27 dicembre 2007

Dal cinese al guaraní un lessico universale di speranza (Osservatore Romano)


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Dal cinese al guaraní un lessico universale di speranza

Un augurio di pace e di speranza in 63 lingue, una in più di un anno fa: nel giorno di Natale alla fine dei saluti, tra l'esperanto e il latino, Benedetto XVI ha voluto annunciare la nascita del Salvatore anche nella lingua guaraní, parlata dagli indios dell'Amazzonia. Un gesto di attenzione verso le tragedie dimenticate e un ricordo del viaggio apostolico compiuto nel maggio scorso in America Latina.
A mezzogiorno il Papa si è affacciato alla loggia centrale della basilica vaticana, detta della benedizione. Accanto a lui erano i cardinali diaconi Darío Castrillón Hoyos e Leonardo Sandri. Con monsignor Guido Marini, Maestro delle Celebrazioni liturgiche pontificie, era il cerimoniere monsignor Guillermo Javier Karcher.
Benedetto XVI ha letto il messaggio natalizio e, dopo aver formulato gli auguri nelle diverse lingue, ha impartito la solenne benedizione urbi et orbi.
Oltre cinquantamila le persone presenti che hanno riempito la piazza fino all'inizio di via della Conciliazione.
Il servizio dei ministranti è stato svolto da quattro studenti del Collegio ecclesiastico internazionale "Sedes Sapientiae": il filippino Christian Gil Golong, l'indiano Biju Scaria, il salvadoregno Jerónimo Cucufate e Francesco Ko, proveniente dal Myanmar.
Nella loggia del maggiordomato, con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Gabriele Caccia, assessore, monsignor Pietro Parolin, sotto-segretario per i rapporti con gli Stati, monsignor Fortunatus Nwachukwu, capo del protocollo (presenti anche alla celebrazione di mezzanotte nella basilica vaticana).
Com'è tradizione, sul sagrato erano schierati reparti della Guardia Svizzera e delle Forze armate italiane. La banda musicale pontificia e quella dei carabinieri italiani hanno eseguito, scambiandoseli, i due inni.
Con piazza San Pietro erano collegati 89 network che hanno diffuso le immagini in 57 paesi (35 collegati in diretta).

La messa della notte

Una preghiera in lingua cinese "per quanti ricercano Dio e la verità" si è levata tra le volte della basilica vaticana, durante la messa della notte del Natale 2007 celebrata da Benedetto XVI. Quell'invocazione ha unito i cuori dei cattolici di tutto il mondo, che nelle stesse ore si stringevano alla mensa eucaristica nelle chiese dei cinque continenti.
A migliaia hanno gremito la basilica per rinnovare in comunione con il Papa un'antichissima tradizione, risalente agli albori della Chiesa. A milioni, in ogni angolo della terra, hanno seguito il solenne rito attraverso collegamenti radio-televisivi.
In attesa dell'arrivo del Pontefice quattro lettori - in italiano, in inglese, in francese e in tedesco - hanno proclamato testi profetici dell'Antico Testamento, scanditi dal canto Regem venturum Dominum, venite, adoremus. Sono seguite le antifone maggiori dell'avvento, concluse con l'invocazione Rorate, caeli, desuper. Quindi sono stati rievocati il silenzio e l'attesa di tutto il creato per la nascita del Salvatore.
Cinque minuti prima della mezzanotte Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso in basilica. Preceduto dai cardinali concelebranti e accompagnato dai due diaconi assistenti, ha percorso processionalmente la navata centrale, benedicendo i fedeli. Quando è giunto all'altare della Confessione un diacono ha intonato l'antico testo latino della Kalenda. L'assemblea ha risposto con il Gloria in excelsis Deo. Il canto è stato introdotto dal Papa, sottolineato dal suono dell'organo e delle campane della basilica. Nel frattempo una statuina di Gesù Bambino è stata collocata davanti alla Confessione. Suggestivo il tradizionale omaggio floreale ai piedi del Bambinello da parte di quattro bimbi: gli italiani Rebecca Maria Martucci e Enrico Bossio, lo spagnolo Francisco Vazquez e la guatemalteca Marcela Bonifaz, in abiti tradizionali dei Paesi di provenienza.
Alla Liturgia della Parola le letture sono state proclamate in spagnolo (Isaia 9, 1-3.5-6) e in inglese (Lettera di san Paolo apostolo a Tito 2, 11-14). Il Salmo 95 è stato intonato in italiano, il Vangelo (Luca 2, 1-14) è stato annunciato in latino.
Dopo l'omelia di Benedetto XVI e il canto del "Credo", le intenzioni di preghiera in cinque lingue: in francese "per la Chiesa"; in arabo "per il mondo intero, perché la pace che Gesù ha portato con la sua nascita sia costruita in ogni luogo". In tedesco, un'invocazione per "le vittime della violenza, per i perseguitati, gli emarginati, gli oppressi". L'intenzione in cinese ha preceduto quella in portoghese per tutti i presenti.
Insieme con Benedetto XVI hanno concelebrato 27 cardinali, tra quali Giovanni Battista Re, Ignace Moussa I Daoud, il segretario di Stato Tarcisio Bertone, e Jozef Tomko. I quattro hanno accompagnato il Pontefice nella preghiera eucaristica.
Erano presenti gli arcivescovi James Michael Harvey, Prefetto della Casa Pontificia, e Félix del Blanco Prieto, Elemosiniere di Sua Santità, e i monsignori Paolo De Nicolò, Reggente della Prefettura della Casa Pontificia, Georg Gänswein, segretario particolare del Papa, e Alfred Xuereb, della segreteria particolare. Tra le autorità e le personalità intervenute, Francesco Rutelli, vice presidente del consiglio dei Ministri italiano, e Giovanni Maria Vian, Direttore del nostro giornale.
Al termine della messa, all'1.40 del nuovo giorno, la statuina del Bambino Gesù, che si trovava davanti all'altare della Confessione, è stata deposta da Benedetto XVI nel presepe allestito nella navata sinistra della Basilica, mentre l'assemblea si è sciolta intonando il festoso "Tu scendi dalle stelle".

(©L'Osservatore Romano - 27-28 dicembre 2007)

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