzazione che l'editoriale critica.

Dico ciò con stima e rispetto del lavoro di Raffaella, alla quale rivolgo i miei migliori auguri.

Anonimo ha detto...

un editoriale ambiguo che rischia di far credere a certa stampa che ci sono giovani cattolici che non approvano il papa.

Luisa ha detto...

Allora, se tale era l`intenzione di Korazym, la redazione avrebbe dovuto CHIARAMENTE nominare chi travisa il pensiero e le intenzioni di Benedetto XVI e non parlare di Papato dal volto sfigurato! Espressione particolarmente infelice!

"la lectio magistralis di Regensburg lo aveva marchiato della responsabilità di un imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico " ....Korazym è restato ancora fermo e impomatato a quell`epoca? "Imperdonabile" ? dove è il coraggio di definire imperdonabile errore un discorso del Santo Padre? Coraggio o cieco orgoglio?
"Con il rilancio della messa di San Pio V, Benedetto XVI rinfocola le speranze delle frange più tradizionaliste e impomatate del mondo cattolico, eppure a Loreto conquista con informale naturalezza una valle popolata da 500mila ragazzi."
È coraggio contrapporre i giovani di Loreto e i tadizionalisti definiti con un irrespetto che mostra dove vanno le simpatie di korazym ?

Personalmente continuo a stimare che il contenuto dell` editoriale di Korazym è particolarmente ambiguo confuso e irrespettuoso.

Anonimo ha detto...

Giuda a chi? Riflessioni a margine...

di Redazione/ 01/01/2008

Negli ultimi giorni, siamo tornati al centro di polemiche pesanti, a tal punto da essere bollati senza mezzi termini come dei Giuda, da un sito che si definisce vicino a Benedetto XVI. La nostra risposta.



Buon anno a tutti, con l'augurio di un 2008 ricco di senso. È il pensiero spontaneo di tutta la redazione di Korazym.org per i tanti lettori che continuano a dare fiducia alla nostra presenza on line, premiandoci con un affetto costante e anche con risultati in crescita. Lo dimostrano i dati del "traffic rank" di Alexa.com, ovvero un indice statistico che combina il numero di utenti di un sito con il loro grado di affezione. Solo per rimanere alle realtà informative di settore più conosciute, Korazym.org distanzia di 424.617 posizioni l'agenzia Sir, di 196.959 l'agenzia Misna, di 951.570 il portale Giovani.org. Anche il confronto con un sito come quello di Avvenire è significativo, con una distanza a favore dello spazio web del quotidiano della Cei, di poco più di 30mila posizioni. Numeri che parlano da soli e che testimoniano una credibilità riconosciuta da tanti. Eppure, proprio in questi giorni, siamo tornati al centro di polemiche pesanti, a tal punto da essere bollati senza mezzi termini come dei Giuda, da un sito che si definisce vicino a Benedetto XVI.

Nodo del contendere, il nostro editoriale "Morte del secolarismo e altre storie", dedicato ad un'analisi sul pontificato di Benedetto XVI e alle tante forzature e distorsioni a cui è sottoposto fuori e dentro il mondo cattolico. Con semplicità, abbiamo voluto stigmatizzare alcune spinte, denunciate del resto dallo stesso cardinale Tarcisio Bertone. Ovvero quelle contrapposizioni interpretative su quanto il papa fa e dice, che giorno dopo giorno tendono a fare del pontificato una clava da usare in base ai propri fini. Un esempio? Il caso del Motu proprio sulla liberalizzazione della messa tridentina, che a detta del segretario di Stato, ha ricevuto "reazioni scomposte". "Qualcuno – spiega Bertone - è arrivato ad accusare il Papa di aver rinnegato l'insegnamento conciliare. Dall'altra parte c'è stato chi ha interpretato il 'motu proprio' come l'autorizzazione al ritorno del solo rito pre-conciliare''. ''Posizioni entrambe sbagliate - commenta Bertone -, episodi esagerati che non corrispondono alle intenzioni del papa''. E se una decisione viene interpretata oltre le intenzioni di chi l'ha voluta, si è in presenza di una distorsione bella e buona.

Questo volevamo dire, ma tanto è bastato per attirarci critiche al limite del rispetto. Sono state fatte insinuazioni sugli ambienti che ispirano il nostro operato, ci hanno bollato come neocatecumenali arrabbiati con il papa per il mancato riconoscimento degli statuti, di essere dei cattocomunisti (per l'esattezza "Cattocomunisti onlus"), affetti da strabismo o papaboys legati alle schitarrate e di nasconderci dietro all'anonimato. Osservazioni facilmente smentibili: non c'è nulla di male ad essere neocatecumenali, ma non lo siamo, i dati e i nomi dei soci dei membri del Consiglio direttivo della Associazione editrice del nostro quotidiano sono disponibili on line, come la nostra storia, la nostra linea editoriale e lo stesso rifiuto del termine "papaboys", una definizione giornalistica che sminuisce la realtà variegata dei giovani cattolici. Ma l'apice dell'astio è stato raggiunto dal sito Petrus, con un editoriale intitolato "Giuda o Papaboys?" in cui veniamo definiti traditori, meritevoli di essere cacciati dal tempio. Ecco alcuni passaggi: "Strano ma vero, un giornale on-line, multimediatico, gestito da colleghi che si definiscono ‘Papaboys’, contesta in questi giorni il Magistero di Benedetto XVI. Vediamo questo attacco alla figura del Santo Padre con gli occhi di una verità non strabica, di chi non crede ai propri occhi, consapevole che da nessuna miopia è affetto. (...) Questi giornalisti che si professano ‘Papaboys’ ma si comportano come Giuda il traditore e rappresentano una categoria neonata ma mai nata realmente in una Chiesa in cammino, cioè alla ricerca di fede, di contenuti, di valori e di tradizioni da consolidare e trasmettere, possono essere destinati, per una scelta cieca e assurda, ma forse benefica e purificatrice per una Chiesa che non vuole contare ma essere identica al Magistero ricevuto, ad essere scacciati dal Tempio, così come fece Cristo con i mercanti del suo tempo".

