12 aprile 2008

Prospettive di sviluppo e disarmo integrale. Il messaggio del Papa (Osservatore Romano)


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Prospettive di sviluppo e disarmo integrale

di Pierluigi Natalia

Sul trinomio disarmo, sviluppo e pace è incentrato il seminario internazionale aperto oggi, venerdì 11, su iniziativa del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. L'incontro si propone di analizzare le difficili "prospettive per un disarmo integrale" - come recita il sottotitolo del seminario - e lo specifico ruolo e il possibile contributo della Chiesa.

Ai partecipanti Benedetto XVI ha indirizzato un messaggio di cui è stata data lettura, in apertura dei lavori, da monsignor Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati.

Se è vero che ciascuno dei termini di quel trinomio meriterebbe uno studio specifico e particolare, è altrettanto evidente la loro stretta interdipendenza che sollecita, o meglio impone una loro visione d'insieme, come ha sostenuto il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio, rivolgendo a sua volta un saluto ai partecipanti.

La dottrina sociale della Chiesa propone la meta di un disarmo generale, equilibrato e controllato e ammette che gli Stati, secondo il "principio di sufficienza" hanno diritto a un armamento strettamente necessario alla legittima difesa. Ma non si può giustificare, né sul piano morale, né su quello giuridico, qualsiasi accumulo eccessivo di armi oppure il loro commercio generalizzato, come ha ricordato ancora il cardinale Martino. Così come le armi non possono essere certo assimilate ai comuni beni scambiati sul mercato, anche se non è lecito ignorare il corrispettivo - e da più parti è stato già sottolineato durante i lavori del seminario - e cioè che i beni materiali sono spesso impiegati a loro volta come armi. L'atteggiamento violento, dei singoli come degli Stati, "nel possesso delle armi, sarà altrettanto violento nel possesso dei beni, che saranno essi pure facilmente usati come armi per vincere, dominare, ricattare", ha ricordato il gesuita Sergio Bastianel, docente alla pontificia università Gregoriana, al quale è stata affidata la relazione introduttiva.
Gli elementi di natura tecnica, economica, giuridica e politica legati al disarmo, allo sviluppo e alla pace sono complessi. L'argomento del seminario, appunto quel concetto di disarmo integrale proposto dalla dottrina sociale della Chiesa, è affrontato da una triplice prospettiva, nelle due sessioni del primo giorno e in quella di domani mattina. La prima dimensione è quella etica e politica, sulla quale è stato incentrato il dibattito di venerdì mattina, dopo la relazione di padre Bastianel sugli aspetti etici, spirituali e una di Guy Feuer, docente alla Sorbona di Parigi, sulle condizioni per una geopolitica dello sviluppo e della pace.
La sessione pomeridiana è incentrata sulla prospettiva economica e giuridica della questione del disarmo. Al commercio internazionale di armi è dedicata la relazione di Fabrizio Battistelli, dell'Istituto internazionale di ricerca Archivio Disarmo. Le sovrapposizioni tra economia civile e militare, appunto la questione del "dual use" sono il tema dell'intervento di Davina Miller, dell'università di Bradford. Di disarmo e diritti umani tratta invece la relazione di Raymond Ranjeva, della Corte internazionale di giustizia.
Il seminario trarrà le proprie conclusioni sabato 12, al termine della sessione finale, dedicata ai soggetti coinvolti. Del ruolo delle organizzazioni internazionali tratterà Jorge Urbina, delle Nazioni Unite, mentre di quello dei soggetti non governativi si occuperà Cornelio Sommaruga, del Centro internazionale di Sminamento umanitario. Al ruolo delle religioni, infine, sarà dedicata la relazione conclusiva, affidata al cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo.

(©L'Osservatore Romano - 12 aprile 2008)

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