30 dicembre 2007
La Vergine tra urgenze sociali e protagonismo femminile (Osservatore Romano)
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La Vergine tra urgenze sociali e protagonismo femminile
Una nuova mariologia
Salvatore M. Perrella
Il significato della Vergine nella società e nella missione sociale della Chiesa, e più in generale delle cristiane e dei cristiani, è al centro della Mariologia sociale.
Il significato della Vergine per la società di Clodovis M. Boff. Frutto dell'insegnamento del teologo servita brasiliano presso il Marianum di Roma, il testo (Brescia, Queriniana, 2007, pagine 728, euro 63,50, Biblioteca di Teologia Contemporanea, 136) sottolinea come questa impostazione - che si potrebbe definire socio-mariologica - sia importante per "chiunque avverta quanto oggi sia urgente e anche complessa la "questione sociale" e chiunque comprenda, allo stesso tempo, quanto sia forte l'emergere del femminile nella cultura attuale, incarnato, per la comunità cristiana, da quell'irraggiungibile figura di donna che è stata Maria". La proposta ha come principio il confronto tra la Vergine e la società, nella convinzione che il "sociale non è qualcosa di forzato, che si associa a Maria dall'esterno, ma è inerente a lei stessa", nel contesto della cosiddetta società liquida dei nostri giorni, controversa e contraddittoria.
L'introduzione segnala un deficit di attenzione al sociale nel panorama mariologico, sebbene spuntino qua e là segnali di interesse: Mattai, Meo, Pikaza, De Fiores, e in modo particolare la Pontificia Academia Mariana Internationalis con la lettera La Madre del Signore: memoria, presenza, speranza (2000).
La parte iniziale dedicata al magistero della Chiesa presenta le fonti, pur embrionali, della mariologia sociale, ispirate alla forza liberatrice del Magnificat evangelico: documenti papali come Marialis cultus di Paolo VI (1974), Libertatis conscientiae (1986), Redemptoris mater (1987), Sollicitudo rei socialis (1987) ed Evangelium vitae (1995) di Giovanni Paolo II, alcune omelie dello stesso Pontefice, le lettere circolari per l'anno mariano 1987-1988 e il documento di Puebla (1979) dell'episcopato latinoamericano. In questi testi la Vergine è vista e proposta come figura liberatrice, persona libera e responsabile, povera e forte, sollecita e solidale, protagonista della storia, donna modello per la fede, figura costitutiva dell'identità popolare cattolica e per questo portatrice di un grande potenziale evangelizzatore e liberatore. Viene così mostrato come il magistero dei Papi da Gregorio XVI a Giovanni Paolo II abbia sottolineato il rapporto tra la società e Maria, ritenuta e invocata a protezione della Chiesa contro gli eoni della modernità: razionalismo, liberalismo, secolarismo, materialismo, ateismo. Così, contro il male e le deviazioni che minano o mortificano la dignità, la vita e il futuro dei tanti poveri del mondo la "Pallade cristiana" lotta, con l'intercessione e l'esempio, sostenuta dal Figlio, dallo Spirito e dalla stessa Chiesa, grazie ad armi semplici e incruente ma potenti: il rosario, la consacrazione, la pietà mariana convinta e mai decentrata da Cristo.
Viene poi presentata la figura della Vergine nella storia sociale dei popoli, mostrando l'influenza della devozione mariana nei processi collettivi o pubblici delle società, sia con un carattere chiaramente politico o militare, sia direttamente rispetto alla formazione dell'identità nazionale, sia in riferimento più generale alle relazioni sociali: in questa storia dell'Oriente e dell'Occidente la potente Mater misericordiae ha ricondotto sotto il suo patrocinio materno città, nazioni e popoli presidiandoli con le sue icone e i suoi santuari.