Inutile dire che consideriamo inaccettabile ogni virgola, sia nella forma che nella sostanza. Accusarci di attaccare il papa è un atteggiamento che si scontra con la nostra storia e l'essenza stessa della nostra presenza on line. Piuttosto dà fastidio che un gruppo di persone, pur credendo e rispettando in profondità la dottrina e il magistero, non abbiano paura a confrontarsi, a favorire una vivacità intellettuale e uno spirito critico che crea maturità. Chi ci segue da tempo conosce bene il nostro stile e la nostra coerenza, apprezzati anche in questa occasione. Tuttavia, oggi ci preme chiarire una volta per tutte che accettiamo con piacere critiche costruttive, ma non lezioni da chi usa un linguaggio violento e una forma mentis da caccia alle streghe. In particolare, da parte di un sito come Petrus, le cui notizie sono state smentite più volte e molte interviste forzate, per non parlare dell'assoluta mancanza di rispetto delle norme base della deontologia, dalla mancata citazione delle fonti alla sfera della privacy. Un caso per tutti: la triste vicenda di mons. Tommaso Stenico, coinvolto nell'inchiesta sui preti gay, e sbattuto in prima pagina con nome e cognome, non dai quotidiani (la vita sessuale è un dato sensibile e generalmente non pubblicabile), ma proprio da un sito che si considera moralmente inattaccabile.

Nessuna lezione, dunque, ma una richiesta secca di non sconfinare in inutili sbavature e definizioni oltraggiose che oltre a screditare chi le scrive, potrebbero essere materia da affrontare anche in altre sedi, con conseguenze concrete ben diverse.

Questo per dire che siamo convinti che il cristiano debba essere motivato dalla speranza (come il papa ha spiegato nella sua recente enciclica "Spe salvi") e che ciò si traduca, alla sequela della Parola guidati da Maria, in un atteggiamento di comunione e di unità. Non attraverso la divisione, quanto meno nella stessa fede che professiamo. Né fomentando odio verso chi la pensa diversamente o con altre sfumature, ma nel riconoscersi nel comandamento dell'amore.


http://www.korazym.org/news1.asp?Id=26947

Anonimo ha detto...

L'Editoriale - E 'Korazym' disse: 'Non serviam'

