22 maggio 2008

Solennità del Corpus Domini in Vaticano: il Papa presiede la Messa in San Giovanni in Laterano e la processione a Santa Maria Maggiore (R.V.)


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Solennità del Corpus Domini in Vaticano: il Papa presiede la Messa in San Giovanni in Laterano e la processione a Santa Maria Maggiore

Oggi, in Vaticano si festeggia la Solennità del Corpus Domini, che in Italia e in altri Paesi sarà celebrata domenica prossima. Benedetto XVI presiederà la Messa alle 19.00 sul sagrato della Basilica di San Giovanni in Laterano. Alla celebrazione seguirà la tradizionale processione fino a Santa Maria Maggiore. Ieri, al termine dell’udienza generale, il Papa ha invitato tutti i fedeli romani a partecipare a questa solenne celebrazione “per esprimere insieme la fede in Cristo, presente nell’Eucaristia”. La nostra emittente seguirà l’evento in radiocronaca diretta a partire dalle ore 18.50. La Festa del Corpus Domini, lo ricordiamo, è stata istituita da Papa Urbano IV nel 1264, in seguito al miracolo di Bolsena: era il 1263 quando un prete boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a celebrare la Messa in questa cittadina laziale. Turbato dai dubbi sulla presenza reale di Gesù nell’Eucaristia chiese un segno: improvvisamente alcune gocce di sangue sgorgarono dall’Ostia consacrata bagnando il corporale, che ancora oggi è conservato nel Duomo di Orvieto. Ma ripercorriamo in questo servizio di Sergio Centofanti gli insegnamenti di Benedetto XVI sull’Eucaristia:

L’Eucaristia – spiega Benedetto XVI – ci fa capire che la fede cristiana non è un’idea o una semplice morale, ma un fatto, un incontro con il Dio vivente. Un “realismo inaudito”. Gesù dice: “se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita”. Anche i suoi discepoli protestano, molti se ne vanno per questo “linguaggio duro”:

“Gesù avrebbe potuto ripiegare su parole rassicuranti: ‘Amici, avrebbe potuto dire, non preoccupatevi! Ho parlato di carne, ma si tratta soltanto di un simbolo. Ciò che intendo è solo una profonda comunione di sentimenti’. Ma no, Gesù non ha fatto ricorso a simili addolcimenti. Ha mantenuto ferma la propria affermazione, tutto il suo realismo, anche di fronte alla defezione di molti suoi discepoli”. (Omelia del 29 maggio 2005 a Bari per la fine del Congresso eucaristico nazionale)

Ma cosa significa mangiare questo pane?

“Mangiare questo pane è comunicare, è entrare nella comunione con la persona del Signore vivo. Questa comunione, questo atto del ‘mangiare’, è realmente un incontro tra due persone, è un lasciarsi penetrare dalla vita di Colui che è il Signore, di Colui che è il mio Creatore e Redentore. Scopo di questa comunione è l’assimilazione della mia vita alla sua, la mia trasformazione e conformazione a Colui che è Amore vivo”. (Omelia del 26 maggio 2005 in San Giovanni in Laterano per il Corpus Domini)

“Abbiamo bisogno di un Dio vicino, - afferma il Papa - di un Dio che si dà nelle nostre mani e che ci ama. Nell'Eucaristia Cristo è realmente presente tra noi … ci afferra per farci suoi, per assimilarci a sé … ci fa uscire da noi stessi per fare di noi tutti una cosa sola con Lui”. La conseguenza è chiara:

“Non possiamo comunicare con il Signore, se non comunichiamo tra noi. Se vogliamo presentarci a Lui, dobbiamo anche muoverci per andare gli uni incontro agli altri. Per questo bisogna imparare la grande lezione del perdono: non lasciar lavorare nell’animo il tarlo del risentimento, ma aprire il cuore alla magnanimità dell’ascolto dell’altro”. (Omelia 29 maggio 2005)

L’Eucaristia ci fa essere misteriosamente ma realmente presenti alla morte e risurrezione di Gesù. Cristo – spiega Benedetto XVI - trasforma la violenza in amore e la morte in vita: “questo è l’atto centrale di trasformazione che solo è in grado di rinnovare il mondo … tutti gli altri cambiamenti rimangono superficiali e non salvano”. Per questo bisogna portare Cristo per le vie del mondo. Ecco il significato della processione:

“Portando l’Eucaristia nelle strade e nelle piazze, vogliamo immergere il Pane disceso dal cielo nella quotidianità della nostra vita; vogliamo che Gesù cammini dove camminiamo noi, viva dove viviamo noi. Il nostro mondo, le nostre esistenze devono diventare il suo tempio. La Comunità cristiana in questo giorno di festa proclama che l’Eucaristia è tutto per lei, è la sua stessa vita, la fonte dell’amore che vince la morte. Dalla comunione con Cristo Eucaristia scaturisce la carità che trasforma la nostra esistenza e sostiene il cammino di tutti noi verso la patria celeste”. (Angelus del 18 giugno 2006)

“In un mondo in cui c’è tanto rumore, tanto smarrimento – afferma il Papa - c’è bisogno dell’adorazione silenziosa di Gesù nascosto nell’Ostia”. Ma cosa significa “adorare”?

“Adorare è dire: ‘Gesù, io sono tuo e ti seguo nella mia vita, non vorrei mai perdere questa amicizia, questa comunione con te’. Potrei anche dire che l'adorazione nella sua essenza è un abbraccio con Gesù, nel quale gli dico: Io sono tuo e ti prego sii anche tu sempre con me”. (Incontro in San Pietro con i bambini della Prima Comunione, 15 ottobre 2005)

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