Per quanto riguarda i testi mariani del Nuovo Testamento, Boff propone la dimensione liberatrice-messianica del Magnificat e stigmatizza la sua interpretazione riduttiva spiritualistica e politica presente in alcuni autori della teologia della liberazione per cogliere invece la densità ermeneutica e teologica dell'inno evangelico alla luce dell'esodo d'Israele nella sua valenza etico-sociale e storica, ma soprattutto alla luce della Pasqua di Cristo, liberazione messianica nella duplice natura soteriologica ed escatologica. In questa stessa ottica di mariologia sociale vengono poi esaminati altri scritti neotestamentari, il cui contenuto primario è essenzialmente spirituale-soteriologico. La madre di Gesù non è solo idealizzazione della Chiesa, ma è anche la sua vera realizzazione escatologica e la sua personificazione. Per questo vanno evitate letture meramente ideologico-politiche della Bibbia, conferendo alla mariologia sociale un vastissimo orizzonte e al tempo stesso implicazioni molto concrete.
La sottolineatura della rilevanza sociale e politica dei dogmi mariani costituisce la vera novità interpretativa dello studio di Clodovis M. Boff. La maternità divina e la verginità perpetua, definite nel primo millennio in un contesto di approfondimento e di chiarificazione cristologica, l'Immacolata Concezione e l'Assunzione, definite nel secondo millennio in un'atmosfera talora polemica di risposta a uno spirito moderno poco o nulla interessato a Dio e ai suoi valori, mostrano la sapienza del Dio trinitario e la bontà e concretezza delle sue "grandi opere" compiute nella creatura Maria a vantaggio di tutti, specialmente degli umili e dei poveri. I dogmi, oltre illuminare e nutrire l'intelligenza della fede circa il mistero della Vergine, la mostrano quale segno autentico di un'antropologia realizzata, sia protologicamente, sia in chiave sociale ed esemplare, sia, infine, escatologicamente.
Sulla scorta del Direttorio su pietà popolare e liturgia (2002) Boff descrive poi i tratti salienti che hanno connotato e distinto la pietà popolare mariana. Il cristiano parte dalla devozione verso Maria come madre di Dio per poi accoglierla esistenzialmente come madre personale, scoprendola nella compagnia degli uomini e dei santi come madre di tutti, specialmente del popolo povero ed emarginato. All'opera di Maria deve ispirarsi anche l'opera concreta della Chiesa, impegnandosi in questa sfida evangelica, pastorale e sociale. La centralità della Bibbia e quella di Cristo, nonché le grandi risorse insite nell'esemplarità della Vergine, saranno gli ingredienti indispensabili per realizzare la grande strategia evangelica della liberazione integrale dell'umanità, vero ministero della Chiesa dei redenti e dei liberati.
Una particolare attenzione è dedicata alle apparizioni mariane, nella convinzione che esse abbiano una concreta incidenza non solo teologale ed ecclesiale, ma anche sociale e politica, come attestano quelle di Guadalupe, Lourdes e Fátima. Da questi grandi segni di presenza e di sollecitudine materna della "madre dei poveri" sorgono i santuari, vere domus Mariae da dove si irradia la concreta carità misericorde di Cristo e della sua Chiesa. Importante, infine, risulta la delicata questione dei "messaggi mariani", che hanno lo scopo di ravvivare il Vangelo nel popolo cristiano e di incentivare la preghiera come rapporto con Dio e con le creature, la conversione personale e comunitaria.
La mariologia sociale - conclude Boff - "proviene da una fonte che non è sociale né politica, ma precisamente spirituale o soteriologica. Come un raggio che viene dal cielo, è a partire dall'alto che Ella [santa Maria] può incidere quaggiù, nelle lande della storia. Difatti, come dice san Paolo: "Lo spirituale giudica tutto e non è giudicato da nessuno" (1 Corinzi, 2, 15). Di certo la missione di Maria si situa nel seno della storia salvifica. Tuttavia, questa, quantunque oltrepassi la storia degli uomini, non cessa di avvolgerla, conferendole un significato trascendente e in tal modo salvandola". Questa mariologia dello studioso brasiliano, in definitiva, è convincente in quanto appare innestata sull'agire salvifico di Dio nella nostra storia di pellegrini bisognosi; in questa struttura così pregna dell'opera del Figlio e dello Spirito, trova giustificazione, fecondità e forza la "mediazione materna" di Maria nella Chiesa di tutti i tempi.
(©L'Osservatore Romano - 30 dicembre 2007)
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