di Baronio

CITTA’ DEL VATICANO - Quando l’Onnipotente volle mettere alla prova gli Angeli, mostrò loro l’Incarnazione, la Passione e la Redenzione del Suo Divin Figlio. Al vedere che il Dio Sabaoth avrebbe preso una natura umana e sarebbe morto per la salvezza degli uomini, Lucifero fece risuonare nel cielo il suo «Non serviam» (Non servirò, non obbedirò), con il quale meritò la dannazione eterna a sé e agli altri spiriti ribelli. A quel grido maledetto, rispose l’Arcangelo Gabriele: «Quis ut Deus?». Da una parte la rivolta dell’orgoglio satanico contro i piani della divina Provvidenza, dall’altra l’umile abbandono in Dio. I «Non serviam» si sono ripetuti nella storia dell’umanità: tra i pagani, nelle tribù di Israele ed anche in seno alla nuova Gerusalemme, la Santa Chiesa Cattolica, che il Signore ha scelto come Arca della nuova ed eterna Alleanza, dopo l’infedeltà della Sinagoga. Anche in quest’Arca c’erano menti eccelse e personalità di alta spiritualità, che hanno preferito ergersi a giudicare il Vicario di Cristo, separandosi dalla comunione con lui e meritando - al pari degli angeli decaduti - la perdita della salvezza. Poiché è Cristo stesso che, per bocca del Magistero infallibile, ci insegna che fuori dalla Chiesa non vi può essere salvezza; come riassume l’inizio del Simbolo di Sant’Atanasio, «quicumque vult salvus esse, ante omnia opus est ut teneat catholicam fidem: quam nisi quisque integram inviolatamque servaverit, absque dubio in æternum peribit», «chi vuol sarvarsi, per prima cosa è necessario che osservi la fede cattolica: e se egli non l’avrà conservata integra e inviolata, senza dubbio morirà in eterno». Certo queste parole suonano poco “ecumeniche” per le menti progressiste abituate alla fatua prosa dei loro discorsi, ma la Verità non ha bisogno di molte glosse ed anche il semplice la sa cogliere, traendone insegnamento. Ci sono poi dei «Non serviam» più circostanziati e subdoli: chi li pronunzia lo fa senza ergersi al pari di Lucifero, ma con mille distinguo, abili circonlocuzioni, insinuando l’errore senza avere il coraggio di affermarlo. Ma rimangono «Non serviam», e come tali vanno presi. L’ultimo «Non serviam» di questo tipo viene dalla redazione del quotidiano online ‘Korazym’, che in un articolo del 27 Dicembre scorso, si avventura con malcelato fastidio a giudicare il Pontificato della Santità di Nostro Signore, usando gli artifizi propri del modernismo. Anche in questo caso la critica del Santo Padre è deviata su «alcuni ambienti che gli ruotano attorno», come se egli non si fosse scelto i propri collaboratori e questi agissero autonomamente. I giornalisti la chiamerebbero “dietrologia”: quando si vuole attaccare un’autorità si ricorre spesso ad insinuare il sospetto che essa sia in qualche modo indebolita e manovrata da poteri oscuri ed eminenze grigie. Poi si parla di «pontificato multiforme e complesso [...] tanto da lasciare insinuare il dubbio di una sostanziale debolezza interlocutoria o di disattenzione nei confronti delle Chiese più povere», quando è evidente anche ai fanciulli che Benedetto XVI non ha alcuna intenzione di prestarsi alla facile retorica pauperista e pacifista a danno del proprio ruolo di Dottore e Pastore della Chiesa universale. Ancora, l’articolo censura il Motu proprio con cui il Papa «rinfocola le speranze delle frange più tradizionaliste e impomatate del mondo cattolico», e subito dopo si torna sui propri passi ricordando la sua affabilità con i giovani a Loreto. Si accusa il Santo Padre di «un imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico» con la Lectio magistralis di Ratisbona, ma si ricordano i recenti progressi nel dialogo con l’Islam. Definire il Pontificato «un’erma bifronte» suona non solo offensivo ed irriverente, ma denunzia piuttosto l’atteggiamento di ‘Korazym’, che da un lato osa censurare l’operato del Pontefice e dall’altro ne loda aspetti marginali. Quel che rimane al lettore è un giudizio negativo sulla sostanza del Pontificato, che avrebbe «il volto sfigurato da distorsioni e travisamenti». E suona ancor più offensivo sentir parlare di «rigidi barricamenti nell’ideologia e logiche di contrapposizione», perché questo è esattamente ciò che fece Nostro Signore sin dall’inizio: «Non crediate che io sia venuto a portare la pace sulla terra. Non sono venuto a portare la pace, ma la spada. Perchè sono venuto a dividere il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera; e i nemici dell’uomo saranno i suoi famigliari» (Mt. X, 34-38). Se il Santo Diacono Stefano, del quale abbiamo festeggiato pochi giorni orsono la festa, avesse rinunciato ai «rigidi barricamenti nell’ideologia e a logiche di contrapposizione» non sarebbe stato ucciso per testimoniare la sua fede in Gesù Cristo, e non lo onoreremmo come Protomartire. E come lui, tutta la schiera dei Martiri, che sull’esempio di Nostro Signore ha preferito soffrire atroci tormenti piuttosto di «aprire spazi di autentica apertura nel confronto», che altro non sono se non l’apostasia, la connivenza all’errore e l’annacquamento della Verità. Ai novatori piace poco «un pontificato eletto sempre più a vessillo da chi all’apertura fiduciosa preferisce gli spazi angusti della conservazione». Anzi: non piace per nulla. Costoro si erano abituati ad una Chiesa orizzontale, impoverita nella dottrina quanto nella liturgia, abbassata per ragioni ideologiche a ruolo di crocerossina dell’umanità, a succursale dell’ONU. Ed è innegabile che lo scorso Pontificato - specialmente nell’ultimo decennio di malattia di Giovanni Paolo II - abbia consentito il proliferare di movimenti vicini all’ecumenismo più estremo, alla teologia della liberazione, al cattocomunismo, al sedicente pacifismo devastatore dei No-global. Ecco il «Non serviam» che vogliamo smascherare: lo impone anzitutto la giustizia, che chiede che a ciascuno sia dato il suo. E la verità, che umilmente cerchiamo di difendere dalle pagine di ‘Petrus’. Lo impongono l’amore e il filiale ossequio verso il nostro Padre comune, attaccato non solo dai nemici esterni alla Chiesa, ma anche da falsi amici interni. Falsi amici che col passare del tempo si rivelano nemici ancor più temibili di quelli che se non altro non si spacciano per Cattolici. C’è poco da parlare di «soluzioni ingenue e facili giudizi, dove non addirittura chiusure degne dei tempi di caccia alle streghe»: liquidare il problema dell’obbedienza al Supremo Pastore della Chiesa da parte del Clero e dei fedeli con la retorica da massoni dell’Ottocento qualifica l’articolo di ‘Korazym’ come un atto di ribellione, perfettamente coerente - come più volte abbiamo rilevato - con lo spirito intrinsecamente ribelle di chi antepone se stesso al Vicario di Cristo, giungendo a impugnare la Verità rivelata. E questo non ha nulla a che vedere con la «vivacità intellettuale e lo spirito critico che crea maturità». Per questo ci sorge il dubbio che le polemiche di questi mesi siano - queste sì - pilotate da «alcuni ambienti» progressisti, terrorizzati dall’inesorabile perdita di potere e di ascendente sulla Curia romana e sul Romano Pontefice. Comprensibile, certo, ma non al punto da giustificare insinuazioni e attacchi contro la Santità di Nostro Signore e di chi Egli ha scelto come proprio fidato collaboratore. I giornalisti lo chiamano ‘spoil system’: andava bene all’epoca di Paolo VI, quando eminenti prelati colpevoli di essere troppo cattolici furono allontanati per far posto ad ‘homines novi’ fedeli al nuovo corso progressista; andava bene negli ultimi anni di Giovanni Paolo II, la cui infermità ha consentito nomine e insediamenti a tutti i livelli, sino al suo ultimo respiro. Perché non dovrebbe andar bene oggi?



