24 aprile 2008

Colleen Carroll Campbell: " Mi ha colpito la delicatezza con cui Benedetto XVI ha lanciato il suo messaggio all'Onu, forte e potente" (Simoni)


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DI ALBERTO SIMONI

«La sua delicatezza. Sì, mi ha colpito la delicatezza con cui Benedetto XVI ha lanciato il suo messaggio, forte e potente, all’Assemblea generale dell’Onu».

Colleen Carroll Campbell è stata per due anni una delle speechwriter del presidente Bush e autrice di «The New Faithful», uno dei libri sulla religiosità di maggior successo degli ultimi anni.

Benedetto XVI era molto atteso. Lei parla di delicatezza e di messaggio forte: perché?

Qualcuno forse si aspettava un richiamo al Darfur, all’Iraq, più dettagli. Ma non era questo il punto. Benedetto XVI ha enunciato la sua visione spiegandone i princìpi con semplicità. E poi ha richiamato l’Onu a tornare alle radici culturali della sua fondazione, a non scordare che al centro dell’agire devono esserci sempre la dignità e la protezione della persona umana. Questi sono valori che non hanno tempo e sono presenti in ogni cultura.
Ricordando ai membri dell’Onu che è su queste basi che l’istituzione è sorta oltre mezzo secolo fa, ha lanciato una sfida culturale.
Questa è la forza del messaggio.

E la delicatezza?

Quando ha ammonito le Nazioni Unite di essersi allontanate dal messaggio originale per sposare il relativismo, ha usato toni morbidi. Attento a non urtare le sensibilità. Non ha fatto appello alla religione, ma ha messo i Paesi dell’Onu dinanzi all’evidenza che è la stessa carta fondamentale delle Nazioni Unite a difendere la dignità umana e a chiedere la protezione di ogni uomo e donna e bambino sulla faccia della terra.

Il Papa ha parlato anche di prevenzione dei conflitti e del ruolo che l’Onu deve svolgere per evitare che le crisi dilaghino in guerre e distruzione. Un monito ad essere più attivo sulla scena mondiale?

Credo che questo sia uno dei passaggi più illuminanti. E una conseguenza pratica del relativismo. Benedetto XVI ha riaffermato che l’inazione, il restare neutrali mentre in qualche parte del mondo si perpetuano crimini, è peggio dell’agire. Non si tratta solo di evocare l’uso della forza, che il Papa non ha citato. Dobbiamo leggere questo passaggio con gli occhi dei cattolici, minoranza nel mondo. Proprio come tutte quelle minoranze, etniche e religiose, che l’Onu è talvolta riluttante a difendere.
Quando le Nazioni Unite restano immobili a osservare massacri e violenze contro le minoranze è la sua credibilità stessa che viene colpita. I diritti umani, ha ricordato il Papa, sono universali e allo stesso tempo reali. Non qualcosa di negoziabile e soggetto al relativismo.

Diritti umani e libertà religiosa. Un tema che il Papa ha toccato al Palazzo di Vetro così come con Bush....

Su questo aspetto il Pontefice e il leader statunitense hanno una visione molto simile. Anche ieri il Papa è tornato a chiedere che la libertà religiosa non può essere confinata solo nella sfera privata. Ma deve trovare il suo compimento quando la fede si fa pubblica. Entra nella società e informa la vita delle persone. La fondazione teoretica dei diritti umani che fa Benedetto XVI non può non sfociare in questa visione della libertà religiosa. Ma anche ieri ha ribadito un messaggio forte con lievità.

Domani sera il Papa farà ritorno in Vaticano. Che America si lascia alle spalle?

C’era molta attesa, come testimonia la partecipazione di migliaia di persone alla Messa e agli altri eventi. Parlare di abusi sessuali e pregare con le vittime dei preti pedofili è stata una cosa incredibile.
Nessuno l’avrebbe mai immaginato.

Il Papa ha anche spronato le scuole cattoliche a tenere fede al loro marchio distintivo...

Questo era un problema. Non è un mistero che diversi college e atenei Usa si fregiavano dell’etichetta cattolica, ma poi la fede non incideva così tanto negli insegnamenti. Credo che il messaggio agli educatori dell’altro giorno sia stato importante. Moltissime famiglie iscrivono i figli alle scuole cattoliche e pagano rette costose, perché vogliono una formazione particolare. Il Papa ha rimesso a posto le cose. Chi va in questi istituti deve imparare a vedere le cose con sensibilità cattolica, perché la Verità si manifesta anche dentro l’insegnamento e la scuola. Sono sicura che dopo la parole del Papa molto cambierà.

© Copyright Avvenire, 19 aprile 2008

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