9 aprile 2008
Il Papa in visita all'isola Tiberina. A Sant'Egidio: «L'esempio dei martiri guidi i vostri passi» (Corriere e Libero)
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I 40 anni di S. Egidio
Il Papa: «L'esempio dei martiri guidi i vostri passi»
Ester Palma
I fiori, la musica, gli striscioni e gli applausi: e la folla, tanta folla. E' stata una festa ieri pomeriggio la visita di Papa Benedetto XVI alla chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, per i 40 anni della Comunità di S. Egidio, cui 15 anni fa papa Wojtyla affidò la basilica per farne un memoriale dei nuovi martiri cristiani.
«Cari amici di S.Egidio - esordisce il Papa, in mozzetta bianca damascata e bordata di ermellino - voi avete mosso i primi passi proprio qui a Roma negli anni difficili dopo il '68. Figli di questa Chiesa che presiede nella carità, avete poi diffuso il vostro carisma in tante parti del mondo. La Parola di Dio, l'amore per la Chiesa, la predilezione per i poveri, la comunicazione del Vangelo sono state le stelle che vi hanno guidato testimoniando, sotto cieli diversi, l'unico messaggio di Cristo».
Ma poi il Papa prosegue a braccio: «Vi ringrazio per la vostra opera apostolica; per l'attenzione agli ultimi e per la ricerca della pace. L'esempio dei martiri continui a guidare i vostri passi, perchè siate veri amici di Dio e dell'umanità». A ricordare i nuovi martiri ci sono le reliquie e i ricordi nelle 6 cappelle laterali: in ciascuno il Papa durante la messa ha acceso un cero. Al suo fianco c'era anche Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, il sacerdote romano ucciso nella sua chiesa diTrebisonda, in Turchia, nel 2006. Una delle cappelle custodisce proprio la sua stola e il calice con cui celebrava.
Andrea Riccardi, storico fondatore di S. Egidio, ripercorre gli inizi, quei giovani che «cercavano un mondo nuovo e compresero invece di doversi rinnovare personalmente e sempre », mentre il '68, «nato da uno slancio vitalistico per un mondo migliore è rifluito in un pesante ripiegamento».
E ricorda anche, con il Papa, i tanti martiri cristiani contemporanei. Poco prima delle 19 è tutto finito: il Papa rientra in Vaticano, il traffico sul lungotevere rifluisce. Sulla piazza resta l'orchestrina della Comunità a suonare: «Ciò che conta è la vita, vieni e vedi la forza che ha».
© Copyright Corriere della sera (Roma), 8 aprile 2008
PAPA IN VISITA ALL'ISOLA TIBERINA
di CATERINA MANIACI
Nel XXI secolo, come in ogni epoca, i cristiani possono diventare martiri. E anche in questo secolo, come sempre, la più autentica testimonianza del cristiano è soltanto non violenta, di pace, e di vicinanza ai poveri, agli ultimi della terra. È il nuovo, accorato messaggio che il Papa vuole trasmettere con la sua visita alla chiesa romana di San Bartolomeo sull'isola Tiberina, dedicata ai martiri cristiani di ogni confessione e affidata alla Comunità di Sant'Egidio, che quest'anno festeggia i 40 anni della sua attività, impegnata in settanta Paesi del mondo contro la povertà e per la pace. E, ascoltando le parole di questo messaggio, non si può non pensare anche a tutti gli uomini di altre confessioni religiose, o comunque in nome dei diritti umani, della libertà, uccisi e perseguitati, come sta accadendo, proprio in questo momento, in Tibet, alle immagini di monaci caricati e picchiati dalla polizia cinese, a quelli scomparsi e di cui non si saprà mai più nulla. Benedetto XVI arriva sull'isola tra uno sventolio di bandiere e canti, accolto dal vicario di Roma Camillo Ruini e dai vertici della Comunità, il fondatore Andrea Riccardi, il presidente Marco Impagliazzo, monsignor Vincenzo Paglia oggi vescovo di Terni e fin dalla sua nascita, guida spirituale di Sant'Egidio. Il Papa, nel suo discorso sui martiri del Novecento, non cita storie e casi concreti, ma tra le persone che accendono un cero durante la cerimonia c'è Maddalena Santoro, sorella di don Andrea, ucciso a Trebisonda nel 2006 da un fanatico musulmano di nascita, e il Pontefice si ferma a salutarla. E tutt'intorno, tra i molti altari a loro dedicati, si può avvertire, quasi fisicamente, quella silenziosa folla di uomini e donne morti per difendere la propria fede, fino all'ultimo respisro, adesso tutti presenti, qui, a San Bartolomeo. Oggi e per sempre.
© Copyright Libero (Roma), 8 aprile 2008
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