http://www.papanews.it/news.asp?IdNews=4788#a

Anonimo ha detto...

Io sto dalla parte di Petrus, Korazym mi ha deluso moltissimo, sono solo dei cattocomunisti progressisti ispirati dall'area martiniana della Curia che vuole mettere il bastone tra le ruote al Papa. Quella stessa area che stamattina ha lasciato mezzi vuoti i banchi destinati al Clero alla Messa di Benedetto XVI. Forza, svegliatevi, scuotetevi: è in atto un boicottaggio ai danni del Papa e di questo disegno fanni parte anche i mass-media come Korazym.
Uniamoci attorno al Papa! Ru es Petrus!
W Petrus!
E W anche il quotidiano Petrus!
Adry

Anonimo ha detto...

"Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna."
Non l'ha detto Papa Benedetto, ma spero che ai fratelli di Petrus vada bene lo stesso una citazione dal Vangelo di Matteo (5, 22)... cosa succederà allora a chi, senza cercare di capire in alcun modo il proprio fratello nella fede, gli dà prima del Giuda e poi addirittura dell'Anticristo? Per favore, qui si è perso ogni senso della misura e della ragionevolezza! È talmente incoerente con la logica evangelica che fa a pugni col nome stesso di cristiano, altro che Tradizione! Da quando in qua i Martiri sono stati uccisi perché fedeli a "rigidi barricamenti nell’ideologia e a logiche di contrapposizione", e non per testimoniare fino alla fine l'Amore di Dio? Mi sono perso qualcosa all'Angelus del 26 dicembre? E con che coerenza si spara sui Pontificati dei Servi di Dio Paolo VI e Giovanni Paolo II, scelti da Cristo tanto quanto il nostro amatissimo Santo Padre Benedetto XVI, che non si sogna certo di mettersi in netta contrapposizione coi suoi predecessori? Questa di Petrus sì che è una distorsione grave e inaccettabile del pontificato di questo Papa (che non fa altro che parlarci di Amore e Speranza: ma dove stanno in questo articolo???) e del Vangelo stesso! Sono disgustato.

Luisa ha detto...

È vero i termini usati da Baronio per Petrus sono particolarmente forti. Si può condividerli o no.
Io tendo a pensare che a Petrus sanno cose che noi ignoriamo, non siamo ciechi, la realtà è sotto i nostri occhi, con la resistenza e disobbedienza di un parte del clero al Papa, resistenza che si fa strisciante ,sotterranea o più visibile.
La violenza dei propositi di Baronio io la leggo con questa chiave di lettura, le forze dell`ombra sono in azione anche in seno alla Curia , penso non sia cosa nuova, ma Papa Benedetto con il suo Magistero forte, coraggioso, chiaro, che riesce a raggiungere e scuotere le coscienze , deve disturbarne più di uno, tutti quelli che speravano che Benedetto XVI fosse un Papa di transizione !
Niente catastrofismo, ma stiamo attenti,cerchiamo di leggere fra le righe!
Io ho fiducia in Gianluca Barile, conosco il suo impegno e la sua totale fedeltà a Benedetto XVI,lo sostengo e continuerò a farlo.
Osservo poi che Korazym, parlando di errore "imperdonabile e epocale" commesso dal Papa, fa esattamente ciò che rimprovera ad altri e cioè sfigura un discorso di Benedetto XVI e ..il suo Papato!
Un pò di umiltà non farebbe male!
Osservo anche che oggi Papa Benedetto ha diritto su Korazym a parecchie rubriche...è persino salito di un gradino nelle finestre aperte...chissà anche se non ce lo diranno, forse una piccola auto-critica
c`è stata!

Anonimo ha detto...

petrus ha ragione scrivendo:

L’ultimo «Non serviam» di questo tipo viene dalla redazione del quotidiano online ‘Korazym’, che in un articolo del 27 Dicembre scorso, si avventura con malcelato fastidio a giudicare il Pontificato della Santità di Nostro Signore, usando gli artifizi propri del modernismo. Anche in questo caso la critica del Santo Padre è deviata su «alcuni ambienti che gli ruotano attorno», come se egli non si fosse scelto i propri collaboratori e questi agissero autonomamente. I giornalisti la chiamerebbero “dietrologia”: quando si vuole attaccare un’autorità si ricorre spesso ad insinuare il sospetto che essa sia in qualche modo indebolita e manovrata da poteri oscuri ed eminenze grigie. Poi si parla di «pontificato multiforme e complesso [...] tanto da lasciare insinuare il dubbio di una sostanziale debolezza interlocutoria o di disattenzione nei confronti delle Chiese più povere», quando è evidente anche ai fanciulli che Benedetto XVI non ha alcuna intenzione di prestarsi alla facile retorica pauperista e pacifista a danno del proprio ruolo di Dottore e Pastore della Chiesa universale. Ancora, l’articolo censura il Motu proprio con cui il Papa «rinfocola le speranze delle frange più tradizionaliste e impomatate del mondo cattolico», e subito dopo si torna sui propri passi ricordando la sua affabilità con i giovani a Loreto. Si accusa il Santo Padre di «un imperdonabile, epocale errore diplomatico con il mondo islamico» con la Lectio magistralis di Ratisbona, ma si ricordano i recenti progressi nel dialogo con l’Islam. Definire il Pontificato «un’erma bifronte» suona non solo offensivo ed irriverente, ma denunzia piuttosto l’atteggiamento di ‘Korazym’, che da un lato osa censurare l’operato del Pontefice e dall’altro ne loda aspetti marginali. Quel che rimane al lettore è un giudizio negativo sulla sostanza del Pontificato, che avrebbe «il volto sfigurato da distorsioni e travisamenti».

Luisa ha detto...

Scrivevo che oggi Korazym riassume le celebrazioni di capodanno di Benedetto XVI, ma avrete osservato che Papa Benedetto viene pur sempre dopo l`articolo di reazione di Korazym. Insomma per ordine di importanza:prima Korazym poi, solo dopo, viene il Papa !
Certe scelte sono rivelatrici .
Strano senso delle priorità e,a mio avviso, un leggera mancanza di umiltà.

Anonimo ha detto...

Non sono tanto d'accordo, cara Luisa... forse perché seguo Korazym quotidianamente da quasi due anni e sono abituato a vedere questa impostazione: il primo posto è sempre dedicato agli editoriali, che molto spesso parlano comunque di questioni relative alla Chiesa e non a Korazym. Ma personalmente l'ho sempre trovato naturale, così come sulla prima pagina di un giornale trovo sempre l'editoriale, che in fondo è il "contributo originale" della testata, accanto a materiali certamente importanti ma reperibili anche presso altre fonti. Si può discutere sull'opportunità di tale scelta, ma il processo alle intenzioni mi sembra eccessivo...
Tra parentesi, ci terrei a far notare che la serie di articoli dedicata alle celebrazioni papali nel week-end non è niente di nuovo fatto apposta per l'occasione per dimostrare di non essere dei Giuda, ma la prassi seguita, senza alcuna eccezione, in occasione di ogni importante manifestazione col Papa. Alle parole di Benedetto XVI è sempre dedicato ampio spazio e sono pubblicate sempre integralmente, accompagnate da sintesi e commenti sempre equilibrati e fedeli al Santo Padre (anche nei confronti del famoso Motu Proprio non ho mai avuto l'impressione che vi fosse ostilità: credo che l'intenzione di questo articolo fosse mostrare come Papa Benedetto sappia giocare su più registri, facendosi apprezzare sia dalle frange più tradizionaliste e legate all'antico rito che dai giovani, che si suppongono più vicini a celebrazioni più "giovanili" -anche se non è detto che una cosa escluda necessariamente l'altra, io sono giovane e apprezzo tutta la ricchezza che la Chiesa può offrirmi... abusi liturgici esclusi ;-) ).
E, avendo seguito proprio su Korazym la situazione e i commenti dopo il famoso, splendido discorso di Ratisbona, sono assolutamente convinto che quel "marchiato della responsabilità di un imperdonabile ed epocale errore" sia espressione, forse mal formulata, del pensiero della massa delle persone che non hanno voluto capire le sue parole, e non certo un'opinione degli autori dell'articolo: certo è che buona parte del mondo, non avendo letto il discorso, pensa davvero che esso sia stato un grave errore, e affermare che molti la pensino così è un'analisi oggettiva, purtroppo.
Non so, a me continuano a sembrare eccessivi e fuori luogo i proclami di Petrus, perché conosco Korazym come fonte d'informazione affidabile, fedele alla Chiesa in tutti i suoi aspetti ed equilibrata: mi sembra che fomentare divisioni in questo modo all'interno della Chiesa stessa (tra l'altro, il cardinal Martini ha detto più volte di apprezzare molto il lavoro di Papa Benedetto) sia, oltre che profondamente anti-evangelico (Cristo ha pregato perché fossimo uniti in Lui, non perché ci insultassimo tra "fazioni"...), estremamente dannoso in un momento storico in cui già tante forze esterne lavorano contro di noi...

raffaele ha detto...

L'editoriale "Non serviam" del sito "Petrus" è vergognoso, indegno di un sito cattolico: è un attacco neppure nascosto ai pontificati di Paolo VI e Giovanni Paolo II, che secondo questo presuntuoso "Baronio" sarebbero stati così stupidi da dare spazio nella Chiesa ai "progressisti", pacifisti eccetera (e giù col solito armamentario polemico proprio dei reazionari).Baronio si permette di tirare in ballo Giuda e Lucifero per attaccare senza un briciolo di carità cristiana dei fratelli di fede! Mi dissocio nettamente da questo attacco a due grandi papi, e sono certo che Benedetto XVI sia lontano mille miglia da simili posizioni.Possibile che non si riesca a discutere nella Chiesa senza demonizzare chi non la pensa come noi? Editoriali di questo tipo servono solo a screditare la Chiesa, a dare l'impressione a chi ci guarda "da fuori" che sia in atto nella Chiesa una guerra tra bande contrapposte assetate di potere.Un'autocritica di "Petrus2 a questo punto è doverosa.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Raffaele e Francisce. E' chiaro che le affermazioni dell'editoriale di Korazym non sono giudizi ma quelle che in lingua italiana rientrano sotto la categoria di litote, ovvero la figura retorica che attraverso i paradossi esprime l'esatto opposto. E non mi stupisce che venga usato uno stile simile per un editoriale che vuole stigmatizzare certe chiavi di lettura estreme sul pontificato. Anche io seguo Korazym e posso dire che non è certo un sito di disobbedienti. Basta dare un'occhiata all'archivio degli editoriali. Ci sono spunti davvero interessanti.

Luisa ha detto...

Leggo i vostri commenti Fancisce e Raffaele. Rispetto la vostra reazione,io non cerco certo di aggiungere divisione alla divisione.
Siamo partiti dall`editoriale di Korazym, Petrus ha risposto. Il tono, le parole usate, sono senza dubbio state forti.
Resto dell`avviso che sotto un`altra forma, le parole di Korazym sono state altrettanto forti e,mi dispiace perchè chiedere a Petrus un`auto critica? Perchè non chiederla a Korazym? È troppo facile parlare di litote o altre espressioni,per definire quella che è stata una scelta editoriale dopo riflessione di gruppo.
Getto la pietra e poi nascondo la mano.
Non condivido la vostra opinione secondo laquale il discorso di Ratisbona è percepito dai più come lo definisce e pensa Korazym, continua ad esserlo per certi che sono restati impomatati a quel momento e che hanno interesse a restarlo.
Chi desidera, ed è normale, difendere Korazym non dovrebbe escludere un`analisi oggettiva,.
Korazym ha commesso un errore.
Se la sua intenzione era REALMENTE di puntare il dito su chi strumentalizza il Magistero del Papa, avrebbe dovuto essere più chiaro e distinguere CHIARAMENTE, l`operato di Benedetto XVI che non è responsabile di ciò che altri fanno dell`uso delle sue parole (compreso Korazym) , e i gruppi responsabili ,che non sono solo,come si potrebbe dedurre dall`edito, quelli impomatati negli spazi angusti della conservazione, c`è chi vuole conservare la Tradizione, c`è chi vuole conservare privilegi acquisiti, c`è chi vuole conservare riforme liturgiche varie e numerose....e via dicendo...
L`editoriale di Korazym lascia intravedere la linea redazionale e il suo orientamento.
L`ambiguità del contenuto, non poteva che sollevare reazioni, e lo ripeto non ho letto una sola parola di auto-citica e nemmeno di rincrescimento. Un pò di umiltà non farebbe male.

Anonimo ha detto...

come mai si può criticare benedetto xvi e non i suoi predecessori che hanno lasciato andare la chiesa dove si trova adesso?
ha voglia razinger a risalire la china.
se korazym non pensava che ratisbona era un errore poteva mettere la frase fra le virgolette. non lo fa?
allora approva.

Anonimo ha detto...

Ma vedi, caro anonimo, il problema è proprio questo: Petrus scrive un editoriale violentissimo associando a Lucifero un sito reo, a parere di alcuni, di aver criticato Papa Benedetto in un solo editoriale (a fronte comunque di un'immensità di articoli a suo sostegno), dicendo che al Papa è dovuta massima obbedienza perché scelto da Cristo; e nello stesso articolo si permette di attaccare a sua volta il Pontificato di altri due Papi, a loro volta scelti da quello stesso Cristo e ai quali è (era) dovuta la stessa obbedienza? Ma allora anche Petrus sta dicendo "Non serviam", semplicemente perché non era d'accordo con la linea di due Sommi Pontefici. È semplicemente incoerente.
E poi Papa Benedetto non si sta ponendo in contrapposizione coi suoi predecessori, e affermare il contrario è esattamente una di quelle distorsioni gravi del suo Pontificato che, a mio avviso, Korazym si prefiggeva di denunciare (metti pure con un articolo che poteva essere più chiaro).
Per quanto riguarda il discorso di Ratisbona, vi rimando a questo indirizzo: http://www.korazym.org/news1.asp?Id=19275
In fondo aalla pagina trovate i rimandi allo spazio dedicato da Korazym al discorso. Basta dare un'occhiata in giro e leggere, per esempio, l'editoriale "Tutte le facce (squallide) di una polemica" per rendersi conto che Korazym non ha mai pensato che il Papa avesse sbagliato, ma aveva denunciato chiaramente, anche lì, tutte le distorsioni di cui il discorso era stato oggetto. Forse ha sbagliato a non mettere le virgolette, ma una serie di articoli vale certamente più di una frase infelice. Sono d'accordissimo, cara luisa, nel dire che il discorso è rimasto un errore imperdonabile solo "per certi che sono restati impomatati a quel momento e che hanno interesse a restarlo." Ma se non si può negare che queste persone esistano, tra di esse non rientriamo né noi, né Korazym che non l'ha mai pensato...!
Comunque, neanch'io voglio aggiungere discordia alla discordia! Se difendo ancora Korazym, è proprio perché vorrei che questo strappo infelice non diventasse troppo grande senza ragion d'esserlo. Buona giornata a tutti!

Luisa ha detto...

Grazie Francisce per il tuo commento!
Forse non lo sai ma non essendo più familiare con la lingua italiana qui e altrove imparo molto, speciamente da Mariateresa e dalle sue succulenti ( si dice? ) espressioni.
"Impomatato" mi piace e lo ho imparato da Korazym..... tu parli di uno strappo, spero anch`io che l`editoriale di Korazym non sia che uno strappo, che non diventi una lacerazione.
L`errore c`è stato, certe espressioni più che infelici anche, le virgolette dovevano esserci o almeno un a frase indicante chiaramente che Korazym non condivideva quell`opinione...ma non c`è stata.
Dunque in me il dubbio sussiste.
Tutti hanno diritto all`errore, la perfezione non è di questo mondo, ripeto mi sarebbe piaciuto leggere un`auto-critica che aspetto ancora e che senza dubbio non leggerò mai...ma che forse vedrò espressa all`avvenire attraverso una maggior attenzione da parte della redazione!

Anonimo ha detto...

Sono Serena Sartini, la FONDATRICE del sito-portale online Korazym.org nato da ormai 5 anni con tanti sacrifici e che si è guadagnato nel tempo una credibilità sempre più apprezzata. Voglio chiarire alcune questioni: intanto NON E' VERO CHE UN EDITORIALE SI FIRMA, cara Raffaella, perchè - rappresentando l'intera redazione - riporta in un editotriale appunto, l'idea complessiva della redazione; in secondo luogo abbiate il CORAGGIO (che dovrebbe essere tipico dei cattolici) di leggere CON MOLTA ATTENZIONE L'EDITORIALE E POI CAPIRETE CHE IL NOSTRO NON ERA AFFATTO UN ATTACCO AL PAPA (di cui riportiamo ogni respiro) MA ANZI UNA CATTIVA STRUMENTALIZZAZIONE. ABBIATE IL CORAGGIO DI VEDERNE LA VERITA' E LA CRITICITA' COSTRUTTIVA....

Inoltre, se volete conoscere la storia di Korazym, sappiate che dietro ci sta un gruppo di giovani - PROFESSIONISTI, TUTTI GIORNALISTI ISCRITTI ALL'ALBO - che dedicano ore e ore di ogni santo giorno per seguire le informazioni del Santo Padre, cercando di seguire sempre la Verità. E il tutto COMPLETAMENTE GRATUITO! Criticare è lecito, ACCUSARE E DIFFAMARE CHI SVOLGE UN SERVIZIO CON CARITA' CRISTIANA E' INAMMISSIBILE

Anonimo ha detto...

Non vedo la necessita' di scrivere con tanta aggressivita', cara dottoressa Sartini! Ho preso atto della precisazione di Matteo Spicuglia, ma cio' non significa che debba o possa impedire agli amici del blog di lasciare un commento critico verso l'editoriale.
Confermo quanto scritto nella mia risposta al Suo collega.
Quando all'impegno non siete i soli a dedicare molte ore della giornata a svolgere un "servizio con carita' cristiana", come Lei lo definisce.
Inoltre questo non e' l'unico blog ad avere preso una posizione "criticamente costruttiva"!
Raffaella

Luisa ha detto...

Oh la la la ! Non solo non leggo l`auto-critica sperata e attesa ma mi trovo a leggere la reazione eccessivamente reattiva ( beh a dire il vero avrei usato un altro termine...) di chi accusa i lettori che siamo di non saper leggere...siamo tutti scemi siamo....imbecilli e in più siamo anche ciechi, e codardi, senza coraggio !
Mi dispiace signora la FONDATRICE l`umile, ma non stupida LETTRICE che sono ,conferma ogni parola scritta, il vostro editoriale l`ho letto, arci-letto, appunto per non essere ingiusta...niente da fare più lo leggevo e più l`incomprensione, i dubbi , la confusionee, sì, anche la rabbia si confermavano.
Allora che voi siate feriti dalle critiche posso capirlo, è umano,ma che voi attacchiate Raffaella e noi tutti, è andare un pò troppo lontano...anche se c`è chi crede che l`attacco sia la migliore difesa, qui perdete in credibilità, veramente sono molto delusa. Forse potrei anche dirmi e dirvi che, se per il momento siete accecati dalla collera, più tardi quando l`emozione si sarà pacata, a freddo, capirete il perchè delle critiche.
Nessuno qui ha diffamato Korazym, abbiamo, come è nostro diritto,espresso la nostra opinione, da quando in qua, i giornalisti sarebbero la sola cetegoria al disopra delle critiche?
Parlate di coraggio,vi ritorno l`invito, abbiate il coraggio di rileggere il vostro editoriale e vedrete,che la forma e il fondo non potevano che suscitare anche le reazioni che avete avuto.
Coraggio e umiltà.
Quanto alla "criticità costruttiva" non è perchè voi decidete che il vostro editoriale ne sia un esempio che tutti debbano seguirvi e condividere la vostra visione di criticità "costruttiva".
Ripeto ,qui nessuno ha diffamato o accusato Korazym ,a meno che lei consideri accuse e diffamazione le nostre critiche, e i nostri giudizi legittimi. .
Ma questo è un vostro problema non il nostro.

Anonimo ha detto...

Abbiamo letto,abbiamo letto,e dopo avere letto abbiamo capito tutti la stessa cosa.
Magari è il caso di rileggere quanto si è scritto per vedere,non sia mai,se alcune critiche non siano in minima parte giustificate.

Anonimo ha detto...

Cara Luisa, cara Raffaella, rileggete i vostri post (il 29 dicembre per esempio), non sono critiche, sono accuse. La mia non era una reazione spropositata, era una spiegazione di chi siamo e cosa facciamo.

Luisa ha detto...

Serena, ho riletto i post del 29 dicembre,leggo critiche, anche dure, leggo,domande, reazioni vive, non leggo accuse. A meno che lei ed io non abbiamo la stessa comprensione delle parole "critica " e "accusa".
Per esempio nel vostro editoriale si potrebbe dire che "accusate" ancora il Papa di avere commesso un errore impardonabile e epocale( dove erano le virgolette?) ,accusate chi resta confinato negli spazi angusti della conservazione, chi è impomatato, accusate il papato di essere sfigurato,un erma bifronte....o erano critiche ? per di più secondo voi costruttive?

Voi potete emettere giudizi, anche in maniera ambigua e confusa e chi vi legge non potrebbe reagire anche negativamente ?
Le nostre critiche sarebbero accuse inammissibili, addirittura delle diffamazioni?

gemma ha detto...

cari ragazzi
leggo solo adesso l'evoluzione di questa discussione e mi dispiace moltissimo per i toni che ha preso
C'e' stato un editoriale, frutto di opinioni lecite, che altri hanno lecitamente non condiviso e criticato. I toni di risposta di alcuni, sono stati a mio parere eccessivi e l'ho già detto e lo ripeto, giuda e lucifero non avrebbero dovuti essere chiamati in causa per questo e personalmente mi dissocio. Per tanto tempo Korazym è stato" la mia informazione sul Papa" e mi sento di riconoscere il valore del lavoro svolto dai ragazzi che vi collaborano. Nemmeno Raffaella però è da meno in quanto a serietà e dovozione, e non merita di essere aggredita per aver a sua volta commentato un editoriale non condiviso e dato spazio ai commenti pervenuti: se si può commentare un pontificato, lo si può fare anche con un editoriale. Poi, basta replicare e chiarirsi, lasciando agli altri il beneficio del dubbio sulle proprie intenzioni, altrimenti si replica Ratisbona coi post altrui dati alle fiamme.
Detto questo, credo che alimentare ulteriormente la polemica sia inutile e non faccia onore a nessuno di noi, in primis al Santo Padre che forse da parte nostra meriterebbe di più che queste scaramucce tra i suoi "ciovani" e non :-). Restiamogli vicini che credo ne abbia tanto bisogno, come noi di lui

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Gemma. Non si parli più di questa cosa. Anche io considero molto gravi i toni usati contro Korazym e credo che se ne siano accorti anche quelli di Petrus che hanno cancellato tutto. Finiamola qui.

raffaele ha detto...

Ho appena verificato che l'editoriale incriminato di "Petrus" è stato rimosso dal sito. Evidentemente si sono resi conto di avere esagerato. Qualche volta la correzione fraterna serve. Alla fondatrice di Khorazym chiederei ora di non voler "stravincere". In ogni caso una cosa sono le critiche (legittime, anche se forti), una cosa le accuse di rivolta "luciferina". Discutiamo pure, all'interno della Chiesa, anche vivacemente, ma senza voler essere più papisti del papa, e senza accusare subito gli altri di disobbedienza, rivolta, eresia eccetera.Ricordiamoci sempre che ciò che ci unisce nella fede è più importante delle nostre simpatie liturgiche, politiche etc.; e che non dobbiamo scontrarci con violenza, anche per non offrire un facile pretesto ai laicisti che non aspettano altro che di vederci litigare per sfruttare le nostre divisioni.

Gianpaolo1951 ha detto...

@ Serena
Gentile Signora Serena, solo una breve considerazione:
“Errare humanum est. Perseverare autem diabolicum!